venerdì 12 giugno 2020

Era ora che qualcuno lo facesse.


Dopo due mesi di “latitanza” e tutto il polverone Boban-Rangnick-Maldini, Gazidis si è presentato a Milanello per incontrare prima dell’allenamento, l’allenatore e la squadra per il taglio degli stipendi, per ufficializzare in sostanza la proposta che la squadra aveva già fatto, di rinunciare al 50% della mensilità di aprile.
In questa occasione i giocatori hanno approfittato per avere diversi chiarimenti e il perché di tanto ritardo, per una comunicazione arrivata con una pessima tempistica, a 48 ore dalla partita con la Juventus, come se l’unico problema del Milan fosse stato la riduzione dello stipendio, come se non ci fossero mai state le voci su Rangnick, come se non ci fosse mai stato un problema Maldini, come se non ci sia un problema Pioli.
Per non parlare poi del faccia a faccia con Ibrahimovic, che doveva avvenire appena lo svedese avesse messo piede a Milanello e ancora non c’è stato, Gazidis si è scusato per il ritardo e per la sua lunga “latitanza”, ha promesso che sarà più presente a Milanello, ha ribadito la solidità economica della proprietà, che ci saranno grossi investimenti sullo stadio e che i prossimi due mesi saranno importanti per tutti, ammettendo non so quanto vero, che oltre ai giocatori, allenatore e dirigenti, sotto osservazione ci sarà anche lui.
Per quanto riguarda l’allenatore ha ammesso che non c’è ancora la conferma di Pioli e una scelta definitiva non è stata già fatta, paradossalmente mi sento di difenderlo, perché non toccherebbe all’A. D. avere il contatto con la squadra, non ne abituato e non lo sa fare, ma in questo Milan mancano le altre figure di riferimento, come il Presidente e direttivo sportivo.
Nominalmente al Milan ci sono (Scaroni e Massara), ma sono figure delegittimate, Scaroni non è Agnelli, Lotito o De Laurentis e Massara non è Paratici, Giuntoli o Tare, la Lazio che non è la Juventus, sta lottando per il titolo e da anni sono solo due le persone di riferimento, Lotito e Tare, persone che nel Milan non abbiamo.
Quindi tocca sempre a Ibra con la sua schiettezza, sottolineare l’inadeguatezza dirigenziale-calcistica dei Singer e dello stesso Gazidis, lo aveva già fatto dopo il diverbio pre Milan-Genoa sul licenziamento di Boban, ma il tanto atteso faccia a faccia tra i due (quello preannunciato per il futuro di Ibra al Milan) non c’è ancora stato e forse non ci sarà mai.
Ibra con Romagnoli, Bonaventura e Begovic (la delegazione della squadra che ha parlato con Gazidis), ha accettato la riduzione dello stipendio di aprile e ribattuto su alcuni concetti, lo svedese (portavoce del gruppo) ha mostrato i dubbi e perplessità, che la squadra ha sull'operato della società, facendo capire apertamente di non avere gradito alcuni atteggiamenti e di nutrire forti dubbi sul progetto Milan.
Le risposte pacate ma decise di Gazidizs, hanno dato luogo ad un confronto civile ma divergente, il fatto che non sia stato solo Ibra ad essere scettico, ma anche tutta la squadra, non promette bene in fase di rinnovi e non sarà sicuramente la sua riassicurazione a tornare più spesso a Milanello, che smorzerà i toni ed è più di una sensazione che il futuro di Ibrahimovic è sempre più lontano dal Milan, come per molti altri calciatori che hanno manifestato il loro malumore.
Il futuro vede sempre più probabile il ritorno di Bakayoko, il francese vuole tornare e vedere se sarà possibile trovare un prezzo di acquisto più basso dei 35 milioni chiesti la scorsa estate, perché servono giovani affamati e che hanno voglia di vincere con il Milan, la coppia Bennacer-Bakayoko sarebbe una gran bella coppia in mezzo al campo e lo sarebbe anche Marc Roca 23enne dell’Espanyol, gioca prevalentemente da playmaker e costa sui 20 milioni.

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