Il campionato con tutti
quei pareggi, aveva confezionato un bel regalo per il Milan, che doveva solo
metterci sopra il fiocco da tre punti e invece contro il Torino i rossoneri
hanno buttato via la grande possibilità di recuperare tre punti all’Inter terza
in classifica e staccare di tre punti la Lazio quinta, per non parlare del
gruppetto “Europa League”: Torino, Atalanta, Roma, Sassuolo e Parma, che
sarebbero rimasti a 7 punti.
Il Milan doveva,
accorciare la classifica e consolidare il quarto posto, in parte ci è riuscito,
ma dovevamo mettere anche punti in cascina per i giorni più brutti, ovvero per
quando torneremo a incontrare Napoli e Roma, non voglio sentire parlare di
squadra “incerottata”, perché se andiamo ad analizzare: la coppia di attaccanti
è quella titolare, tanto titolare che non vogliono prendere Ibrahimovic.
Suso, Calhanoglu e Kessie
sono titolari, mancherebbe Biglia ma, Bakayoko ha fatto bene e nel 4-4-2 ci sta
meglio di Biglia, Calabria e Rodriguez sono i titolari e Abate con Zapata sono
stati impeccabili, non hanno fatto rimpiangere per niente i titolari, quale
squadra decimata?
Più tosto dobbiamo dire
che questo Milan fa un passo avanti e due indietro, tradisce sempre le aspettative
perché non sa ancora gestire le situazioni da grande squadra, il fatto che
tutte avevano pareggiato e a loro si apriva la possibilità di “cacciare” il
terzo posto li ha “scaricati”, come se il risultato fosse stato già acquisito, mentalità
da squadretta di provincia che non è abituata a queste cose.
Gli attaccanti sono
arrivati sempre in ritardo sulla palla, tanti, troppi errori tecnici e tattici
individuali, poi non parliamo del pressing, anche una squadra di amatori lo fa
in maniera più organizzato, Massaro sostiene che Gattuso è bravissimo a mettere
in campo chi sta meglio, chi gli dà più affidabilità e allora perché ancora
Calhanoglu?
Il Milan ha giocato per un’ora
in dieci uomini e poi è possibile che sbagliamo da anni tutte le ripartenze, capisco che non si deve
snaturare il proprio gioco, ma se l’avversario ti chiude tutte le linee di
passaggio, molla il fraseggio basso e metti la palla lunga dietro i difensori
avversari, quando lo ha fatto abbiamo creato qualcosa.
Il Milan oggi non è ancora una grande
squadra e lasciamo perdere gli infortuni, mentalmente è una provinciale, si
perde sempre nel momento topico, ed è questo quello che mi fa paura, perché giovedì
c’è un altro momento decisivo con l'Olympiacos ed è lì che si vede la crescita
della squadra, che è fatta di 25 giocatori e non solo dagli infortunati.
Analizzo le parole di Gattuso, è vero che
non ci sono squadre abbordabili e che il Torino ha fatto una grande partita, ma
non è l’atteggiamento di una squadra che deve a tutti i costi raggiungere la
Champions e non è vero che il Milan ha fatto ciò che doveva fare, perché doveva
fare di più e meglio, perché doveva vincere, non è il centrocampo che risente delle
due punte, sono Suso che non rientra e Calahnoglu che non c’è.
Non ci si può arrampicare sugli specchi
con frasi fatte per non esporre i calciatori, qualcuno non ha giocato al massimo
e le singole prestazioni hanno coinvolto tutta la squadra, in buona sostanza,
ma se sono questi Calhanoglu ed Higuain e il centrocampo ne soffre, passiamo al
3-4-3, con Suso e Castillejo con Cutrone, Calabria e Laxalt ai fianchi di Baka
e Kessie, Abate, Zapata e Rodriguez in difesa come contro la Lazio.
Comunque, il Milan già
prima degli infortuni di Biglia e Bonaventura, sarebbe andato a gennaio in
cerca di un centrocampista, sostanzialmente quel Milinkovic-Savic che non è mai
arrivato, adesso se non fosse stato per il cambio di modulo ne servirebbe due di
centrocampisti e più che il laziale servirebbe un regista, eccezion fatta se il
Milan non cambia ancora modulo.
In qualsiasi modo servono
comunque anche un difensore e un attaccante oltre a Paquetà, il Milan prenderà
almeno tre giocatori, il problema però è che a gennaio non è facile trovare dei
giocatori da Milan e pronti, se escludiamo Fabregas per motivi “aziendali” i
nomi sono sempre gli stessi, Sensi, Baselli e Denis Suarez, profili senza
dubbio accattivanti per la costruzione di un progetto.
Scelte improntati per il
futuro ma anche per il presente quindi, il possibile no di Gazidis giustificherebbe in questo caso, l’accantonamento
di Ibra e Fabregas che non rientrano nella politica del nuovo amministratore
delegato, ma l’UEFA con la sua sentenza permetterà questo tipo di investimenti
sul mercato? la qualità di certo non mancherebbe, ma oltre agli investimenti,
questi talenti (vedi Andrè Silva) avrebbe bisogno di fiducia e spazio per
ambientarsi, c’è lo possiamo permettere?
Forse meglio a gennaio
virare sui parametri zero eccellenti come Martial, senza dimenticare che i gol di Ibra sarebbero fondamentali
per la conquista di un posto in Champions, Raiola dopo le liti con Mirabelli,
vuole tenere buoni rapporti con il nuovo Milan, ma Gazidis non vuole rifilato
il pacco Balotelli e non intende nemmeno pagare le altissime commissioni a
Raiola, facendo capire di non essere d’accordo su questo tipo di “spese”, come
ha dimostrato negli ultimi anni all’Arsenal.
Prima di parlare di cessioni, voglio
rivolgere un saluto a Prandelli nuovo allenatore
del Genoa, non sarà un grandissimo allenatore ma secondo me è un allenatore che
può stare benissimo in serie A, meglio di tanti altri che lo fanno e a
proposito, il Milan è interessato al giovane Kouame e potrebbe proporre al
Genoa due giocatori particolarmente graditi dai rossoblù e da Prandelli.
I giocatori in questione
sono Bertolacci e Montolivo, per il 21enne attaccante ivoriano, Leonardo pare ne
abbia già parlato con Preziosi, che però non vorrebbe cedere il giocatore a
gennaio, tra le trattative in uscita a gennaio oltre ai già citati, lascerà
sicuramente il Milan Halilovic, che lascerà il posto a Paquetà.
Dopo essere rientrato
dall’esperienza alla Ternana, Plizzari finito in panchina a fare il terzo
portiere chiede spazio, onestamente è un vero peccato stroncare la carriera di
quello che viene indicato come successore di Gigio, per lui si prospetta a
gennaio la possibilità di continuare a crescere al Padova, sempre se Antonio
Donnarumma non dovesse cambiare squadra, perché allora potrebbe anche restare
fino a giugno.
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