Il Milan perde ancora, altro che vincere tutti
gli scontri diretti per andare in Champions, dopo questa rovinosa sconfitta
contro la Lazio per 3 a 0, è quinta in campionato a causa anche del computo
degli scontri diretti, attualmente quindi fuori dalla grande competizione europea
e ora rischia veramente dopo un anno eccezionale, di restare fuori dalla
Champions per l’ottavo anno consecutivo.
Il Milan a Roma è stato pietoso dal punto di
vista tattico, che fino alla partita con lo Spezia era stato invece perfetto,
per non parlare poi dei singoli, Pioli continua a ripetere che bisogna cambiare
registro, ma il cambio di registro lo deve fare lui, passando al 3-4 o anche
5-1-2.
Fin dal primo giorno ho sempre sostenuto che due
centrocampisti sono pochi e non riescono a contenere bene gli avversari, che la
difesa è troppo scoperta, ma Pioli non se ne è voluto accorgere, troppo
integralista, troppo limitato e lo posso capire se le cose andassero bene come
sono andate, è per esperienza personale che dico, che ogni partita è una storia
a se, per ogni partita deve cucire l’abito adatto all’avversario, specialmente
nei momenti di difficoltà, quando non riesci da imporre il tuo gioco
all’avversario.
Con il 3-4-1-2, il centrocampo avrebbe protetto
meglio la difesa, che essendo a tre, non si sarebbe trovata sempre 1 contro 1 e
non avrebbe preso tutte quell’imbarcate di contropiedi, sapendo fra l’altro di
giocare contro una squadra, che fa delle ripartenze veloci il proprio punto di
forza.
Non è vero che squadra che vince non si tocca, “squadra
che vince si ritocca”, in funzione dell’avversario e dei giocatori a
disposizione, questo è il mio modo di vedere il calcio e cambiare assetto
tattico dopo 15/20 minuti trascorsi in difficoltà si può fare, anche se praticamente
si ammette di avere sbagliato, ma non per questo si deve continuare a
sbagliare.
Ora più che la
classifica, a preoccupare davvero sono gli avversari (escluso la Juve) che
vanno a mille, il peggiore calendario di questo fine campionato e un Milan che
si è dissolto nel nulla, un Milan che non c’è più, che ha perso sette partite
sulle 19 giocate nel ritorno, un Milan che viaggia ad una media punti da salvezza
tranquilla, che ha dilapidato tutto il vantaggio che aveva accumulato sulle rivali
e che è la bella copia del Milan di Giampaolo.
Troppo lungo questo
periodo di alti e bassi, che in verità adesso sono solo bassi, la squadra ha
smarrito entusiasmo e certezze, non giocano più bene, non sono più padroni del
gioco e subiscono il gioco di qualunque avversario, specie delle rivali dirette
e a cambiare questo trend deve essere l’allenatore, che se non lo sa fare, vuol
dire che ha avuto un colpo di fortuna nel creare una macchina perfetta e però
non sa come fare a rimetterla in sesto.
Sento
parlare di rischio di non centrare la Champions, il rischio c’era la settimana
scorsa, adesso il quinto posto e lo svantaggio nei confronti diretti sono una
realtà e non un rischio, si rischia qualcosa che si possiede qualcosa e il
Milan il posto in Champions non ce l’ha più, caso mai sono le altre tre che
rischiano, il Milan oggi rischia di rallentare il processo di crescita sportivo
e societario, oltre a quello tecnico.
Non si può
stare nei primi quattro posti per trequarti del campionato e poi ritrovarsi in
Europa League, io lo considero un grandissimo fallimento, è chiaro che questo
calo può significare due cose: la prima che questa squadra è un bluff, che a
questo punto bisogna fare una scrematura e ricominciare da capo, capire su quali calciatori puntare,
calciatori che devono essere in grado di mantenere e migliorare il loro livello
di rendimento e avere la capacità di reagire ai momenti difficili e che
capitano a qualsiasi squadra.
Calciatori che tengono al Milan e al suo
progetto, che non facciano richieste assurde di stipendio e che permettano la
crescita continua e costante del rilancio rossonero, senza dovere ricominciare
ogni anno da capo, la seconda, è che la squadra è una buona squadra, ma è
giovane e come tutti i giovani peccano d’inesperienza, allora è il tecnico che
bisogna cambiare, serve un tecnico che sappia non solo lavorare con i giovani,
ma che sia capace di trasferire ai calciatori, esperienza e sicurezza (Ten Hag), per affrontare i periodi clou
della stagione.
Bisogna prendere atto
che dopo il mercato invernale, il Milan da due mesi e forse più, è tornata ad
essere una squadra normale, è venuta a mancare la forza fisica e la personalità
di Ibrahimovic, le altre sono cresciute come è giusto che sia, mentre il Milan
e la Juventus che hanno allenatori non inidonei sono calati e hanno avuto un
cambio di passo preoccupante, non solo per il momento attuale, ma anche per
quello futuro.
Il rischio, ma credo che sia più di un rischio, è che la prossima stagione si parta di nuovo con un Milan mediocre che arranca a metà classifica, restano cinque partite per salvare l’intera stagione e scacciare l’incubo dell’esclusione dalla Champions e poi andranno messi in discussione Pioli e molti giocatori, perché non è umanamente concepibile, che il Milan dopo essere stato campione d’inverno, non chiuda il campionato nemmeno tra le prime quattro, non è mai successo che una squadra prima in classifica a gennaio fosse poi esclusa dalla Champions, da cui dipende anche il calciomercato.
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