sabato 22 maggio 2021

La Champions si decide all'ultima giornata?

A Pioli fa comodo dire che “Una partita non può rovinare un anno e mezzo di progressi", ma sa intanto che nel calcio basta proprio una partita, per far dimenticare tutto e per stravolgere qualsiasi situazione, se non fosse così, non ci sarebbero le finali o quelle famose partite della vita, considerate tali proprio perché una partita cambia tante cose, in passato ha cambiato la vita e la carriera di molta gente.

Anche sulla crescita ho qualcosa da dire, perché non possiamo dire che siano cresciuti: Romagnoli, Leao, Tonali, Hauge, Dalot e potrei continuare con altri che hanno fatto dei passi indietro, dopo avere raggiunto buoni livelli, credo che non sia il caso di polemizzare oltre, ma la crescita, la maturità di una squadra, che solitamente rispecchia l’allenatore, deve essere certificata proprio in partite importanti, fondamentali e decisive come quella con il Cagliari.

La crescita del Milan era già a giugno scorso sotto gli occhi di tutti, diciamo che nell’autunno 2020 si è confermata, ma non è cresciuta ancora di più e poi nel 2021 ha avuto addirittura un’involuzione, possibilmente a causa del Covid e degli infortuni (li hanno avuti anche le altre però), ma che non giustificano l’altalenante seconda parte di stagione.

Perché se andiamo a guardare bene, non si tratta di una partita, evito di metterci dentro lo United, ma non posso fare a meno di elencare i flop, nelle sei partite in casa con squadre dal nono posto in giù, dove i rossoneri hanno collezionato solo 5 punti sui 18 disponibili: Milan-Parma 2-2; Milan-Verona 2-2; Milan-Udinese 1-1; Milan-Samp 1-1; Milan-Sassuolo 1-2; Milan-Cagliari 0-0.

Andare in Champions e non andarci, nonostante si tratti di una partita, magari di un punto, non è mai la stessa cosa, cambia e cambia di moltissimo, non è più una questione solo di risultati o di classifica e se vogliamo forse nemmeno una questione di 50 milioni di euro in più, è proprio la certificazione del mancato raggiungimento di uno step superiore di crescita, il Milan aveva chiuso il campionato scorso da squadra di secondo “livello”, quest’anno lo step successivo era quello di attestarsi fra le prime quattro e questo non c’è stato.

Cambiano quindi notevolmente i programmi e anche le disponibilità economiche, dai quali dipende la costruzione della squadra del futuro, senza Champions vanno via Gigio, Calha, e probabilmente anche Romagnoli e Kessie, neanche il prossimo anno lo scudetto sarà un obbligo, ma il ritorno in Champions si, così come lo era quest’anno e bisognerà farlo senza questi 4 giocatori e senza 50 milioni.

Domenica scorsa poteva essere una giornata storica e non lo è stata, tornare dopo 7 anni in Champions League non avrebbe avuto prezzo, sarebbe stato di un'importanza straordinaria, la certificazione della bontà del progetto, sarebbe stato il secondo passo, quello necessario per tornare ai vertici della serie A e da lì ritornare a lottare per il titolo, senza dimenticare la cinquantina di milioni che porterebbe ogni anno nelle casse rossonere, necessari per migliorare i conti e per rafforzare ogni anno la squadra.

Il Milan sta facendo anche un bel percorso finanziario, ma in questo percorso è incluso il fatto di arrivare al quarto posto, che è fondamentale per continuare il progetto, perché senza Donnarumma, senza Calhanoglu, senza Kessie e senza 50 milioni, sei costretto a ricominciare da zero, forse bisognava investire qualcosa di più a gennaio, ma la stessa squadra non può fare 7 gol al Torino e zero al Cagliari, entrambe che spareggiano per non retrocedere.

Con il senno del poi, Giroud forse serviva a gennaio, ora serve un centravanti da 20 gol e per quello servono i soldi della Champions, e senza la Champions il progetto subisce una frenata, ricordo che di anni per tornare grandi ne sono già passati tre, le intenzioni di Elliott sono quelle di andare avanti con lo stadio, contenere le spese investendo sui giovani e si andrà avanti a piccoli passi, ma se questi piccoli passi sono “falsi”, non ci sarà mai un’accelerata al progetto.

Il progetto è tornare ad essere una squadra tra le prime dieci-dodici squadre d’Europa, ma non si può restare fermi un anno ed essere costretti a non potere mantenere neanche i pezzi migliori, andando sempre in Champions si possono prendere i giocatori più forti, a Torino tra Juventus e Torino il Milan ha segnato 10 reti senza incassarne uno, era in un trend decisamente positivo, sembra aver ritrovato fiducia e benzina, invece?

Proprio nel momento decisivo della stagione il Milan non c’è e pensare che la Champions League, ci aiuterebbe ad affrontare in maniera diversa anche i rinnovi e i riscatti, per tanto dobbiamo farcene una ragione ed andare avanti meno spavaldamente senza Donnarumma e Calhanoglu, visto che non abbiamo più neanche i 50 milioni per prendere i sostituti.

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