lunedì 29 novembre 2021

Una rondine non fa primavera.

Questo è quanto ha spiegato Pioli in conferenza stampa: "Le medie squadre, dopo una grande partita, si accontentano, affrontando l'impegno successivo con meno attenzione. Le grandi squadre, invece, affrontano le partite con maggiore qualità e attenzione. Abbiamo l'opportunità per tornare a fare le cose bene anche in campionato". 

In questo caso non c’è peggiore nemico della convinzione, non dobbiamo ricercare da nessuna parte le cause di questa sconfitta e per me anche per le ultime tre partite di campionato, la causa è la “convinzione”, se già l’allenatore è convinto che sono una grande squadra e che il loro modo di stare in campo e da grande squadra, figuriamoci i giocatori, del resto devi essere convinto delle cose che fai, ma spesso la “troppa” convinzione travisa la realtà.

Mi dispiace dire “ve lo avevo detto”, un allenatore non deve essere un tifoso, deve guardare tutto con lucidità e obiettività, perché è lui che sceglie, è lui che decide e che condiziona, influenza, ecco perché non basta solo metterli in campo o fare eserciti tecnico-tattici avanzati, l’allenatore deve gestire le menti e i momenti, cominciando dalla sua.

La vittoria con il Sassuolo, doveva certificare che la sconfitta di Firenze, era stata solo un'eccezione e invece ha dimostrato che l’eccezione, “la rondine che non fa primavera”, è stata la vittoria con l’Atletico Madrid, ora è inutile ricordarvi che queste cose le ho già dette nel post di ieri e di qualche giorno fa, come diceva Zeman: “ci sono cose che non puoi vedere con il cronometro, li vedi guardando dentro gli occhi dei giocatori”.

Credo che questo non sia stato fatto, ma a mio avviso non è stato fatto un obiettivo esame delle due fasi di gioco, il Milan da un mese a questa parte e anche a tratti durante il resto del campionato, attacca male e difende peggio, l’augurio è che ci si accorga di questo difetto, che non venga camuffato come “gioco molto europeo” e che si torni alla “precisione nelle due aree di rigore”, solo così si può pensare di tornare a puntare con forza allo Scudetto.

Come ha detto Pioli: “Le grandi squadre, invece, affrontano le partite con maggiore qualità e attenzione” e aggiungo io sempre, avere preso 8 gol in 3 partite e 18 totali fino adesso in campionato, con tre prestazioni e mi fermo solo su queste 3, diciamo: non da grande squadra, non si può ridurre tutto a solo (è sempre Pioli che parla): "Oggi ci è mancata la lucidità, dovevamo gestire meglio il vantaggio, invece abbiamo commesso errori che in questo momento paghiamo a caro prezzo”, io invece dico che spesso ci è mancata la lucidità in questo campionato; Bologna, Verona e in qualche altra situazione, solo che poi è finita bene.

Diciamo che spesso siamo stati fortunati a gestire meglio il vantaggio, abbiamo sempre commesso errori, che abbiamo avuto la fortuna di non pagare a caro prezzo, quindi non si tratta di un momento, pertanto, se non si vedono queste cose o meglio, ci si assume il rischio, non vinceremo mai niente e di conseguenza non siamo da scudetto, perché per vincere lo scudetto tutto deve funzionare alla perfezione, non ci si può affidare al “rischio”, per quanto sia calcolato.


Pioli poi dice: “Abbiamo preso sette gol in due partite, evidentemente qualcosa non ha funzionato", beh! Qualcosa non funziona ad ogni partita perché i gol subiti sono tanti e ne abbiamo preso molto meno di quanti ne avremmo dovuti prendere e poi, perché le cose non hanno funzionato? ancora Pioli: “Abbiamo perso palloni che andavano gestiti meglio”, ma quante volte, quante partite la gestione della palla è stata “suicida”, non è che l’abbiamo gestita meglio in altre partite, siamo stati fortunati, ma se non vediamo neanche questo….

Per Pioli: "La nostra fase difensiva prevede queste situazioni, nelle partite precedenti li abbiamo vinti e oggi li abbiamo persi”, quindi! queste situazioni “suicida” si vedono, però non vi si pone rimedio, si accetta il rischio che possa andarti bene e se poi non ti va bene, ci perdi lo scudetto, non mi pare che Conte o altri che vincono gli scudetti, lasciano le cose così tanto al caso o la “rischio” come vogliamo chiamarlo.

Sempre Pioli: “Non è mai responsabilità di un unico reparto”, difatti, è tutta la fase difensiva che è deficitaria, sui calci d’angolo vanno a saltare tutti e lasciamo solo un uomo sul cerchio della metà campo e quando gli avversari ripartono, sono sempre ripartenze rischiose, che spesso finiscono bene, ma il rischio è tanto e non è sempre “che la fortuna ci sorride”, non si può puntare allo scudetto (perché è l’obiettivo dichiarato), mettendo nella “programmazione” la fortuna.

Se poi a questo aggiungi la mancanza di lucidità, per chi torna da un infortunio e non hai ancora l’attenzione giusta, se poi hai la testa al contratto, se poi ti sei già convinto che sei il migliore o che hai già vinto lo scudetto, è chiaro che “mentalmente” non sei lucido nelle scelte e non è vero quello che dice Pioli: “Siamo partiti fortissimo e ora tutti abbiamo fatto qualcosa di meno e a questo livello si nota, specie con un avversario come il Sassuolo", siamo partiti fortissimo perché? abbiamo 2 punti in meno dello scorso anno e una credibilità scudetto maggiore e a questo livello si nota?, bene! o scegliamo di: “essere grandi squadre", oppure “una squadra media”, ma non può essere a convenienza. 

domenica 28 novembre 2021

Imperativo: tornare a vincere in campionato.

