Al di là di tutti i
limiti e gli errori, finalmente è arrivata la prestazione, adesso bisogna
vedere se il Milan ha disputato questa gara perché galvanizzato dal fatto di incontrare
la Juventus, o se si può ripetere anche al ritorno in campionato dopo la sosta,
anche perché adesso è un Milan che deve guardarsi alle spalle, pur essendo
ingeneroso pensare a questa squadra in lotta per la retrocessione.
Un'ottima
gara:
ordinata, attenta, propositiva e offensiva, è migliorato anche sotto l’aspetto
del gioco e della personalità, magari per merito dei nuovi inserimenti, Bennacer
in primis, un punto in più in classifica non avrebbe cambiato nulla, ma questo
Milan è piaciuto, deve solo confermarsi la prossima partita col Napoli e poi per
la altre quattro, che potrebbero fargli fare un bel balzo in classifica, che al
momento è imbarazzante.
Per la seconda volta (Lazio e Juventus) ho detto a mio figlio, se la
partita non la puoi vincere, non devi perderla ed era riferito alle sostituzioni
di Krunic e Paquetà, abbiamo sostituito due giocatori che oltre ad essere stati
tra i migliori, sono due giocatori che si fanno trovare spesso nella nostra
area, con due che questo lavoro non lo fanno e che se aggiunti a Leao e a Suso
(credo sia stato il peggiore), rendono la squadra sbilanciata.
Questo porta il Milan a
subire gol molto spesso nel finale e invece dovrebbe non dico accontentarsi, ma
mantenere una squadra più equilibrata, con i se e con i ma non si va lontano,
ma con un po' di prudenza e anche se non c’è la riprova, il Milan oggi potrebbe
avere almeno due punti in più in classifica, senza tutti questi cambi offensivi,
come Leao per Paquetà contro la Lazio, Bonaventura per Krunic e Rebic per
Paquetà contro la Juve.
Spero che Pioli faccia
mente locale su questa situazione e faccia un poco il “provinciale” negli
ultimi minuti, anche perché poi alla fine si chiude lo stesso dietro e non ha
nemmeno una “torre” su cui appoggiarsi, visto che Piatek è sempre sostituito da
Leao che non ha caratteristiche da prima punta.
Stavolta il gol non lo prendiamo per
Duarte, a discolpa del giocatore posso dire che in un gioco di squadra i gol si
prendono per un errore di reparto e in questo caso è Romagnoli doveva uscire
fuori dall'area di rigore, avendo così la possibilità di fermare Dybala anche
con un fallo, ma l’errore nasce perché Romagnoli non ha la copertura di Theo
Hernandez che era molto largo a preoccuparsi di Cuadrado, che doveva essere invece
marcato da Rebic.
Questo ci dice che ancora non sappiamo
fare le diagonali, che la squadra non è simmetricamente equilibrata, che la
forza della difesa dell’anno scorso, per altro più o meno la stessa era
Bakajoko e che Gattuso non piaceva perché si difendeva con quattro difensori e
due mediani, infilando tutta quella serie di inutili e scialbi pareggi.
Il salto di qualità per il Milan doveva
essere un allenatore più propositivo, ma non così sbilanciato, è sempre più
chiaro comunque che non abbiamo bisogno di “accozzare” giocatori offensivi per
essere propositivi, serve equilibrio e l’equilibrio di uno come Bakajoko, a
maggior ragione che se va fuori Bennacer (che già è l’unico) non c’è nessuno, il
clima poco sereno tra Arsenal e Xhaka potrebbe venirci in aiuto.
In vista del mercato di
gennaio, il nazionale elvetico Granit Xhaka centrocampista 27enne dell’Arsenal,
sembra sia in rotta e lontano da
Londra già nella prossima sessione di mercato,
qualcuno come al solito dice che sarebbe vicino ai rossoneri e che addirittura starebbe
già cercando casa a Milano, è un centrocampista che abbina quantità e
qualità e che trova la propria collocazione ideale davanti la difesa.
Giocatore molto ruvido e duro, è
apprezzato per il suo temperamento e dal punto di vista tecnico tattico,
l’innesto dello svizzero-albanese darebbe qualità e quantità, sia nella fase di
possesso che in quella di non possesso, è un giocatore con una esperienza
internazionale (46 presenze tra Champions ed Europa League ed 80 presenze con
la nazionale svizzera) e diciamo, età ed esperienza giusta, non è un giocatore
molto veloce, né agile, ma ha intelligenza calcistica.
Il suo inserimento potrebbe portare Pioli
a rivedere il modulo della squadra, mettendolo accanto a Bennacer, pur togliendo
un po’ di spazio a Krunic e dato per scontata la cessione di Kessie, il nuovo
modulo potrebbe essere il 4-2-3-1, o anche un 3-4-3, nel primo caso con Conti e
Hernandez a completare i quattro, nel secondo i tre davanti a loro potrebbero
essere Suso-Paquetà e uno tra Calhanoglu e Bonoventura.
Con Granit Xhaka, il Milan sistemerebbe il
problema a centrocampo, con un giocatore di qualità, esperienza e non avanti
negli anni e poi ci sarebbe lo strappo forse
insanabile col Milan per Kessié, che sicuramente sarà ceduto a gennaio e proprio
in Inghilterra, magari al Wolverhampton per una valutazione attorno ai 30
milioni, che verrebbero girati all’Arsenal.
4-2-3-1 o 3-4-3, Piatek
ha bisogno di un alter ego e il Milan di un’altra punta centrale, che oltre a
segnare con più regolarità, dia esperienza al reparto e leadership a tutta la
squadra, da più parti e con un consenso plebiscitario si indica il nome di
Ibrahimovic, almeno fino a giugno, non nego che io sono uno di questi, ma 38
anni per Elliott sono troppi, la sua presenza sarebbe da sprono a tutta la
squadra, un leader che in allenamento bacchetti i suoi giovani compagni.
Ma oltre alle 38
primavere c’è un altro problema, o magari due, il primo è quello della
titolarità, perché Ibra non può essere messo in discussione e l’altro è che: da
centrale nei tre davanti o da unica punta nel 4-2-3-1, non può giocare con
testardi personalisti (Suso, Calhanoglu e Paquetà) o con esterni alti o bassi (Calabria,
Conti, Hernandez, Suso, Rebic o Leao) che non mettono cross dal fondo.
Quindi che resti Piatek o
che venga sostituito, occorre lo stesso un’altra punta a gennaio e Mandzukic
sarebbe l’ideale per trasmettere grinta e carattere a una squadra troppo
giovane, bisogna vedere però, se Pioli capisce che deve cambiare modulo, con tre
o quattro difensori cambia poco, ma l’attacco va risistemato, a gennaio bisognerà affidarsi a qualche
attaccante in cerca di nuovi stimoli.
Ibrahimovic resta in
testa alla lista, seguito a ruota da Mandzukic, che
la Juve ha messo fuori rosa, che ha ancora tanta voglia di giocare e dimostrare
il suo valore, uno che ha ancora cattiveria agonistica e che sarebbe utile
anche allo spogliatoio, 34 anni contro i 38 è una bella differenza e poi c’è
Mertens in uscita dal Napoli, 33 anni e con caratteristiche decisamente diverse
da Mandzukic e Ibrahimovic, è in
scadenza, ma cerca un contratto ricco, darebbe prevedibilità alla manovra, ma
dovrebbe sostituire più Suso che Piatek, con cui giocherebbe in coppia.
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