lunedì 28 giugno 2010

Lo scandalo scommesse del 1980.


Guido Magherini calciatore del Palermo per cui avrà 5 punti di penalità.
Lo scandolo scommesse del 1980, nasce da comportamenti illeciti tenuti sistematicamente da calciatori di serie A e B in Italia verso la fine degli anni settanta.
Era abitudine scommettere direttamente o tramite, somme di denaro, sui risultati degli incontri ai quali avrebbero preso parte, tutto questo è vietatissimo dalle norme sportive, per ovvi motivi.
Il fenomeno aveva raggiunto livelli rilevanti, finchè un grossista di ortofrutta, Massimo Cruciani, presentò un esposto alla Procura della Repubblica di Roma, per essere stato truffato.
Fù tramite Alvaro Trinca, ristoratore di cui era fornitore Cruciani, che venuto a contatto con alcuni giocatori della Lazio, lo avevano indotto a scommettere su alcune partite di serie A che erano combinate.
Tuttavia i risultati concordati non si verificarono, e Cruciani perse centinaia di milioni di lire, portando Cruciani e Trinca alla denuncia, i calciatori furono arrestati proprio mentre usciva dal campo a fine gara, restando in carcere dal 23 Marzo 1980, al 23 Dicembre 1980, a livello penale non venne riconosciuta nessuna truffa, in ambito calcistico invece vennero accusati di illecito.
Lazio e Milan furono retrocessi in serie B, 5 punti di penalità da scontare nel campionato 80/81 per Avellino, Bologna e Perugia, mentre in B 5 punti per Palermo e Taranto.
Squalifica a vita per Colombo presidente del Milan e 1 anno a Fabbretti presidente del Bologna.
Questi i giocatori puniti:
Pellegrini 6 anni; Cacciatori e Della Martira 5 anni; Albertosi 4 anni; Giordano, Manfredonia, Petrini, Savoldi e Magherini 3 anni e mezzo.
Wilson, Zecchini e Massimelli 3 anni; Paolo Rossi 2 anni; Cordova 1 anno e 2 mesi; Merlo 1 anno; giorgio Morini 11 mesi; Chiodi 6 mesi; Montesi 4 mesi; Colomba e Damiani 3 mesi.
Girardi, Casarsa e Dossena sono stati scaggionati.
Rossi inizialmte fu condannato a 3 anni poi ridotti a due, che gli permisero nel 1982 di partecipare e vincere Mondiale e migliore realizzatore a Spagna 82, questa vittoria consentì ai calciatori allora squalificati una amministia di 2 anni, tranne per Colombo che era un dirigente.
Il Palermo va verso un altro fallimento, e questo ve lo racconto alla prossima, il Mister.

mercoledì 23 giugno 2010

il periodo Barbera.

