sabato 30 marzo 2019

Sullo stadio non facciamo politica.


Abbandonare San Siro, ristrutturarlo, farne uno nuovo, al di là dei romanticismi o dei conti, non si può continuare a dire che per crescere una società deve avere lo stadio di proprietà (San Siro o uno nuovo) e poi quando lo vuoi fare, ce ne sono di ogni tipo.

Tutti si riempiono la bocca di esempi virtuosi, si prende sempre a modello la Juventus e poi si può fare tutto, tranne che Inter e Milan abbiano lo stadio di proprietà, una cosa è certa, San Siro deve essere ristrutturato o “demolito”, non si demolisce il Colosseo o la torre di Pisa, ma si ristrutturano e così San Siro.

Ma non lo devono fare Milan e Inter, solo una delle due lo acquisisce e lo ristruttura, l’altra ne farà uno nuovo, ma in entrambi i casi dovranno essere di proprietà delle rispettive società e non essere del comune, se no non facciamo più i discorsi sugli stadi di proprietà, perché è una presa in giro, perché se le altre italiane vogliono raggiungere la Juventus o anche alcune squadre europee, hanno bisogno degli stadi nuovi e di proprietà.

Lo stadio condiviso esiste soltanto in Italia, ogni società ha il diritto di utilizzo durante la settimana come meglio crede, succede per esempio a Liverpool ed Everton, al City e allo United, ad Atletico e Real, ad Espanyol e Barcellona, per non parlare di Chelsea, Arsenal, Tottenham, West Ham e Fulham, è indiscutibile che due stadi a Milano sono l’ideale, uno per il Milan e uno per l'Inter di esclusiva proprietà, poi chi prende San Siro, chi se lo rifà, quello è un'altra questione.

San Siro è ancora uno stadio molto bello, ma non è “moderno", San Siro è un pezzo di storia del calcio italiano, secondo me più che demolirlo, per poi rimpiangerlo come il Filadelfia, si potrebbe pensare di ricostruirlo con la stessa l’architettura, migliorandolo all’interno, con attività commerciali e tutto quello che serve per fruirlo sette giorni su sette.

A quanto pare però è una questione economica dell’amministrazione comunale, che perderebbe un “mucchione” di soldi, Tronchetti Provera dice che San Siro è uno stadio meraviglioso e che l'ideale sarebbe costruire un nuovo stadio e far sopravvivere San Siro, con l'Inter che ci resta e poi ancora: la Juventus dimostra quanto è importante uno stadio per una squadra, Tronchetti Provera preferirebbe due stadi a Milano.

Di contro Scaroni ha spiegato, perché al Milan serve un nuovo stadio più moderno: se si vuole vincere, servono buoni giocatori che costano tanto e hanno ingaggi importanti, le proprietà se pur ricche, devono sottostare al Fair Play Finanziario e lo stadio di proprietà aumenta i ricavi e i profitti, il Milan, come le altre squadre del resto, sono fermi agli stessi ricavi di 15 anni fa.

Real, Barcellona, e United stanno schizzando nei fatturati, anche in Italia bisogna avere lo stadio nuovo e moderno, fruibile anche quando non c'è la partita, una struttura dove si possa andare con tutta la famiglia, per avere ricavi più alti, comprare grandi giocatori e tornare protagonisti di nuovo in Europa, anche Bergomi pensa che le due società di Milano hanno bisogno di impianti nuovi, di avere due stadi di proprietà diversi.

Per Condò Milan e Inter devono avere il doppio stadio, in Europa nessun grande club condivide lo stadio, il Milan costruirebbe uno stadio nuovo (come dice Scaroni) e Inter rimodernerebbe San Siro (come dice Tronchetti Provera), si giocherebbe a San Siro in attesa dello stadio del Milan e poi nel nuovo stadio in attesa che si ristrutturi San Siro.

Anche per Moratti sostiene, che non farebbe male avere due stadi e che un impianto da 60mila posti risulta sempre nuovo e facile da modificare. Gianfranco Teotino dice: "Inter e Milan devono avere uno stadio a testa, ristrutturazione di San Siro e a Rho magari la costruzione dello stadio nuovo”, come si vede l’idea di massima è una e poi non ci dimentichiamo che c’è un movimento contrario alla demolizione di San Siro, lo scoglio principale da superare è quindi la politica del Comune.

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