Era prevedibile visto l'inutilità della gara, che il
Milan già
qualificato nel girone di Champions, facessse riposare chi ha tirato la carretta in questi mesi e desse a chi ha giocato poco la possibilità di dimostrare la loro crescita e l'occasione contro lo Zenit San Pietroburgo, era quella giusta.
Il Milan aveva già raggiunto
l'Europa che conta due settimane fa a Bruxelles, quindi si è potuto
permettere una serata tranquilla, con i "rincalzi" che potevano fare così una partita serena, dimostrare il loro valore senza patemi d'animo o
tensioni, certo sarebbe stato meglio non perdere e poi c'era in ballo un
milioncino di euro da guadagnare, ma per Mexes, El Shaarawy, De Jong, Montolivo e qualche altro, era importante staccare per un attimo la spina
dopo tanti impegni importanti.
Allegri ha pensato bene che sarebbe stato meglio rischiare di perdere una partita "inutile" come quella con lo Zenit ed invece risparmiare i "titolari" per una gara ben più importante per la risalita in campionato, come quella che attende i
rossoneri domenica prossima a Torino contro i granata.
Allegri ha fatto riposare i
più impiegati e ha fatto giocare chi lo ha fatto di meno ed ha avuto anche buone risposte, perchè la
squadra ha giocato in scioltezza e abbastanza bene, meritando almeno il pareggio e confermando che senza El Shaarawy là davanti c'è il buio totale, tanto che quando è entrato a dieci minuti
dalla fine, ha avuto proprio lui l'occasione più
pericolosa.
A San Siro in Champions solo due pareggi e una sconfitta, è vero che la cosa importante era qualificarsi, ma i tifosi avrebbero
voluto vedre anche qualche vittoria, certamente l'importante era la qualificazione cosa in cui in estate non credeva nessuno.
Un Milan in formazione sperimentale per testare Abbiati dopo i problemi alla schiena e con una difesa inedita e con poca esperienza internazionale, con De Sciglio, Acerbi e Zapata coppia centrale e
sulla sinistra Mesbah, al rientro dopo un
infortunio e sicuro partente a gennaio; a centrocampo Ambrosini al posto di De Jong, con affianco Emanuelson e Flamini, mentre i 3 in avanti sono Bojan, Boateng e Pazzini, quest'ultimo chiamato a convincere Allegri a puntare
anche e più spesso su di lui.
E' un buon Milan quello del primo tempo, gioca senza troppo impegno ma mette lo stesso in difficoltà lo Zenit che non si rende mai pericoloso; anzi è il Milan che reclama un rigore su Pazzini, affondato in area da Bruno Alves,
l'arbitro non concede un rigore che avrebbe cambiato di certo la partita, di un Milan che ha il possesso palla e dominia sulle fasce.
Ma arriva la solita disattenzione in
difesa, con tutti a guardare e lo Zenit va in
vantaggio, anche se i rossoneri
hanno fatto la partita, certo non si sono dannati
l'anima, ma il possesso palla è sempre stato rossonero, sterile sicuramente, ma del Milan che continua ad attaccare e manca il pareggio con Robinho ed el Shaarawy.
Lo
Zenit trova più spazi, ma i difensori sono sempre attenti, anche se l'ultima occasione è dei Russi che si presentano nell'area di un Milan sbilanciato con tre uomini, prima Ambrosini in scivolata, poi è Abbiati con una respinta evitano il 2 a 0, troppo
per un buon Milan che alla fine riceve gli applausi per la qualificazione, in attesa della seconda fase ad
eliminazione diretta, magari con l'arrivo in rossonero di Balotelli e Naijngolan.
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