mercoledì 28 aprile 2021

Non si può perdere la Champions, dopo un 2020 così.
















Il Milan perde ancora, altro che vincere tutti gli scontri diretti per andare in Champions, dopo questa rovinosa sconfitta contro la Lazio per 3 a 0, è quinta in campionato a causa anche del computo degli scontri diretti, attualmente quindi fuori dalla grande competizione europea e ora rischia veramente dopo un anno eccezionale, di restare fuori dalla Champions per l’ottavo anno consecutivo.

Il Milan a Roma è stato pietoso dal punto di vista tattico, che fino alla partita con lo Spezia era stato invece perfetto, per non parlare poi dei singoli, Pioli continua a ripetere che bisogna cambiare registro, ma il cambio di registro lo deve fare lui, passando al 3-4 o anche 5-1-2.

Fin dal primo giorno ho sempre sostenuto che due centrocampisti sono pochi e non riescono a contenere bene gli avversari, che la difesa è troppo scoperta, ma Pioli non se ne è voluto accorgere, troppo integralista, troppo limitato e lo posso capire se le cose andassero bene come sono andate, è per esperienza personale che dico, che ogni partita è una storia a se, per ogni partita deve cucire l’abito adatto all’avversario, specialmente nei momenti di difficoltà, quando non riesci da imporre il tuo gioco all’avversario.

Con il 3-4-1-2, il centrocampo avrebbe protetto meglio la difesa, che essendo a tre, non si sarebbe trovata sempre 1 contro 1 e non avrebbe preso tutte quell’imbarcate di contropiedi, sapendo fra l’altro di giocare contro una squadra, che fa delle ripartenze veloci il proprio punto di forza.

Non è vero che squadra che vince non si tocca, “squadra che vince si ritocca”, in funzione dell’avversario e dei giocatori a disposizione, questo è il mio modo di vedere il calcio e cambiare assetto tattico dopo 15/20 minuti trascorsi in difficoltà si può fare, anche se praticamente si ammette di avere sbagliato, ma non per questo si deve continuare a sbagliare.

Ora più che la classifica, a preoccupare davvero sono gli avversari (escluso la Juve) che vanno a mille, il peggiore calendario di questo fine campionato e un Milan che si è dissolto nel nulla, un Milan che non c’è più, che ha perso sette partite sulle 19 giocate nel ritorno, un Milan che viaggia ad una media punti da salvezza tranquilla, che ha dilapidato tutto il vantaggio che aveva accumulato sulle rivali e che è la bella copia del Milan di Giampaolo.

Troppo lungo questo periodo di alti e bassi, che in verità adesso sono solo bassi, la squadra ha smarrito entusiasmo e certezze, non giocano più bene, non sono più padroni del gioco e subiscono il gioco di qualunque avversario, specie delle rivali dirette e a cambiare questo trend deve essere l’allenatore, che se non lo sa fare, vuol dire che ha avuto un colpo di fortuna nel creare una macchina perfetta e però non sa come fare a rimetterla in sesto.

Sento parlare di rischio di non centrare la Champions, il rischio c’era la settimana scorsa, adesso il quinto posto e lo svantaggio nei confronti diretti sono una realtà e non un rischio, si rischia qualcosa che si possiede qualcosa e il Milan il posto in Champions non ce l’ha più, caso mai sono le altre tre che rischiano, il Milan oggi rischia di rallentare il processo di crescita sportivo e societario, oltre a quello tecnico.

Non si può stare nei primi quattro posti per trequarti del campionato e poi ritrovarsi in Europa League, io lo considero un grandissimo fallimento, è chiaro che questo calo può significare due cose: la prima che questa squadra è un bluff, che a questo punto bisogna fare una scrematura e ricominciare da capo, capire su quali calciatori puntare, calciatori che devono essere in grado di mantenere e migliorare il loro livello di rendimento e avere la capacità di reagire ai momenti difficili e che capitano a qualsiasi squadra.

Calciatori che tengono al Milan e al suo progetto, che non facciano richieste assurde di stipendio e che permettano la crescita continua e costante del rilancio rossonero, senza dovere ricominciare ogni anno da capo, la seconda, è che la squadra è una buona squadra, ma è giovane e come tutti i giovani peccano d’inesperienza, allora è il tecnico che bisogna cambiare, serve un tecnico che sappia non solo lavorare con i giovani, ma che sia capace di trasferire ai calciatori, esperienza e sicurezza (Ten Hag), per affrontare i periodi clou della stagione.

Bisogna prendere atto che dopo il mercato invernale, il Milan da due mesi e forse più, è tornata ad essere una squadra normale, è venuta a mancare la forza fisica e la personalità di Ibrahimovic, le altre sono cresciute come è giusto che sia, mentre il Milan e la Juventus che hanno allenatori non inidonei sono calati e hanno avuto un cambio di passo preoccupante, non solo per il momento attuale, ma anche per quello futuro.

Il rischio, ma credo che sia più di un rischio, è che la prossima stagione si parta di nuovo con un Milan mediocre che arranca a metà classifica, restano cinque partite per salvare l’intera stagione e scacciare l’incubo dell’esclusione dalla Champions e poi andranno messi in discussione Pioli e molti giocatori, perché non è umanamente concepibile, che il Milan dopo essere stato campione d’inverno, non chiuda il campionato nemmeno tra le prime quattro, non è mai successo che una squadra prima in classifica a gennaio fosse poi esclusa dalla Champions, da cui dipende anche il calciomercato. 

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