A Pioli fa comodo dire che “Una partita non può rovinare un anno e mezzo di progressi", ma sa intanto che nel calcio basta proprio una partita, per far dimenticare tutto e per stravolgere qualsiasi situazione, se non fosse così, non ci sarebbero le finali o quelle famose partite della vita, considerate tali proprio perché una partita cambia tante cose, in passato ha cambiato la vita e la carriera di molta gente.
Anche sulla
crescita ho qualcosa da dire, perché non possiamo dire che siano cresciuti:
Romagnoli, Leao, Tonali, Hauge, Dalot e potrei continuare con altri che hanno
fatto dei passi indietro, dopo avere raggiunto buoni livelli, credo che non sia
il caso di polemizzare oltre, ma la crescita, la maturità di una squadra, che
solitamente rispecchia l’allenatore, deve essere certificata proprio in partite
importanti, fondamentali e decisive come quella con il Cagliari.
La crescita
del Milan era già a giugno scorso sotto gli occhi di tutti, diciamo che
nell’autunno 2020 si è confermata, ma non è cresciuta ancora di più e poi nel
2021 ha avuto addirittura un’involuzione, possibilmente a causa del Covid e
degli infortuni (li hanno avuti anche le altre però), ma che non giustificano
l’altalenante seconda parte di stagione.
Perché se
andiamo a guardare bene, non si tratta di una partita, evito di metterci dentro
lo United, ma non posso fare a meno di elencare i flop, nelle sei partite in casa con squadre dal
nono posto in giù, dove i rossoneri hanno collezionato solo 5 punti sui
18 disponibili: Milan-Parma 2-2; Milan-Verona 2-2; Milan-Udinese 1-1; Milan-Samp
1-1; Milan-Sassuolo 1-2; Milan-Cagliari 0-0.
Andare in
Champions e non andarci, nonostante si tratti di una partita, magari di un
punto, non è mai la stessa cosa, cambia e cambia di moltissimo, non è più una
questione solo di risultati o di classifica e se vogliamo forse nemmeno una
questione di 50 milioni di euro in più, è proprio la certificazione del mancato
raggiungimento di uno step superiore di crescita, il Milan aveva chiuso il
campionato scorso da squadra di secondo “livello”, quest’anno lo step
successivo era quello di attestarsi fra le prime quattro e questo non c’è
stato.
Cambiano quindi notevolmente i programmi e anche le disponibilità economiche, dai quali dipende la costruzione della squadra del futuro, senza Champions vanno via Gigio, Calha, e probabilmente anche Romagnoli e Kessie, neanche il prossimo anno lo scudetto sarà un obbligo, ma il ritorno in Champions si, così come lo era quest’anno e bisognerà farlo senza questi 4 giocatori e senza 50 milioni.
Domenica scorsa poteva essere
una giornata storica e non lo è stata, tornare dopo 7 anni in Champions League
non avrebbe avuto prezzo, sarebbe stato di un'importanza straordinaria, la
certificazione della bontà del progetto, sarebbe stato il secondo passo, quello
necessario per tornare ai vertici della serie A e da lì ritornare a lottare per
il titolo, senza dimenticare la cinquantina di milioni che porterebbe ogni anno
nelle casse rossonere, necessari per migliorare i conti e per rafforzare ogni
anno la squadra.
Il Milan sta facendo anche un bel percorso
finanziario, ma in questo percorso è incluso il fatto di arrivare al quarto
posto, che è fondamentale per continuare il progetto, perché senza Donnarumma,
senza Calhanoglu, senza Kessie e senza 50 milioni, sei costretto a ricominciare
da zero, forse bisognava investire qualcosa di più a gennaio, ma la stessa
squadra non può fare 7 gol al Torino e zero al Cagliari, entrambe che
spareggiano per non retrocedere.
Con il senno del poi, Giroud forse
serviva a gennaio, ora serve un centravanti da 20 gol e per quello servono i
soldi della Champions, e senza la Champions il progetto subisce una frenata,
ricordo che di anni per tornare grandi ne sono già passati tre, le intenzioni
di Elliott sono quelle di andare avanti con lo stadio, contenere le spese investendo
sui giovani e si andrà avanti a piccoli passi, ma se questi piccoli passi sono “falsi”,
non ci sarà mai un’accelerata al progetto.
Il progetto è tornare ad essere una
squadra tra le prime dieci-dodici squadre d’Europa, ma non si può restare fermi
un anno ed essere costretti a non potere mantenere neanche i pezzi migliori,
andando sempre in Champions si possono prendere i giocatori più forti, a Torino
tra Juventus e Torino il Milan ha segnato 10 reti senza incassarne uno, era in
un trend decisamente positivo, sembra aver ritrovato fiducia e benzina, invece?
Proprio nel momento decisivo della
stagione il Milan non c’è e pensare che la Champions League, ci aiuterebbe ad
affrontare in maniera diversa anche i rinnovi e i riscatti, per tanto dobbiamo
farcene una ragione ed andare avanti meno spavaldamente senza Donnarumma e
Calhanoglu, visto che non abbiamo più neanche i 50 milioni per prendere i
sostituti.
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