Zamparini ha venduto il
Palermo ad interlocutori che lo potessero rilanciare con più mezzi economici, prendiamo
atto che per raggiungere traguardi importanti (la serie A tranquilla),
occorrono investimenti che Zamparini non era più in grado di sostenere, ma a
mio avviso è una decisione arrivata troppo tardi.
La nuova proprietà sembra
sia londinese, ma non si conosce niente altro, Zamparini dice che questa
società con l’aiuto dell’associazioni industriali, adopererà tutte le attività
necessarie per la costruzione dello stadio e del centro sportivo, io mi chiedo:
ma se fin qui ha sempre detto che lui era pronto ma non si trovava il luogo dove
costruirlo, con questa nuova società il luogo si trova?
Riconoscenza senza ombra
di dubbio per i risultati sportivi, per l’immagine diversa che ci ha dato, per
i campioni che abbiamo amato e ammirato, ma negli ultimi setto o otto anni,
tutto questo era finito, era diventata un’agonia ed era corretto passare la
mano senza arrampicarsi sugli specchi, per giustificare una diversa e più personale
gestione della società.
Intanto speriamo che la
nuova società si faccia conoscere (deve farlo per le leggi federali) e poi che
venga per gestire un patrimonio calcistico non indifferente, non tanto negli
uomini perché non c’è capitale umano, quanto nel bacino d’utenza e nella storia,
qui nessuno chiede la luna, vogliamo avere la stessa dignità che hanno i tifosi
della Sampdoria (Ferrero a parte), del Torino, dell’Atalanta o del Sassuolo.
Secondo pareggio di fila
della gestione Stellone, dopo quello con il Verona, è arrivato anche quello
contro il Benevento, un punto tutto sommato è giusto per quello che il Palermo
ha fatto vedere in campo, per me più in difficoltà rispetto a Verona e comunque
una squadra senza un gioco, che si affida alle grandi (per la categoria)
individualità.
La gara è stata giocata
nel complesso meglio dagli ospiti, poche le azioni da gol, in un certo senso
partita noiosa con continui contrasti a centrocampo, per il Palermo addirittura
un solo tiro degno di questo nome, eseguito da Trajkovski all'82°, sbagliando
praticamente un rigore in movimento e portandomi a riflettere perché mai
continuano a giocare Jajalo, Trajkovski e Nestorovski.
Questi giocatori
continuano il loro processo involutivo e meno male che la serie B ha un livello
tecnico scarsissimo, permettendo al Palermo di mantiene sempre il primato con
26 punti in classifica in 13 gare, una buona media ma non una media da
promozione diretta, se non fosse che le dirette concorrenti (Verona, Benevento
e Crotone) arrancano.
I rosanero comunque
stanno disputando un buon campionato, non quello dell’Empoli di Sarri e Andreazzoli
per esempio, con la speranza che possa ottenere la promozione diretta al
termine del campionato, Stellone non sta dimostrando niente di particolare,
tranne la voglia di vincere e di riscatto, per quanto sprecato lo scorso anno,
purtroppo questo periodo (forse veramente l’ultimo di Zamparini) è stato particolare
e gli si può concede più di un alibi.
Speriamo di non vedere
più allenatori come Tedino e tutti gli altri che si sono avvicendati a Palermo
negli ultimi anni e lo stesso valga per i calciatori, speriamo di avere un
progetto che non sia identificato nel profitto e che ci regali a lungo
calciatori e allenatori a cui affezionarci, così come abbiamo fatto con
Miccoli, Corini, Liverani, Delio Rossi e Guidolin.
Grande delusione anche
per Murawski che non è quello che ho ammirato lo scorso anno, poi che dire, davanti
ad un modulo non meglio definito, credo che sia difficile parlare di uomini e
posizioni in campo, posso dirvi che non sacrificherei Falletti, cha farei
giocare di punta con Puscas.
Non riesco ancora a farmi
piacere Salvi a cui gli preferisco sempre Rispoli, stanno facendo bene Alesaami
e Wass, poi non saprei chi può sostituire Murawski nello schieramento a 5 a
centrocampo (3-5-2 il modulo degli allenatori moderni), non ho idea, anche
perché non so bene chi sono i giocatori in organico, bene Bellusci e Struna
(nonostante non mi piaccia), benissimo invece Rajkovic e Brignoli.
Dal primo dicembre parte
l'esperienza di Gazidis come amministratore delegato del Milan, dopo nove anni
alla guida dell'Arsenal, il manager sudafricano non appena preso visione di
Milanello, di casa Milan e conosciuto tutti i suoi collaboratori e sottoposti,
si butterà a capofitto a studiare le strategie economiche-commerciali della nuova
società e in particolare per l’imminente sentenza del 20 dicembre.
Gazidis avrà il compito
di guidare le attività del Milan sui versanti sportivo, finanziario e
commerciale, magari non avrà la bacchetta magica, ma dove è arrivato lui le cose sono sempre andate bene e
questo dopo anni di austerità e debiti è di buon auspicio, tanto da essere stato
scelto dalla famiglia Singer per rilanciare il Milan.
Dovrà trasformare il Milan in uno dei club
più ricchi e dovrà farlo nel più breve tempo possibile, perché la crescita
sportiva del Milan avverrà solo con l’aumento dei ricavi e così potremo tornare
tra i più forti anche sul campo (senza dimenticare che Elliott fra un paio d’anni
vorrà rivenderlo creando una grande plusvalenza).
Quando è stato chiamato all’Arsenal, in 13
anni ha presentato sempre bilanci in utile, anche quando gli è mancata la qualificazione
in Champions, l’Arsenal ha un nuovo stadio, una fila di sponsor lunghissima e i
ricavi più alti della Premier, certo qui non siamo in Inghilterra, ma speriamo
che riesca anche qua a portare i soldini, che ci permettano di concorrere con
la Juventus almeno sul mercato.
Gazidis avrà il compito di riportare il
Milan, economicamente e anche calcisticamente non era male, a 15 anni fa quando
era tra i primi cinque club in Europa per fatturato, ma mi accontenterei anche
tra i primi 10, ora fatturiamo meno della metà della Juventus e questo spiega l’attuale
differenza tra i due club e le mancate qualificazione alla Champions, che sono
comunque soldini.
Intanto con la presenza di Gazidis si è trovato magicamente un accordo per la
sempre più probabile gestione congiunta di San Siro, che verrà ristrutturato
proprio nell’ottica di aumentare i ricavi nel giorno della partita e anche per eventi
anche durante tutta la settimana, tra le trattative con gli sponsor, c’è quella
di coinvolgere ancora di più Emirates.
Gazidis ha uno stipendio senza paragoni
con gli altri manager della serie A, ma deve raggiungere i grandi obiettivi, perché
una parte dello stipendio è legato ai risultati, ora dico: ma non potremmo fare
questo tipo di contratto anche con i calciatori? Così anche loro sarebbero
costretti a dare il massimo o guadagnare di meno in caso di scarso rendimento.
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