La gestione Barbera comincia con una sorpresa.
Barbera rileva il Palermo nel Marzo del 1970, con i rosa ormai destinati alla serie B, dopo la retrocessione, si pensa alla riorganizzazione e come in tutti i casi dove non ci sono montagne di soldi, si comincia con un campionato di transizione, per fare assestare squadra e società con la stagione 70/71 la prima del presidentissimo, all'undicesimo posto una tranquilla salvezza.
Smaltite le tossine della retrocessione, Barbera impone un drastico taglio alle spese e agli stipendi, partendo già dalla base della stagione precedente con un solo innesto: Erminio Favalli, e un allenatore cresciuto in casa che costava poco, per l'obiettivo minimo un campionato tranquillo.
Un Palermo "formichina" capace di raccoglie tanto nel girone d'andata, per affrontare al meglio i periodi di magra, e grazie alle 12 reti segnate dal trasformato terzino Ferrari, la gestione Barbara comincia con una sorpresa, la settima (e per 35 anni anche l'ultima) promozione in serie A.
Barbera con la sua gestione "familiare" due anni dopo la promozione, ci regala un grande sogno, nonostante fossimo tornati a giocare in serie B, la finale di coppa Italia.
Si gioca all'olimpico di Roma con 15 000 tifosi al seguito, il Palermo può conquistare la coppa, mai vinta da una squadra di serie B, e mentre tutti aspettano il Bologna, i rosa col "gioco corto" di Viciani impartiscono lezioni di calcio, passano in vantaggio con Magistrelli, che sciupa pure tante occasioni senza chiudere il match.
Il sogno si sta per concretizzare, è già passato il novantesimo minuto, siamo già al minuto 92, attendiamo il fischio finale, quando accade l'incredibile: l'arbitro concede un rigore per fallo in area di Arcoleo su Bulgarelli, pareggio e tempi supplementari.
Il risultato non cambia e si va ai rigori, tira Bulgarelli e sbaglia, l'arbitro Gonella fa ripetere, poi gli errori di Vullo e Favalli e addio sogni, niente coppa e niete Europa.
Da quel giorno nel vocabolario Italiano fù sostituita la parola "Cornuto" con un sinonimo "arbitro Gonella".
Ma il presidentissimo non riuscendo più a regalarci la serie A, riprova a regalarci un altro sogno, ancora la finale di coppa Italia, e stavolta contro la Juventus a Napoli, stavolta con 20 000 tifosi al seguito.
Anche stavolta il Palermo va in vantaggio, subito al 1° minuto con Vito Chimenti L'attaccante della "bicicletta", anche stavolta la pertita sta per finire, siamo all'83simo minuto, Brio pareggia e finiamo ai supplementari.
Passano solo 3 minuti e Causio segna, la coppa ai bianconeri e gli onori della cronaca ai ragazzi di Veneranda.
La stagione successiva 1979-80 il Palermo si classificò al nono posto, l'esposizione economica personale di Barbara in questo decennio, cominciava a pesare sul patrimonio personale, erano a rischio le finanze della famiglia, e l'ultimo "Gattopardo" comincio a pensare di lasciare anche se a malincuore il Palermo, e alla fine della stagione 80-81, dopo lo scandalo del "totonero" e i 5 punti di penalità, Barbera passò la mano a Gaspare Gambino, il Palermo si salvò per un punto, ma segnò anche la fine del grande calcio a Palermo, e l'inizio del tracollo.
Cominciano adesso le pagine amare, ma io uso dire che non si possono apprezzare le cose belle se non si sperimentano quelle brutte, alla prossima il Mister.

Gli anni 60 e 70, il Palermo ascensore.

Il Palermo 60-61 con Mattrel, Burgnich, Fernando e Vernazza.

Con la morte del principe Lanza di Trabia, il Palermo passa nelle mani di Ernesto Pivetti, e comincia l'era del sali e scendi dalla A alla B, proprio in serie B il Palermo detiene un singolare recodr, quello delle presenze nella categoria 40, seguito da Vicenza e Monza con 38.

In questo sali e scendi negli anni 50, spicca Ghito Vernazza, capocannoniere del palermo per 4 stagioni consecutive, dal 1956 al 1960, ancora oggi considerato il più grande cannoniere che il Palermo abbia mai avuto.

In questo periodo si ricordano altri due personaggi che fecero grandi cose per il Palermo, il presidente Casimiro Vizzini, papà dell'attuale senatore opinionista di TRM, e il segretario Salvatore Vilardo, la volpe del calcio mercato degno successore di Lanza e una specie di Moggi di quei tempi, tanto che con una manciata di milioni fù allestito il Palermo-miracolo, dove spiccavano i nomi di: Mattrel, Burgnich e Fernando.
Vilardo rovinò la sua storia rosanero venendo squalificato a vita, per una "combine" all'ultima partita con il Bari, per vendergli Fernando, che accettava il trsferimento solo sè il Bari fosse andato in A.
Gli anni 70 ebbero come protagonista Renzo Barbera, il "presidentissimo", la tifoseria si innamorò del personaggio, e nacque il mito "dell'ultimo Gattopardo".
Nel 1970 Barbera subentra a Pergolizzi, ma alcontrario dei presidenti precedenti, non fù un presidente politico, e con l'incarico si espose in prima persons (allora non c'erano le società per azioni), mettendo in ballo il suo patrimonio rischiando persino le finanze della propria famiglia , non a caso gli è stato intitolato lo stadio della favorita.
Con Barbera arriva l'ultima promozione in serie A, nel 1973 e le due finali di coppa Italia del 1974 e del 1979 perse entrambe.
Di questo parleremo nel prossimo post, il Mister.

venerdì 18 giugno 2010

Il secondo fallimento, e le retrocessioni.

