Dopo aver battuto Palermo e Udinese, se pur senza meritare completamente la vittoria, il Milan inseguiva a Genova la terza vittoria consecutiva, cosa che i rossoneri non centrano dalla stagione 2013-2014, con Seedorf in panchina, allora i successi di fila furono addirittura cinque.
Doveva essere quindi la partita della svolta, quella che doveva segnare un'alto passo in avanti sia in classifica, che sotto l'aspetto del gioco, invece è arrivata la terza sconfitta e quel che è peggio con una prestazione inquietante, una di quelle prestazioni viste troppo spesso nella passata stagione, tre sconfitte che non danno continuità nelle prestazioni, che non gli permette di raggiungere i piani alti della classifica e la possibilità di conquistare il terzo posto.
A Genova si è vista più marcata, la difficoltà dei rossoneri nel costruire gioco, incapace di avere un buon possesso palla, la grinta e il carattere, che se non altro gli avrebbero permesso di arrivare primi sulla palla o almeno vincere qualche duello, tanto che paradossalmente nel secondo tempo, con un uomo in meno ma con più grinta, si è espresso in maniera migliore, confermando la mancanza di continuità, anche nell'arco dei 90 minuti.
La mancanza di un centrocampo di spessore, comporta tanta sofferenza per la difesa, costringendoli a falli magari ingenui, ma spesso necessari, se poi a questo aggiungi l'approccio mentale alla partita nettamente sbagliato e un tempo regalato all'avversario, viene fuori che questa non è la squadra che vuole Mihajlovic, ma è ancora quella di Inzaghi, un Milan che non ha identità e personalità.
L'espulsione di Romagnoli per doppia ammonizione è sembrata eccessivamente severa, ma non può e non deve costituire un alibi, visto che l'espulsione è arrivata nel finale del primo tempo, che il Milan stava giocando già male e che ripeto paradossalmente con l'uomo in meno, ha trovato quelle motivazioni per essere nella ripresa un Milan migliore.
Sicuramente non ha alibi chi ha costruito in estate l'organico, mettendo a disposizione del tecnico, uno sciagurato Zapata che con un passaggio sbagliato (uno di una serie), ha provocato l'espulsione di Romagnoli confermando ancora una volta, che l'organico non è adeguato e completo in ogni reparto, proprio come la squadra di Inzaghi, solo che stavolta è comunque un Milan da 3°/ 4° posto.
Nella ripresa in maniera molto confusionaria e arrembante, il Milan prova ad ottenere il pareggio, con Luiz Adriano, Bertolacci, Balotelli e con i nuovi entrati Kucka e Rodrigo Ely , ma anche il pareggio, non avrebbe coperto la mancanza di progressi sul piano del gioco e della personalità e un Mihajlovic sempre più "somigliante" ad Inzaghi, ma con un organico di gran lunga migliore.
Nonostante le rotazioni, a centrocampo mancano le geometrie e il ritmo è ancora troppo lento, Montolivo migliora la qualità del gioco, ma rallenta la manovra e neanche lo spostamento di Bonaventura come trequartista, non è stato proficuo, Bertolacci spostato dietro le punte dopo l'espulsione di Romagnoli, è stato positivo e chissà non possa essere la soluzione al problema del trequartista.
La mancanza di risultati, non può permettere al Milan di pensare in grande, di fare il salto di qualità e di restare in scia con le pretendenti all’Europa come Roma, Juve, Napoli e Lazio, che fino ad ora hanno anche loro zoppicato, nonostante ciò, il Milan programma e a ragione già il futuro, nel vertice a Milanello tra Galliani e Mihajlovic, si è parlato di valutare una serie di profili Under 23 e tra questi il trequartista Calhanoglu, 21enne turco del Bayer Leverkusen, Meyer che ha preso il posto di Draxler allo Schalke, Xhaka, Cataldi, Mandragora, questi ultimi di Lazio e Genoa con cui i rapporti sono ottimi.
Foto tratte dal web.
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