sabato 1 dicembre 2018

Palermo venduto, a chi?


Zamparini ha venduto il Palermo ad interlocutori che lo potessero rilanciare con più mezzi economici, prendiamo atto che per raggiungere traguardi importanti (la serie A tranquilla), occorrono investimenti che Zamparini non era più in grado di sostenere, ma a mio avviso è una decisione arrivata troppo tardi.
La nuova proprietà sembra sia londinese, ma non si conosce niente altro, Zamparini dice che questa società con l’aiuto dell’associazioni industriali, adopererà tutte le attività necessarie per la costruzione dello stadio e del centro sportivo, io mi chiedo: ma se fin qui ha sempre detto che lui era pronto ma non si trovava il luogo dove costruirlo, con questa nuova società il luogo si trova?
Riconoscenza senza ombra di dubbio per i risultati sportivi, per l’immagine diversa che ci ha dato, per i campioni che abbiamo amato e ammirato, ma negli ultimi setto o otto anni, tutto questo era finito, era diventata un’agonia ed era corretto passare la mano senza arrampicarsi sugli specchi, per giustificare una diversa e più personale gestione della società.
Intanto speriamo che la nuova società si faccia conoscere (deve farlo per le leggi federali) e poi che venga per gestire un patrimonio calcistico non indifferente, non tanto negli uomini perché non c’è capitale umano, quanto nel bacino d’utenza e nella storia, qui nessuno chiede la luna, vogliamo avere la stessa dignità che hanno i tifosi della Sampdoria (Ferrero a parte), del Torino, dell’Atalanta o del Sassuolo.
Secondo pareggio di fila della gestione Stellone, dopo quello con il Verona, è arrivato anche quello contro il Benevento, un punto tutto sommato è giusto per quello che il Palermo ha fatto vedere in campo, per me più in difficoltà rispetto a Verona e comunque una squadra senza un gioco, che si affida alle grandi (per la categoria) individualità.
La gara è stata giocata nel complesso meglio dagli ospiti, poche le azioni da gol, in un certo senso partita noiosa con continui contrasti a centrocampo, per il Palermo addirittura un solo tiro degno di questo nome, eseguito da Trajkovski all'82°, sbagliando praticamente un rigore in movimento e portandomi a riflettere perché mai continuano a giocare Jajalo, Trajkovski e Nestorovski.
Questi giocatori continuano il loro processo involutivo e meno male che la serie B ha un livello tecnico scarsissimo, permettendo al Palermo di mantiene sempre il primato con 26 punti in classifica in 13 gare, una buona media ma non una media da promozione diretta, se non fosse che le dirette concorrenti (Verona, Benevento e Crotone) arrancano.
I rosanero comunque stanno disputando un buon campionato, non quello dell’Empoli di Sarri e Andreazzoli per esempio, con la speranza che possa ottenere la promozione diretta al termine del campionato, Stellone non sta dimostrando niente di particolare, tranne la voglia di vincere e di riscatto, per quanto sprecato lo scorso anno, purtroppo questo periodo (forse veramente l’ultimo di Zamparini) è stato particolare e gli si può concede più di un alibi.
Speriamo di non vedere più allenatori come Tedino e tutti gli altri che si sono avvicendati a Palermo negli ultimi anni e lo stesso valga per i calciatori, speriamo di avere un progetto che non sia identificato nel profitto e che ci regali a lungo calciatori e allenatori a cui affezionarci, così come abbiamo fatto con Miccoli, Corini, Liverani, Delio Rossi e Guidolin.
Grande delusione anche per Murawski che non è quello che ho ammirato lo scorso anno, poi che dire, davanti ad un modulo non meglio definito, credo che sia difficile parlare di uomini e posizioni in campo, posso dirvi che non sacrificherei Falletti, cha farei giocare di punta con Puscas.
Non riesco ancora a farmi piacere Salvi a cui gli preferisco sempre Rispoli, stanno facendo bene Alesaami e Wass, poi non saprei chi può sostituire Murawski nello schieramento a 5 a centrocampo (3-5-2 il modulo degli allenatori moderni), non ho idea, anche perché non so bene chi sono i giocatori in organico, bene Bellusci e Struna (nonostante non mi piaccia), benissimo invece Rajkovic e Brignoli.

Dal primo dicembre parte l'esperienza di Gazidis come amministratore delegato del Milan, dopo nove anni alla guida dell'Arsenal, il manager sudafricano non appena preso visione di Milanello, di casa Milan e conosciuto tutti i suoi collaboratori e sottoposti, si butterà a capofitto a studiare le strategie economiche-commerciali della nuova società e in particolare per l’imminente sentenza del 20 dicembre.
Gazidis avrà il compito di guidare le attività del Milan sui versanti sportivo, finanziario e commerciale, magari non avrà la bacchetta magica, ma dove è arrivato lui le cose sono sempre andate bene e questo dopo anni di austerità e debiti è di buon auspicio, tanto da essere stato scelto dalla famiglia Singer per rilanciare il Milan.
Dovrà trasformare il Milan in uno dei club più ricchi e dovrà farlo nel più breve tempo possibile, perché la crescita sportiva del Milan avverrà solo con l’aumento dei ricavi e così potremo tornare tra i più forti anche sul campo (senza dimenticare che Elliott fra un paio d’anni vorrà rivenderlo creando una grande plusvalenza).
Quando è stato chiamato all’Arsenal, in 13 anni ha presentato sempre bilanci in utile, anche quando gli è mancata la qualificazione in Champions, l’Arsenal ha un nuovo stadio, una fila di sponsor lunghissima e i ricavi più alti della Premier, certo qui non siamo in Inghilterra, ma speriamo che riesca anche qua a portare i soldini, che ci permettano di concorrere con la Juventus almeno sul mercato.
Gazidis avrà il compito di riportare il Milan, economicamente e anche calcisticamente non era male, a 15 anni fa quando era tra i primi cinque club in Europa per fatturato, ma mi accontenterei anche tra i primi 10, ora fatturiamo meno della metà della Juventus e questo spiega l’attuale differenza tra i due club e le mancate qualificazione alla Champions, che sono comunque soldini.
Intanto con la presenza di Gazidis si è trovato magicamente un accordo per la sempre più probabile gestione congiunta di San Siro, che verrà ristrutturato proprio nell’ottica di aumentare i ricavi nel giorno della partita e anche per eventi anche durante tutta la settimana, tra le trattative con gli sponsor, c’è quella di coinvolgere ancora di più Emirates.
Gazidis ha uno stipendio senza paragoni con gli altri manager della serie A, ma deve raggiungere i grandi obiettivi, perché una parte dello stipendio è legato ai risultati, ora dico: ma non potremmo fare questo tipo di contratto anche con i calciatori? Così anche loro sarebbero costretti a dare il massimo o guadagnare di meno in caso di scarso rendimento.


Nessun commento:

Posta un commento