Forse, presto, Il Milan e il lago di Como diventeranno “promessi sposi”, don Sala sindaco di Milano, non vuole che questo matrimonio con Milano-San Siro sa da fare e “bravi” del Comitato dei cittadini e i verdi, spingono il Milan, ad un matrimonio clandestino in quel di Sesto San Giovanni.
L’ultima notizia è di un summit a Como,
tra i nuovi proprietari del Milan, il sindaco di Sesto San Giovanni e i
rappresentati dello studio Populous, segnale evidente di come il Milan con
RedBird e Elliott, voglia andare avanti per la sua strada per uno stadio tutto
suo, cosa che ha raccolto il plauso della tifoseria (io in primis), che vuole uno
stadio, una casa tutta sua senza l’Inter di mezzo, come c’è l’hanno tutte le
squadre di calcio del mondo, senza considerare le lungaggini che il comune di
Milano ci sta proponendo.
Come ha detto Ibra, il nostro capo
popolo, Milan è Italia e quindi lo stadio lo possiamo fare pure a Sesto San
Giovanni e più precisamente nella ex area delle acciaierie Falck (lo sento dire
da 10 anni), dove avrebbe tempi più ridotti, in quanto si tratta di proprietà
privata e non è soggetta a tutta la burocrazia degli oltre 3000 emendamenti, Cardinale
ha già visionato la zona che ospiterà anche la nuova cittadella della salute e che
quindi avrà già tutti gli oneri accessori realizzati.
Questo vuol dire che ci sarebbero meno costi
a carico dello stadio e anche tempi di realizzazione minori, non per cosa, ma
sono d’accordo da tempo di andare da soli, è questa la strada giusta e se non
avessimo avuto noi i soldi per lo stadio, sarebbe stato giusto che l’Inter si
costruisse il suo e noi saremmo rimasti al Meazza, bene che vada con la
capienza dimezzata, o ospiti del Gewiss Stadium, nel
caso di inagibilità della scala del calcio.
RedBird la pensa come me e come la stragrande
maggioranza dei tifosi milanisti, dritti avanti senza voltarsi indietro a
guardare, con buona pace dei romantici di San Siro, vogliamo un nuovo stadio tutto
rossonero, un RedBird Stadium da almeno 70 mila posti, perché come si è visto
ce ne vorrebbe uno da 200 mila, per la squadra del brand più importante d’Italia.
Stadio importante, per tifosi importanti
e per una squadra che vuole e deve risalire i gradini più importanti d’Europa,
intanto Pioli è in vacanza con il contratto e lo sembrerebbero anche Maldini e
Massara (senza contratto), ma stanno lavorando in smart working, perché si
dovrebbe entrare nel vivo delle operazioni Botman-Sanches,
ma il Lille sembra stia rallentando, per problemi di pochi milioni rispetto
alle proposte rossonere, Botman e Sanches vogliono comunque il Milan e si
augurano che la situazione si sblocchi a breve.
Sembra poi che De Ketelaere, abbia tutti
i presupposti del giocatore che manca al Milan e che sia diventato l’acquisto principale,
il Bruges ha aperto alla sua cessione, ma non scende sotto i 35 milioni e nel
frattempo si lavora anche per Noa Lang, l’auspicio è che entro giugno le cose
si sblocchino, in modo che oltre a Origi, al raduno del 4 luglio a Milanello,
ci siano i 3 Belgi, anche se l’arrivo dei nazionali è previsto l’11 luglio.
A proposito di nazionali, il calendario è troppo fitto, era davvero
indispensabile, dopo una stagione con più di sessanta partite molto difficili
per i giocatori e con un mondiale si può dire alle porte, fare altre partite di
Nations League? Poi non lamentiamoci degli infortuni, tra meno di un mese ricomincerà
il campionato e così è dura, visto che ci si riempie la bocca del vocabolo
riforme, dico: ma quando dovremo pensarci a cambiare qualcosa?
Sempre in merito di riforme, la lega Serie A è contraria alle seconde squadre, ritenendo che un grande modello di calcio giovanile in Italia già esiste da sempre ed è il campionato di Serie B, le seconde squadre che dalla lega Pro poi arrivano in Serie B, non possono concorrere per la vittoria finale e neanche partecipare ai playoff, questo renderebbe in questo caso, irregolare la competizione, quindi bisognerebbe pensare alle seconde squadre, in maniera diversa (l’ex campionato Di Martino).
Inoltre, il presidente
della Lega serie B, Balata, si è espresso anche a favore della Var, che ha
definito "un'innovazione epocale ed importantissima perché garantisce
regolarità, trasparenza e chiarezza”, ha parlato anche della Var a
chiamata, il 'challenge', io non
penso che sia positivo, il VAR è nato come strumento per l'arbitro, per cercare
di evitare errori grossolani e non per le società, va sicuramente migliorato,
ma non può intervenire su richiesta di tutti.
Invece per quanto riguarda la nuova tendenza, sempre più comune, quella dei giocatori che vanno via a parametro zero, dobbiamo oramai considerarla la nuova frontiera, caso mai bisogna lavorare sul tetto delle commissioni, l'anno scorso si deridevano le scelte del Milan, che perdeva a zero Donnarumma e Calhanoglu, quest’anno Juventus e Inter hanno capito, che perdere a zero un giocatore comunque non è un danno e così si va verso modelli di gestione più razionali.
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