mercoledì 27 febbraio 2019

Milan completamente assente


Contro la Lazio, il Milan ha giocato una partita assolutamente difensiva, non è mai stato pericoloso, non ha tirato una volta in porta e non ha battuto nemmeno un calcio d'angolo, senza girarci tanto attorno, abbiamo giocato male e basta, può capitare, ma non doveva capitare e in questo modo poi.

Non è esaltante nemmeno il pareggio, il peggiore che potevamo fare, saremo fuori se non vinciamo, anche perché ora ci giochiamo tutto a Milano, ma fra due mesi e la Lazio non sarà più in crisi, qualitativamente abbiamo fatto non un passo, ma cento passi indietro e poi abbiamo sbagliato tanto, abbiamo sbagliato ai livelli di due mesi fa, Piatek servito poco e male, in pratica non è stato mai servito, proprio come quando c’era Higuain.

La difesa ha retto ancora, dimostrando una concentrazione altissima, tutto il contrario invece di Suso, che da novembre è crollato piano piano, ogni partita sempre di più, a causa del problema al pube? da un giocatore come lui ci si aspetta qualcosa di più, o per lo meno qualcosa di diverso, per fare quel salto di qualità che si aspetta da qualche anno.

Ma il problema per me è Gattuso, non può continuare ad ignorare che tra Suso e Calhanoglu sono non pervenuti tutte la partite, tutto l’attacco resta sulle spalle larghe sì di Piatek, ma che resta comunque sempre troppo solo, per lo stesso motivo ad Higuain aveva messo accanto Cutrone, per me Gattuso deve valutare se insistere ancora su Suso e Calhanoglu o decidersi a cambiare.

Cutrone vuole giocare di più, vuole essere protagonista, Piatek al momento è davvero imprescindibile, però per Cutrone vale lo stesso discorso fatto per Conti, cioè non può stare sempre a guardare, specialmente con Suso e Calhanoglu così.

Il Milan con questo Suso e con questo Calhanoglu, deve tornare a giocare con le due punte, magari non con il 4-4-2, ma con il 4-3-1-2, con Paquetà finalmente nel suo ruolo dietro le punte, Conti a desta e Castillejo o Laxalt a sinistra, con i due medianacci Bakayokò e Kessie.

A proposito di Kessie, il Milan è rimasto in partita pur difendendosi ad oltranza, finché c’è stato in campo Frenk, poi il buio più completo, perché con tutta la buona volontà, Suso, Paquetà e Calhanoglu non sono capaci di difendere e così è saltato il centrocampo, Gattuso questo però lo avrebbe dovuto sapere e non avrebbe dovuto fare entrare il tueco.



Il Palermo vuoi o non vuoi, risente della imbarazzante situazione societaria e a Crotone ha preso una pesantissima scoppola, un pesante 3 a 0 in una partita giocata male, forse nella ripresa ha giocato meglio, ma commettendo però troppi errori sotto la porta avversaria.

La situazione in classifica dice che il Palermo dovrà riprendere a vincere già dalla prossima gara contro il Lecce, se vorrà provare a riconquistare, per poi mantenere, un posto in classifica che gli eviti i play off e gli consenta di tornare in serie A, sempre che nel frattempo, i debiti non ci costringano al fallimento.

Non si può e non si deve commettere lo stesso errore della scorsa stagione, non si può perdere la massima serie anche quest’anno, lo stadio adesso che Zamparini se n’è andato (sarà vero?), deve essere pieno, perché dobbiamo dare una grossa mano alla squadra e quelle persone che stanno provando a tenerci a galla.

I guai a quanto pare per il Palermo sembrano non finiscano mai, anche oggi si è aggiunto un nuovo tassello alla già delicatissima situazione societaria, sembra che un agente di calciatori, avrebbe fatto una richiesta di pignoramento, che non dovrebbe portare al fallimento, ma potrebbe portare al blocco della mutualità della Lega B.

Foschi, forse, magari pensava di essersi lasciato alle spalle il periodo più difficile, rispettando la scadenza per il pagamento degli stipendi, invece c’è la preoccupazione che la procura della FIGC stia indagando e che ci sarebbero gli estremi per la nomina di un amministratore giudiziario e pensare che il 27 febbraio 1907, esattamente 112 anni fa, il Palermo ha indossato per la prima volta, la maglia con i colori rosanero.

lunedì 25 febbraio 2019

Cambiamo questo protocollo


Sapete che non guardo mai nel giardino del vicino, ma ogni tanto sento la voglia di dire la mia, specie se c’è un argomento comune, non mi va di fare la corsa a chi è più colpevole o meno colpevole, però alcuni punti secondo me vanno chiariti, anche se alla fine siamo tutti convinti ed è solo il normale gioco delle parti.

Marotta (che non ha più l’arroganza che aveva alla Juventus), ha parlato di avere subito un danno notevole e per quello che si è visto ha pienamente ragione, mi spiace per Abisso che oltre a essere palermitano è anche bravo, non lo giustifico, ma un errore ogni tanto si può concedere, certo non così evidente, ma sempre meglio di chi sbaglia per “professione”.

Non mi trova d’accordo per esempio sul fatto che era una partita che aveva ormai preso una china definita, perché lui lo sa meglio di me (l’Inter come il Milan ha spesso vinto all’ultimo secondo) che le partite ora durano cento e passa minuti e che nel calcio vince chi segna, anche se la partita ha già preso la sua china.

Se vogliamo, anzi se l’arbitro di Roma Milan avesse voluto, il Milan a -2 dall’Inter ci sarebbe stato già da qualche settimana, all’ora Marotta si sarà fregato le mani per l’errore a loro favore, oggi c’è indubbiamente grande rammarico, perché l’Inter da nuova rivale della Juventus per lo scudetto, può rischiare anche il posto in Champions.

Ma andiamo al nocciolo della questione, il VAR è stato introdotto per ridurre gli errori, non per eliminarli completamente e non si tratta di uso scrupoloso o razionale, di confonde soggettività e oggettività, se il VAR non toglie il potere decisionale ultimo all’arbitro, per me lo possiamo pure abbandonare e non serve restare deluso e basito, dice giusto Marotta “non me la sento di condannare un arbitro, forse il sistema va rivisto meglio”, esatto, va rivisto presto e bene.

