Io mi stavo appassionando molto a questo nuovo ciclo con Cardinale, pensavo che con RedBird diversamente da Elliott, avesse più una mentalità sportiva che imprenditoriale e che con lui specie dopo avere vinto lo scudetto, avremmo potuto riprenderci quel posto in Europa e nel mondo che ci spetta di diritto e per il quale Berlusconi ci ha speso una marea di soldi e gente come Maldini, ci ha messo passione e sudore.
L’esonero di Maldini non è la
rivoluzione in casa Milan, così come ce la vogliono presentare, sono rimasti
tutti al loro posto e l’unico che si è dovuto togliere dalle scatole è stato
Maldini, perché Massara è stato “eliminato” a rimorchio, gli altri, Moncada,
Furlani e Pioli il “volpino”, sono rimasti al loro posto, aumentando caso le
loro responsabilità e il loro ego, sì il “volpino”
Pioli, perché basta leggere il comunicato del Milan e si capisce subito in
maniera chiara, chi è stato s fare fuori Maldini.
Quello che
non capisco o per lo meno, io capisco tutto, sono loro caso mai che non
capiscono e che nascondono i veri motivi sul licenziamento di Maldini, perché Cardinale
non ha ben chiaro cosa significa Maldini nel Milan, ma quello che mi stravolge
non è la scelta di Cardinale, che pensa solo ai dollari ed è convinto del moneyball, ma mi sconvolge Pioli, che per mantenere il
posto, si è venduto alla legge del business, scaricando su Maldini tutti i suoi
limiti tecnico-tattici e temperamentali.
Quello che mi sconcerta è
l’idea di un Milan, tenuto in vita solo per fare soldi e con la squadra che
arranca a metà classifica, con lo stadio nuovo semivuoto come ai tempi del
cinese e che lotta per salvarsi, il solo pensiero di quei tempi bui mi sale la rabbia,
io credo che non abbiamo fatto un grande affare a licenziare Maldini, ma non
perché è Maldini (pure), ma perché abbiamo criticato per anni la Roma di Pallotta
e anche dei Friedkin, anche loro sono americani, ma sia l’uno che l’altro, si
sono avvalsi del direttore sportivo.
Cardinale per me non sta
facendo il bene del Milan e dei milanisti, ma solo il suo, quando c’era il
Milan derelitto preso da Elliott, la mossa per il rilancio della società e
della squadra, a parte Gazidis, è stata quella di prendere, prima Leonardo e
Maldini e poi Boban con Maldini, il rilancio è partito da loro e poi è
proseguito con Ibra.
Molti giocatori sono venuti a
Milano solo per Maldini, come garanzia di serietà del progetto e ora ci sono giocatori
che avrebbero voglia di andare via, quindi non è vero che si può fare a meno di
lui, da quando è tornato al Milan nel 2018, i rossoneri piano piano sono tornati
a essere affidabile, grazie alla sua esperienza, alla sua intelligenza e al suo
carisma.
Ha sempre fatto da collante
tra la società e la parte tecnica, tanto che questa assenza non può essere
sottovalutata e sostituita con le statistiche, come può un algoritmo proteggere
Pioli dai suoi calciatori, nei momenti di difficoltà e a maggior ragione adesso,
dopo che ha trattato alcuni di loro con sufficienza e scarsa considerazione,
esclusi i suoi pupilli.
Maldini
aveva preso un impegno con i tifosi e oltre che con loro, aveva una grande
responsabilità di garanzia del progetto, anche con i calciatori, dall'altra
parte non c'era la stessa voglia di crescere sportivamente, ma di vivere alla
giornata e fare soldi, per questo sono disgustato e dispiaciuto, mi auguro di
no, ma credo che torneranno i momenti difficili, sia sul piano dei risultati, sia sul piano
del rilancio internazionale e di conseguenza con i calciatori, per convincerli
a scegliere il Milan, visto che non lo possono fare nemmeno con i soldi.
La crisi di gioco e di risultati di febbraio e il conseguente confronto aspro con Pioli, le sollecitazioni vibranti sul cambio del modulo, dell’utilizzo dei calciatori scelti in estate e la decisione respinta da RedBird di sostituire Pioli con un altro allenatore, hanno portato alla risoluzione del 5 giugno, la proprietà non ha gradito il tentativo di metterla con le spalle al muro, per ottenere maggiori investimenti, cosa che il 30 giugno dello scorso anno, era stata accordata, salvo a rimangiarsi tutto qualche giorno dopo.
A noi tifosi non interessa
Maldini, interessa il format aziendale del calcio sostenibile e non chiediamo
di cambiare rotta, ma di investire di più perché sono stati aumentati gli utili,
perché che piaccia o no, è la pura e semplice verità che non siamo strutturati
per competere sui due fronti, perché è sotto gli occhi di tutti che questa
squadra è stata spremuta ed è arrivata a fine ciclo, occorrono investimenti
importanti, per dare qualità di livello ancora più alto.
Maldini lo aveva chiesto lo
scorso anno in occasione dello scudetto: “Oltre alla piena autonomia sul
mercato, servono anche tre acquisti di un certo pregio”, i tre acquisti non
sono arrivati (Botman, Renato Sanches ecc.) e nemmeno dopo i 130 milioni
incassati dalla Champions, sono stati rispettati i patti e sono arrivati soli
35 milioni, con 10 calciatori da cambiare, grazie a Pioli che non è stato
capace di far crescere nessuno e peggiorando alcuni giocatori già in rosa.
Pioli non è riuscito a portare
nessun primavera in prima squadra ed è questo il calcio sostenibile del grande
coach, serve e bisogna acquistare un bomber da 70/80 milioni, secondo quelli
che sono i desideri del coach, se non ci fosse stato lo scudetto, la festa dei
tifosi, Gordon Singer e il cambio di proprietà, Maldini sarebbe stato liquidato
già un anno fa.
Con o senza Maldini, con gli
algoritmi o con Furlan, con il coach Pioli o con moneyball,
servono almeno 5/6 giocatori di livello, davanti serve un attaccante forte e un
esterno destro, un paio di centrocampisti e qualcuno per la panchina, ma devono
essere di livello alto, svincolati ma con ingaggi importanti, per competere in
campionato e in Champions.
Certo, saranno il tempo e i risultati a dare ragione a Cardinale o a Maldini, a me dispiace perché in questi quattro anni, Maldini ha dimostrato di poter costruire una squadra, che poteva tornare ai fasti di un tempo, può capitare di fare degli errori, ma il resoconto è positivo.
Nessun commento:
Posta un commento