martedì 10 novembre 2020

E pensare che si poteva vincere.

 

Per me alla fine della partita, il pareggio va stretto al Milan, per tipologia di gioco espresso, per numero di occasioni create e per il numero delle possibilità sprecate, nel secondo tempo il Milan ha creato palle-gol a ripetizione, se ne sono contate 25 tra dentro e fuori lo specchio della porta, ha sbagliano un rigore e preso un incrocio dei pali con Ibrahimovic, Silvestri è stato miracoloso almeno su 5/6 palloni, ha battuto 14 angoli contro 1 del Verona, gli sono stati annullati due gol per un non niente e c’è un rigore non assegnato di cui non si parla.

Il Milan si era “fermato” a rifiatare, per 230 minuti il Milan non ha giocato, sono stati i 90 minuti con l’Udinese, i 90 minuti con il Lille e i primi 45 minuti con il Verona, in questi 230 minuti il Milan è stato molle, è arrivato secondo su tutti i palloni perdendo tutti i contrasti, è stato impreciso nei passaggi e nel palleggio, ritornando ad essere in pratica il Milan pre lockdown, dal primo minuto del secondo tempo con il Verona, il Milan ha dominano per tutti i restanti 50 e passa minuti, tornando ad essere il Milan recente che tutti conosciamo.

Alla fine è un peccato che ha lasciano 2 punti preziosi per strada, specialmente in una giornata di campionato, dove quelle che sono le nostre maggiori concorrenti per il quarto posto (Roma e Napoli) hanno vinto, il bicchiere mezzo pieno è il fatto che il Milan è tornato a giocare come sa e che avrebbe potuto vincere la partita in qualsiasi momento e comodamente (peccato per quei primi venti minuti), il bicchiere mezzo vuoto invece è il fatto che continuiamo a prendere gol su palle inattive e che continuiamo a sbagliare i calci di rigore.

Non è per dare addosso a Pioli alla prima difficoltà, ma si tratta di situazioni negative troppo frequenti e l’unico che può risolverle è lui, il Milan sulle palle in attive marca con il “castello” a zona, io sostengo che non c’è una maniera perfetta di marcare, sia a uomo che a zona, le differenze sono relative, anche se personalmente preferisco marcare a uomo, ma visto che per la precisione, sei degli ultimi sette gol subiti sono arrivati proprio da situazione di palle inattive, perché non provare a cambiare il sistema di marcatura, è possibile che questi giocatori per le loro caratteristiche marchino meglio a uomo?

Un altro dei dati preoccupanti è quello dei gol fatti da calcio d’angolo a favore, infatti il Milan non segna mai, negli ultimi 46 calci d’angolo calciati in questa stagione, non ha mai segnato, eppure in area Ibrahimovic le prende tutte lui, tanto che lo troviamo nella nostra area a respingere di testa su gli angoli avversari, con una sostanziale differenza però, che gli avversari battono gli angoli alti, lunghi e in area, Calhanoglu li batte bassi al limite dell’area piccola e bene che vada già direttamente fuori, è mai possibile che con un Ibra così non possiamo segnare? Ma cambiare “esecutore” no?

Per quanto riguarda i calci di rigori mi sono espresso già la scorsa settimana, se Ibra per il suo ego smisurato pretende di batterli sempre lui, è compito dell’allenatore imporre il giocatore che deve battere i rigori e invertire le gerarchie, con la trasformazione del rigore avremmo vinto e distaccato Roma e Napoli che con i ricorsi in corso potrebbero avvicinarsi ulteriormente, il Milan superiore in tutto e per tutto al Verona, avrebbe potuto e dovuto vincere.

Non è possibile che una squadra produce 25 tiri verso la porta, una marea di occasioni da gol e poi non vince la partita, il Milan è stanco e ha la necessità di recuperare le energie in alcuni uomini importanti, a cominciare da Ibrahimovic per finire a Theo Hernandez, anche se il Milan nel secondo tempo è salito tutto di livello.

Spero che Ibra non batterà più i rigori, dopo il quarto errore stagionale su sei tiri dal dischetto, lasciamo che a pensarci sia Kessie, per la seconda volta (Roma e Verona) e  per motivi diversi è andata così, anzi dobbiamo essere veramente contenti che alla fine non è arrivata la sconfitta, quella sì che sarebbe stata una beffa, non voglio parlare di punto guadagnato o punto perso, per me la cosa importante è che il Milan si sia ritrovato e che sia uscito dal momento complicato in cui si trovava, sul quale Pioli dovrà lavorare durante la pausa per le Nazionali, perché perdere un’altra volta sarebbe (è se dovessimo perdere a Napoli) stato un guaio serio.

La sosta arriva al momento giusto, al ritorno in campo dopo la sosta il Milan sarà a Napoli, sarà comunque ancora in testa alla classifica e sarà un’altra partita da scudetto, perché così al momento recita la classifica, una sfida di vertice che speriamo di affrontare con un Milan brillante e in palla, come è sato per 24 partite consecutive.

Arriva la sosta ma per chi? Tra under 21 e nazionali il Milan li perderà quasi tutti e come le altre squadre, del resto, non avrà modo di farli riposare e né tanto meno di potere lavorare su tutte quelle criticità che ho appena elencato, resterà almeno Ibrahimovic a cui verrà risparmiato lo stress di viaggiare, senza contare che come spesso accade, qualcuno torna con qualche problema muscolare e speriamo negativi.

Non ci sarà pausa per Maldini e i suoi collaboratori, che sfrutteranno (e non potrebbe essere diversamente) questa sosta per portare in porto le trattative per il rinnovo di Donnarumma, Ibrahimovic e Calhanoglu, senza dimenticarsi del mercato di gennaio, una squadra che vuole puntare allo scudetto o al quarto posto che sia, in una situazione di pandemia, non può non pensare di individuare un attaccante di scorta per Ibrahimovic, non deve essere un altro vecchio e nemmeno uno troppo giovane (c’è già Colombo), diciamo una mancata promessa di 26/27 anni.

E poi il difensore centrale, Duarte lascerà il Milan proprio in questa sessione di mercato invernale, in prestito in Serie B all’Empoli o al Frosinone, per acquisire minutaggio ed esperienza, a breve sicuramente anche Musacchio andrà via e molto probabilmente anticiperà di 6 mesi il passaggio al Monza, deciso a vincere il campionato di serie B.

Il preferito resta Milenkovic, ma appare pure il più difficile, da più parti si dà per certo Kabak e adesso è molto gettonato Lovato, contro il Milan l’ho visto molto incerto, vi dirò che mi è piaciuto molto invece Magnani, senza dimenticarci di Ajer, i nomi sono tanti, ma la cosa importante è muoversi con molta più decisione di quanto non si sia fatto in estate, perché la reazione di carattere c’è stata e ora il Milan va completato, per diventare una squadra che lotterà fino alla fine per uno dei quattro posti per la Champions.

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