Sul fatto che sia un danno grave per l'economia della stagione dell'Inter e che spera non sia irreparabile, lo invito a guardare i danni gravi per l’economia delle altre squadre, finché ci sarà un uomo a prendere l’ultima decisione e non il mezzo, dovremo continuare a dire che “poi alla fine gli errori si compensano” e praticamente non abbiamo migliorato nulla.

Da quando c'è il VAR, forse, è l'errore più grosso e grossolano come dice lui, ma per me non ci si deve fare sentire solo quando l’errore capita a noi, bisogna gridare forte quando capita al Chievo o al Frosinone, serve una presa di posizione indipendentemente da chi subisce l’errore, il VAR così come è strutturato è un bluff, chi è preposto deve intervenire affinché le prestazioni degli arbitri siano impeccabile.

Quando l'arbitro viene chiamato dalla VAR, è perché c’è un dubbio ed è la VAR stessa che deve eliminarlo, chiama l'arbitro e gli si dice cos’è, l’arbitro deve accettare la decisione senza rivedere l’azione e per trasparenza, invece verrà mostrata al pubblico in che modo si è arrivati a quella decisione, se no creeremo la “malafede” del VAR.

Come ho avuto modo di dire in un post precedente, sarebbe auspicabile che gli arbitri (che già guadagnano un “fottio” di soldi e non sono nemmeno professionisti) vengano sostituiti da tecnici VAR, perché un arbitro non permetterà mai che un suo collega lo giudichi e lo corregga, questo è l’errore di fondo.

Effettivamente trovo strano che, dopo la chiamata della VAR, Abisso abbia confermato il rigore, non è da lui, non è il tipo, però questo ci deve portare a considerare che il sistema va rivisto e comunque ripensato, io resto del parere che nel momento in cui interviene la VAR, devono giudicare loro e non l'arbitro.

Parliamo di vigilia di semifinale di coppa Italia per il Milan, la partita contro la Lazio potrebbe essere significativa per il raggiungimento della finale e pare che Gattuso non voglia riconfermare la formazione tipo, ma operare alcuni cambi in ottica turnover, i candidati sembrerebbero Laxalt e Borini, al posto di Rodriguez e Calhanoglu che in stagione hanno giocato tantissimo.

Se il Milan vorrà ottenere i risultati sperati in campionato e in coppa, dovrà mantenere alto il livello della concentrazione e dosare bene le energie dei "titolarissimi", provando anche a valorizzare altri calciatori, come successo per Castillejo, Andrea Conti e quando saliranno di condizione, anche per Biglia e Caldara.

sabato 23 febbraio 2019

Stavolta tutto bene.


Dopo l’importante vittoria nello scontro diretto contro l'Atalanta, il Milan apre un trittico di partite in cui deve assolutamente portare a casa i 9 punti in palio, prima di arrivare al derby con l'Inter, al di là della possibilità di superare i nerazzurri in classifica, il Milan non può permettersi adesso più che mai di lasciare punti con le piccole, per raggiungere l’obiettivo stagione della qualificazione alla prossima Champions League. 

Intanto 3 dei 9 punti, quelli con l’Empoli sono stati messi in cascina, a testimonianza che il Milan sta attraversando un ottimo momento di forma e adesso è tutta un’altra squadra, questo è un primo snodo cruciale che può indirizzare la stagione, il Milan deve cercare di fare gli altri 6 punti nelle prossime due gare, considerando che non esistono partite facili e che servirà la massima concentrazione e applicazione.

Bisogna sfruttare l'ottimo momento del Milan e il concomitante periodo precario di due delle concorrenti: Lazio e Atalanta, per fare passi avanti in classifica, contro l'Empoli nonostante l’imminente gara d’andata della semifinale di coppa Italia con la Lazio, Il Milan ha fatto bene quello che doveva fare, disputando una gara quasi perfetta in attenzione e concentrazione.

Si vede chiaramente che la situazione al Milan è cambiata e i risultati ne sono la conferma, tre vittorie di fila per 3 a 0 non sono come dicono a Roma, bruscolini, anche in una partita tra virgolette facile, il Milan ha faticato nel primo tempo, ma nella ripresa la manovra è stata più fluida, più veloce e sono arrivati tre gol, tre punti e un quarto posto più solido.

Sinceramente è un Milan trasformato rispetto a qualche mese fa, se vogliamo potrei anch’io ricredermi su Gattuso, al di là dell’avvento di Piatek e Paquetà, Gattuso mi sembra cresciuto, maturato, diciamo che commette meno cazzate ed è più spregiudicato, mi sembra abbia abbandonando alcuni suoi inspiegabili dogmi e speriamo non sia solo grazie al mercato di gennaio, che ha trovato certezze.


Come la stupefacente novità della partenza dal primo minuto di Andrea Conti, è innegabile che oggi scalzare Calabria non è cosa da niente, così come succederà a Biglia con Bakayokò, però anche se non ci sono più le coppe di mezzo, è giusto dare minuti a gente come Conti ed altri, poi un’altra piacevole novità sono i cross dalla sinistra di Rodríguez, in precedenza bloccato proprio dalle paure di Gattuso.

Stavolta tutto bene, Piątek un po' in ombra nel primo tempo, ma al 49°, al primo pallone perfetto in area, sbuca in anticipo sugli avversari, facendosi trovare pronto su un traversone basso di Çalhanoğlu e alla prima palla buona batte Drągowski, bene tutto, bene tutti, bene Castillejo e perfino Calhanoglu, a parte questi tre punti, il Milan in questa partita ha dato quelle certezze da squadra, da zona Champions.

Non pensiamo all'Inter che è a un punto (deve ancora giocare domenica a Firenze), pensiamo invece ora alla Lazio, si potrebbe proprio approfittare del momento migliore del Milan rispetto a quello opaco della Lazio, per provare a raggiungere un’altra finale di coppa Italia, magari (visto che non c’è la Juventus) da vincere.

