lunedì 22 ottobre 2018

Meritatissima.


Se la vogliamo mettere sulla scaramanzia, tutte le volte che il Milan torna dalla sosta se non perde pareggia, è l’unica squadra che con la sosta perde la concentrazione e sono d’accordo con Salvini, che quando non giochi per vincere hai già perso e il Milan non ha giocato per vincere, lo testimoniano i pochissimi tiri e calci d’angolo, ottenuti solo nella parte finale della partita.
L’Inter ha meritato di vincere senza alcun dubbio, l’Inter ha dimostrato proprio di essere “forte”, forte come squadra, forte fisicamente e forte psicologicamente, anche loro hanno avuto la sosta con tanta gente in nazionale, eppure si sono presentati come se tutto questo non fosse accaduto, è arrivata vogliosa, concentrata e determinata, come sempre fino al 92° di tutte le partite, approfittando sempre in modo implacabile, di una lettura sbagliata dell’avversario.
Adesso per una squadra che ha dichiarato come traguardo un posto in Champions, questa sconfitta (unita a tutta quella serie di pareggi) la rimanda ad un ruolo di comprimaria, fotografato perfettamente dalla classifica che occupa a prescindere dalla partita che deve recuperare e che non ha ancora vinto.
Contro il Betis oltre a capire quanti e quali strascichi avrà lasciato questa sconfitta, servirà una prova riabilitativa e oltre al risultato finale che non può non essere altro che la vittoria, deve essere accompagnata da una prestazione da grande squadra e non stentata come le due precedenti, certo perdere al 92° con un errore di leggerezza e di poca concentrazione fatto da i due nazionali, Romagnoli e Donnarumma, non lascia contento nemmeno Mancini.
Il Milan è stato surclassato dall’Inter anche a livello di ritmo, il Milan aveva come sempre quel suo ritmo trotterellante, non ha mai avuto uno strappo deciso, mai una verticalizzazione, tutto il contrario invece della ferocia che ci hanno messo su ogni pallone, su ogni contrasto i giocatori di Spalletti, che avevano una presenza costante nella metà campo del Milan e occupava l’area rossonera con almeno quattro giocatori.
Higuain invece non ha ricevuto un pallone addomesticabile in tutta la partita, giochiamo con le tre punte ma Calhanoglu e Suso in area non c’entrano mai e nonostante facciano densità a centrocampo e Biglia sia migliore rispetto allo scorso anno, è proprio a centrocampo che il Milan ha perso la partita, dove sia Bonaventura, che Kessie non erano al meglio e non sono riusciti ad incidere.
Proprio per questo non capisco le sostituzioni fatte così tardi (come sempre del resto), a mio modestissimo parere (che poi modestissimo non è), Calhanoglu doveva essere sostituito dopo una decina di minuti dall’inizio del secondo tempo con Laxalt, è un mancino e avrebbe aiutato Rodriquez a mettere più palloni dentro per Higuain, ha corsa e temperamento e sa dare una mano nella fase difensiva.
E poi, non sono concorde con Gattuso quando dice che la prestazione della squadra gli è piaciuta, perché non è vero e ogni tanto ai calciatori la verità bisogna sbattergliela in faccia anche pubblicamente, perché una squadra che rincorre l’altra per tutta la partita, che poteva palleggiare meglio e non è mai uscita con una palla pulita, non può essergli piaciuta.
L’Inter è arrivata sempre prima sulle seconde palle e ha comandato la partita, il Milan non lo ha mai fatto e quando gli sono state concesse alcune situazioni favorevoli, non è riuscita a sfruttarle come al solito, ha avuto un atteggiamento troppo rinunciatario ed è poco preciso nei passaggi, il Milan ora tornerà in campo in Europa League e poi ancora a San Siro con la Sampdoria, solo due vittorie convincenti potranno cancellare la brutta partita del derby.
Ma non cancelleranno il ritardo in classifica, per quello occorrerà oltre a battere il Betis due volte, che ci permetterà di tenere sempre aperta la porta alla Champions tramite l’Europa League, battere in sequenza: Sampdoria, Genoa e Udinese, per arrivare alla partita con la Juventus in una condizione mentale diversa e per provare a giocarsela diversamente dal derby.
A questo Milan è mancato il coraggio e non mi è piaciuto l’atteggiamento, negli ultimi anni quando si tratta di svoltare il Milan manca l’esame di maturità, maturità che magari arriverà con il ritorno sempre più possibile di Ibrahimovic, che anche se a fine carriera potrebbe dare molto non soltanto in termini tecnici e di esperienza, ma anche mentale, di atteggiamento e di personalità.
Prima della partita contro l’Inter, si ipotizzava un arrivo a mezzo servizio come riserva di Higuain, ma dopo avere visto il Milan contro i cugini, credo che se arriva a Milanello la sua efficacia sia proprio nell’affiancare il “Pipita” e se dovesse succedere, è chiaro che toglierà spazio a qualcuno e occorrerà cambiare anche il modulo.
Il carisma dell’uomo e del giocatore se pur a fine carriera, tornerebbero utili a questo Milan, ma arriverà davvero a gennaio? Sembrerebbe proprio di si, il Milan, Leonardo e Raiola sono praticamente d’accordo, il giocatore è possibilista ma vuole essere sicuro della scelta, mancano solo due giornate di campionato nel MLS e poi deciderà.
Ma il Milan non ha bisogno solo di un Ibrahimovic, ha bisogno dell’innesto di Andrea Conti e di Caldara, più di settanta milioni spesi e ancora mai utilizzati e poi qualcosa di importante a centrocampo, perché è vero che Biglia è migliorato rispetto allo scorso anno, che di Kessie e Bonaventura non se ne può fare a meno, ma il Milan il derby lo ha perso lì.



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