Dopo la firma del contratto di Pioli, dopo la vittoria a Madrid e dopo che l’Inter si è messa a un punto dal Milan, con il Sassuolo bisogna riprendere a vincere, la squadra fin qui ha fatto un buon lavoro, la squadra è in crescita, ma questa crescita (vittoria a Madrid) deve proseguire in campionato, se per caso contro il Sassuolo il Milan ha una battuta d’arresto, entra nella stessa situazione della scorsa stagione, seconda ad inseguire in un gruppo affollato.

Non si può negare che il Milan sta facendo molto bene, però per lo scudetto (lo dice la classifica) deve fare molto di più, resta solo da stabilire se può fare di più e/o se vuole fare di più, se si accontenta oppure vuole provare a imporsi sempre, ovunque e comunque, non si può vincere a Madrid e perdere in campionato con una Fiorentina che si è fatta liquidare dall’Empoli.

Fino alla partita di Firenze, il Milan si è dimostrato forte e convinto, dopo questa vittoria in Champions deve fare un altro passo in avanti e consacrarsi, deve cominciare a pensare che le vittorie non sono scontate, che basta una sconfitta per compromettere tutto e che per vincere bisogna avere continuità, perché non dobbiamo dimenticarci che al momento il Milan è in serie negativa da 2 turni: il pareggio nel derby e la sconfitta con la Fiorentina, in tutto questo non è da sottovalutare il Sassuolo, che non sarà più la squadra di De Zerbi, ma resta sempre una squadra veloce, che dà molto fastidio.

Milan e Napoli in testa alla classifica, con Pioli da una parte e Spalletti dall’altra, penso che Pioli debba essere riconoscente al tecnico di Certaldo e offrigli una cena, è grazie a lui se Pioli ha potuto firmare questo contratto, perché se Luciano non si fosse incaponito sulla buonuscita dell’Inter, a Ottobre del 2019 il Milan, pur di non vedere più Giampaolo a Milanello, ha preso l’allenatore meno peggio che c’era in circolazione e lo ha messo in panchina.

Nessuno, compreso Pioli, avrebbe mai pensato che potesse arrivare a questo punto, io ero molto scettico e l’ho scritto, addirittura ad un certo punto spingevo per anticipare l’arrivo di Ragnick, proprio perché in Pioli non vedevo un futuro a tinte rossonere, è chiaro che sono felice di essermi sbagliato e di scusarmi volentieri, ma vorrei ricordare a tutti che il calcio è fatto da episodi.

Pioli senza dubbio si è dimostrato un tecnico capace, che ha saputo resistere ai fantasmi di altri tecnici, ha saputo dare personalità e spessore a questa squadra, ha dato un’idea di gioco innovativa, che non è fatta da stadi vuoti, o da tanti rigori come dicevano, ma dalla fortuna di essere maturato nel posto giusto al momento giusto, grazie alle persone giuste, ma a mio avviso anche lui come la squadra, deve fare uno step ulteriore, perché da normalizzatore è passato ad innovatore, ma adesso deve abbandonare l’integralismo.

Integralismo che ha rovinato Giampaolo e per certi versi anche Sarri e qualche altro, l’appunto che mi sento di muovere a Pioli, è che non abbia un impianto di gioco alternativo, che adatta i giocatori a questo modulo (che funziona), quando bisognerebbe al contrario adattare il modulo ai giocatori che hai a disposizione, perché adesso al Milan non basta più fare buone cose, adesso bisogna vincere qualcosa: il campionato, la coppa Italia o l’Europa League, con questa firma Pioli avrà un compito più arduo e più difficile, quello di vincere che non è mai facile.

Dopo la vittoria del Milan al Wanda metropolitano e all’approssimarsi della sosta per le festività natalizie, tutti fanno l’esercizio di confrontare il calendario delle big fino a Natale, come se una volta arrivati a fine anno, i giochi fossero già fatti, il Milan è favorito in 5 partite su 6, è chiaro che ne deve approfittare, ma anche se dovesse arrivare primo a Natale, c’è ancora una vita per perdere punti, quindi non serve a nulla fare tabelle o altro, bisogna solo tenere alta l'asticella dell'attenzione e non rilassarsi.

Sento dire che contro il Sassuolo, Ibra e compagni scenderanno in campo carichi e fiduciosi per la vittoria di Madrid e il rinnovo di Pioli, come se fino ad oggi non avessero avuto nessuno stimolo o che a Firenze avessero perso perché non vincevano in Champions, io invece ho il timore che tutte queste cose creino un’euforia controproducente e dico di stare ancora più attenti.

Per lo scudetto oltre all’attenzione servono rinforzi, a Firenze e non solo, alcune seconde linee non hanno convinto, se vogliamo lottare fino alla fine per lo scudetto, servono rinforzi dal mercato di gennaio, si parla di Lacazette, ma non credo che possa essere un rinforzo per gennaio e non credo che Ibra smetta di giocare il prossimo anno, piuttosto il Milan deve capire cosa fare con Kessie. 

venerdì 26 novembre 2021

All’87esimo Junior Messias

Un grazie colossale all’eroe che non ti aspetti e se la qualificazione agli ottavi di Champions è ancora possibile, il Milan lo deve ad un quasi illustre sconosciuto, che all’87esimo sbanca il Wanda Metropolitano, appoggiando in rete un cross di Kessie, proprio quando la partita e la nuova avventura in Champions del Milan volgevano alla fine, sfatando di fatto, anche il tabù della vittoria in questo ritorno Champions League.

Un boato di felicità per Messias, per il Milan, per la società e per i tifosi, elogi e non solo critiche (costruttive) alla squadra e al tecnico, con un ringraziamento particolare ai tifosi (sembrava di essere a San Siro) per la spinta totale che hanno dato, contribuendo al terzo posto nel girone e a rinnovare la speranza (se pur minima) di passare il turno.

È il giusto compenso per un ragazzo che si è fatto strada tra mille difficoltà ed è un giusto compenso per il Milan, che nonostante l’inesperienza a certi palcoscenici, merita di giocarsela fino alla fine e di passare il turno, alla luce fra l’altro della pochezza dell’Atletico, dimostrata sia all’andata che al ritorno.

