venerdì 9 novembre 2018

Ancora una partita dai due volti


Si è giocata anche la quarta giornata di Europa League e il Milan alla fine di una delle sue solite partite a tempi e a corrente alternata, limita i danni pareggiando per 1 a 1 in casa del capolista Betis, in virtù del largo successo dell'Olympiacos sul Dudelange, la classifica del girone si fa sempre più incerta Betis 8 punti e deve incontrare (Olympiacos e Dudelange) e potrebbe finire a 12, Milan 7 punti e deve incontrare (Olympiacos e Dudelange) e potrebbe finire a 11 e l’Olympiacos pure a 7 punti, ma deve incontrare (Betis e Milan) e potrebbe finire a 9.
Il Dudelange è già uscito e tranne casi eccezionali finirà il girone a zero punti, il Milan per qualificarsi, deve prendere 4 punti nelle prossime due partite e lasciare così la patata bollente della qualificazione a Betis e Olympiacos, con la speranza che nelle prossime gare non si debba più assistere ancora ad un Milan double face.
Ancora una volta un Milan brutto, bruttissimo per tutto il primo tempo, sempre inesorabilmente in svantaggio e con il Betis che domina la partita, ancora uno sciagurato esperimento di Gattuso, nel tentativo di preservare Abate e Romagnoli, insistendo su giocatori che continuano a deludere (Borini, Calhanoglu e per certi versi anche Laxalt e Bakayokò) e ignorando ancora (forse a ragione), Bertolacci, Mauri, Montolivo e Halilovic.
Tutti gli allenatori del mondo sanno che: nei momenti di grossa difficoltà, si ricorre sempre al 4-4-2 che è un modulo conservativo e non difensivo, noi lo stiamo facendo in campionato, perché cambiare adesso con un modulo mai adottato e pochissimo provato? Tanto valeva passare al più collaudato 4-3-3, con Abate, Musacchio, Zapata e Rodriguez in difesa, Kessie, Montolivo e Bertolacci a centrocampo Suso, Cutrone e Laxalt in attacco.
Invece no! un ultra-difensivo 5-3-1-1, con Borini (in grande difficoltà come sempre) e Laxalt terzini a tutta fascia, risultando così troppo bassi e rinunciatari (ancora di più che in campionato), senza nessuna possibilità di impedire il palleggio degli spagnoli, che giocavano in scioltezza sfiorando in almeno un paio di occasioni di chiudere la partita.
Non abbiamo fatto un tiro in porta per circa un’ora e Cutrone in questo tempo non è stato mai servito, Suso troppo isolato e defilato, Calhanoglu già in difficoltà quest’anno nel suo ruolo, lo è stato ancora di più da mezzala, verrebbe da dire un primo tempo da dimenticare e invece no, c’è lo dobbiamo ricordare tutti per non ripetere orrori del genere (tempo sprecato, è già successo un sacco di volte ed è sempre lo stesso).
Nel corso del secondo tempo il Milan mantiene le fila più unite, la squadra è un po' più compatta, l’impegno è maggiore ma il gioco come sempre non è brillante, nella ripresa il Milan alza il pressing, ma senza qualità fatica comunque a creare azioni do gioco degne di nota, se non i soliti e unici lampi di Suso, il primo una palla all’incrocio evitato il gol da Pau Lopez e poi la punizione velenosa, un tiro-cross di sinistro all’incrocio dei pali che si insacca.
Anche stavolta nel finale, è Reina a salvare il risultato con un intervento provvidenziale su Tello e ancora altri due infortuni a Musacchio e Calhanoglu, alla fine il Milan non va oltre il pareggio, ma è un risultato che può andare bene anche lo stesso, con il discorso qualificazione ancora apertissimo e che si deciderà tutto nelle ultime due partite.
Non voglio essere pessimista, ma tutta la situazione del Milan è preoccupante, dall’incertezza della qualificazione il EL, allo spauracchio della sentenza UEFA, alla necessità comunque di operare sul mercato di gennaio, per finire all'infortunio di Biglia, una lesione del polpaccio che ha richiesto un intervento chirurgico perfettamente riuscito, ma la prognosi è di 4 mesi.
La lista degli infortunati si allunga di partita in partita e sicuramente ci sarà la necessità di cambiare ancora modulo, la situazione in Europa League non è numericamente aggiustata in classifica e da qui a gennaio va difeso anche il piazzamento in campionato (quarto posto), in condizioni precarie e senza permettersi di potere sbagliare nulla. 
Cominciamo intanto a ridisegnare il centrocampo, anche se non sarà facile, Bakayokò non è ancora nelle migliori condizioni e poi per me resta un’alternativa a Kessie, credo che sia arrivato il momento di fare chiarezza almeno fino a gennaio su Montolivo e Bertolacci per sostituire Biglia, perché Bakayoko in quel ruolo non mi convince, anche se può diventare un giocatore interessante, ha grandi qualità atletiche ma non certo una tecnica raffinata.
In mezzo al campo il Milan dovrebbe prendere un giocatore ideale anche per la sostituzione futura di Biglia (Tonali già costa un botto), in casa Barcellona Denis Suarez 24enne centrocampista centrale, utilizzato una sola volta e in coppa da Valverde, starebbe pensando di andare via già a gennaio, nonostante il contratto in scadenza a giugno del 2020, bisognerà superare la concorrenza di Napoli e Sassuolo.
Si annuncia quindi un mercato di gennaio scoppiettante (UEFA permettendo), Paquetà arriverà di sicuro e poi vedremo come verrà impiegato e oltre ad un centrocampista servono: un difensore e un attaccante, a parte Suarez, Leonardo sembrerebbe essere interessato a Leandro Paredes ex Roma ed Empoli, l’argentino più di Ramsey, perché il gallese dovrebbe arrivare a costo zero, con ingaggio mitigato a giugno grazie a Gazidis.
Anche Paredes come Suarez è ai ferri corti con lo Zenit e potrebbe arrivare a gennaio, ma ha una valutazione alta di 30 milioni, mentre in attacco il nome è sempre quello di Ibrahimovic, anche se le recenti dichiarazioni dello svedese non lasciano ben sperare, forse modificando la proposta da 6 mesi (più opzione per un altro anno) a 18 mesi, si potrebbe chiudere.
L’alternativa è diventata Pato, anche lui vorrebbe tornare volentieri ma non a costi minimi e non mi entusiasma, infine c’è da pensare ad un difensore per sostituire Caldara e il nome di Rodrigo Caio è quello più caldo, 25 anni brasiliano con passaporto italiano, può arrivare già a inizio anno.


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