Il ricordo va comunque ad una persona che è nato nel 1902 a Trieste, Nereo Rocco, morto nella sua città natale, il 20 febbraio 1979 all’età di 77 anni, personaggio vulcanico, Rocco ancora oggi, nonostante Liedholm, Sacchi, Capello e Ancelotti, resta il più grande allenatore del Milan, per la schiettezza e la semplicità dell’uomo soprattutto, ma anche per i tanti trofei vinti da allenatore.

Negli anni '40 smette la carriera da calciatore e intraprendere quella di allenatore, il Paròn (come veniva chiamato, dall’appellativo capo, in dialetto triestino), dopo avere girato diverse piazze calcistiche, è con il Milan che vince a ripetizione sia in campo nazionale che internazionale, portando i rossoneri alla prima storica vittoria in Coppa dei Campioni del 1963.

Fu lui l’inventore del catenaccio, cioè, una tattica fatta con una importante fase difensiva e con velocissimi contropiede, questa “tattica” ha avuto tantissimi seguaci soprattutto nel calcio italiano, Capello e Gattuso sono due di questi, in pratica ergeva un muro davanti la porta di Cudicini (sopranominato il ragno nero per le sue parate acrobatiche) e poi appena arrivava una respinta fuori dal muro, Rivera con i suoi lanci millimetrici, innestava Pierino Prati (detto la peste), che un po' come Piatek in contropiede non sbagliava mai.

Il 20 febbraio 2019 è stato il 40° anniversario dalla sua morte, l’indimenticato allenatore rossonero vive ancora nel suo mito, al Milan, nessuno ha vinto più trofei del Paron nella storia rossonera, dieci trofei in quindici anni.

martedì 19 febbraio 2019

L’azzardo segna ancora


L’azzardo segna ancora e ha segnato in 5 partite tanti gol, quanti ne ha fatto Higuain nelle 16/17 partite in maglia rossonera, spero che chi è così bravo da anticipare sentenze, possa rendersi conto che sarebbe meglio occuparsi alla cronaca rosa.

Parto da una frase del mio ultimo Blog: “Speriamo che questa partita abbia segnato un’inversione di tendenza, sotto l’aspetto mentale e della convinzione, che possa indicare almeno un cambio di mentalità” e il Milan contro L’Atalanta ha giocato una partita esaltante, dove l’Atalanta ha provato seriamente a vincere e forse ci sarebbe pure riuscita, se non fosse stato per questo incredibile Piatek, difficile da contenere.

L’importantissimo pareggio a fine del primo tempo sul filo del fischio arbitrale, è una prodezza incredibile, roba alla Van Basten e poi il gol che chiude la partita è da attaccante d’area purissimo, uno stacco imperioso su cross da calcio d’angolo e colpo di testa ad anticipare 5 o 6 atalantini, portiere compreso.

Ancora una volta, Paitek e Paquetà hanno trascinato il Milan alla vittoria, finalmente i rossoneri hanno il bomber per andare in Champions, segna di piede e di testa, di destro e di sinistro, di fino e in acrobazia, senza togliergli i giusti meriti, altro che Higuain.

Piatek è l’attaccante che serviva a trasformare in gol, quei pochi palloni che arrivano dentro l’area e per cui Higuain è “scappato”, esalta un collettivo che ha ancora qualche carenza e lo fa giocare con maggiore sicurezza e con poche pressioni, il Milan non ha ancora un grande gioco, ma soffre e vince.

Quello che al momento rende straordinario il rendimento di Piatek è il fatto che segna tutte le volte che tocca la palla, contro l’Atalanta ha segnato una doppietta con i primi due tiri in porta, al Milan ha fatto 6 gol su 8 tiri nello specchio della porta e poi la qualità e la quantità di Paquetà, fanno il resto.

A volte, forse, è troppo lezioso, ma Lucas è un grandissimo calciatore, evitiamoli i paragoni scomodi e ingombranti, lui e lui e Kakà è Kakà, soprattutto per caratteristiche tecnico-tattiche, di sicuro Paquetà gioca con una tranquillità disarmante per la sua età e per il breve periodo in cui è al Milan, il suo gioco è fatto di continui colpi di prima e aperture con cambi di campo.

C’è da dire però, che spesso non è supportato da alcuni compagni, Suso continua ad avere una presenza sempre più sbiadita, soffrendo sempre più la pressione degli avversari, ha giocato indiscutibilmente una delle sue partite meno brillanti, mentre sembra redivivo Calhanoglu, un salvataggio fenomenale su un avversario lanciato a rete e stavolta oltre al lavoro in fase difensiva, ha trovato finalmente pure il gol.

Milan quarto in classifica e in ottima forma, su questo non nego che i meriti sono tutti dello staff di preparatori atletici di Gattuso, il Milan in tutta sincerità sta molto bene fisicamente, l'idea di gioco non è molto chiara, anche se nelle ultime uscite, merito anche del nuovo arrivo Paquetà, è cambiata qualcosa, ha un maggiore peso offensivo e negli ultimi mesi sta subendo pochissimi gol.

Serve ancora migliorare qualcosa e soprattutto sulle corsie laterali, Piatek e Cutrone sono sempre pronti a trasformare in reti tutto quello che arriva, solo che arriva poco e da soli non possono “riempire l’area” come dice Gattuso, gli attaccanti esterni milanisti devono diventare più incisivi e segnare di più, Calabria gioca con qualità, cattiveria e applicazione, ma lo stesso non si può dire di Rodriguez, che poche volte va in avanti a scodellare palloni come quello del gol del pareggio di Piatek.

Per consolidarsi al quarto posto ed insidiare il terzo dell’Inter, ma non lo dico per megalomania, sarebbe solo per avere più certezze nella conquista di un posto Champions, serve proprio cambiare marcia sulle fasce, perché se si vuole andare nell’Europa importante, non si può andare avanti solo con i gol di Piatek e di Cutrone, Suso e Calhanoglu devono dare di più a livello realizzativo.

