Un brutto Milan, fra i più brutti di sempre frena ancora, anche la Sampdoria come la Fiorentina (complice il Milan e non viceversa) gioca un’ottima partita, anche se va in vantaggio per una incredibile svogliatezza di Theo Hernandez, avrebbe meritato di vincere la partita e se non fosse rimasta in dieci uomini lo avrebbe fatto, perché il Milan ha faticato a restare in partita anche con l’uomo in più.
Il Milan ha pareggiato
poi troppo tardi e il palo di Kessie nei minuti finali se fosse entrato, oltre
a rappresentare una penalizzazione troppo grande per la Samp, sarebbe stato
l’ennesimo motivo per nascondere la polvere sotto al tappeto, perché in questo
mediocre 2021, prima abbiamo perso punti importanti in chiave scudetto e
sappiamo come è andata e adesso continuiamo a perdere punti preziosi in chiave
Champions e non sappiamo come finirà, una cosa però la sappiamo, così non va,
non può andare.
Con tutto il rispetto per la
Sampdoria (noi siamo il Milan delle 28 partite in testa alla classifica), non siamo
andati oltre al pareggio, perché abbiamo subito il pressing degli avversari,
perché siamo svogliati (lo conferma lo svarione di Hernandez), perché non ci
muoviamo senza palla, perché teniamo un ritmo bassissimo e perché facciamo
troppi errori specialmente nelle ripartenze.
Non riusciamo mai (in questo
2021) a concludere un contropiede, perché ci facciamo sempre rimontare e alla
fine siamo costretti a tornare dal portiere, non è concepibile che una squadra
di calcio in serie A, faccia il primo tiro all’82esimo, per tutto questo non ci sono alibi e io aggiungerei
non ci sono aumenti di stipendio, siamo lenti e imprecisi, proprio come una
squadra che ha mollato, sbagliamo spessissimo l’approccio alle partite, come
una squadra già in vacanza, facciamo prestazioni da squadra già retrocessa e
nemmeno, perché anche quelle onorano al meglio la maglia, purtroppo non ci sono
giustificazioni.
Delusione e
amarezza, per quello che è stato, che poteva essere e che forse non sarà, non ci sono alibi, troppo lenti, imprecisi e
prevedibili, l’approccio alla partita deve essere più convinto, dobbiamo avere
più ritmo e più piglio, dobbiamo avere più fame in buona sostanza e invece
sembriamo appagati, dobbiamo essere sempre, almeno come quelli del finale di
gara, ma è arrivato troppo tardi e poi è stato troppo confuso.
E’ questo il problema più
grosso, l’approccio sbagliato alla partita troppo spesso, diciamo pure da due
mesi, un problema che ricorre adesso ad ogni partita, fatto salvo poi riuscire
a rimetterla in carreggiata, approccio che sta praticamente condizionando quasi
tutto il girone di ritorno, il ritmo è improvvisamente e notevolmente calato,
siamo passati da una media di 2,5 gol a partita, con una media di 18 tiri in
porta, a pochissime occasioni da rete e tutto questo è preoccupare, in questo
girone di ritorno abbiamo fatto troppo poco, mancando soprattutto in intensità
e in qualità.
Il momento mentale dei
giocatori del Milan, è descritto bene nelle parole di Saelemaekers:
"Non è il risultato che ci aspettavamo
oggi, ma guardiamo
avanti", appunto! I risultati non si aspettano, si costruiscono, si conquistano,
si aspettano i regali e nel calcio
non ti regala niente nessuno, ci aspettavamo
cosa? Segno che
oramai non c’è più attenzione a quello che si fa, che adesso si vive di
rendita, ma alla lunga la rendita finisce e bisogna rimboccarsi le maniche,
ecco cosa manca.
Manca chi come Conte ti
martella 24 ore su 24 ore per tenerti sempre concentrato sull’obiettivo, il
Sacchi che dava fastidio a Van Basten perché parlava sempre e solo di tattica e
di allenamento, troppo “famiglia”, mancano gli “sganassoni”, manca chi li mette
sempre in discussione, Castillejo per esempio sa che gioca al posto di
Saelemaekers e non fa nulla per migliorarsi, Leao sa che i giovani si devono
aspettare e non fa nulla per affrettare la sua crescita.
Qui, adesso, siamo tutti
in discussione, a cominciare da Ibrahimovic che contro la Samp non sapeva cosa
fare della palla, a Theo Hernandez che continua a fare sgroppate e va a
perdersi nell’imbuto centrale, che continua a fare minchiate in difesa, per finire
con Pioli che continua ad applaudirli, ad incoraggiarli, quando dovrebbe invece
cazziarli dalla mattina alla sera, come diciamo noi a Palermo: “Troppo
fratuzzi”, troppa confidenza e non va, non va perché questi sono i risultati.
Puntuale è arrivata la
sindrome del secondo anno di Pioli, fa bene il primo anno, crea una famiglia,
un gioco, dei risultati e poi il secondo anno non sa gestire questa troppa
confidenza, non riesce a tenerli sul pezzo fini alla fine, non pretendere di
più da Romagnoli, da Leao, da Hauge, da Dalot, da Krunic, da Castillejo e
potrei continuare.
C’è troppo un clima di appagamento, sempre gli stessi ruoli, lo stesso schema (con avversari e partite diverse), le stesse sostituzioni, contro la Samp, abbiamo cominciato a giocare con gli avversari in dieci, ma anche quando siamo passati alle due punte, quante volte l’ho detto?
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