domenica 18 novembre 2018

Questa nazionale mi piace.


Finalmente oserei dire, finalmente una nazionale che gioca un bel calcio e che diverte, due mesi fa eravamo rottamati e adesso (se Mancini non continua a convocare esperimenti) dobbiamo lavorare solo sul “gol”, è l’unico neo ed è strano, perché non segniamo quando giochiamo con la punta centrale e nemmeno con “il tridente rotante”.
Partiamo dal fatto che questi undici sono i migliori italiani in circolazione e non tocchiamoli più, stabiliamo chi sono i loro rincalzi e prepariamo il riscatto per il prossimo europeo, il problema del gol: se posso permettermi, in Italia i tridenti d’attacco (vedi Milan), sono formati da un attaccante centrale e da due centrocampisti offensivi, questo non ci da modo di “riempire l’area” ed è per questo che si segna con molta difficoltà.
Il tridente d’attacco è nato per far giocare tre attaccanti: Messi, Suarez e Neymar, oppure: Ronaldo, Benzemà e Bale, o ancora: Mbappè, Cavani e Neymar, tutta gente che ha dimestichezza con il gol, con tanti gol, se alla punta centrale accoppiamo due “tornanti” o due “mezzepunte” o due centrocampisti offensivi, non è un tridente e occupano poco l’area.
A quel punto meglio un 4-4-2, dove gli esterni sono Ribery e Robben e al centro ci sono Lewandowski, e Muller, in pratica lo stesso motivo per cui Gattuso ha dovuto mettere dentro Cutrone e portare esterni di centrocampo quelle che prima erano le punte del tridente, Suso e Calhanoglu.
Mancini sicuramente non è un grande allenatore nonostante i suoi trascorsi, ma nello scegliere gli uomini migliori da e dove farli giocare e tra i migliori, lui è il vero “selezionatore”, quello che serve alla nazionale, la strada è quella giusta, speriamo di non perderla.
Intanto il Milan perde pezzi su pezzi, ci mancava adesso pure Romagnoli, la mia opinione in merito al modulo per il Milan è quella di continuare con il 4-4-2, è vero che è rimasto un solo centrale (Zapata) e che non è il momento di buttare nella mischia Simic, ma non mi sembra neanche il caso di far giocare la difesa a 3 con Rodriguez e Calabria, fra l’altro con un riacutizzarsi di un dolore alla caviglia destra.
Per la partita con la Lazio indietreggerei Kessié al fianco di Zapata, sguarnendo sicuramente il centrocampo a livello fisico, ma anche se lento con Montolivo avremo: qualità, esperienza e verticalizzazioni, Kessie al centro della difesa lo fa nella sua nazionale e potrebbe dare quel qualcosa in più dal punto di vista fisico (con lui non avremmo preso il gol di Mandzukic), ma certamente non avrà (come gli altri adattati) i meccanismi difensivi con Zapata.
Bisogna decidere prima dell’inizio degli allenamenti, perché servono prove ed esercitazioni continue, fatto sta che tutti questi infortuni, hanno creato una situazione difficile, si sono create delle priorità importanti e Leonardo sta sondando il terreno a caccia di opportunità importanti per risolvere i problemi, ma tutto però è legato al settlement dell’Uefa. 
Martedì mattina a Nyon davanti all’Uefa, al Milan verrà comminata una sanzione presumibilmente equa, per le violazioni del Fair Play Finanziario per il triennio 2014-2017 (anni Berlusconi) e ci si attende (si spera) una sanzione economica (dai 14 ai 17 milioni), che sarebbe il male minore, poi in Primavera il Milan tornerà a parlare con l’Uefa, per individuare un percorso virtuoso, per il rientro nei parametri del Fair Play Finanziario.
Le sanzioni incideranno sul mercato in entrata, il Milan già in estate ha agito secondo le linee guida del FFP e dovrà continuare a farlo finché, Gazidis (chiamato apposta) non creerà quell’aumento di ricavi, che possa permettere al Milan di abbandonare gradatamente questi paletti restrittivi.
Si parla e si fa mercato tutto l’anno, ma stavolta vista la situazione è veramente impossibile non farlo, il Milan fra l’altro deve farlo con anticipo e decisione, per arrivare prima sulle “occasioni” e limitare gli sforzi economici, servono: almeno un difensore (se non due), due centrocampisti (o uno se si resta con il 4-4-2) ed un centravanti, così diventa inevitabile che per acquisire tutti questi rinforzi, si debba lavorare tanto e intensamente.
Ecco perché si parla di tanta gente, perché per arrivare alle occasioni giuste, bisogna avare un ampio ventaglio di trattative, così a Suarez, Vidal, Sensi, Tonali, Diawarà, Fabinho e Paredes, si aggiunge anche Fabregas, giocatori scontenti, scaricati dai club, in scadenza di contratto, disposti ad abbassare le pretese e che siano ancora “importanti”.
Fabregas (accostato al Milan almeno da dieci anni) ha il contratto con il Chelsea che scade il prossimo giugno, ha 31 anni e non è più il giocatore ammirato all'Arsenal, ma ha una grandissima esperienza internazionale e soprattutto può essere liberato senza troppi problemi, e non ci sono grandi concorrenti, tutto dipenderebbe dalle richieste di ingaggio, se non dovessero essere folli.
Il Milan avrebbe chiesto anche alla Juventus Benatia, classe ‘87, facendo un’offerta per il prestito con obbligo di riscatto a 15 milioni (io un calciatore di 32 anni non lo prenderei per quella cifra), non gradita dalla Juventus (grazie), a gennaio uno tra Antonio Donnarumma e Plizzari dovrebbero lasciare il Milan, io opterei per Plizzari in prestito in modo che vada a crescere da qualche parte, lui come Gigio, Calabria e Cutrone sono il lavoro di un settore giovanile che bene o male funziona.
Altri talenti in rampa di lancio e che potrebbero approfittare di questa situazione particolare per ritagliarsi un angolino sono: il terzino destro Bellanova, l’attaccante Tsadjout, il centrocampista Torrasi e gli attaccanti esterni: Colombo (16 anni) e Daniel Maldini figlio di Paolo.


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