Tutto è ancora vivo e si deciderà all’ultima giornata a San Siro, nella scala del calcio, davanti allo stadio pieno, che per molti addetti ai lavori, sarebbe stato un handicap per il Milan dei giovani, contro il grande Liverpool e con un orecchio a Porto, dove si sfideranno le nostre due rivali, Porto e Atletico Madrid. 

Una vittoria meritata, un'impresa, che non deve restare però un'impresa, se dovesse succedere il passaggio agli ottavi di Champions, i rossoneri dovranno continuare a fare le “imprese”, ma come la normalità di una squadra che ora è pronta per giocare in Champions, cosa che nonostante avesse fatto delle buone cose, non era ancora stata certificata.

Ma anche se dovesse andare in Europa League, così come in campionato, questa impresa deve essere la “laurea” del ritorno a grande squadra, del ritorno tra l’élite del calcio europeo, che poi è quello internazionale, che fino a ieri per noi non lo era.

Non dimentichiamoci che eravamo a tre minuti dall'eliminazione da tutto, anche da una possibile Europa League e che non possiamo pensare di essere stati “promossi”, solo per il tempismo in una partita di Junior Messias, l'1 a 0 è stato un premio meritato, ma non dobbiamo dimenticare che difronte il Milan aveva un Atletico Madrid, con un inspiegabile atteggiamento remissivo.

Non voglio fare il disfattista, non voglio però che si creino facili entusiasmi, che ci si senta arrivati o soddisfatti, sono stati annullati Suarez e Griezmann, ma non è stato annullato Vlahovic, quali dei due è il vero Milan, quello che ha finalmente capito come si sta in Europa, o quello troppo convinto in campionato, Il Milan che deve fare crescere i giovani o quello che ha bisogno di fare mercato a gennaio.

Il Milan si è imposto ad un avversario in decadenza, con un palleggio ragionato e la giusta aggressività in mezzo al campo, metà campo dove Kessie ha fatto finalmente il “presidente” ed è stato monumentale, perché Tonali oramai, in campionato o Champions è sempre il migliore per intensità e qualità, ma quando non ci sono loro? il Milan tornerà ad essere quello piccolo visto contro la Fiorentina?

Tonali deve avere un suo degno sostituto e dobbiamo riportare al centro del progetto Bennacer, visto che il “presidente” preferisce il colore dei dollari al rosso e nero, e stabilizzare la crescita del Milan, se no saremo piccoli o grandi a seconda di chi va in campo, a seconda se Saelemaekers o Leao saranno all’altezza della situazione.

Servono più certezze, più alternative valide, più possibilità di turn over, gente come Messiais su cui puntare, il Milan è vero che se l'è giocata alla pari, forse credendoci di più, alzando finalmente il baricentro senza mai scoprirsi, ma specialmente nel primo tempo la “luce” della rifinitura, è stata accesa a tratti, siamo stati come sempre imprecisi nell'ultima scelta, sia nel tiro che nell’assist e ricordiamoci che l'Atletico ci ha lasciato l'iniziativa, senza nemmeno tentare tante ripartenze.

Il Milan mi è sembrato cresciuto, ha fatto sicuramente una partita con personalità e qualità, il mio auspicio è che abbia fatto il definitivo salto di qualità, dopo la sconfitta di Firenze, questa prova serve a rimettersi subito in linea di galleggiamento, per i prossimi appuntamenti di campionato, i miei lettori sicuramente punteranno il dito sulla mia analisi dei giorni scorsi.

Sono positivamente impressionato dalla prova del Milan, ma resto della mia opinione, che non può avere la riprova, al di là dell’essere tifoso è giusto che io sia critico, così come faccio da dieci anni, nella maniera più obiettiva possibile, ma sono anch’io contento di questa vittoria, dobbiamo tornare ad essere il Milan per sempre e non solo per una notte. 

mercoledì 24 novembre 2021

Troppi gol subiti

Quindici gol subiti in tredici giornate di campionato, sono decisamente troppi per una squadra, che ambisce a vincere lo scudetto, perché quest’anno l’obiettivo del Milan è e deve essere quello, poi non lo vince perché lo vince solo una squadra, che si presuppone la migliore, ma quest’anno si lotta per lo scudetto e per tornare ancora in Champions.

Chiaramente, una squadra che prende più di un gol a partita, deve rivedere qualcosa, se non proprio nel reparto arretrato, almeno nella fase difensiva, chi legge è fortunato perché chi scrive fa ancora l’allenatore e questo mi permette di trattare gli argomenti dal vissuto e non per opinione, in grandissima linea di massima, chi vince i campionati lo fa con la migliore difesa.

Io sotto l’aspetto dell’assetto tattico difensivo, sono un sacchiano o uno zemaniano, difesa a 4 tutta la vita, ma difesa a 4 significa, difendere con una linea di 4 difensori e non con 2, perché se i due terzini si sbilanciano troppo in avanti, poi in fase di non possesso hanno difficoltà a rientrare e lasciano da soli e in difficoltà i due centrali.

Quindi bello, Milan europeo, che attacca con entrambi i terzini, che attacca a pieno organico, che sui calci piazzati porta avanti anche Kjaer e Tomori e poi? Quando ripartono gli avversari va in affanno e menomale che ci sono Tomori e Kjaer, perché se no saremmo il Milan da zona retrocessione di 2 anni fa, quello per intenderci del 5 a 0 con l’Atalanta, perché allora non dobbiamo dimenticare che con Ibra è arrivato pure Kjaer.

Per tanto se difendiamo a 4, significa che i terzini vanno avanti a turno, significa che i centrocampisti scalano a fare la diagonale e si mantiene una fase di non possesso “organizzata”, dove per organizzata si intende: “copertura totale degli spazi e intercambiabilità dei ruoli”, tutti i miei ex calciatori lo sanno, se no vanifichi sempre quello che produci in attacco.

