È una cosa gravissima, inaccettabile ed è ancora più
grave è inaccettabile, quando il capitano cerca pure giustificazioni, hanno
mancato di rispetto al tecnico, ai compagni, per non parlare della società che
gli paga un lauto stipendio e se vogliamo hanno mancato di rispetto anche dei
tifosi, ai media, a tutti insomma e la Società che doveva intervenire subito a
fine partita, lo ha considerato un “non evento”.
Non so se Furlani sia stato il dirigente più indicato
per affrontare questa situazione, secondo no, secondo me lui non dovrebbe fare
parte della parte sportiva del Milan e comunque, la figura che dovrebbe farlo
non c’è, perché Ibra è consigliere del “capo”, tant’è, che mentre tutti gli
altri erano allo stadio, lui era giustamente in ferie.
Ma se al Milan si è arrivati a questo punto, è perché
la dirigenza ha scelto un allenatore inadeguato, perché la società è assente e
non ha un direttore sportivo e perché Ibra che non è costantemente a Milanello,
spero che sia stato un modo all’americana di mettere una pezza su queste cose e
che non sottovalutano il problema, perché è un ulteriore campanello d'allarme di
questo inizio shock.
Theo e Leao hanno sbagliato, con una dirigenza competente
e un allenatore meno “provvisorio” di Fonseca, non lo avrebbero fatto ed è inutile
spiegare perché, non si sarebbero permessi, al momento al Milan manca una figura
extra campo presente e inattaccabile, un profilo di riferimento che abbia solo
a cuore la parte sportiva del Milan (direttore sportivo).
Senza uno come Maldini, capace di dare solidità
all’allenatore (lo ha fatto comunque con Pioli) e senza un allenatore carismatico,
diventa normale una situazione del genere, il Milan aveva intanto bisogno di un
altro tipo di allenatore, di un allenatore manager come Conte, ma è proprio
quello che invece non gradisce chi vuole continuare a comandare.
C'era bisogno di una forza nuova, sia caratteriale che
nell'affrontare le partite, per questo era stato mandato via Pioli nonostante
un altro anno di contratto e non ci pensiamo nemmeno di richiamarlo o di
chiamare Allegri, non è solo una questione di Theo e Leao, è tutta la squadra
che affrontano le gare con sufficienza, come se si stia facendo un'amichevole,
in più Theo e Leao le affrontano con strafottenza, che non è da calciatori professionisti
e importanti.
Non possono decidere loro quando giocare o quando passeggiare, è una cosa
che non sta né in cielo né in terra, ci sono troppe persone che cercano di comandare
ovunque, nel fare il mercato, nel fare tutte le altre scelte, ecco perché non
piace Conte, prendendolo devi lasciargli campo libero e questo non garba a
nessuno, ci sono tanti fondi proprietari di squadre, ma al Milan c’è qualcosa
di strano, che ha creato il malessere nello spogliatoio, qui la società deve dare
un messaggio forte e se l'allenatore non ha la forza di tenere in mano questo
gruppo, va cambiato.
Quindi essendo un consulente, ha fatto bene ad andare
in ferie, se fosse stato un dirigente no, quindi, una figura dirigenziale di
livello non c’è e ne sentono tutti l’assenza della sua importanza, il direttore
sportivo non fa solo la squadra quando c’è il mercato, ma supporta l’allenatore
anche nelle scelte, lo sprona e fa in modo di evitare che il tecnico possa
prendere una direzione non funzionale alla squadra e alla società.
Ibra cosa fa di tutto questo? Niente, ora la società dovrebbe
rendersene conto e chiamare un direttore sportivo, dandogli quella carta bianca
che non ha voluto dare a Maldini, lo deve fare comandare, deve essere quello
che a Furlani non garba, “l’accentratore”, deve supportare il lavoro
dell’allenatore o cambiarlo con un altro scelto dal direttore sportivo e non
sorteggiato tra le candidature di Moncada, Ibra e Furlani.
Ma questo deve succedere ora, ora che il Milan vive un momento difficile sul piano dei risultati e delle prestazioni, un momento che a dire il vero è cominciato una ventina di mesi fa, da allora sono stati tanti, troppi i punti di distacco in classifica in due anni, sono state tante le delusioni, ora, deve succedere nel momento più delicato per Fonseca (forse lo è sempre stato), nel momento delicato per la stagione e anche per la storia del Milan.
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