giovedì 7 gennaio 2021

La befana porta il carbone alle milanesi.

Finalmente abbiamo perso una partita, così i nostri detrattori possono essere contenti, l’unica cosa che mi dispiace, è quella di avere dato ossigeno ad un album di figurine, perché io di gioco di squadra nella Juventus non ne ho visto, ma se loro sono convinti come dice Pirlo: “E' importante venire a giocare contro la prima in classifica con lo spirito di comandare la partita", a me va bene lo stesso, ma da buon Juventino ha visto un’altra partita.

Nella seconda parte del primo tempo e per buona parte dell’inizio del secondo fino all’1 a 3, abbiamo veramente comandato noi la partita e Capello, che è stato juventino da calciatore e da allenatore, ma che è intellettualmente onesto, ha commentato così lo spirito di comandare la partita da parte della Juventus: "La Juve ha una rosa lunga, il Milan con le assenze non ha avuto una rosa all'altezza. L'hanno decisa i cambi e Chiesa".

Questo in italiano significa che non hanno “giocato” meglio, che non hanno “comandato” e lo dice pure Del Piero, la bandiera della Juventus per antonomasia, sottolineando come la prova dei rossoneri, privi di tanti giocatori, sia maggiormente da evidenziare: "La Juve è stata cinica ma mi ha sorpreso in modo molto più positivo il Milan".

Sempre Pirlo sul gol di Calabria: "Prima di tutto c'è da fischiare il calcio di punizione, poi arrivano gli errori della squadra. Non eravamo messi benissimo. Nasce tutto da un fallo non fischiato" e continua sempre a dare la colpa agli altri, pur ammettendo che non erano messi benissimo e che ci sono stati degli errori difensivi.

Il fallo si poteva fischiare, ma come dice Cesari: “Il gol del Milan è viziato da un fallo di Calhanoglu” e “Irrati doveva tornare indietro ad ammonire Bentancur per la seconda volta” e poi: “Al 94° c'era un rigore per un fallo di Rabiot su Hernandez con la gamba del francese che va netta su quella dell'avversario”, ma se a Pirlo sta bene così, se è così che sono venuti a comandare in casa della prima in classifica, alzo le mani, tutte le opinioni sono rispettabilissime.

Io preferisco guardare in casa mia, faccio un’analisi seria della partita e la rapporto ai programmi dichiarati dalla società e ai veri problemi esistenti e da affrontare, senza giustificare niente e senza dare la colpa ad altri, quindi quali sono i dati oggetti?: la società si è data una programmazione di 3 o 4 anni, per tornare ai livelli del Milan che tutti abbiamo conosciuto, la squadra che la Juventus ha dominato è ancora in testa alla classifica, dimostrando al momento di essere andata oltre a quanto richiesto, ovvero un posto in Champions.

Per noi quest’anno è fallimentare se non andiamo in Champions, ma questo non significa che non proveremo a vincere lo scudetto, un’altra parte del programma è quello di rimettere i conti a posto ed avere una squadra forte per il futuro, il brand sta crescendo, il valore dei giocatori pure e il monte ingaggi è un terzo di quello della Juventus, senza avere bisogno di vendere ragazzini sconosciuti della primavera a 10/15 milioni per aggiustare il bilancio, o vendere Pjanic a 75 milioni per ripianare le uscite.

Una volta analizzati i programmi e visto che sono in linea con una oculata gestione aziendale, passiamo ad analizzare quali sono i problemi e cosa si può o si deve fare per non essere dominati più dalla Juventus, noi intanto l’allenatore di sicuro non lo dobbiamo cambiare, perché con Atalanta e Sassuolo facciamo il gioco più bello e fare meglio di così nelle condizioni in cui siamo era impossibile, perché il Milan ha perso, ma lo ha fatto a testa altissima, lottando alla pari contro una squadra non più brava, ma più completa e con più alternative in panchina e questa non è solo la mia rispettabilissima opinione.

Abbiamo perso dopo 27 risultati utili consecutivi in campionato, la prima sconfitta sicuramente non ci ridimensiona, come non può ridimensionare nessuna altra squadra con lo score che ha il Milan, abbiamo perso una partita dove abbiamo creato più occasioni rispetto alla Juve, le nostre assenze hanno pesato più in quantità e in qualità e nonostante le scelte tattiche obbligate ed inventate, siamo stati più convincenti e messi meglio in campo, pur non avendo la panchina assai più ricca degli avversari.

Da questa sconfitta non ne usciamo ridimensionato assolutamente, le riserve giocano in un meccanismo che funziona, ma non sono i titolari, ecco quale è il problema, dobbiamo recuperare al più presto gli elementi più importanti e rinforzarci sul mercato, la società deve capire e penso che lo abbia capito, che il Milan sta vivendo una grande stagione e che questo è un momento da sfruttare, dobbiamo crederci nello scudetto e rafforzare l’organico.

Abbiamo raggiunto equilibri perfetti, la squadra e la società funzionano, abbiamo raggiunto in anticipo i risultati sperati e il tempo ci darà ancora più ragione, perché non siamo il Milan di un anno, ma siamo il Milan con un futuro, spendendo un terzo della Juventus e la metà dell'Inter, con una squadra forte e una società oculata e lungimirante con l’autostima e la fiducia in tutti, che ci permetterà di andare lontano.

Questa sconfitta non fa altro che confermare, tutto quello che di buono abbiamo fatto in queste 27 partite, con una squadra dimezzata abbiamo tenuto testa per un’ora alla ricca Juventus e non abbiamo trovato nella panchina gli stessi sostituti dei bianconeri, che sono “rientrati” in ballo per lo scudetto, grazie ai singoli e non ancora per il gioco, a me è piaciuto nel complesso di più il Milan e se fossi in Pirlo mi chiederei, se ci fosse stato il Milan vero come sarebbe andata a finire.

Noi queste domande ce le facciamo e non ci nascondiamo dietro ad una vittoria, i nostri programmi di mercato sono sempre stati gli stessi, abbiamo sempre saputo quali erano i nostri limiti anche quando vincevamo, vincere non ci basta a giustificare cose ci manca (nel caso della Juventus il gioco), sappiamo che per alzare l’asticella e competere per lo scudetto bisogna fare qualcosa di più, ma che nelle prime quattro possiamo starci fino alla fine.

L’obiettivo per noi resta la qualificazione in Champions, le assenze hanno pesato, ma siamo rimasti a lungo in partita, con coraggio, entusiasmo e soprattutto con il gioco, ma stavolta era oggettivamente complicato fare di più, perché sette assenze e che assenze sono troppe. 

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