Questa analisi l’ho già fatta la scorsa stagione, in occasione della sconfitta per 3 a 0 in casa con la Lazio, senza errori le partite finirebbero 0 a 0, ma siccome gli errori ci sono, una squadra non può prendere gol per una fase difensiva spregiudicata e pure per una serie di cappellate fatte da alcuni giocatori, saranno scarsi, disattenti o presuntuosi, chiamateli come volete, ma se due gol li prendi per presunzione e due perché fai male la fase difensiva, anche se hai Ibra, devi fare cinque gol per vincere la partita, non li fai e addio scudetto.

Quindi al di là degli errori dei singoli, è tutta la fase difensiva che ha delle lacune e che grazie alla coppia Tomori-Kjaer, il Milan riesce a camuffare, ma la fase difensiva rossonera scricchiola pericolosamente ogni partita, quindi resto dall’idea che Hernandez deve essere utilizzato alla francese, ovvero nel centrocampo a 4.

Io da zemaniano non ho mai digerito il centrocampo a 2, perché non mi permette di fare le diagonali difensive, più che il 3-4-1-2, per me è meglio il 3-4-3 che come modulo è pure più equilibrato, perché è proprio una questione di equilibrio, l’equilibrio tra la fase di possesso e quello di non possesso, la costruzione dal basso non significa che al limite dell’area si debba dribblare e farsi rubare la palla, il diktat deve essere: “in area si marca a uomo e la palla brucia”.

Hernandez è stato troppo ingenuo, superficiale e pochissimo attento, una formazione e il suo relativo impianto di gioco, viene deciso in finzione delle caratteristiche dei giocatori, Hernandez è un attaccante mancato, non ha caratteristiche difensive, non puoi chiedere per esempio ad Insigne di fare in maniera efficace la fase difensiva.

Quindi se si fanno delle scelte, è chiaro che se ne devono accettare le conseguenze, non di esonero del tecnico, ma di risultato finale, nel senso che poi alla fine non vinci mai niente, come è successo a Zeman che ci fatto divertire e chi ha fatto vedere un calcio spettacolare.

Con il 3-4-3, Calabria ed Hernandez possono attaccare lo stesso, senza avere compiti difensivi più gravosi, in 4 a centrocampo si potrebbero fare meglio le diagonali difensive e con 3 in difesa, quel reparto sarebbe più coperto e più efficace, senza per questo tralasciare la pericolosità offensiva, con Ibra, Leao e Rebic in avanti. 

lunedì 22 novembre 2021

Il Milan si ferma ancora alla prova di Italiano.

 

Una serata da dimenticare? No! Una serata invece da ricordare, lo avevo già avvertito prima della sosta e l’ho denunciato in questo blog, che il Milan non è pronto ancora neanche per lo scudetto e la partita con la Fiorentina lo ha a mio avviso confermato, per vincere uno scudetto non bastano cuore e voglia di non arrendersi mai, ma bisogna dominare sempre partite e campionato.

Risultato bugiardo? No! Perché non lo è nemmeno nelle proporzioni, forse il 3 a 0 lo sarebbe stato, forse il 3 a 3 sarebbe stato più giusto, ma la Fiorentina ha giocato benissimo, al contrario del Milan ha fatto un gol in più (quello regalato da Tatarusanu o da Hernandez) e non ha rubato nulla, ha sfruttato al massimo i tantissimi errori commessi dal Milan (anche contro l’Inter), che non ha saputo invece sfruttare l’assenza dei 3 centrali viola e di una difesa improvvisata.

Occasione sprecata? Quella sì, non puoi perdere con la Fiorentina, specialmente dopo che hai pareggiato con l’Inter, nel giorno in cui c’è: Lazio-Juventus e Inter-Napoli, sarà pure che il Milan perde per la prima volta in campionato, ma è andata così pure l’anno scorso, ha perso male contro lo Spezia di Italiano (guarda caso) e ha salutato lo scudetto, dal Verona alla Fiorentina, passando per il Torino e per l’Inter, è la stessa crisi della scorsa stagione.

L’anno scorso abbiamo perso la prima partita e lo scudetto a febbraio, stavolta abbiamo perso la prima partita e lo scudetto a novembre, non puoi pensare di vincere lo scudetto, partendo sempre da 2 o 3 a 0 per gli avversari e regalando sempre, se non tutto il primo tempo, almeno la prima mezz’ora, le altre volte è andata bene, stavolta non sono bastati i gol di Ibrahimovic, per recuperare il pesante passivo di 3 a 0, continuando a commettere svarioni come se nulla fosse.

Milan sprecone nel primo tempo? No! Perché non ha mai riempito l’area, Diaz e Saelemaekers non sono mai entrati in area, lasciando sempre Ibra da solo, anche Leao si è guardato bene da giocare con lo svedese, ma almeno lui qualche tiro, più per i fotografi che veramente pericoloso lo ha fatto.

Il Milan delude nella ripresa? Se parliamo di reazione non sono deluso del Milan, né nel primo tempo e né nel secondo tempo, la reazione c’è stata, il Milan ha giocato, Ibra ha avuto più spazio quando entrato Giroud, però per vincere lo scudetto si deve fare meglio, decisamente meglio, ora per carità, tutto bello, le imbattibilità, i record, il bilancio, lo scouting, il gruppo e chi più ne ha più ne metta.

Però, se fosse arrivato un marziano e avesse visto questa partita, o una delle ultime 3 o 4 fatte dal Milan, pur non sapendo nulla di calcio, non avrebbe mai pensato che quella squadra con la maglia bianca (l’altra sera) fosse la prima in classifica e candidata a vincere lo scudetto.

