Finita l'era Barbera, non solo finisce il grande calcio a Palermo, ma addirittura anni tragici per la storia rosa nero.
A Barbera succedette Gambino, uno dei personaggi ambigui che caratterizzeranno questi anni, ma la sua presidenza durò per fortuna solo una stagione (1981-82), dopo di lui arrivò Parisi, presidente di un Palermo anonimo in serie B e che addirittura nel 1983-84, retrocedette in C1, segnando l'inizio della fine.
Nel Maggio del 1985, Parisi fù ucciso dalla mafia, e presidente diventò l'avvocata Matta, dirigente competente, legato alla politica, ed economicamente non adatto.
Nonostante la morte di Parisi e le prospettive solo nere senza rosa, Tom Rosati riuscì a portare il Palermo in serie B, ma a fine della stagione successiva (1985-86), avviene il momento più tragico della storia del Palermo, la radiazione dai campionati federali, nel settembre 1986, la società veniva radiata per la terza volta nella sua storia.
Fù quella una una radiazione politica, per una serie di vicende il Palermo non potè iscriversi al campionato e fù cancellato dalla serie B, costringendo la Palermo calcistica senza calcio per un anno, nel gennaio del 1987, nasce l'U.S. Palermo, presidente Salvino Lagumina, che chiese l'iscrizione ai campionati professionistici per la stagione 87-88.
La neonata U.S. Palermo cambiò subito e opportunamente la denominazione in "Unione Sportiva Città di Palermo", denominazione che possiede tuttora, e grazie all'importanza della tifoseria, il blasone, e il bacino d'utenza, gli fù risparmiata l'umiliante iscrizione in Eccellenza, concedendogli il privileggio di ripartire dalla C2, cosa poi avvenuta anche con la Fiorentina nel 2002, e comunque grazie al presidente della lega Matarrese, pentitosi di avere contribuito alla radiazione nel 1986.
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