Il Milan stavolta ha superato l’esame di maturità, ad un mese dal derby e calendario alla mano, per il Milan è tutt’altro che impossibile, arrivare a giocarcelo alla pari, ma alla pari o no, stavolta il derby lo vorremmo vincere e senza doverci difendere ad oltranza, ora che la difesa tiene bene e l’attacco fa il suo, il centrocampo poi, Kessiè e Bakayoko sono devastanti, fanno un pressing ossessivo su tutto e tutti, la classifica adesso sorride e sembra un Milan pronto a tornare nell’Europa che conta dopo 5 anni d’assenza.

Con l'arrivo di Piatek e Paquetà il Milan è cambiato, non so se fosse questa l'idea di gioco di Gattuso, ma è quello che ho predicato da settembre, forse si sarebbe potuto fare anche con Higuain, ma ora non ha più importanza, l’importante è che in un modo o nell’altro ci siamo arrivati, ora facciamo meno possesso palla fine a sé stesso e giocate più rapide, con più verticalizzazioni per gli attaccanti.

Il nuovo Milan è molto “capelliano”, difesa insuperabile, compattezza dei reparti e ribaltamento veloce in avanti, pochi tocchi, maggiore rapidità e molte più verticalizzazioni, gioco semplice ed efficace, dove il centrocampo fisico con Kessie e Bakayoko sta funzionando alla grande.

venerdì 15 febbraio 2019

Beffati alla fine.


Il Palermo del nuovo Presidente Foschi e dell'AD Daniela De Angeli, è stato beffato al secondo minuto dei cinque di recupero dati dall’arbitro come consuetudine a fine della gara, la beffa non sta nei cinque minuti perché oramai le partite durano quasi cento minuti, ma nel fatto che il Brescia non aveva mai o quasi tirato in porta e che il Palermo ad eccezione dei primi dieci minuti, ha fatto una grande partita, forse la migliore degli ultimi due anni.

C’è un clima nuovo a Palermo, adesso che Zamparini dovrebbe essere fuori dai giochi, sono arrivati i bonifici degli stipendi e non ci saranno punti di penalizzazione, sono tornati allo stadio 22.329 spettatori di cui 20.119 paganti e sembra che possano tornare anche alcuni investitori e dirigenti palermitani, in una cordata interessata ad acquisire l'U.S. Città di Palermo e composta da Dario Mirri, imprenditore nel campo della pubblicità e della ristorazione, Gaetano e Guglielmo Miccichè, il Presidente del Genoa Enrico Preziosi e qualche altro non ancora identificato.

Preziosi che vorrebbe cedere il club rossoblu, farebbe anche parte di questa nuova cordata, per portare nuovamente alla ribalta il Palermo, la liquidità trovata per pagare gli stipendi, non è ancora chiaro se sia stato l’ultimo gesto nobile di Zamparini o se a mettere la mano al portafogli sia stata la nuova cordata, che ha anticipato una quota, in vista del fatto che poi dovrà diventare la nuova proprietaria entro fine marzo. 

Sul campo il Palermo ha fatto benissimo, quando gioca con il suo undici migliore per ruolo, può anche giocare senza allenatore, una squadra fortissima per la serie B, ma che non penso possa giocare tranquillamente in Serie A, la partita è stata sempre nelle mani del Palermo, ma il risultato è stato molto in equilibrio, rotto poi da Nestorovski, che ha certificato il fatto che Puscas fosse troppo solo la davanti.

Non capisco questi allenatori moderni, tutti innovativi, tutti chiacchere e distintivi e poi se la fanno sotto e giocano sempre con una sola punta, giustificando la loro mancanza di coraggio, con la ricerca dell’equilibrio, il Palermo ha in organico due buoni attaccanti che per me si completano, dietro una squadra forte per la categoria e giochiamo con una sola punta?

Ma! il Palermo è di gran lunga la squadra più attrezzata per vincere il campionato, lo stesso non posso dire del tecnico che non mi convince, certo rispetto a Tedino abbiamo fatto un salto di qualità enorme, il pareggio è figlio delle poche occasioni create a margine di un potere territoriale totale, un pareggio che sta stretto senza nessun dubbio al Palermo, che ha giocato bene con un maggiore possesso palla.

Il Brescia comunque ha dimostrato di essere una delle squadre più competitive di questo campionato e ha trovato solo nel finale la rete del pareggio, con un tiro che in realtà doveva essere un cross, aiutato dal vento e da Brignoli che era fuori dalla propria porta, il Palermo ha alcuni giocatori importanti e un organico di valore per questa categoria, la prossima partita il Palermo riposa e poi martedì 26 nel turno infrasettimanale giocherà contro il Crotone allo "Scida". 

giovedì 14 febbraio 2019

Che caos!


Il Palermo stava avviandosi verso la penalità, i rosanero dovevano trovare 5 milioni di euro entro lunedì per pagare gli stipendi e le ritenute, così è partita una corsa contro il tempo per evitare la penalizzazione in classifica, una sanzione disciplinate che prevede per il mancato pagamento entro i termini, almeno 2 punti di penalizzazione in classifica, con almeno altri 2 punti nell’eventualità persista il mancato pagamento degli emolumenti e delle ritenute.

Visto che si sono fatti scappare la possibilità di sistemare tutto tramite Follieri (Zamparini fa finta ma non vuole vendere), per pagare il dovuto, evitare la penalizzazione in classifica e poi trattare con tempi più comodi la cessione societaria, la soluzione era che Zamparini ottenesse la “restituzione” delle quote societarie.

Non potendo per questioni giudiziarie, tornare ad essere a tutti gli effetti nuovamente il proprietario del Palermo, la dott.ssa De Angeli e Rino Foschi, sono diventati i depositari del passaggio di proprietà dagli inglesi di nuovo a Zamparini.

La Sport Capital Group PLC ha ceduto il Palermo e la Mepal, ad un gruppo di Zamparini guidato dalla dott.ssa De Angeli, che è di passaggio al subentro di una nuova proprietà, intanto lunedì si dovrebbero pagare gli stipendi e scongiurare così il rischio di una penalizzazione in classifica di -4, la questione non è del tutto risolta, ma intanto si può pensare al campo con una ritrovata serenità.

