giovedì 15 settembre 2011

Al Milan basta un minuto.

Sono bastati solo 30 secondi all'inizio della partita e 30 secondi alla fine per strappare un 2 a 2 buono solo per la classifica e che rimarca l'abisso tra il Barcellona e tutte le altre squadre, e la pochezza del calcio italiano che oggi ha come massima espressione proprio il Milan.
I blaugrana hanno evidenziato come al solito grande condizione fisica e mentale che unita al magistrale possesso di palla e ad un pressing sistematico, consacrano i catalani come la squadra più forte al mondo e un nuovo modo di fare calcio che sta segnando una nuova rivoluzione tecnica, ventanni fa era Sacchi a segnare un'era, ora parte l'era Guardiola, una rivoluzione tecnica imperniata sulla mentalità offensiva, al contrario dell'Italia dove la  mentalità difensiva è nel DNA italiano, difficile da sdradicare.
Il Milan visto al camp nou è stato imbarazzante nella sua difesa ad oltranza, sicuramente era l'unica cosa che il Barcellona gli concedeva e che il Milan ha fatto bene ma per una squadra; campione d'Italia, la più titolata al mondo e che ambisce almeno alla finale se non alla coppa, non riuscire mai a distendersi in una azione manovrata, è veramente "incredibile".
Quindi della partita cosa resta da raccontare, lo scatto potente e felino del "ghepardo" Pato, la precisione balistica di "testolina" Thiago, e la caparbietà di Nocerino che sul primo goal recupera una palla e lancia Pato e poi insegue al novantaduesimo Abidal sulla linea di fondo costringendolo a toccare la palla per il calcio d'angolo decisivo.
I singoli: Abbiati mi pare lontano dalla forma della scorsa stagione, così come Zambrotta mette in evidenza gli anni che ha, Nocerino è ancora spaesato così come Aquilani, di Pato e Cassano cosa dire sè non hanno beccato palla ? per il resto grandi; Abate, Nesta e Thiago Silva, soliti Van Bommel e Seedorf, ma questo Milan ancora una volta non andrà al di là degli ottavi, forse occorre gente con un'altra mentalità o Allegri deve provvedere velocemente a dargli un'impronta ancora più marcatamente diversa da quella che ci ha lasciato Ancelotti. 

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