La gestione Barbera comincia con una sorpresa.
Barbera rileva il Palermo nel Marzo del 1970, con i rosa ormai destinati alla serie B, dopo la retrocessione, si pensa alla riorganizzazione e come in tutti i casi dove non ci sono montagne di soldi, si comincia con un campionato di transizione, per fare assestare squadra e società con la stagione 70/71 la prima del presidentissimo, all'undicesimo posto una tranquilla salvezza.
Smaltite le tossine della retrocessione, Barbera impone un drastico taglio alle spese e agli stipendi, partendo già dalla base della stagione precedente con un solo innesto: Erminio Favalli, e un allenatore cresciuto in casa che costava poco, per l'obiettivo minimo un campionato tranquillo.
Un Palermo "formichina" capace di raccoglie tanto nel girone d'andata, per affrontare al meglio i periodi di magra, e grazie alle 12 reti segnate dal trasformato terzino Ferrari, la gestione Barbara comincia con una sorpresa, la settima (e per 35 anni anche l'ultima) promozione in serie A.
Barbera con la sua gestione "familiare" due anni dopo la promozione, ci regala un grande sogno, nonostante fossimo tornati a giocare in serie B, la finale di coppa Italia.
Si gioca all'olimpico di Roma con 15 000 tifosi al seguito, il Palermo può conquistare la coppa, mai vinta da una squadra di serie B, e mentre tutti aspettano il Bologna, i rosa col "gioco corto" di Viciani impartiscono lezioni di calcio, passano in vantaggio con Magistrelli, che sciupa pure tante occasioni senza chiudere il match.
Il sogno si sta per concretizzare, è già passato il novantesimo minuto, siamo già al minuto 92, attendiamo il fischio finale, quando accade l'incredibile: l'arbitro concede un rigore per fallo in area di Arcoleo su Bulgarelli, pareggio e tempi supplementari.
Il risultato non cambia e si va ai rigori, tira Bulgarelli e sbaglia, l'arbitro Gonella fa ripetere, poi gli errori di Vullo e Favalli e addio sogni, niente coppa e niete Europa.
Da quel giorno nel vocabolario Italiano fù sostituita la parola "Cornuto" con un sinonimo "arbitro Gonella".
Ma il presidentissimo non riuscendo più a regalarci la serie A, riprova a regalarci un altro sogno, ancora la finale di coppa Italia, e stavolta contro la Juventus a Napoli, stavolta con 20 000 tifosi al seguito.
Anche stavolta il Palermo va in vantaggio, subito al 1° minuto con Vito Chimenti L'attaccante della "bicicletta", anche stavolta la pertita sta per finire, siamo all'83simo minuto, Brio pareggia e finiamo ai supplementari.
Passano solo 3 minuti e Causio segna, la coppa ai bianconeri e gli onori della cronaca ai ragazzi di Veneranda.
La stagione successiva 1979-80 il Palermo si classificò al nono posto, l'esposizione economica personale di Barbara in questo decennio, cominciava a pesare sul patrimonio personale, erano a rischio le finanze della famiglia, e l'ultimo "Gattopardo" comincio a pensare di lasciare anche se a malincuore il Palermo, e alla fine della stagione 80-81, dopo lo scandalo del "totonero" e i 5 punti di penalità, Barbera passò la mano a Gaspare Gambino, il Palermo si salvò per un punto, ma segnò anche la fine del grande calcio a Palermo, e l'inizio del tracollo.
Cominciano adesso le pagine amare, ma io uso dire che non si possono apprezzare le cose belle se non si sperimentano quelle brutte, alla prossima il Mister.
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