L'operazione è stata necessaria per le difficoltà della Sport Capital group e per preparare con più calma l’ingresso di un nuovo investitore che sta completando la redazione dei documenti per subentrare, speriamo in maniera proficua e definitiva, con le migliori soluzioni possibili, per garantire alla società, il raggiungimento della promozione in Serie A e una degna stabilizzazione nella massima serie, io credo che Follieri sia il soggetto che ha mostrato più interesse di tutti verso il Palermo e che alla fine prenderà in mano la società rosanero, dando un assetto futuro, il più solido possibile.

Adesso sembra che qualcosa stia cambiando, la partita contro il Brescia potrebbe coincidere con il punto di svolta di una stagione e di una società, ormai da qualche anno il giocattolo si è rotto e i tifosi per colpa di un presidente che ha badato troppo ai propri affari personali, hanno dovuto piano piano e a malincuore, abbandonare un amore a cui tenevano tanto.

I palermitani hanno capito che stavolta è finita la schiavitù, a garantirlo è un “Signore” del calcio e questo può permettere al tifoso di tornare al Barbera per stringersi ai suoi ragazzi, per vincere contro il Brescia di Corini e riprendersi in mano il proprio giocattolo, tornare a tifare incessantemente per i 90 minuti e più, non solo per la partita contro il Brescia, ma fino al termine della stagione e per tutti i prossimi anni di serie A.

lunedì 11 febbraio 2019

Adesso viene il bello.


Sabato prossimo un altro test per il Milan, per tornare grande e competitivo, c’è bisogno di passare indenne anche questo ostacolo con l’Atalanta, per continuare la lotta al quarto posto Champions, il Milan in realtà fino ad oggi, non ha perso gli scontri diretti (escluso Fiorentina), ha perso giustamente contro le prime tre, ma quello che lo tiene ancora pericolosamente legato alle concorrenti, è l’incapacità di portare a casa l’intera posta con le piccole.

Non sono in contraddizione rispetto ad una settimana fa, quando contro la Roma ho parlato di bocciatura all’esame di maturità, perché una squadra che vuole tornare sul tetto del mondo, come sta provando a fare l’Inter, si mette al quarto posto, ci mette 4/5 punti di vantaggio e poi se lo gestisce, non tiene tutti con l’ansia per altro giustificata fino alla fine.

Non parliamo poi di organico scarso o ridotto dagli infortuni, perché sappiamo tutti che non è così, Gattuso si è intestardito su tante scelte e poi come dice Antonini, una squadra che deve scegliere tra Calabria e Conti e aggiungo, tra Biglia e Bakayoko, tra Piantek e Cutrone, non mi sembra una squadra scarsa, è chiaro che se non metti un vantaggio sulle altre quando puoi, resti sempre una squadra “normale”.

Quando metti tra te e le altre quel margine che ti permette di non soffrire tutte le partite, di non trovarti dal quarto all’ottavo posto nel giro di un niente, non avrai mai quella consapevolezza di potertela giocare fino in fondo, la vittoria contro il Cagliari è stata bella nel risultato, netta e meritata, la cosa più importante è stata che almeno i sardi non ci hanno presi a pallonate come spesso accade.

Speriamo che questa partita abbia segnato un’inversione di tendenza, sotto l’aspetto mentale e della convinzione, che possa indicare almeno un cambio di mentalità, perché finché Paquetà non giocherà dieci metri più avanti, finché Suso continuerà a tirare e a non servire Piatek, finché ci sarà Calahnoglu in campo, non si vedrà gioco neanche cambiando la mentalità.

I tanto criticati arrivi di Paquetà e Piatek, con tocchi di prima e giocate veloci, hanno velocizzato i tempi di gioco che il Milan, se lo facessero pure Suso e Calhanoglu (lo dico da sempre), avremmo ancora di più un Milan vicino alla sua reale dimensione, perché sono armi importanti, rispetto al lento, stucchevole e banale possesso palla, finalmente soluzioni alternative, per una squadra che palleggia, ma che deve poi anche alzare il pallone e verticalizzare.

Un esempio è Calabria, che oltre a fare in maniera perfetta le due fasi, ha fatto il cross per Paquetà, il cross che come quelli che dovrebbero fare Suso e Calhanoglu, se l’allenatore li prendesse a calci in culo, invece di coccolarseli, il ritorno di Biglia ora dovrà rappresentare un miglioramento della qualità del gioco e della gestione dei palloni a centrocampo, a lasciargli materialmente il posto credo che sarà Paquetà,

Se così fosse, perderemo un uomo di qualità tra i pochi presenti, il miglioramento forse saebbe a centrocampo, ma non migliorerebbe sicuramente la fase offensiva, per fare segnare di più il Milan, per riempire meglio l’area come vuole Gattuso, serve almeno un giocatore che fornisca assist e gol, nel caso specifico serve un ritorno di Suso e Calhanoglu ai vecchi splendori.

Uno dei problemi di Gattuso è quello di riempire l’area di rigore, a questo punto avvicinando Paquetà a Piatek, nel ruolo di Calhanoglu o nel 4-2-3-1, avremo sicuramente un miglioramento della fase offensiva e il Milan avrebbe tutte le possibilità di spuntarla nella lotta a cinque-sei per il quarto posto, ma deve razionalizzare meglio alcuni aspetti.



Situazione Palermo: due gruppi sono in concorrenza per acquistare la società, potrebbero e devono acquistarla entro mercoledì 13, in quanto se entro il 16 di febbraio non arrivano i soldi degli stipendi, si passa a -4 in classifica, il Palermo necessita di 5,4 milioni entro sabato per non incorrere in penalizzazioni, ecco perché si stanno accelerando i tempi con la York Capital Management e il gruppo Carisma.

La proprietà inglese, nonostante la situazione attuale, non sembra volersi discostare dalla richiesta già fatta a Follieri, richiesta che York Capital Management non intende assecondare e che probabilmente non va bene nemmeno al gruppo Carisma, dato che non vedono il motivo che possa giustificare una plusvalenza dai 10 di euro di valutazione iniziale. 