Insomma, la sconfitta è pesante, anche alla luce delle ultime prestazioni in campionato e in Champions, troppo gli errori e pure grossolani, sia in difesa che in attacco, ma anche in mezzo al campo, poche le occasioni create, ma soprattutto poca assistenza alla punta centrale, serve più attenzione, perché non è una cosa che succede solo una volta all'anno, il Milan è spesso troppo distratto.

La sconfitta con la Fiorentina è pesante proprio per quella che poteva essere e per quello che sarà, perché vedrete che alla lunga il Milan questa sconfitta la paga, siamo qui ancora dopo un anno a ricordarci della sconfitta con lo Spezia e questa la ricorderemo nella stessa maniera, è chiaro che mi auguro di sbagliare e che nulla sia perso.

Sorvolo sul problema degli infortuni perché ne ho già parlato abbondantemente in passato, ma mi voglio soffermare su Kessie, sarà pure un bel segnale da parte di società, ma dobbiamo finirla di dare la fascia di capitano a chi al Milan preferisce i soldi, posso essere d’accordo sul fatto che si debba arrivare insieme alla fine del campionato, ma chi sceglie i soldi alla maglia, non può rappresentare la squadra e la società.

È già tanto che venga preferito a Bennacer, pur non facendo più parte del progetto Milan e faccia delle prestazioni al limite della decenza, il Milan non fa più parte dei suoi progetti? Bene! è giusto che è un tesserato e che faccia la sua parte nel Milan fino alla fine del contratto, ma non capisco perché a pagare deve essere Bennacer e la squadra.

In un modo o nell'altro questo “oltraggio” deve finire, il capitano è il simbolo di attaccamento ai colori e lui come Donnarumma, questo simbolo non lo è, non si piò dare tanto rispetto, a chi poi si comporterà con la stessa gratitudine di Calhanoglu, questa è un’altra cosa che non la sopporto, basta! Per progetti futuri, per attaccamento e per prestazioni, la coppia titolare a centrocampo è Tonali-Bennacer, gli altri si accomodino in panchina per piacere.

venerdì 19 novembre 2021

Bentornato Raiola

Il Milan in questi giorni ha avuto il vero piacere, di ricevere e potersi abbeverare alla fonte del grande sapere intellettuale di Raiola, i dirigenti rossoneri sicuramente non ne sentiva il bisogno, ma visto che ancora Romagnoli non si è liberato di lui, come ha fatto Bernardeschi e non solo, per apporre l’eventuale firma sul rinnovo, si sono dovuti beare di questa magistrale presenza.

La sua strategia è chiara, aspetta che qualcuno avrà bisogno di un difensore centrale, per poi chiudere un eventuale accordo favorevole più per lui e che per il suo assistito, ma a quanto pare la trattativa con Maldini e Massara è a buon punto e il difensore potrebbe accettare un rinnovo alla cifra offerta dalla società, ovvero 3,5 milioni.

Si tratterebbe della stessa cifra che incassava, prima del rinnovo di Fassone e Mirabelli, del resto Romagnoli adesso è un po' indietro nelle gerarchie ed è chiaro, che una società come il Milan, non può permettersi di superare queste cifre per una seconda linea, fino a qualche settimana fa, il rinnovo sembrava impensabile, ma qualcosa sembra essere cambiata, tant’è che Raiola si è presentato a Casa Milan.

Il giocatore ha voglia di restare a Milanello ed è disposto a ridursi l'ingaggio a circa 3,5 milioni a stagione fino al 2026, la volontà di continuare insieme esiste, certo Romagnoli non è il Messi della difesa, ma resta sempre un buon difensore, paga un periodo non bello di rendimento sotto la gestione pre-Elliott, ma adesso sembra essersi ripreso e in questo Milan ci può stare.

L'incontro a quanto pare è stato positivo, anche se non c’è ancora un accordo definitivo, di sicuro la gestione arrogante di Raiola comincia a perdere colpi, il Milan ha dimostrato che il calcio è un gioco di squadra e che a fare la differenza sono i campioni, le partenze di Donnarumma e Calhanoglu non hanno reso un Milan più debole.

Basterebbe che Kessiè riflettesse a tutto questo e avremmo un grattacapo in meno, anche se, l’eventuale arrivo di Renato Sanchez, non ci farebbe rimpiangere l’ivoriano, ritengo che il portoghese sia all’altezza di Kessie, che ad oggi ha fatto bene solo un anno e mezzo, perché questo Kessie di questa stagione è suo fratello.

Finalmente il Milan, sta lavorando ai prolungamenti dei contratti con largo anticipo, come si conviene ed entro la fine dell’anno, dovremmo avere rinnovato: Pioli, Romagnoli, Theo, Bennacer e Leao, tutte trattative ben avviate, mentre il Torino, che per conto mio vorrebbe “capitalizzare” un eventuale passaggio anticipato di Belotti al Milan e ha provato a convincere il Milan, ad inserire il diritto di riscatto nell'accordo per Pobega.

Pericolo scampato, perché il Milan ha ribadito la ferma volontà di riavere il giocatore la prossima estate, per poi magari ridarlo ancora in prestito per un’ulteriore crescita, ma una società che vuole lavorare con i giovani, non può “cedere” almeno al momento Pobega a nessuno e allora il Torino, ha provato a mettere sull’altro piatto del cartellino Belotti, su un vecchio obiettivo che è Krunic.

Il bosniaco è maturato è sta facendo la sua stagione migliore, è una seconda linea e non guadagna tanto, Maldini e Massara potrebbero rinnovargli sicuramente il contratto e poi quest’estate con i rientri di Pobega e Adlì vedere il da farsi, per quanto riguarda Belotti, è vero che l’attaccante piace molto, ma è ancora presto, perché questo non è il Belotti che serve al Milan e poi a quanto pare, Ibra potrebbe rinnovare per un altro anno, per fare i mondiali in Quatar, sempre che la Svezia superi i play-off.

