I tifosi vorrebbero un Milan più attivo a livello di comunicazione, con una comunicazione meno ermetica e più chiara, è vero che Furlani ultimamente ha parlato di volere un Milan vincente e su questo è d’accordo anche Cardinale, solo che a queste parole non pare che stiano seguendo i fatti, non si intravede chiarezza e determinazione, serve un cambiamento forte e credo che cominciare almeno da Conceicao, che potrebbe essere l’allenatore perfetto, sia il primo passo verso una nuova direzione.
Poi però ci vogliono degli acquisti mirati e l’attuale squadra mercato nel
corso della passata stagione, non ha dimostrato di saper intervenire con
precisione e qualità, mancano dei tasselli (3, terzino sinistro, play e un
centravanti di scorta), adesso a questi si aggiungono: un nuovo centravanti, un
centrale difensivo e almeno un sostituto del big che verrà sacrificato
(Maignan).
Alcune trattative sono state già avviate a prescindere
da chi sarà l’allenatore, ma credo che le decisioni ultime, dovranno farle con
chi guiderà la squadra, al contrario, trovo che si tratterebbe di un altro
imperdonabile errore, sia tecnicamente, che di comunicazione, perché come si
vede, il tifoso del Milan non si accontenta più, vuole sentire e parlare di ambizioni,
che passa anche dalla scelta dell’allenatore.
La contestazione non era solo a Lopetegui, ma anche
per la fascia media di allenatori che rappresentava, già Conceicao, Amorim e
Thiago Motta non sono dei top, ma sono di una categoria superiore alla media,
anche Novellino
in riferimento alla lista che si era diffusa in un primo momento, ha detto che
non gli sembrava che i sostituti accostati alla panchina erano di livello
superiore.
Il Milan non è un buono fruttifero dove depositare i risparmi, siamo
stati un po' in difficoltà (non i soli), ma il Milan è tutto un'altra cosa, a
parte che senza i risultati sul campo, non si ottengono i numeri economici
fuori, la società Milan si è ripresa grazie a Gazidis ed Elliott, un po' pure
per Redbird e adesso dopo cinque anni è il momento di approntare un progetto
vincente, il Milan non vuole e non può accontentarsi di partecipare, vuole
tornare a correre per vincere e da subito.
Conceicao ha incontrato Villas-Boas, per capire se ci sono i margini per
essere liberato o andare avanti ancora con il Porto, nei prossimi giorni (il
26 maggio) si conoscerà il nome del tecnico e in quella data potrebbe essere quello
di Conceicao, perché non avrebbe senso aspettare 15 giorni una risposta, per
poi sentirsi dire: “Mi dispiace, ma resto al Porto”.
Io sono convinto che Conceicao conosce già il suo futuro, ma chiaramente
per motivi legati al fine campionato del Porto, a noi non è lecito saperlo,
però al Milan il tecnico lusitano lo ha detto e i rossoneri si comporteranno di
conseguenza, ovvero, se Sergio resta al Porto, a breve avremo il nome del nuovo
allenatore: Thiago Motta, Amorim (clausola alta), Fonseca o van Bommel.
Sicuramente in questa lista non c’è Allegri, che simpaticamente Biasin ha
voluto aggiungere, Biasin che stimo moltissimo, indipendentemente del tifo, ci
augura questa disgrazia, per essere sicuro che così l’Inter continuerà a
stravincere, noi Allegri lo abbiamo sopportato per tre anni e abbiamo già dato,
Allegri ha vinto 5 scudetti, perché ha ereditato una squadra fortissima, tra le
più forti in Europa e di gran lunga la più forte in Italia.
È stato grazie a questi 5 scudetti che Allegri è stato considerato
inopinatamente in un livello alto di allenatori, ma per me appartiene al
livello medio di cui si parlava prima, come non è l’abito che fa il monaco, non
sono gli scudetti che fanno grande un allenatore, comunque, speriamo che al
Milan non facciano questa ulteriore fesseria e speriamo di non dovere aspettare
fino al 26
maggio, per sciogliere l'enigma
legato al nuovo allenatore.
Adesso anche Pioli ci fa capire che nonostante abbia ancora un altro di contratto, la sua avventura al Milan è finita, lamenta giustamente il modo in cui il Milan lo abbia un po' abbandonato e ora che non ha più nulla da difendere ha smesso di fare il parafulmine, lo dimostra la formazione che è scesa in campo contro il Cagliari, già a Genova era uscito Leao (finalmente), che per l’allenatore: "È stato troppo poco dentro l'area", ma ci sono state anche partite peggiori.
Lui lo ha sempre “scusato” e riproposto, per
conto mio non ha fatto bene a Leao e non lo ha fatto crescere come avrebbe
potuto, anche i tifosi si sono rotti, di questo clima sempre accomodante, tanto
che Leao è uscito
tra i fischi e Pioli in merito ha detto: “Quando faccio i cambi non penso
di fare una cosa forte” e invece no, i cambi devono essere anche punitivi, devono
dimostrare che non hanno fatto bene e che devono impegnarsi di più, se no non
giocano.
Era ora (troppo tardi), se avesse avuto la forza di
metterli tutti in riga prima, invece di non creare attriti per salvarsi il
posto, non avremmo avuto questi anni mediocri e forse lui sarebbe ancora il
tecnico del Milan, assecondando i piaceri della nuova dirigenza, ha sbagliato
politica.
Per scelta tecnica, contro il Cagliari sono partiti
dalla panchina: Theo Hernandez, Leao, Calabria e Tomori, che non hanno fatto
una grande stagione, Pioli inoltre ha abbandonato il 4-2-3-1 ed è passato al
4-3-3, che si è ostinato a proporre sempre, anche senza i sotto punta a disposizione,
dove ci ha fatto giocare chiunque, sempre a scapito della fase difensiva.
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