Ora dico io, c’era già la soluzione pronta con Follieri, perché bisogna per forza speculare fino all’ultimo centesimo? Chi sbaglia paga, hanno sbagliato e adesso fanno come l’aretino Pietro, una mano davanti e una nel di dietro, ma quando la smetteranno di ciucciare la mammella del Palermo?


domenica 10 febbraio 2019

Per voi, ma solo per voi.


Con la vittoria del Palermo a Perugia e dopo l’accorato appello di Bellusci, i giocatori rosanero hanno dimostrato di tenere veramente al Palermo e di volere andare comunque in serie A, a Perugia i rosa hanno fatto una prestazione di carattere e si sono meritati l’abbraccio dei tifosi al loro arrivo, nonostante le incredibili vicende societarie, i ragazzi di Stellone sono stati accolti con una grande festa nel piazzale dello stadio.

Loro e il grande Rino Foschi, si meritano veramente tutto il bene degli ultras e dei tifosi in generale, almeno il pubblico e la squadra si sono ricompattati e adesso credo che contro il Brescia, ci sarà molta più gente allo stadio per incoraggiare questi ragazzi, perché questa squadra merita di giocare con i tifosi rosanero che li incitano, la società no. 

Non si meritano niente Zamparini e tutti quelli che si prestano in questa farsa, che giocano con i sentimenti dei tifosi, onestamente devo dire che non capisco come mai non si riesca o meglio non si voglia vendere questa società e perché ci debbano tenere in questo limbo, non capisco perché il Palermo è stato venduto tante volte a personaggi farlocchi, per poi restare in un modo o nell’altro sempre a Zamparini e si continuano a scartare i Cascio e i Follieri, che magari sono la soluzione giusta per tutti.

La conclusione della trattiva con il finanziere Follieri si è chiusa in una maniera che ha dell’incredibile, per una settimana ci sono stati incontri e colloqui serrati, l’arrivo di Follieri per definire la trattativa è durata più di nove ore e l’accordo raggiunto con l’AD Facile.

Un accordo che prevedeva l’immissione immediata di 5 milioni per far fronte agli stipendi ed evitare punti di penalizzazione, il versamento di 1,2 milioni a titolo di corrispettivo, l’accollo della somma di 22,8 milioni per la società Alyssa SA e l’obbligazione agli impegni finanziari del Palermo.

In questo modo si sarebbe raggiunto il giusto equilibrio finanziario nel Palermo e si sarebbe rimosso l’attuale stato di grave difficoltà, tutto era già concordato, con tutta la documentazione pronta, tutto era pronto per essere firmato, quando, al momento della firma del preliminare, una telefonata, sicuramente dell’ingordo Zamparini, proponeva di modificare la clausola dell’esclusività, in modo da potere ricevere altre offerte.

A quanto pare la società inglese (Zamparini) ha ricevuto un’offerta migliore e ha fatto saltare l’affare, così dovremo continuare con questa farsa per chi sa quanto tempo, ammesso e non concesso che la lega di serie B non comincia a sanzionarci, fino all’esclusione dai campionati professionistici, ma come si fa a rifiutare un’offerta che ci avrebbe tolto immediatamente dai guai?

A quanto sembra, si parla di un progetto di rilancio serio, riportare il Palermo in serie A, si parla di un fondo americano molto simile a Elliott che investe dove vede la possibilità di ottenere profitti, lo ha già fatto in Italia con il complesso delle terme di Saturnia e la riqualificazione di Porta Vittoria a Milano, speriamo che lo abbiamo fatto oltre che per il loro interesse, anche per il bene del Palermo e dei suoi tifosi.

martedì 5 febbraio 2019

Bocciati alla maturità


Da quello che si è visto in campo e non solo, al netto del rigore non concesso (sacrosanto) e dell’espulsione mancata a Pellegrini, la Roma ha meritato il pareggio e meritava anche di vincere, ancora un’altra squadra che chiude il Milan dentro la sua metà, risultando chiaramente sempre superiore, anche Frosinone e Chievo lo sono state.

È sicuramente una scelta tecnico-tattica di Gattuso, ma vedere giocare il Milan così è vomitevole, il catenaccio non si fa più da quarant’anni e poi se decidi di giocare di rimessa (contropiede), le ripartenze le devi sapere fare, devi avere gli uomini veloci ed invece sistematicamente abbiamo sbagliato tutte le ripartenze e allora: ma a che gioco giochiamo?

Sarebbe bello poter vedere il Milan controbattere colpo su colpo gli avversari e invece prima Kessie, poi Suso e poi Calhanoglu e ancora Kessie, e ancora Suso e poi sempre Calhanoglu, nel momento cruciale non azzeccano mai un passaggio per sfruttare la ripartenza e la superiorità numerica, lenti e imprecisi, fanno sempre la scelta sbagliata, tanto che ti viene voglia di pensare che lo stipendio gli e lo pagano gli avversari.

Poi giustamente la squadra più “odiata” del campionato, viene sistematicamente danneggiata dall’arbitro di turno, Kolarov una volta superato da Suso, interviene fallosamente con la gamba perché non prende la palla, per lo stesso fallo in mezzo al campo, Suso si è preso anche un’ammonizione e poi addirittura spinge Suso con le due braccia, questo è rigore sempre per la Juventus e mai per il Milan.

Ci sarebbe poi, un mancato secondo giallo a Pellegrini già ammonito, secondo me l’espulsione avrebbe inciso poco sul risultato finale a quel punto della gara, però sempre secondo me, non sono tanto sicuro che il primo fallo di Manolas su Piatek ad inizio partita fosse solo da giallo, io la vedo come fallo da ultimo uomo, ma è solo cronaca e non cerco alibi.

Perché il Milan è stato rinunciatario come al solito, assente dal punto di vista della costruzione del gioco, tutti nella nostra metà e Piatek lasciato lì da solo (meno male che gli basta un pallone per gol) contro Manolas e Fazio, per me Milan BOCCIATO! perché una volta passato in vantaggio, il Milan in contropiede (e ne ha avuto le possibilità), avrebbe potuto e dovuto chiudere la partita e affossare la Roma in maniera definitiva.

