venerdì 23 febbraio 2024

La qualificazione era il minimo sindacale.

Una volta tanto voglio essere in contro tendenza, contro il Rennes a mio modo di vedere, la sconfitta del Milan è stata una sconfitta onorevole, in fin dei conti ha subito due rigori, che sempre a mio avviso erano dubbi o molto generosi e Maignan non ha dovuto fare miracoli, pochi tiri verso la porta rossonera e nessuno di questi è stato pericolosissimo, ha segnato due gol e per tanto sempre a mio parere, si può dire che il Milan è uscito a testa alta.

In fondo, ha fatto quello che doveva fare in un play off per accedere agli ottavi e dopo avere vinto 3 a 0 la gara d’andata, diciamo che alla fine i rossoneri hanno fatto la gara che serviva, fermo restando le fragilità difensive, il modulo sempre troppo sbilanciato, i macroscopici errori sotto porta di Leao, l’approccio e l’atteggiamento per certi versi censurabile, ha comunque portato a casa il passaggio del turno.

È anche vero che è stata la solita squadra spaccata in due, che come sempre finisce per fare le barricate per difendere il risultato, che ha sofferto anche contro il Rennes, ma l'ha fatto quasi sempre con lucidità, tutte queste cose che sono il Milan di Pioli.2, preoccupa per il percorso futuro della squadra in questa stagione e quindi è molto importante che Pioli trovi qualche rimedio a queste criticità.

La gara come sempre, è stata una sagra di errori e passaggi sbagliati, che non può reggere al confronto di squadre meno modeste del Rennes, così come non si può inneggiare al secondo gol segnato da Leao in Europa League, per quanto è stato fortunoso, dopo avere dimostrato ancora una volta, la sua incapacità di concretizzare i contropiedi e le occasioni che capitano sul suo piede, anche perché non incidono nemmeno Chukwueze e Okafor, suoi eventuali sostituti.

Per arrivare in fondo alla competizione come vorremmo, servirà ben altro, quindi il mio essere contro tendenza, non significa salire sul carro del vincitore (il Milan che passa il turno) e né tanto meno sono per la riconferma di Pioli e non posso non pensare alla possibilità del turnover, prima della prossima partita di coppa, che fortunatamente sarà lo Slavia Praga e forse il turnover sarà meno massiccio, se non con la Lazio almeno con l’Empoli lo farà.

Più che il turnover di Capello, servirebbe il Milan due di Sacchi, è vero che il Milan ha il turnover nel suo DNA, visto che lo ha inventato Capello quando ha ereditato la squadra da Sacchi, ma i protagonisti di allora, sono ben diversi dai figuranti di adesso e poi il turnover non porta bene a Pioli, basti pensare al Monza quest’anno in campionato, al Torino in coppa Italia la passata stagione e alla Cremonese l’anno scorso, il turnover non è per Pioli, gli porta male.

Jovic ha segnato 8 gol fino a qui in stagione, il suo rendimento però è legato a quando entra, a quando è in coppia con un’altra punta o a quando c’è da recuperare il risultato, ma quando parte dall’inizio le difficoltà esistono e in tema di mercato, hanno deluso le aspettative Musah, Okafor e Chukwueze, in pratica sono le esatte copie di Vranckx, Adli e Origi, meno male che quest’anno il mercato non lo ha fatto Maldini, il loro rendimento è stato in controtendenza a quanto volevano realizzare Furlani e Moncada.

È evidente quanto la rosa del Milan sia più corta del previsto e non rispecchia le intenzioni della società, di dare più soluzioni possibili a Pioli, spero che a fine stagione si facciano le dovute valutazioni, anche per Jovic e non è da escludere un nuovo viavai l’estate prossima, il Milan continua ad avere una fase difensiva terribile e Adli ha dimostrato di non avere nelle sue corde la fase difensiva.


Il francese non ha quel cambio di passo per stare davanti alla difesa, è un giocatore che può giocare in quel ruolo, ma almeno in un centrocampo a tre e con gente come Gattuso e Ambrosini accanto, è inutile continuare a ripetere sempre le stesse cose, questo è un Milan scoperto e i 9 risultati utili consecutivi, per me non devono e non dovrebbero cambiare il destino di Pioli, così come non dovrebbe essere riconfermato solo per questo passaggio di turno.

Per me e spero vivamente che sia così, Pioli non sarà sulla panchina del Milan l'anno prossimo, non vedo un futuro ancora al Milan per lui, il suo ciclo per me si è esaurito, Pioli ha fatto bene i primi tre anni, quando ha fatto molto di più di quello che doveva fare il Milan, ottenendo buoni risultati e un gioco piacevole, ma dopo lo scudetto c’è un po' di confusione e presunzione, questo bisogna ammetterlo.

Passiamo alle riforme, la Federcalcio ha in mente un nuovo piano sui debiti e sull’indice di liquidità più alto, la riduzione del numero delle squadre nel calcio professionistico, regole più stringenti per quanto riguarda le norme economico-finanziarie, per stabilizzare la situazione dell’intero sistema calcio, un processo di risanamento dei conti, che è indispensabile e reso dalla grande crisi legata al Covid, che ha portato le perdite di esercizio del calcio italiano, da 412 milioni nel 2019 a 1,3 miliardi nel 2021/22.

La sola Serie A conta debiti per 1 miliardo, c’è un piano triennale anti debiti per i club e l’irrigidimento di diversi requisiti, portando i controlli della Covisoc da due a quattro nel corso dell’anno e la volontà di innalzare l’indice di liquidità, da 0,6 a 0,7 nel 24-25 e fino a 0,8 nel 25-26, crescente progressivamente fino a 1, equilibrio ideale di qualsiasi azienda e mo’ so cazzi, il rapporto tra attività e passività correnti se violato, bloccherebbe il mercato.

Stesso discorso vale per l’indicatore di indebitamento, il rapporto debiti-ricavi, che entro il 2030 dovrà scendere a una soglia più sostenibile tra 0,65 e 0,7, che è quasi la metà di quello attuale 1,2; insomma le proposte non mancano, ma ora va trovata la giusta chiusura del cerchio, per rendere davvero effettiva una riforma del calcio italiano, prima si fanno e prima si riuscirà a essere competitivi. 

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