sabato 6 ottobre 2018

Il tandem che funziona


La settimana di continuità dovrebbe concludersi con la vittoria contro il Chievo, se si esclude il primo tempo con l’Olympiacos e qualche fase con il Sassuolo, il Milan tutto sommato ha giocato il suo calcio, ha segnato 7 gol, sistemato la classifica in Europa League e dato finalmente un poco di continuità a prestazioni e risultati, ha azzeccato anche stavolta i cambi nelle due partite e soprattutto incuriosisce il riassetto tattico del secondo tempo della partita con i greci.
Anche stavolta come nel finale con il Sassuolo si è passati al 4-4-2, solo che stavolta c’è stata la contemporanea presenza di Higuain e Cutrone il tandem che funziona, una soluzione che non è ancora diventata definitiva solo perché sono solo loro due le punte in organico e se uno dei due (o entrambi come nelle ultime partite) non può essere indisponibile, son dolori.
A gennaio si dovrà rivedere qualcosa per rendere più forte ed europeo questo Milan, cambiando molto probabilmente modulo, i bene informati parlavano prima di un modulo con una difesa a tre, oggi credo visto i risultati del “tandem” e quello che sta facendo anche Ancelotti a Napoli, il passaggio al 4-4-2 è la nuova frontiera.
Il Milan non riesce a dominare una partita per intero anche con gli avversari “inferiori”, perché come saggiamente mi ha scritto uno dei miei ex allievi tra i più attenti, il Milan li aspetta troppo basso e non riesco a dare neanche torto, a chi sostiene che non difende compatto pressando male, infatti lascia troppo spazio tra I reparti, molte possibilità di passaggio agli avversari e altra cosa sacrosanta, quando perde palla in attacco raramente riesce a recuperarla prima che gli avversari siano già arrivati in prossimità dell’area.
Questo è il Milan, è il Milan di Gattuso, ma lo è stato anche di chi lo ha preceduto, è il Milan bello, poco pratico e che subisce il palleggio degli avversari, fino a subire il gol, di contro è un Milan che non molla mai, anche nei momenti più complicati, è un Milan “provinciale” e per il salto di mentalità, per farlo diventare Europeo serve ancora un po’ di tempo e qualche nuovo altro Higuain.
Nonostante la vittoria in rimonta e per ammissione dello stesso Gattuso, non si è vista la squadra padrona del campo, dove proprio quella fase di non possesso di cui si parlava prima, non è stata fatta in modo perfetto, bisogna migliorarla rivedendo magari la linea di difesa e quella di centrocampo, con la ricostituzione della coppia d'attacco Cutrone-Higuain, i due sono troppo affiatati e decisivi, anche se attualmente nella conformazione dell’organico è palese l'assenza di un altro centravanti di ruolo oltre a loro due.
E’ indiscutibile che questa proposta tattica del modulo a due punte, oltre per quanto proposto dall'attacco (la differenza di mole offensiva tra una o due punte è abissale), anche per i movimenti in mediana, vista la difficoltà che patisce il reparto di centrocampo, probabilmente, almeno fino a gennaio, fin tanto che non arriva la terza punta, vedremo questa soluzione solamente a gara in corso.
Parlando di mercato e di punte, puntualmente riappare la suggestione Ibrahimovic, allora, io credo che con un prestito di sei mesi alla Beckham per sfruttare la sosta del campionato americano, sia una cosa possibilissima, poi bisognerebbe entrare nella testa di Ibra per capire le sue pretese tecnico-tattiche, le pretese economiche-contrattuali di Raiola, che pur avendo fatto “pace “ con il Milan è sempre un serpente a sonagli e la volontà che ha Elliott di “proiettare” il più velocemente possibile il Milan nel grande calcio europeo.
Leonardo ha confessato che in questo momento è improponibile, ma forse perché preferisce concentrarsi su Rabiot, visto che in TV alla domanda di Ambrosini: “siete coperti in tutti i ruoli”, ha detto che a centrocampo manca qualcosa, vero, verissimo, Montolivo, Bertolacci e Jose Mauri non rientrano in quella dimensione europea, Bakayoko è almeno in difetto di condizione e di conoscenza del calcio italiano e le ambizioni di Elliott stanno crescendo, tanto che intende sostenere ancora un paio di interventi sostanziali sul mercato.
Quindi il Milan pensa già al mercato di gennaio (come tutte del resto) e punterà a rinforzarsi, occhi puntati sui “prediletti” di Leonardo; Paquetà, 21enne del Flamengo, giocatore offensivo individuato tra i talenti più promettenti dal campionato brasiliano e l’ormai notissimo Rabiot, stando però a quanto dicono i bene informati, il Milan in attacco prenderà qualcuno e per il ritorna al Milan di Ibra arrivano le prime conferme.
È un’idea per porre rimedio all’assenza della terza punta e per cercare di aumentare la mentalità europea nel club, un altro Reina in sostanza, importante in campo e fuori e si starebbe discutendo di un contratto di sei mesi (da gennaio a giugno), Ibra verrebbe molto volentieri a Milano, dopo il grave infortunio il ginocchio regge, ha recuperato in pieno e può fare almeno un altro anno ad alto livello, nonostante il grande ego, sarebbe disposto a un ruolo part-time con grande umiltà e sembra proprio che Ibra ha detto sì al Milan.
La base del discorso è sei mesi per tornare poi al Malmoe e chiudere lì la carruera, ma anche sulla possibilità di altri sei o più nel caso il ritorno in Italia dovesse essere felice come tutti sperano, un ritorno di cuore e non una questione economica, dal 3 al 19 di gennaio vedremo, nel frattempo si potranno alternare i due moduli, il 4-3-3 o il 4-4-2, da non considerare più solo l’arma della disperazione, ma una soluzione in più.

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