Ma queste sono prerogative delle grandi squadre e noi non lo siamo, è evidente che non lo siamo, ma no perché non abbiamo i grandi giocatori, ne cito uno a caso Donnarumma, ma perché manca totalmente l’organizzazione di gioco, che elimina o riduce le differenze tecniche tra le squadre, perché i cambi vanno gestiti con intelligenza, non si possono fare le sostituzioni a 3 minuti dalla fine e poi in una grande squadra, alcuni giocatori non vanno nemmeno schierati.

Laxalt contro il Napoli ha fatto un partitone, perché gli è stato preferito Calhanoglu? E poi perché lasciarlo in campo per 90 minuti, perché nel secondo tempo non mandare in campo Conti al posto di un acciaccato (così dice Gattuso) Suso, ci siamo inventati Calabria mezzala e non possiamo provare Conti esterno alto? nel gol fatto da Piatek, si vede tutta l’essenza del gioco di Paquetà, a suo agio nella sua posizioni di uomo assist, ma per farglielo capire a Gattuso dobbiamo mandargli un disegnino?

Continuando così e con questo allenatore, che per me non sta facendo i miracoli non andiamo da nessuna parte, con tutte le partite che ha sbagliato, oggi dovremmo essere terzi con 8/9 punti di vantaggio sull’Inter, a Roma abbiamo perso due punti, come in altre partite e invece dobbiamo dire grazie a Fassone e Mirabelli che hanno tenuto (a cifre impossibili) Donnarumma la Milan.

Senza di lui tra i pali, il Milan sarebbe uscito sconfitto anche dall’Olimpico e alla fine risulta che abbiamo guadagnato un punto, a Gattuso e a tutti gli “scienziati” pro-Gattuso dico che i miracoli sono quelli che fa Donnarumma, che fa qualche volta Romagnoli e che fa ora Piatek, miracolo non significa consegnare le chiavi del gioco sempre alle avversarie, miracolo significa fare giocare a calcio dei giocatori mediocri e non fare regredire gente come Kessie, Suso e Calhanoglu.

Un allenatore che fa i miracoli, fa rendere al massimo anche Montolivo e Bertolacci, un allenatore che fa “il miracolo” è quello che porta una squadra come l’Atalanta, o come il Parma a giocarsi l’Europa, un allenatore che fa i miracoli vince e convince, con un allenatore così al Milan mancherà sempre lo step successivo, quello che lo rende ancora più competitivo, capace di fare calcio offensivo.

Donnarumma ha tenuto in piedi il Milan, probabilmente è stata la sua prestazione migliore della carriera, ha parato di tutto, è tornato ormai da qualche mese ad essere il super Donnarumma, rende facili parate impossibili, ha avuto una crescita mostruosa al contrario della squadra che non cresce nel gioco, se non fosse che per l’innesto di nuove individualità.

Donnarumma ha dimostrato di essere ben allenato, la crescita del portiere è merito di Valerio Fiori che ha preso il posto di Alfredo Magni, Gigio come la squadra primavera ha cambiato allenatore e si sta esprimendo al meglio, quindi non è un caso che l’allenatore può essere importante e lo sarebbe anche nella crescita della squadra Milan, se solo si volesse (cambiare allenatore).

Capisco che al momento non possiamo fare altro che mangiarci le mani per i punti e le opportunità perse, che dobbiamo continuare a vedere Calhanoglu in campo e Conti in panchina e soffrire aspettando il novantesimo per vedere la prima sostituzione e che dobbiamo continuare ad arrancare contro tutte le squadre.

Suso è bloccato da problemi fisici, sembra questo il motivo dell’involuzione dello spagnolo, problemi fisici o no, se non sta bene per me non deve giocare, così come Calhanoglu, io credo che in estate i due saranno ceduti per questione di bilancio e anche per liberare il Milan dall’equivoco tattico in cui si trova.

sabato 2 febbraio 2019

Partita fondamentale per entrambe.


La pesantissima sconfitta per 7 a 1 contro la Fiorentina in Coppa Italia e il precedente 3 a 3 con l’Atalanta dopo essere stata avanti 3 a 0, rappresentano per la Roma motivo di rivalsa davanti al loro pubblico e un preciso indirizzo per il prossimo futuro giallorosso, tra i giocatori c’è parecchio nervosismo e questo sposterà la bilancia della gara in un verso o nell’altro, il Milan sulle ali dell’entusiasmo, non dovrà pensare che ha già vinto la partita, dovrà andare in campo a Roma con l'atteggiamento giusto, se no rischia di sbagliare bivio.

Inutile negarlo è uno scontro diretto per la Champions e non si possono fare passi falsi proprio in questo momento, non sarà facile giocare contro una squadra che deve cambiare registro, il Milan ha una grande opportunità ma deve evitare che si trasformi in un arresto pericoloso, adesso che sta attraversando un buon momento e deve dare continuità agli ultimi risultati ottenuti.

Per il Milan è un po’ come un esame di maturità, è l’occasione per dimostrare di essere diventata squadra, di confermarsi come quarta forza del campionato, cominciando ad allungare sulle avversarie, sulla Roma, ma anche sulla Sampdoria che si è fermata a Napoli, oltre ad un segnale di forza per tutti, sfruttando l’entusiasmo che si sta generando con i risultati, i nuovi arrivi e gli imminenti recuperi, dimostrare che adesso c’è un Milan migliore e più competitivo.

Le avversarie per la Champions non stanno brillando e questo è il momento buono per accelerare, certo andrebbe bene anche un pareggio per mantenere la posizione in prospettiva, Roma-Milan è anche per i rossoneri, l’inizio di una serie di cinque gare nel mese di febbraio, con all’interno tre big match, che rappresentano un momento importante e cruciale della stagione, oltre alle 4 gare di campionato (Roma, Cagliari, Atalanta ed Empoli), il mese si chiuderà con l'andata delle Semifinali di Coppa Italia, un mese per rimanere in zona-Champions e mettere una bella pietra sulla finale di coppa Italia.