E poi in tutta questa storia c’è Pellegri, che mentre sta cercando di tornare il Pellegri di 4 anni fa, è arrivata la chiamata inattesa dell’under 21, inattesa perché Pellegri quest’anno non ha ancora giocato in serie A, perché oltre a non essere ancora pronto, ha pure subito qualche infortunio, che ne ha rallentato il suo inserimento.

Sia il Milan che Pellegri non si aspettavano questa chiamata, anche se ci speravano, questa chiamata potrebbe vuol dire due cose: o un semplice attestato di stima? Oppure la convinzione che il ragazzo sta tornando dopo tante stagioni difficili? questa chiamata è una chiara conferma, che non è solo il Milan ha credere nel talento del giocatore, che per altro non è mai stato messo in discussione, il ragazzo ha solo bisogno di ritrovare sé stesso e di tornare a credere nelle sue enormi potenzialità.

Ma essenzialmente deve scrollarsi di dosso i tanti problemi fisici avuti negli ultimi anni e in questi ultimi mesi a Milanello, il Milan ha scommesso su di lui e se non è proprio “rotto”, Milanello è l’ambiente giusto per rilanciarsi, deve avere pazienza, magari sarà solo questione di tempo e chissà, potremmo avere presto un Belotti più giovane, l’erede di Ibra e il nuovo centravanti della nazionale maggiore. 

martedì 16 novembre 2021

Torna in auge il nome di Renato Sanches

Anche stavolta, il Milan come altre squadre del resto, ha pagato lo scotto per i giocatori convocati nelle varie nazionali, ad ogni sosta ne perdiamo almeno uno e questa volta è toccato a Calabria, tornare dalla nazionale con uno stiramento al polpaccio, al suo posto si alterneranno Florenzi e Kalulu, chi resta fuori dei due sarà anche la riserva di Theo Hernandez, vista l’indisponibilità pure di Ballo-Tourè, calciatore che a quanto pare non sarà più ceduto in prestito a gennaio.

L’evidente difficoltà di rinnovare Kessie, ha portato il Milan a guardarsi attorno prima dell’estate, per non farsi trovare impreparato e dopo i vari ammiccamenti degli ultimi anni, a Casa Milan torna in auge il nome di Renato Sanches, un profilo forte e giovane, il giusto alter ego di Kessie ed è anche costoso, va in scadenza con il Lille nel 2023 e la squadra francese chiede 30 milioni, ma fra qualche mese la pretesa potrebbe calare.

Il portoghese sarebbe il sostituto perfetto dell’ivoriano, anche se ha caratteristiche diverse, Jorge Mendes che è anche l’agente di Leao (dovrebbe rinnovare nel giro di qualche settimana), vedrebbe di buon occhio il passaggio al Milan, che si sta rilanciando anche a livello europeo e gli ottimi rapporti con il club francese, potrebbero tornare utile per portare il mediano classe 1997 a Milanello.

Il giocatore piace a Maldini, a Massara ed ai tifosi rossoneri, il giocatore fra l’altro sembra che starebbe cercando una nuova sfida per il futuro, Milan (che lo ha già corteggiato anche in passato), Juventus, Arsenal e Roma, sono i club interessati a lui, strano che non ci sia pure l’Inter, il Milan però potrebbe dare un'accelerata alla trattativa tramite Jorge Mendes. 

L’altro nome non proprio alternativo a Renato Sanches, è quello del 21enne Boubacar Kamara, in scadenza con il Marsiglia nel 2022, rispetto a Sanches ha caratteristiche più difensive, tanto da potere essere utilizzato anche da difensore centrale, diciamo uno alla Desailly o Rijkaard per intenderci, oltre al Milan, è diventato il nome nuovo per il centrocampo della Juventus.

A proposito di difensore centrale e di Torino (sponda granata), il brasiliano Bremer in scadenza nel 2023, continua a dribblare la questione rinnovo con i granata, visto l'interesse di: Inter, Milan, Napoli e Tottenham, il Torino lo definisce incedibile a gennaio e comunque gli attribuisce un valore di 30 milioni.

Ma l’obiettivo più imminente del Milan è quello dei rinnovi di Hernandez, Leao e Bennacer, dopo i casi Donnarumma, Calhanoglu e Kessie, diciamo ereditati dalla gran confusione che c’era, stavolta si stanno muovendo per tempo, ci saranno degli aumenti sostanziosi per tutti, ma allo stesso tempo sostenibili, in linea con l’evoluzione economica della società, stipendi da 4 milioni circa per tutti e tre per blindarli, senza vivere con l’angoscia di perderli a zero, il rinnovo più imminente però dovrebbe essere quello di Pioli.

Il mercato di gennaio invece deve ancora delinearsi, l’organico è ampio e richiedere qualche cessione: Conti e Castillejo sicuri, in entrata molto dipenderà dalla Coppa d’Africa, che priverà il Milan di Kessie, Bennacer e Ballo-Touré per almeno un mese e come sempre, sarà un mercato di opportunità, non lo è invece per il mercato dei giovani, dove bisogna intervenire, come ho detto di recente.

Confermato l’interesse per attaccante classe 2004 Mohamed-Ali Cho dell'Angers, quasi fatta invece per il centrocampista offensivo del 2005, il talentuoso Hugo Cuenca, per il quale si stanno ultimando le pratiche per il suo tesseramento e sempre per il settore giovanile, si è ad un passo ala destra 2003 del Borgosesia Bob Murphy Omoregbe.

Due parole sulla nazionale le voglio spendere anch’io, sono d’accordo con tutto quanto dice Sconcerti, persona che ammiro, c’è molta delusione, non si può passare improvvisamente (da luglio a novembre) da campioni d’Europa a “normali”, premetto subito che continuo ad appoggiare la scelta di Mancini come CT e spingo per un suo rinnovo.

