La situazione che sta emergendo con la Juventus e nel calcio
italiano, è una situazione nota a tutti, FIFA e UEFA compresa e molti la conoscevamo
pure già abbastanza bene, forse nessuno si aspettava che si potesse arrivare
alle intercettazioni, ma l'allegra e arrogante gestione della Juventus è
indisponente, così come a loro indisponeva la prepotente gestione dei due stati
calcistici, City e PSG, ma nel calcio così come nella vita, è sbagliato
rincorrere le malefatte degli altri, per trovare giustificazione nelle proprie.
È inutile ripetere che “il pesce puzza dalla testa”, che le colpe
sono anche e principalmente di chi permette a City e PSG di comandare nel
calcio mondiale, di chi si è arricchito assegnando i mondiali al Qatar e che
poi ha dovuto sottostare in maniera connivente, ai bilanci imposti dai tanti, troppi
club “intoccabili”, sull'orlo della bancarotta ben prima del lockdown.
Il lockdown è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma
anche l’occasione per nascondere le colpe e mimetizzare un po' le cose, il
ministro Abodi parla della situazione della
Juventus, dicendo che è soltanto la punta estrema e clamorosa, di un fenomeno
su cui non possiamo voltarci dall'altra parte" e io dico: era noto a tutti
e ci siamo voltati dall’altra parte, non capisco perché abbiamo dovuto
aspettare che intervenisse la magistratura.
Quelle del ministro sono belle parole e spero che
da quella poltrona, possa approfittarne per cambiare qualcosa nel calcio, più dell’immobile
Gravina che riduce il suo intervento, solamente all’introduzione dei play off
scudetto, “probabilmente la Juventus non è l'unica" e certo che è così,
chi più chi meno sono tutte le società costrette ad imbrogliare per stare
dietro alla Juventus ed è certo che "è il momento di mettere ordine e di
andare a controllare in maniera più puntuale”, ma l’importante è che non si
faccia come si è fatto fino ad adesso.
Le dimissioni di Gravina sarebbero un atto dovuto,
come Elkan ha costretto alle dimissioni il suo CDA, tocca a Malagò o allo
stesso Abodi chiedere le dimissioni di un presidente, dove all’interno della
sua federazione, accadono queste e altre cose, non solo perché ci sono società
che si comportano in maniera estremamente corretta, ma perché imbrogliare non è
sportivo, non rappresenta l’“equa competizione”, perché bisogna mettere tutte le
società nella maniera migliore di operare.
Cominciando a cambiare il decreto crescita, dare
il via libera alla costruzione degli stadi, cambiare lo status del giocatore
professionista e ridurre drasticamente le società professionistiche, chi può fa
il professionista, chi non può fa i dilettanti, senza dovere ricorrere a
bilanci truccati e plusvalenze fittizie.
Come dice Abodi: "l'autonomia sportiva deve
esser garantita", ma "i comportamenti gestionali devono esser
monitorati, analizzati, valutati ed eventualmente sanzionati”, sul fatto che
“i fenomeni degenerativi vengano regolati all'interno del sistema
sportivo", non sono d’accordo, perché poi finisce tutto in tarallucci e
vino, facendo pagare tutto il conto solo a quattro poveri scemi, non posso poi
che tributargli un plauso, per avere indicato
che la strada intrapresa dal Milan e anche Napoli, sia l'unica percorribile in
un mondo finanziariamente al collasso.
Ma il Milan e le altre società virtuosi devo essere anche aiutate e non solo prese ad esempio, se in un Paese come l'Italia, dove l'investimento più solido è costituito dagli stadi di proprietà, l’intervento del ministro deve essere imponente, Firenze, Roma, Napoli e ora Milano, aspettano uno stadio da sempre, ma sono ostaggio di funzionari compiacenti e di una politica inadatta, quindi adesso o mai più.
Il sistema delle plusvalenze, della disinvoltura nei bilanci e dei
magheggi nel calcio italiano, vanno perseguiti per tutti, giusto che la
Juventus abbia diritto a una difesa e a un processo equo, prima di essere
dichiarato o no colpevole, ma è pure giusto che la Juventus e le altre partano
da un fatto inconfutabile, quello della colpevolezza, perché se no diventa
troppo semplice, minimizzare e poi lasciare cadere le cose e mettere come
sempre la polvere sotto il divano.
Certo, non deve esserci una giustizia sommaria, però chi ha
sbagliato deve pagare, su questo si deve essere intransigenti, senza fare finta
di non riuscire a individuare chi ha sbagliato e se ha sbagliato, chi era
complice e chi no, è il momento (veramente lo è da tempo) di intervenire pure
sull’arroganza di chi espone in bella vista allo stadio, scudetti revocati giustamente
dalla giustizia, per comportamenti antisportivi (e la retrocessione tra i
dilettanti sarebbe stata la pena più giusta) e di chi si fa vanto di uno di scudetto
di cartone regalato e che poi si è scoperto, nemmeno meritato.
Spero che stavolta non si sia troppo buonisti, come lo si è stato
per calciopoli e che si metta veramente mano a una ristrutturazione totale e
che si infliggano pene severe, forse risolviamo così, anche il problema della
Nazionale.
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