Grande traguardo per Stefano Pioli, dopo lo scudetto dello scorso anno, quest’anno ha vinto la panchina d’oro, raggiunto il traguardo delle 800 panchine in carriera tra i professionisti, ottenuto prima gli ottavi ed ora i quarti di Champions, che non aveva mai avuto il piacere di raggiungere e lo ha fatto con la squadra, con cui conta più presenze in panchina e pensare che stava per andare alla Sampdoria e che al Milan doveva essere solo il traghettatore per Rangnick.
Il Milan non raggiungeva i quarti di
Champions League, dalla stagione 2011-2012 con Allegri in panchina, il
passaggio del turno porterà 10,6 milioni di euro come premio e oltre 9 milioni
di euro di incassi da botteghino, una cifra importante in vista del prossimo
mercato estivo, la partecipazione ai quarti, oltre che alla soddisfazione dal
lato sportivo, potrebbe convincere meglio Leao al rinnovo.
Ma non salgo comunque sul carro del vincitore, mi
limiterò come al solito a fare le mie costatazioni o se volete riflessioni, che
non cambiano per una partita azzeccata o per una fatta male, per me il
risultato è fine a sé stesso, la valutazione è complessiva, si basa sul gioco e
sulle scelte tecniche, perché se continui a sbagliare giocatori da mandare in
campo e giochi così così, anche se passi un turno di Champions, per me non sei
all’altezza del Milan.
Premesso questo, i
complimenti, le felicitazioni, i risultati, non mi faranno cambiare facilmente opinione
o giudizio, proprio perché io non dimentico da dove siamo partiti, mi accorgo
che continuiamo ad arrancare, non abbiamo una delle migliori squadre delle
prime otto in Europa, anche perché se no Cardinale ci riduce pure il budget e
non abbiamo il migliore tra i primi otto allenatori d’Europa, proprio perché
siamo il Milan, non ci dobbiamo accontentare e il campionato, con la sua
classifica ce lo ricorda ogni giorno.
Quindi sarò critico,
giustamente e profondamente critico, ma sarò anche tifoso, non c’è dubbio che
la qualificazione ai quarti, oltre ai soldi, sarà preziosa per il morale e
anche per i programmi futuri, ma non possiamo dimenticare, che la squadra
campione d’Italia è a 18 punti di distanza, da un Napoli si stratosferico, ma
sempre 18 punti di distanza sono e il campionato non è ancora ancora finito,
non ci dobbiamo dimenticare, che oggi se il campionato finisse qui, bene che ci
va faremmo la Conference League.
Questo passaggio ai quarti, non
ci deve fare dimenticare, che abbiamo dovuto ricorrere al quasi 42enne
Ibrahimovic per uscire (forse) dalla crisi, perché l’allenatore che continua a
parlare di 4-2-3-1, da solo non ce la faceva, questo passaggio ci deve fare
ricordare, che in attacco abbiamo Ibra, Giroud (cominciano ad affacciare le
prime crepe), Origi, Rebic, Leao e Messias, senza parlare di Diaz e De
Keteleare, non abbiamo cioè, calciatori di livello per stare nei quarti di
Champions.
Questo passaggio ci dice che
abbiamo dei giovani di grande personalità, ma che ci manca personalità a
centrocampo e nella squadra, insomma io non mi accontento di passare il turno
contro un derelitto Tottenham, di giocare i quarti con Saelemeakers e di subire
l’arrembaggio finale degli avversari in dieci, che se non fosse stato per
Maignan (meno male che l’abbiamo noi), stamattina forse, staremo lì a
rimpiangere qualche contropiede sbagliato o la mancanza di un regista.
Perché come diceva mio padre: “carti passanu e jucaturi sa vanta”, il fatto che abbiamo passato il turno, non vuol dire che siamo stati tutti belli e bravi, usciamo fuori dalla retorica ed entriamo nel mondo reale, senza fare l’errore fatto nel 2007, che abbiamo vinto la Champions con una squadra senza futuro o nel 2011, quando abbiamo vinto lo scudetto e abbiamo cominciato a prendere i parametri zero e ad accumulare debiti, che ancora oggi paghiamo.
Non mi piace vivere di facili
entusiasmi, sento dire che: “abbiamo aspettato Leao e bisogna dire che nella
seconda parte della sfida è uscito dal guscio nel quale si era ritrovato anche
se nel tiro non è stato preciso”, lo abbiamo aspettato? Perché è arrivato? Perché
che cosa ha fatto? Un tiro alle stelle? Leao nel Milan è come Polifemo nella
valle dei ciechi, gioca titolare al Milan perché non abbiamo altro, in una
delle migliori otto squadre europee, farebbe panchina.
Lo abbiamo aspettato e quando
si è consacrato? Dopo quasi quattro anni è migliorato, ma è sempre un mezzo
giocatore e per tre anni lo ha avuto Pioli che non è riuscito a farlo diventare
un campione, lo so che sono un rompicoglioni e che non riesco a divertirmi
neanche nei momenti di festa, ma credo che non bisogna illudersi, perché la
realtà è diversa e l’amarezza potrebbe essere più profonda.
Qual è il vero Milan? Quello
a cui Pioli ha chiesto di giocare con personalità e perché non gli e la chiesto
pure a Firenze o quello che si è mosso con i tempi sbagliati e non pensava al
Tottenham? Il Milan senza dubbi ha meritato la
qualificazione ai quarti, un risultato straordinario, proprio perché il Milan
non è straordinario, anche se ha rischiato poco e sprecato molto, godiamo della
vittoria e del fatto che in due partite il Tottenham ha fatto tre tiri in
porta, ma ricordiamoci anche che il Sassuolo in una partita ha fatto cinque
gol.
Abbiamo l’obbligo di capire, se abbiamo vinto noi o se ha perso il Tottenham, perché conoscere il passato, ci aiuta a capire il futuro, a Londra non tutti hanno fatto il suo, qualcuno è stato sottotono ed è bastato, sarà così pure in futuro? Il passaggio ai quarti è un'impresa che il Milan meritava, ha avuto rispetto dell’avversario, cosa che non ha avuto con la Fiorentina, non è stata una gara spettacolare e non lo poteva essere per motivi diversi, le due squadre non sono tra le migliori in Europa, anche se il Milan ha ritrovato concertazione e autostima, gli manca ancora la continuità.
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