domenica 4 aprile 2021

Il Milan ha perso lo smalto del 2020

Un brutto Milan, fra i più brutti di sempre frena ancora, anche la Sampdoria come la Fiorentina (complice il Milan e non viceversa) gioca un’ottima partita, anche se va in vantaggio per una incredibile svogliatezza di Theo Hernandez, avrebbe meritato di vincere la partita e se non fosse rimasta in dieci uomini lo avrebbe fatto, perché il Milan ha faticato a restare in partita anche con l’uomo in più.

Il Milan ha pareggiato poi troppo tardi e il palo di Kessie nei minuti finali se fosse entrato, oltre a rappresentare una penalizzazione troppo grande per la Samp, sarebbe stato l’ennesimo motivo per nascondere la polvere sotto al tappeto, perché in questo mediocre 2021, prima abbiamo perso punti importanti in chiave scudetto e sappiamo come è andata e adesso continuiamo a perdere punti preziosi in chiave Champions e non sappiamo come finirà, una cosa però la sappiamo, così non va, non può andare.

Con tutto il rispetto per la Sampdoria (noi siamo il Milan delle 28 partite in testa alla classifica), non siamo andati oltre al pareggio, perché abbiamo subito il pressing degli avversari, perché siamo svogliati (lo conferma lo svarione di Hernandez), perché non ci muoviamo senza palla, perché teniamo un ritmo bassissimo e perché facciamo troppi errori specialmente nelle ripartenze.

Non riusciamo mai (in questo 2021) a concludere un contropiede, perché ci facciamo sempre rimontare e alla fine siamo costretti a tornare dal portiere, non è concepibile che una squadra di calcio in serie A, faccia il primo tiro all’82esimo, per tutto questo non ci sono alibi e io aggiungerei non ci sono aumenti di stipendio, siamo lenti e imprecisi, proprio come una squadra che ha mollato, sbagliamo spessissimo l’approccio alle partite, come una squadra già in vacanza, facciamo prestazioni da squadra già retrocessa e nemmeno, perché anche quelle onorano al meglio la maglia, purtroppo non ci sono giustificazioni.

Delusione e amarezza, per quello che è stato, che poteva essere e che forse non sarà, non ci sono alibi, troppo lenti, imprecisi e prevedibili, l’approccio alla partita deve essere più convinto, dobbiamo avere più ritmo e più piglio, dobbiamo avere più fame in buona sostanza e invece sembriamo appagati, dobbiamo essere sempre, almeno come quelli del finale di gara, ma è arrivato troppo tardi e poi è stato troppo confuso.

Come dico io ai miei giocatori, la grinta, la cazzimma, la voglia di vincere a tutti i costi, te la devi portare da casa, non puoi arrivare allo stadio e pretendere di trovarla là che ti aspetta, non vai al bar e ne compri un chilo, l’approccio alla gara della domenica lo costruisci in settimana e poi lo conservi e lo alimenti in ritiro, perché se a livello mentale non riesci subito ad entrare in partita, non lo fai più e poi fai scelte poco lucide, figlie della mancanza d’attenzione, della superficialità e dell’assenza con il gioco dei compagni.

E’ questo il problema più grosso, l’approccio sbagliato alla partita troppo spesso, diciamo pure da due mesi, un problema che ricorre adesso ad ogni partita, fatto salvo poi riuscire a rimetterla in carreggiata, approccio che sta praticamente condizionando quasi tutto il girone di ritorno, il ritmo è improvvisamente e notevolmente calato, siamo passati da una media di 2,5 gol a partita, con una media di 18 tiri in porta, a pochissime occasioni da rete e tutto questo è preoccupare, in questo girone di ritorno abbiamo fatto troppo poco, mancando soprattutto in intensità e in qualità.

Il momento mentale dei giocatori del Milan, è descritto bene nelle parole di Saelemaekers: "Non è il risultato che ci aspettavamo oggi, ma guardiamo avanti", appunto! I risultati non si aspettano, si costruiscono, si conquistano, si aspettano i regali e nel calcio non ti regala niente nessuno, ci aspettavamo cosa? Segno che oramai non c’è più attenzione a quello che si fa, che adesso si vive di rendita, ma alla lunga la rendita finisce e bisogna rimboccarsi le maniche, ecco cosa manca.

Manca chi come Conte ti martella 24 ore su 24 ore per tenerti sempre concentrato sull’obiettivo, il Sacchi che dava fastidio a Van Basten perché parlava sempre e solo di tattica e di allenamento, troppo “famiglia”, mancano gli “sganassoni”, manca chi li mette sempre in discussione, Castillejo per esempio sa che gioca al posto di Saelemaekers e non fa nulla per migliorarsi, Leao sa che i giovani si devono aspettare e non fa nulla per affrettare la sua crescita.

Qui, adesso, siamo tutti in discussione, a cominciare da Ibrahimovic che contro la Samp non sapeva cosa fare della palla, a Theo Hernandez che continua a fare sgroppate e va a perdersi nell’imbuto centrale, che continua a fare minchiate in difesa, per finire con Pioli che continua ad applaudirli, ad incoraggiarli, quando dovrebbe invece cazziarli dalla mattina alla sera, come diciamo noi a Palermo: “Troppo fratuzzi”, troppa confidenza e non va, non va perché questi sono i risultati.

Puntuale è arrivata la sindrome del secondo anno di Pioli, fa bene il primo anno, crea una famiglia, un gioco, dei risultati e poi il secondo anno non sa gestire questa troppa confidenza, non riesce a tenerli sul pezzo fini alla fine, non pretendere di più da Romagnoli, da Leao, da Hauge, da Dalot, da Krunic, da Castillejo e potrei continuare.

C’è troppo un clima di appagamento, sempre gli stessi ruoli, lo stesso schema (con avversari e partite diverse), le stesse sostituzioni, contro la Samp, abbiamo cominciato a giocare con gli avversari in dieci, ma anche quando siamo passati alle due punte, quante volte l’ho detto? 

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