Quattro anni fa ha cambiato la mentalità del gioco anche nel campionato italiano, lo ha reso come doveva essere: semplice e di qualità, è un po' come il Milan e ha fatto un piccolo miracolo, con buoni calciatori, senza avere in squadra campioni e lo abbiamo detto tutti, ci ha portati avanti di anni su molte nazionali, ma non su tutte, quindi, la vittoria (fortunata) all’europeo ha appagato i giocatori, che sono tornati “noiosi e impotenti”.

Ed è vero quello che dice Sconcerti: “Siamo tornati al lancio lungo, ai cross, al vecchio possesso palla che favorisce la lentezza”, non credo che sia Mancini a dirgli di tornare a giocare o meglio a non giocare il calcio moderno che comunque hanno acquisito, ricordiamoci che vincere è facile, quello che è difficile è confermarsi, dopo questa vittoria, sarebbe stato saggio “ricostruire”, ma non ce n’era il tempo e non abbiamo più giocatori.

“Siamo sommersi da stranieri che hanno il vantaggio di costare meno”, parole sante e che colpa ha Mancini? Si continua a parlare di riforme e poi siamo ancora fermi alla cessione della Salernitana? In Italia si proroga tutto e nel calcio è ancora peggio, cominciamo col togliere il decreto crescita, il Milan se ne è avvantaggiato ma per me è una stronzata, il decreto crescita deve valere per far rientrare in Italia le eccellenze italiane e poi….

Facciamo come ha fatto la Germania 12 anni fa, curiamo ed incentiviamo i centri federali, creiamo un “prodotto di origine controllata”, Mancini ha sbagliato qualche scelta negli ultimi mesi, ma non sono state determinanti, per me non ha colpe, deve tornare a dare diversità alla squadra, ma da tutti questi ha già preso il meglio, nonostante sia ancora una nazionale giovane, serve la nuova generazione. 

domenica 14 novembre 2021

Status e il trasferimento dei giocatori.

 

A seguito dell’indagine aperta sulle 62 plus valenze registrate tra il 2019 e il 2021, la FIGC pare che stia lavorando sulla possibilità di “depotenziare”, le plusvalenze messe a bilancio dalle società di calcio, si sta ancora indagando sulle plusvalenze “sospette”, che avrebbero generato ricavi per decine di milioni senza spostamento di denaro, o pressoché nullo.

Alla luce di tutto ciò, la FIGC starebbe pensando di limitare il più possibile, l’utilizzo di questo strumento o meglio ancora sistema, per mettere in ordine i bilanci delle società quasi sempre in rosso, l’intenzione è quella di inserire una norma che indichi l’incidenza delle plusvalenze sul flusso di cassa, non chiedetemi di cosa si tratta tecnicamente, ma in parole povere dice: continuate a farlo, ma in maniera meno schifosa.

Basterebbe introdurre “l’indennizzo” percentuale, sui giocatori che vanno via a parametro zero e una severa penalizzazione ai club che pagano le tangenti, ops, mi scuso, le provvigioni ai procuratori, comunque la FIGC ritiene che depotenziando il sistematico uso delle plusvalenze “gonfiate”, i club non sarebbero più interessati a questa pratica, chiaramente la procedura non sarà immediata, perché bisognerà capire se e come potrà essere possibile sul piano civilistico.

La FIFA, durante un seminario sul regolamento sullo status e il trasferimento dei giocatori, ha elencato tutte le cifre del 2019 e ha indicano, che sono stati spesi sette miliardi di euro per i trasferimenti di calciatori, che 700 milioni sono andati in provvigioni agli agenti e solo 70 milioni alla formazione e ai compensi di solidarietà, una situazione che per il presidente Infantino e anche per me, deve cambiare.

Pare che si stia approntando un progetto di riforme del sistema dei trasferimenti, che affronterà anche i temi dei minori, i limiti alle dimensioni della squadra, le finestre dei trasferimenti e la grande questione delle commissioni, già i pagamenti per l'indennità di formazione ai club, che preparano i giocatori dovrebbe passare al 5% del totale dei trasferimenti.

Noi del Milan intanto ci godiamo il frutto del lavoro fatto da Gazidis, che nonostante tutto è riuscito a dimezzare un grosso passivo, senza mezzi e mezzucci, senza gonfiare plusvalenze e perdendo addirittura capitali, con le perdite a zero di Calhanoglu e Donnarumma, ha avuto la capacità di stringere nuovi accordi commerciali e partnership, per questo motivo Elliott lo aveva mandato a Milano, nello scetticismo generale.

Gazidis ha pure avuto la fortuna di scegliere Maldini, Massara, Boban e l'area scouting, che con un budget modesto hanno messo in piedi una squadra di tutto rispetto, con giovani rampanti e leader esperti, che hanno dato ancora più credibilità al lavoro di Gazidis, senza dimenticare il lavoro di Pioli, anche lui arrivato tra lo scetticismo generale, oscurato da Ragnick e poi, grazie alla sua caparbietà e l’incontro fatale con Ibra, hanno permesso la realizzazione di questo progetto.

Il Milan gioca un calcio coraggioso, moderno, dinamico, offensivo, entusiasmante, ma che deve fare ancora tanta dura esperienza, però è un Milan che domina e convince, sembra che proprio tutto questo, abbia fatto veramente breccia nel cuore di Romagnoli, tanto da trattare personalmente il suo rinnovo ed escludendo dalla trattativa Mino Raiola.

L’arroganza del suo agente, non avrebbe mai permesso un rinnovo con i rossoneri, o meglio, Raiola non è nuovamente il benvenuto al Milan, la dirigenza nell’eleganza di alto profilo che la contraddistingue, ha fatto bene a precisare di voler mantenere i rapporti professionali con tutti gli agenti, senza preclusione, ma il rapporto con Raiola si è inclinato moltissimo.

Però ora il giocatore deve passare ai fatti e dimostrare di volere davvero il Milan a tutti i costi, di buone intenzioni come quelle di Donnarumma ne abbiamo piene le scatole, se dovesse veramente ridursi l'ingaggio come ha fatto Tonali per restare, dimostrerà un grande senso di appartenenza, come quello di Sandro, oggi è fondamentale per il Milan, che sia fatto da milanisti.

