Come diceva un mio amico di quando ero un
ragazzetto: “Ora vengo e mi spiego”, Gravina che non è quel mio amico di cui vi
dicevo, giustamente sostiene che: "Per il progetto Spalletti serve
pazienza", la stessa che serviva per il progetto Mancini, non è colpa di
nessuno, se davanti alle tante difficoltà e alle promesse non mantenute, poi il
“Mancio” abbia preferito i soldi dell’Arabia, a vittima sacrificale, non
bastava il coraggio di lanciare i vari Pafundi e Janto, per sperare che
dall’altra parte il “carrozzone” del calcio facesse anche la sua parte.
Mancini è un caso passato oramai, però per me resta
un buon allenatore e l’ideale come commissario tecnico, anche Spalletti è un
ottimo allenatore, ma non è detto che possa essere ugualmente un ottimo
commissario tecnico, perché come ho sempre detto più volte, i ruoli sono
diversi, da commissario tecnico hai pochi giorni per mettere assieme giocatori,
che insieme durante l’anno non giocano e che giocano un calcio diverso tra
loro, fermo restando, che sia Mancini che Spalletti hanno questi giocatori e non
ne possono scegliere altri.
L’Italia è questa, composta da buoni giovani e
qualche discreto anziano, non abbiamo campioni e non abbiamo fuori classe, solo
dei buoni “gregari” e come ho sempre detto in passato, per ovviare alla
differenza di cifra tecnica con le altre nazionali, l’unica arma che abbiamo a
disposizione e l’organizzazione di gioco, ecco quindi il perché delle nazionali
costruite sui blocchi, quello dell’Inter in questo caso, ma devono giocare
tutti insieme e devono giocare allo stesso modo, per essere più facile l’amalgama
devono avere un comune filo conduttore.
L’unico errore che attribuisco a Spalletti, è
quello di essere ancora allenatore, di volere plasmare la nazionale a sua
immagine, come ha sempre fatto ottimamente nei club, quindi fare giocare a 4
Bastoni, Calafiori e Di Marco, fare una linea di trequartisti con Chiesa,
Frattesi e Pellegrini, al di là di non avere toccato palla contro la Spagna,
non basta cambiare un uomo (il peggiore) per reparto, dobbiamo rivedere un po'
l’atteggiamento tattico in campo.
Io non sono interista, ma a parte i debiti, tutti
all’Inter hanno fatto qualcosa di eccezionale, oggi Darmian non è inferiore a
Calafiori che pure è il calciatore del momento, ma se Darmian sostituisce Di
Lorenzo, cambia poco, dobbiamo giocare a 3 dietro, ma con Bastoni,
Buongiorno e Calafiori, che sono abituati a giocare a 3, 5 a centrocampo, ma con
Darmian a destra e Di Marco a sinistra e chi se ne frega se Di Lorenzo è più
bravo di tutti gli altri, però è fuori ruolo, vale per Di Lorenzo, così come
vale per chiunque altro.
Barella e Frattesi farebbero le mezze ali come
nell’Inter e Jorginho sarebbe il Calhanoglu azzurro, in avanti due attaccanti
mobili (qui è molto più complicato), Scamacca e Raspadori per esempio, per non
lasciare solo l’attaccante bergamasco e Chiesa? Vale lo stesso discorso per Di
Lorenzo, ma se vogliamo far giocare per forza quelli considerati i “migliori”,
come dice Gravina, dobbiamo avere pazienza, perché c’è tantissimo lavoro da
fare, Spalletti è uno dei migliori allenatori, il migliore disponibile in
questo momento, ha una sua filosofia che io condivido, ma dobbiamo avere la
consapevolezza, che l’Italia è questa.
Forse neanche la Spagna ha fuoriclasse, ma è stata
superiore a noi per qualità nei singoli e di squadra, ha interpretato al meglio
la sua filosofia di gioco, hanno in nazionale gente che ha un livello formativo
molto diverso dai nostri, Yamal, Williams, Pedri, non sono dei “fenomeni” e non
hanno niente in più di Camarda, dal 2010 con Sacchi e Viscidi, si è lavorato sulle nazionali giovanili e i
risultati si vedono, abbiamo disputato cinque finali, smentendo che l'Italia
non ha né i talenti e nemmeno gli insegnanti.
Poi, se non li facciamo giocare, preferendovi tanti
stranieri che non hanno nulla in più dei nostri, ma sono solo più convenienti
economicamente, così il calcio italiano sarà sempre quello inferiore a gli
altri, mentre noi rimandiamo le riforme, che potrebbero darci più coraggio, la
Spagna i suoi giovani li ha valorizzati e subito quello che risalta è, un Milan senza
italiani convocabili in Nazionale e qui riprendo un vecchio discorso fatto
qualche tempo fa, mi pare per Buongiorno.
Ne parlava anche Pellegatti l’altro giorno, che
se per Cambiaso, per dire così uno a caso, ti chiedono 25 milioni e con la
stessa cifra puoi prendere Pulisic, il Milan, come tante altre squadre,
compreranno sempre all’estero, impoverendo tecnicamente ed economicamente il
calcio “Nazionale”, tutto questo è chiaramente figlio delle mancate riforme, di
seguito riporto le parole di Pellegatti:
"Si parla di un Milan senza matrice italiana. Però io capisco le scelte degli ultimi anni di non prendere italiani. Contro la Spagna abbiamo visto la Nazionale e il livello medio, sul piano tecnico dominata. E i giocatori italiani costano tutti tanto, ti chiedono subito 30-40 milioni. Per la stessa cifra vado a prendere un giocatore straniero. Ha più intensità e si misura in campionati più competitivi del nostro. Per Cambiaso ti chiedevano 25 milioni, allo stesso prezzo mi tengo Pulisic".
Nessun commento:
Posta un commento