sabato 15 aprile 2023

Il nervosismo di Spalletti, fa trapelare un po' di paura.

Posso capire il nervosismo di un allenatore, che da quasi imbattibile, in dieci giorni ha perso due volte con il Milan e ha paura di non riuscire a superare il turno, per approdare alla semifinale di Champions, traguardo al quale il Napoli non è mai arrivato, ma non giustifico i giornalisti di fede partenopea, che non si sono limitati a commentare la sconfitta del Napoli e la prova non del tutto convincente dell’arbitro di Kovacs.

Un giornalista intanto, al di là della fede calcistica, deve limitarsi a raccontare i fatti e a commentarli con obiettività, senza lasciarsi andare a supposizioni, che denotano una certa mancanza di professionalità, non si può parlare di “peso politico”, se non si è certi di quanto si afferma, non si può insinuare che l’arbitro abbia cambiato il modo di arbitrare, tra il primo e il secondo tempo, per via delle dichiarazioni di De Laurentis contro l’UEFA.

Tra i compiti di un giornalista, c’è quello di denunciare, perché allora si ha paura di fare il nome di certi collaboratori di Ceferin e di prendersi una querela, perché gli stessi giornalisti non hanno pensato male, quando il Napoli ha vinto contro il Milan, per un fuorigioco geografico di Giroud? L’arbitro non è stato impeccabile, ma c’è stata tanta arroganza da parte dei giocatori del Napoli, fin dai primi minuti, abituati come sono a farlo con gli arbitri italiani, credo che devono darsi una calmata, hanno protestato su tutto, anche su cose evidenti.

Di Lorenzo come Calabria, era già stato avvisato dall’arbitro, di far tenere un comportamento consono ai suoi giocatori e sono stati ammoniti entrambi, Kim non doveva essere così plateale nella protesta, il fallo c’era, zitto e mosca, invece di protestare il quel modo, il cartellino se lo è voluto lui, cosa c’entra il peso politico, i collaboratori di Ceferin, l’UEFA contro De Laurentis, ha fatto bene l’Ussi Campania a prendere posizione, condannando il comportamento dei giornalisti partenopei, che si sono resi protagonisti di una scomposta contestazione, agli arbitri della gara e al designatore Rosetti.

Non credo che se l’Ussi della Campania, avesse ritenuto deontologicamente corretto e non fazioso, il comportamento dei giornalisti partenopei, avrebbe segnalato l’accaduto al Consiglio di Disciplina dell’Ordine, il Napoli sta facendo cose meravigliose, i giocatori, l’allenatore, il direttore sportivo e il presidente, non possono scadere in certe bassezze, si perde e si vince, alcune volte immeritatamente, ma questo atteggiamento da squadra dilettante non le si addice.

Il Milan nella scorsa Champions e nello scorso campionato, ha subito tanti di quei torti, eppure se pur lamentandosi non ha accusato nessuno, non lo hanno fatto, né il club e né tanto meno i tifosi, vero che Kovacs deve ammonire Leao, perché rompere la bandierina è come togliersi la maglia dopo il gol, il giallo è codificato, ma non ha rotto volutamente la bandierina, il calcio non è stato così violento, l’arbitro lo ha capito e lo ha valutato come un gesto di stizza, senza nessuna violenza.


Nel primo tempo l’arbitro ha avuto un metro di arbitraggio e nel secondo tempo un altro, non è stato Ceferin a dirgli di cambiare il modo di arbitrare, per far uscire il Napoli dalla coppa, ha cambiato modo di arbitrare, perché i giocatori hanno incattivito la partita, i gialli di Anguissa ci stanno tutti e due, tanto che il giocatore si è scusato con i compagni di squadra, pubblicandole su Instagram, tutta la stampa sportiva italiana dà ragione a Kovacs.

Non c’è nessun complotto, capita di incontrare un arbitro non molto “pronto”, stavolta è capitato al Napoli e perché i giornalisti partenopei, non parlano degli episodi beceri e inqualificabili avvenuti sugli spalti, tanti tifosi milanisti del secondo anello verde, hanno dovuto subire per tutto il secondo tempo, azioni spregevoli da parte dei tifosi del Napoli del settore ospiti, non appartenenti ai gruppi organizzati, insulti pesanti, continuo lancio di accendini, bicchieri pieni di Coca-Cola e di urina, sputi continui, perché non dire che la tifoseria napoletana, non è europea come la squadra?

I tifosi del Napoli dovrebbero essere più rispettosi, i giornalisti più obiettivi e la società dovrebbe essere più onesta, per diventare grandi non serve piangere sempre, il Napoli si appresta ormai a vincere uno scudetto strepitoso, conquistato con enorme merito e che credo farà la storia del Napoli nei prossimi anni, nelle dichiarazioni però non stanno vivendo un momento particolarmente sereno, la polemica a fine gara, soprattutto dopo una sconfitta, è un’abitudine della cultura calcistica italiana e non di una grande squadra, che si affaccia con merito in Europa.

Ci si lamenta sul metro di giudizio dell'arbitro (condivisibile), senza tenere in considerazione, due episodi nell'area di rigore del Napoli, sulla traversa colpita da Kjaer, Rrahmani per evitare che Krunic potesse saltare, lo atterra trattenendolo vistosamente, Kovacs e il VAR hanno sorvolato inspiegabilmente, la stessa cosa nei minuti finali del secondo tempo, Saelemaekers entra in area, punta Lobotka, sposta la palla e lo salta, lo slovacco nel tentativo di intervenire, mette la gamba tra le gambe dell'avversario, incrociandole e sgambettandolo.

Se questo è un arbitraggio a senso unico e casalingo… l'arbitro non è stato uniforme, ma non lo è stato per nessuna delle due squadre, anche nell’episodio tra Theo Hernandez e Lozano, tutto si è chiarito senza provvedimenti disciplinari, nonostante poi Lozano abbia rifilato un calcione in ritardo a Theo, senza subire cartellini gialli, allora è un complotto pure contro il Milan. 

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