Non ci sono più speranze invece per Kessie, che non è mai passato ai fatti, dimostrando di non volere davvero il Milan, tanto che Maldini sta valutando la possibilità di una separazione a gennaio, visto il rendimento condizionato dal rinnovo e che permetterebbe al Milan, di incassare un piccolo indennizzo, che sarebbe sempre utile, anche nella ricerca del sostituto, dato che il Tottenham vorrebbe anticipare il PSG, che invece vorrebbe prenderlo gratis a giugno.

Mi riallaccio ancora allo status e alla plusvalenza del giocatore, ribadisco che è tutta colpa delle regole che sono sbagliate e che va rivisto il sistema intero, ogni anno una società non può farsi prendere per il collo, da chi fa richieste così alte, anche perché la tentazione per chi: non è milanese, non è milanista, non ha legami particolari, di mettersi in gioco da un’altra parte per andare a guadagnare di più, è forte e legittima.


giovedì 11 novembre 2021

Sosta per la nazionale: tengono banco rinnovi e mercato.

Pioli a quanto pare è sempre più vicino al rinnovo, il tecnico rossonero è pronto a firmare un prolungamento di altri due anni, con ingaggio raddoppiato a quattro milioni, Maldini e Massara allo stesso tempo, stanno lavorando per rinforzare la squadra, in vista del mercato di gennaio e sono ripresi i contatti per arrivare a Faivre.

Il trequartista del Brest che già in estate, era stato vicinissimo al trasferimento al Milan, in un certo senso il suo arrivo dovrebbe essere subordinato alla cessione di Castillejo, quindi possibilmente in questo mercato invernale, per una cifra intorno ai 10 milioni, tra i migliori giocatori di questo avvio di stagione, non si può non citare Brahim Diaz.

Lo spagnolo ha impressionato tantissimo Luis Enrique e anche il Real Madrid, i Blancos che sono in possesso del contro riscatto, potrebbero farlo valere la prossima estate, contestualmente invece Ballo-Tourè, dovrebbe andare in prestito a fare esperienza, visto che sta faticando parecchio ad imporsi, chiaramente in caso di cessione bisognerebbe prendere un altro terzino sinistro. 

Caso Romagnoli, è in scadenza nel giugno 2022 e attualmente guadagna 6 milioni, il Milan ha proposto al giocatore che sta trattando il rinnovo in prima persona, cosa che non ha fatto Gigio, un contratto sui 3,5-4 milioni a stagione, Romagnoli sembra disposto a ridursi l'ingaggio a circa 3,5 milioni, ma sul trespolo c’è l’avvoltoio Juventus che osserva con attenzione, stando così le cose, penso anche se a sorpresa, ma credo che il rinnovo si faccia.

Per quanto riguarda il rinnovo di Kessie, non credo che ci siano speranze, tutte le volte che ci si incontra con l’agente alza la posta, cose già viste e di cui conosciamo anche la fine: addio a fine stagione e su di lui a quanto pare restano Tottenham, PSG e Juventus, interessate al giocatore a parametro zero, Pobega credo e spero che sia il suo sostituto.

Chi mi conosce sa da quanto tempo parlo bene di questo ragazzo e Mancini gli sta dando pure un’opportunità in nazionale, spero di non essermi sbagliato sul giocatore, che non sarà un fuoriclasse, ma che nel Milan ci può stare e sta avendo i giusti riconoscimenti.

Ad ottobre il Milan ha chiuso i rinnovi di Kjaer e Saelemaekers, ora oltre a Pioli, proverà ad allungare i contratti di Bennacer, Leao e Hernandez e pensare quanto prima anche a quello di Gabbia, sembra che anche per questi giocatori i colloqui stiano procedendo bene e quindi c’è fiducia di portare la loro scadenza dal 2024 al 2026, con relativo importante aumento d’ingaggio.

Theo ha la volontà è di rimanere al Milan e la sua richiesta da 4 milioni è in lenea con la proposta della società,

Bennacer vorrebbe raddoppiare il suo attuale stipendio (da 1,5 a 3 milioni), ma la società è ferma a 2,5 milioni a stagione e non credo che non si raggiunga l’accordo, per Leao che guadagna 2 mln è stato previsto di portarlo a 3,5 milioni, ma l’agente ne chiede 4.

Penso che ci si metterà d’accordo comunque anche con lui e poi a questi, quanto prima bisognerà aggiungere Rebic, Leao su quella fascia sta facendo bene, ma non è ancora costante per tutta la partita, l'infortunio di Rebic ha permesso a Leao di dimostrare i suoi miglioramenti, però contro l'Inter si è vista la presenza significativa del Croato.

Ritengo Rebic sempre il titolare in quel ruolo a sinistra, per me lui più di Leao è in grado di spaccare la partita, ha più di Leao spirito e voglia di incidere sulla gara e lo aveva già dimostrato prima dell’infortunio, quando ha sostituito Ibrahimovic e Giroud, in questa stagione devo dire che Rebic sta finalmente dimostrando continuità di prestazioni.

Solitamente cominciava bene e poi aveva una parte centrale del campionato opaca, per poi finire la stagione bene, adesso in campo ha più costanza rispetto al passato, la sua forza esplosiva e la sua tecnica, sono messe meglio di Leao al servizio della squadra, quando gioca lascia sempre il segno, al contrario di Leao è convinto dei propri mezzi e della propria forza e mi sembra pure coinvolto nel progetto della società, dentro e fuori dal campo, un Rebic milanista, che diventa un'arma importante.

Infine neanch’io posso esimermi da fare un applauso alla Curva Sud per la coreografia, che come è stata definita da altri: “un capolavoro di emozioni e arte”, un riconoscimento per chi ha sofferto, per chi non ce l’ha fatta e per chi era ed è ancora in prima linea.