È il caso di Pobega, un
problema all'anca talmente grave, che ha richiesto un'operazione e che
prevede un recupero lungo, stimato intorno ai 4 mesi, un brutto colpo per la
società, ottimo invece per Pioli, che non rischia più che gli venga venduto
Krunic, che ora sarà costretto a sostituire Pobega nelle rotazioni e se per
Okafor, anche lui infortunatosi senza giocare, si può ipotizzare come causa un
recupero affrettato, per Pobega è chiaro e lampante, che la preparazione
atletica in casa Milan va rivista.
Cardinale ha fatto i suoi personali auguri di Natale e di
buone feste, con queste parole: "Tutti noi di questa squadra vogliamo
la stessa cosa: vincere, essere i numeri uno, essere campioni d'Italia e
campioni d'Europa. Non vi è in questo alcuna ambiguità e non è possibile
accontentarsi di qualcosa di meno. Il nostro obiettivo non è di vincere ogni
tanto, bensì di vincere costantemente e a lungo. Questo è ciò che i nostri
tifosi, i nostri giocatori e il nostro staff tecnico si aspettano dalla
proprietà, e questo è ciò che daremo loro".
Luciano Rispoli, famoso giornalista televisivo diceva: “Ma
che belle parole”, per me sono solo parole, perché un proprietario di club che
vuole vincere tutto e vuole essere sempre il primo, non doveva allontanare
Maldini e non doveva non sostituirlo, avrebbe già dovuto cambiare lo staff medico-atletico
e avrebbe già dovuto esonerato Pioli, quindi come dice Noemi: “Sono solo
parole”, mentre noi vogliamo vedere i fatti.
Riguardo a
Ibrahimovic, come nuovo collaboratore di Red Bird, l'immagine della
sua bellissima rovesciata sulla spiaggia di Miami, ci dice quanto il suo
ritorno da dirigente, non sia altro che fumo negli occhi e che come dirigente
non sposta niente in casa Milan, se no, in questo momento particolare, dove
pare si stia prendendo una squadra di fisioterapisti olandesi e l’allenatore sia
arrivato al capolinea, avrebbe dovuto essere a Milanello.
Dicevamo che i
giocatori, Pioli, lo staff tecnico e sanitario, hanno bisogno di una presenza
dirigenziale importante e costante, in questo periodo complicatissimo serve ancora
di più e adesso che c’è Ibrahimovic lui doveva essere la, con loro, mi colpisce
perché ai giocatori serve una presenza forte, però ero sicuro che Ibra fosse arrivato
solo per zittire la piazza e che non sarebbe stato il collante tra la proprietà
e i giocatori.
Trevisani dice: “ci sono un
sacco di problemi, ma sento solo #PioliOut", vero, da una persona
competente come lui, sento dire cose giuste, ma lui dovrebbe sapere che quando
le cose vanno male a pagare è l’allenatore, che è la cosa più semplice e più
innocua possibile? Tutto vero, giocatori che non rendono, infortuni, scelte
della società, ma Pioli ha fatto fuori con soddisfazione Maldini e con
altrettanta soddisfazione ha accettato di essere coach (parafulmine) di questa
squadra, quindi le colpe sono solo sue.
Pioli doveva fare come Spalletti, dimettersi dopo avere conquistato lo scudetto, visto fra l’altro che Maldini lo aveva esonerato, andare via da vincitore, non rovinarsi la reputazione e possibilmente trovare un altro club di livello che lo avrebbe gratificato, spezzando però il cordone ombelicale che ha con il suo staff medico-atletico, da cui dipendono i tanti e lunghi infortuni, i giocatori che non rendono, dipende anche da come sono allenati e da come vengono utilizzati e non da chi li ha comprati.
Anche qui è colpa dell’allenatore,
Pioli si è sempre vantato di avere avallato tutte le scelte della società,
quindi paga pure lui per le scelte sbagliate, Pioli sa di essere un mediocre e
si è attaccato a questo colpo di fortuna con tutto il corpo, vuole sfruttarlo
il più a lungo possibile, è disposto a qualsiasi compromesso, perché sa che dopo
questa felice parentesi, torneranno i tempi bui dell’Inter, seguirà le gesta di
Giampaolo.
Di contro Cardinale vuole fare
quello che vuole, si circonda di gente disposta a tutto per esaudire i suoi
voleri, gente come Maldini, che vuole e può comandare non è gradita, meglio
niente o se proprio non se ne può fare a meno, che facciano i consiglieri a
Miami, motivo per cui al Milan non verrà Conte, non verrà De Zerbi e non verrà
qualche altro.
Pioli mai
come oggi è stato a rischio di essere esonerato e non sarà certamente perché il
popolo rossonero è #PioliOut, se no l’avrebbero
fatto qualche mese fa, ce poco da fare e dobbiamo farcene una ragione,
il ciclo di Pioli sulla panchina del Milan è terminato, con tutte le
giustificazioni del caso, la situazione è inequivocabilmente questa, non
ci possiamo aspettare che Pioli resti per tutta la vita sulla panchina del
Milan, solo perché ha vinto uno scudetto, che facciamo esoneriamo Cardinale? Magari,
ma non si può.
Il Milan è una
squadra che non ha continuità, non è come l’Inter che difende e attacca in
maniera compatta, sempre allo stesso modo, verticalizzando e tenendo altissima
l’intensità del gioco (eppure ha meno infortuni), si muove in blocco, il Milan
invece no e non puoi dare la colpa a qualche altro, la colpa è dell’allenatore,
la gente oramai si è disaffezionata, il credito portato dallo scudetto non è
illimitato.
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