lunedì 18 marzo 2019

Non avevo dubbi.


Io non ho visto un’Inter morta, malata sì, ma un’Inter che è stata per un’ora padrona del gioco, perché se sostanzialmente la partita è stata equilibrata, l’Inter ha giocato meglio, ha giocato da squadra, una squadra dove la mano dell’allenatore si è vista, una squadra che non ha cambiato l’oro (Paquetà) per il piombo (Suso).

Il Milan? è stato il solito Milan, quello che ha paura, che non crede nei propri mezzi, quello che non osa mai e che aspetta il miracolo, se tutto questo però è stato possibile con le altre squadre, non si poteva pensare di farlo, con una squadra che era partita per contendere lo scudetto alla Juventus e che si giocava tutto in questa partita.

Il Milan ha avuto la possibilità di sfruttare il periodo no dei cugini, ma non lo ha saputo fare, come Rodriguez (Belem intendo) ha fatto risuscitare i morti, attenzione, l’Inter ha fatto la partita che doveva fare, il Milan invece ha continuato a fare un gioco che non deve fare.

Il Milan ha aspettato di stare sotto 2 a 0 per attaccare e appena l’ha fatto, anche se in maniera sconsiderata, si è visto che difronte aveva un’Inter malata, a cui si poteva dare il colpo di grazia, dal 2 a 0 in poi il Milan si è fatto preferire, nonostante la mancanza di idee e di gioco lineare.

Devo dire comunque, meno male che Gattuso ha sbagliato, perché alla fine è stato Calhanoglu che nel ruolo di Biglia ha dato i tempi e le geometrie che mancavano da ottobre, io non chiedo scusa a Gattuso come qualcuno vorrebbe e nemmeno ad Allegri, se allenassero il Palermo o il Cagliari verrebbero esonerati, non posso chiedere scusa a chi non sa che la migliore difesa è l’attacco, a chi non sa leggere la partita e mi lascia sempre in campo “gli intoccabili”.

Paquetà era stato l’unico a tirare in porta nonostante l’equivoco tattico, Piatek era stretto tra Skriniar e De Vrij, se ne sarebbe accorto pure un bambino che bisognava mettere un altro attaccante e a maggior ragione visto lo svantaggio di uno a zero, serviva anche un calciatore tra linee per limitare Gagliardini e Cutrone doveva entrare al posto di un assente Suso.

Biglia se non ce l’hai pazienza, ma se c’è l’hai devi metterlo in campo per darti le geometrie necessarie, non a scapito di Bakajoko, ma di Calhanoglu, non puoi “rappezzare” la squadra per paura, le squadre si costruiscono su un portiere forte, un centrale insuperabile, un regista e un attaccante potente, Biglia e Conti devono giocare, allora forse gli chiederò scusa.

Alla fine un altro esame fallito, bocciato senza appello, l’ennesimo scontro diretto che non abbiamo portano a casa, quando c’è da affondare il colpo non ci siamo mai, vero che il derby è un’altra partita, ma noi lo perdiamo sempre, da favoriti o no e adesso siamo di nuovo al quarto posto, con la Lazio che incalza.

E non sottovaluterei la questione Biglia-Kessie, questo non è un atteggiamento di un gruppo coeso che sta con l’allenatore e che vuole tornare in Champions League anche a scapito della propria persona, così come c’è lo dipingono, questa sconfitta potrebbe “scoperchiare” una mancanza di sconosciuta serenità, per tornare in Champions il Milan deve essere offensivo e siccome Gattuso non lo cambiano, bisognerà cambiare lui.

Suso non è in condizione, rallenta il gioco e lo rende prevedibile, per me deve restare fuori e lasciare posto a Cutrone, Piatek ha bisogno di una rifinitura più veloce e più pulita per fare gol e Paquetà dietro le due punte potrebbe esserlo, Biglia in cabina di regia con Bakajoko e perché no, anche con questo nuovo Calhanoglu, Conti a destra e Calabria a sinistra a spingere come i pazzi.

Diamoci una regolata e alla svelta, c’è ancora una semifinale di coppa Italia da giocare e una finale da conquistare e vincere, per non parlare di un posto in Champions League da centrare.

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