lunedì 5 dicembre 2022

Juventus nell’occhio del ciclone, qual è la novità.

 

La situazione che sta emergendo con la Juventus e nel calcio italiano, è una situazione nota a tutti, FIFA e UEFA compresa e molti la conoscevamo pure già abbastanza bene, forse nessuno si aspettava che si potesse arrivare alle intercettazioni, ma l'allegra e arrogante gestione della Juventus è indisponente, così come a loro indisponeva la prepotente gestione dei due stati calcistici, City e PSG, ma nel calcio così come nella vita, è sbagliato rincorrere le malefatte degli altri, per trovare giustificazione nelle proprie.

È inutile ripetere che “il pesce puzza dalla testa”, che le colpe sono anche e principalmente di chi permette a City e PSG di comandare nel calcio mondiale, di chi si è arricchito assegnando i mondiali al Qatar e che poi ha dovuto sottostare in maniera connivente, ai bilanci imposti dai tanti, troppi club “intoccabili”, sull'orlo della bancarotta ben prima del lockdown.

Il lockdown è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma anche l’occasione per nascondere le colpe e mimetizzare un po' le cose, il ministro Abodi parla della situazione della Juventus, dicendo che è soltanto la punta estrema e clamorosa, di un fenomeno su cui non possiamo voltarci dall'altra parte" e io dico: era noto a tutti e ci siamo voltati dall’altra parte, non capisco perché abbiamo dovuto aspettare che intervenisse la magistratura.

Quelle del ministro sono belle parole e spero che da quella poltrona, possa approfittarne per cambiare qualcosa nel calcio, più dell’immobile Gravina che riduce il suo intervento, solamente all’introduzione dei play off scudetto, “probabilmente la Juventus non è l'unica" e certo che è così, chi più chi meno sono tutte le società costrette ad imbrogliare per stare dietro alla Juventus ed è certo che "è il momento di mettere ordine e di andare a controllare in maniera più puntuale”, ma l’importante è che non si faccia come si è fatto fino ad adesso.

Le dimissioni di Gravina sarebbero un atto dovuto, come Elkan ha costretto alle dimissioni il suo CDA, tocca a Malagò o allo stesso Abodi chiedere le dimissioni di un presidente, dove all’interno della sua federazione, accadono queste e altre cose, non solo perché ci sono società che si comportano in maniera estremamente corretta, ma perché imbrogliare non è sportivo, non rappresenta l’“equa competizione”, perché bisogna mettere tutte le società nella maniera migliore di operare.

Cominciando a cambiare il decreto crescita, dare il via libera alla costruzione degli stadi, cambiare lo status del giocatore professionista e ridurre drasticamente le società professionistiche, chi può fa il professionista, chi non può fa i dilettanti, senza dovere ricorrere a bilanci truccati e plusvalenze fittizie.

Come dice Abodi: "l'autonomia sportiva deve esser garantita", ma "i comportamenti gestionali devono esser monitorati, analizzati, valutati ed eventualmente sanzionati”, sul fatto che “i fenomeni degenerativi vengano regolati all'interno del sistema sportivo", non sono d’accordo, perché poi finisce tutto in tarallucci e vino, facendo pagare tutto il conto solo a quattro poveri scemi, non posso poi che tributargli un plauso, per avere indicato che la strada intrapresa dal Milan e anche Napoli, sia l'unica percorribile in un mondo finanziariamente al collasso.

Ma il Milan e le altre società virtuosi devo essere anche aiutate e non solo prese ad esempio, se in un Paese come l'Italia, dove l'investimento più solido è costituito dagli stadi di proprietà, l’intervento del ministro deve essere imponente, Firenze, Roma, Napoli e ora Milano, aspettano uno stadio da sempre, ma sono ostaggio di funzionari compiacenti e di una politica inadatta, quindi adesso o mai più.

Il sistema delle plusvalenze, della disinvoltura nei bilanci e dei magheggi nel calcio italiano, vanno perseguiti per tutti, giusto che la Juventus abbia diritto a una difesa e a un processo equo, prima di essere dichiarato o no colpevole, ma è pure giusto che la Juventus e le altre partano da un fatto inconfutabile, quello della colpevolezza, perché se no diventa troppo semplice, minimizzare e poi lasciare cadere le cose e mettere come sempre la polvere sotto il divano.

Certo, non deve esserci una giustizia sommaria, però chi ha sbagliato deve pagare, su questo si deve essere intransigenti, senza fare finta di non riuscire a individuare chi ha sbagliato e se ha sbagliato, chi era complice e chi no, è il momento (veramente lo è da tempo) di intervenire pure sull’arroganza di chi espone in bella vista allo stadio, scudetti revocati giustamente dalla giustizia, per comportamenti antisportivi (e la retrocessione tra i dilettanti sarebbe stata la pena più giusta) e di chi si fa vanto di uno di scudetto di cartone regalato e che poi si è scoperto, nemmeno meritato. 

Spero che stavolta non si sia troppo buonisti, come lo si è stato per calciopoli e che si metta veramente mano a una ristrutturazione totale e che si infliggano pene severe, forse risolviamo così, anche il problema della Nazionale.

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