martedì 6 aprile 2021

Un pareggio che complica la corsa Champions.

Pessima prova del Milan e ancora troppi errori individuali, tecnici e tattici, che a mio avviso non sono ripresi in maniera adeguata e decisa dall’allenatore, con il risultato che la corsa ad un posto Champions si complica maledettamente, l’ennesima frenata del 2021 non è più ammissibile e la strada verso il vero e unico obiettivo stagionale, si fa sempre più in salita e non sono d'accordo con Pioli sulla quota Champions a 75 punti.

Non sono d’accordo perché vorrebbe dire vincere almeno cinque partite e se diamo uno sguardo alla classifica: Milan 60; Atalanta 58; *Napoli 56; *Juventus 56; *Lazio 52 e Roma 51, notiamo che il Milan dista solo 4 punti dal quinto posto della Juventus o del Napoli, ma che queste hanno una partita in meno e se dovesse finire nel modo migliore (un pareggio), i punti diventerebbero 3, con il Milan che potrebbe perdere una delle 4 partite, proprio contro la Juventus e azzerare tutto.

Mancano nove partite e se noi facciamo il conto di una media di 2 punti a partita per squadra, quindi 18 punti in media ciascuno, con il pareggio tra Napoli e Juventus ed escluso il Milan già a 75 punti, avremo: Atalanta 76 (che vince con il Milan), Napoli e Juventus 75, ma con almeno la Juventus (che vince con il Milan) avanti negli scontri diretti e siamo in parità con il Napoli, solo che il Milan per un solo gol ha la migliore differenza reti, ma deve finire così.

Questo significherebbe comunque arrivare con l'acqua alla gola e non avere quel minimo di tranquillità per giocare le ultime partite, quelle decisive e poi non sono d’accordo su questo atteggiamento accomodante dell’allenatore, che invece, proprio perché la squadra ha un approccio mentale alla gara, totalmente sbagliato, deve puntare all’obiettivo massimo, lo trovo troppo indulgente con la squadra e con molti giocatori in particolare.

Certo, non è facile dire a Calhanoglu di darsi una mossa, in caso contrario cosa fai? Non gli rinnovi il contratto? Però, se Guidolin non allena più, è perché non sa gestire la parte emotiva del finale del campionato, anche Pioli dimostra di avere questo limite e non va bene per una squadra che deve imparare a vivere finali di campionato intensi, complicati e su più fronti.

L’auspicio è che questi giovani diventino protagonisti di un Milan vincente, ossia, di una squadra che in questo periodo della stagione, avrà il suo momento decisivo: per lo scudetto, per la coppa Italia e per la Champions, come ha fatto la Juventus negli ultimi 9 anni e non mi sembra che puntare a 75 punti in classifica, sia il modo migliore per preparare una futura generazione di vincenti.

Il nodo è proprio questo, una squadra che ha concluso il girone d’andata con una media di 2,26 punti a partita, dovrebbe migliorarsi ed incrementare la propria media, potrebbe essere accettabile un normale rallentamento, abbassando di qualche decimo la media, ma non è giustificabile questo netto rallentamento nel girone di ritorno, passando ad una media di 1,70, inferiore alla media di 2 punti a partita.

È chiaro che diventa troppo riduttivo giustificare questo netto peggioramento, con gli infortuni o con le partite in nazionale, c'è una forte componente di inadeguatezza da imputare all’allenatore, pensavo che al Milan e con Ibrahimovic, una volta compiuti i 50 anni, avesse raggiunto la definitiva maturazione e invece devo dire che non è un allenatore da grande squadra.

Lo trovo troppo integralista e molto statico nelle scelte, un allenatore che allena le grandi squadre, quelle che lottano ogni anno per obiettivi importanti, devono evolversi anche nello stesso anno, perché devono migliorarsi sempre e poi devono cambiare, per adattare la propria idea vincente, in funzione del momento, degli uomini a disposizioni e degli avversari.

Gli avversari studiano il Milan e si preparano, in questa seconda parte del campionato il Milan è sempre lo stesso e questo porta i rossoneri a fare fatica, a non avere una manovra fluida ed efficace, con i movimenti dei giocatori facilmente leggibili, per non parlare della facilità degli avversari di mettere in fuori gioco Ibra e compagni, contro la Samp addirittura è successo nove volte.

Un allenatore di spessore, agli attaccanti anche se si chiamano Ibrahimovic, deve farsi sentire e dopo due volte non deve succedere più, questo pareggio, più di altri risultati negativi precedenti, devono far riflettere, per il momento topico del campionato e per il periodo, la classifica è molto corta e bisogna avere la capacità di gestire il momento.

Per chi ambisce a raggiungere un posto in Champions League, che è un piazzamento vitale per il progetto di crescita del Milan, l’allenatore ha grandi responsabilità sul risultato finale, non discuto il fatto di avere arretrato Saelemaekers terzino, perché per questo è stato preso e questo ruolo dovrebbe fare il prossimo anno, se vogliamo migliorare le alternative (a Calabria).

È il continuare ad insistere con Castillejo e Krunic in avanti, senza avere fra l’altro partite infrasettimanali, che è stato un azzardo inutile, così come è stato sbagliato togliere Saelemaekers e lasciare Castillejo, Hauge è stato abbandonato completamente e totalmente, si continua a dare chance a Dalot, a Krunic, a Castillejo stesso, mentre Hauge come Gabbia, è stato lasciato ai margini.

Un appunto particolare poi per Theo Hernandez, che sta avendo un’involuzione inspiegabile, troppi cali di concentrazione e qui non possiamo parlare delle fatiche per le Nazionali, perché Theo non c’è andato e Kjaer ha fatto la sua onesta partita, per non parlare di un Ibra molto deludente, per lui, per la sua età e per le sue attuali condizioni fisiche, il ritorno in Nazionale rappresenta un danno per il Milan.

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