Il Genoa 1939/1940
La primavera del 1936 segna il declino della compagine rosa, con la retrocessione dalla A alla B, e poi nel 1940 dalla B alla C, con la conseguente radiazione per problemi economici. Per la seconda volta Palermo si trova senza calcio, la guerra era già nell'aria, dopo un anno di inattività, nella stagione 41-42 gioca in serie C col nome di juventina Palermo, vincendo il campionato e passa in serie B, cambia il colore della maglia da rosa nero a giallo rossa e cambia il nome dello stadio da Littorio, a Marrone.
Dopo il conflitto bellico, un gruppo di nobili capeggiati da Lanza di Trabia e da La Motta, presero la società e la fecero grande, era il 1945. Nel 1947 -48 vince la serie B, e nel 48-49 ritorna in A, erano gli anni del 2 a 2 con il grande Torino di Bacigaluppo e Mazzola, gli anni di Vycpalek e l'arrivo di Gipo Viani, con cui brillarono: Broneè, Gimona e De Grandi.
Nel 1951-52 il Palermo stupì l'Italia intera per la sua marcia inaspettata verso lo scudetto che poi non vinse, grazie al suo presidente il Principe Lanza di Trabia (che fù l'inventore del calcio mercato, che dal "Gallia" Hotel di Milano, riceveva e telefonava pilotando le contrattazioni), riesce per 6 anni di fila a stare in serie A (dal 1948-49 al 1953-54 record battuto quest'anno da Zamparini che raggiunge il settimo anno consecutivo, dal 2004-05 al 2010-2011), fino al 1954 in coincidenza del suicidio nel Gennaio dello stesso anno, del Principe Lanza.
Alla prossima parleremo degli anni 60 e 70, gli anni del Palermo "ascensore"

venerdì 11 giugno 2010

Il girone Unico, serie A e nuovo stadio.

L'Ambrosiana (Inter) campione d'italia 1929-30
La stagione 1929-30 segna l'inizio della rivoluzione dei tornei, viene istituito il girone unico per la serie A e B.
Il Palermo viene inserito in prima divisione, vince il torneo con 58 reti in 28 gare e solo 18 reti subite, e va in serie B.
Nella stagione 1930-31, il Palermo sfiora la promozione ancora protagonista il bomber Carlo Radice così come l'anno prima, e nel 1931-32 invece vince il campionato di serie B, con ancora Radice Capocannoniere della serie B.
Il 24 Gennaio 1932 viene inaugurato il nuovo stadio denominato "Littorio" con una capienza di 15 mila spettatori, contro l'Atalanta e il Palermo vinse 5 a 1, ma nel 1936 fu rinominato "Michele Marrone" in onore del soldato siciliano medaglia d'oro, morto nella guerra civile spagnola.
Nel 1948 lo stadio viene ristrutturato, va via la pista da corsa e vengono erette due curve che porta la capienza a 30 mila posti e fu chiamato "Favorita"
Nel 1984 fu ancora allargato a 55 mila posti, e nel 90 in occasione del mondiale, con l'aggiunta dei sedili la capienza fu portata a 36 422 posti, costringendo il Palermo a giocare le partite in casa a Trapani, e durante i lavori nell 89 morirono 5 operai per la caduta di un traliccio.
Nel 2002 lo stadio è stato titolato a "Barbera", famoso presidente degli anni 70.
Comunque quanto prima il "Barbera" nato "-Littorio", andrà in pensione per il nuovo stadio "della Sicilia" che Zamparini costruirà allo Z.E.N. e dove son previsti: multisale, palestre, ristoranti, una clinica, skybox, attività commerciali ed un museo dello sport, con 34 mila posti di circa 80 centimetri quadrati previsti per spettatore.
Dopo 4 anni di serie A (raggiunto il miglior piazzamento, il 7° posto del 1934-35), torna in serie B, fino alla seconda guerra mondiale.
Durante il fascismo i colori del Palermo furono cambiati in giallo e rosso, per tornare rosa e nero nel 1947.
Nel prossimo post parleremo della retrocessione in C, e della radiazione del 40.