Trasferte difficili (Roma e Atalanta), ma anche partite casalinghe (Cagliari ed Empoli) da non sbagliare, è ancora vivo il ricordo del periodo brutto a cavallo tra novembre e dicembre, adesso il Milan ha il suo assetto di squadra e non ha più alibi, è in buone condizioni mentali e fisiche, non c’è più il triste Higuain, ma il sorridente Piatek e per quanto non sia un campione, almeno oltre ai gol (si spera che continui), ha portato una particolare carica positiva a tutti i compagni.

Dotato fisicamente, è molto bravo nel concludere rapidamente, tutte cose che Higuain non ci aveva fatto vedere, nelle sue prestazioni scadenti, penso che Piatek possa farne di migliori con molta facilità, intanto ha sbloccato psicologicamente la squadra che era in difficoltà e che adesso si sente più forte e consapevole.

Ora è una squadra molto solida grazie a Bakayoko e poco spettacolare grazie a Gattuso, all’orizzonte si vedono vicini i rientri di Biglia e Caldara, il secondo farà sicuramente la fine di Conti, andrà in panchina per paura che si rifaccia male, ma in realtà Gattuso non rischierà gli equilibri difensivi, per quanto riguarda l'argentino invece è un problema, perché Bakayoko si è preso il Milan.

L’ex Chelsea ora è il padrone indiscusso del centrocampo e di conseguenza è diventato con merito un titolare inamovibile, risultando nelle ultime partite sempre uno dei migliori in campo, la mia impressione è che Biglia rientrerà a scapito di Paquetà, anche se a lasciargli il posto per me dovrebbe essere Kessie, o meglio ancora Calhanoglu.

venerdì 1 febbraio 2019

Parole di Gattuso


“Ci manca l'ultimo passaggio in questo momento”, queste erano le parole di Gattuso prima della gara di Coppa Italia con il Napoli, l’ultimo passaggio sarebbe quello che dovrebbero fare Suso e Calhanoglu e che non fanno, sarebbe la verticalizzazione dei centrocampisti (Laxalt) che non è contemplata nel gioco di Gattuso, gli unici che potrebbero fare “l’ultimo passaggio” sono Conti che non gioca e Paquetà se giocasse più avanti.

“Paquetà ci ha dato qualità” altre parole di Gattuso e io mi chiedo: ma da quando la qualità viene messa indietro a rincorre gli avversari in una squadra chiusa nella sua metà campo? e pure riesce a fare un pezzo di bravura, ma lontano dalla porta non serve, figuriamoci quanta qualità darebbe se giocasse 20 metri più avanti.

Alla fine, non è arrivato l’attaccante esterno e nemmeno il centrocampista per liberare Paquetà da compiti di copertura, non è arrivato nessuno e tutto sommato poco male, perché neanche le altre si sono mosse e stanno inguaiate peggio di noi, vorrà dire che dovremo fare giocare di più Mauri, Montolivo e Bertolacci.

Poi se gli scienziati che sostengono che “giocare nel Genoa e partire alla grande può essere facile, ma giocare nel Milan non è la stessa cosa e che per essere un grande attaccante, Piatek deve fare gol con tutte le maglie e lo hanno considerato un azzardo", se si sbaglieranno, almeno avremo l’attaccante che segna.

Comunque, adesso che Piatek è stato decisivo con la sua doppietta, non parla più nessuno, finalmente ci siamo tolti il malocchio di dosso, adesso sotto tiro c’è l’Inter, buon per noi e buon per noi che Higuain è scappato in lacrime da suo padre, così non abbiamo più un ex campione triste, ma uno gelido sconosciuto polacco che fa gol, davanti a San Siro che lo guarda e con una maglia pesante, lui non sbaglia.

Ha toccato in partita più o meno gli stessi palloni di Higuain, il primo al volo lo ha messo al lato e gli altri due invece di buttarli in curva li messi nel sacco, non abbiamo preso un campione (forse), ma abbiamo preso (spero) una che la butta dentro, uno come Ganz, che non era un grande campione, ma che El segna semper lu”, uno che rispetto ad Higuain, ha fame e voglia di giocare nel Milan, Higuain al Milan non ci voleva andare e alle prime difficoltà si è spento.

Ma …. a me non piace un Milan che per 70 minuti si difende nella sua metà campo, certo visto quello che c’è in giro: Napoli, Inter e Roma hanno preso un solo punto nelle ultime due partite, sono fuori dalla coppa Italia e sono già sull’uscio di una stagione “fallimentare”, il Milan tutto sommato a parte la tragica Europa League e quei due mesi tra novembre e dicembre, diciamo che se l’è cavata.

Anche se non abbiamo un gioco, alla fine va bene così, quarto posto, semifinale di coppa Italia, magari si continuasse così, solo che penso a cosa potrebbe fare il Milan con i calciatori utilizzati al meglio nei loro ruoli, sicuramente è una squadra che può fare di più.

Trovo inutile chiedermi perché Conti non gioca neanche in coppa Italia, tanto non c’è una spiegazione plausibile, come quella che invece vuole sempre in campo Calhanoglu e per finire un elogio va fatto alle seconde linee (Abate, Laxalt, Castillejo e Borini) e a tutti i ragazzi per l’attenzione e l’applicazione che hanno messo in campo, è inutile dire che bisogna continuare così, specialmente adesso che non c’è più nessuno che ci deprime.

Il mercato ci ha portato (come fosse babbo natale) un altro giovanotto di prospettiva, che al momento aiuterà Giunti a recuperare il disastro fatto da Lupi e da Beretta (responsabile della primavera) e poi dovrebbe essere integrato come i due precedenti in prima squadra, Michelis, mediano ellenico diciassettenne, che può giocare anche al centro della difesa, mentre lo Standard Liegi ha preso Halilovic in prestito per diciotto di mesi con diritto di riscatto.

A parte l’avvistamento di Conte a Milano, il suo futuro è oramai disegnato, andrà all’Inter e visto i tracolli di Spalletti e Di Francesco, credo che anche per il prossimo anno resterà Gattuso, in giro non c’è niente di migliore e chi ha un buon allenatore se lo tiene, l’unico possibile sostituto di Gattuso è Gasperini, un allenatore che sa lavorare con i giovani, perfetto per la politica di Gazidis.