Speravo e ne ero quasi convinto, che alla fine un gol nel finale l’avremmo fatto, un gol fatto in qualsiasi modo, per ottenere i tre punti necessari per la qualificazione alla Champions League, visto che avevamo fatto diventare complicata, una partita cruciale.
Ho
rivisto una squadra irriconoscibile, rispetto alle due partite di Torino, anzi
riconoscibilissima nel suo rendimento interno, la solita squadra macchinosa e
senza idee, tenuta in partita da Donnarumma e che gradatamente ci ha fatto
perdere, prima lo scudetto e adesso anche un posto tra le prime quattro.
Ancora
ora, a distanza di più di 12 ore non riesco a crederci, per la prima volta dopo
50 anni di tifo rossonero, ho visto la partita nervosamente in piedi, io che
sono più glaciale di un inglese rilassato, perché si vedeva lontano un miglio,
che non riuscivamo ad andare al di là di quelle orrende imbucate centrali, per andare
a sbattere sistematicamente sulla difesa del Cagliari.
Purtroppo
troppe volte l’ho visto quest’anno e soprattutto a San Siro, spero che i ben
pensanti si siano ricreduti su Diaz e che Pioli è un “normalizzatore”, non è un
allenatore da primi posti, molta responsabilità è dei giocatori, ma soprattutto
è dell’allenatore, i giocatori perché vanno in campo e nessuno aveva un’idea chiara
di cosa fare in campo e il secondo perché non ha presentato una squadra degna
di un appuntamento così importante.
Una
grande squadra queste partite le deve chiudere subito, 2 a 0 a fine del primo
tempo e comunque non è concepibile che una squadra in una partita così
importante, si presenti così scarica e apatica,
Pioli ha preparato male questa partita, sempre questo stupido e inutile imbucarsi
centralmente, che non produce nulla e poi i cambi fatti così, tanto per farli,
sempre un terzino per terzino, una punta per una punta.
Lenti, prevedibili e senza soluzioni, non abbiamo mai aggirato la
difesa avversaria, abbiamo tirato poco e male da fuori area, non abbiamo
imposto ritmo e partita all’avversario, ma più che altro, l’unico modo che ci
restava per scardinare la nutrita difesa isolana, era la torre in area e lo
abbiamo messo dentro a 2 minuti dalla fine.
Ora se il Cagliari con la mente sgombra è riuscito a fermarci
senza fatica, possiamo pensare di andare a qualificarci in Champions a Bergamo?
dove saranno ancora più leggeri di mente del Cagliari e che solitamente giocano
sempre in scioltezza? Abbiamo buttato al vento una stagione e un anno e mezzo
di lavoro, non ci sono scuse, abbiamo
fallito.
Il
progetto dopo il finale dello scorso campionato, prevedeva tornare in
Champions, se questo non accadrà e non accadrà, significherà ripartire da zero,
perché lo zero del Milan è l’Europa League, sarà stato come essere partiti con
Rangnick, tutto lavoro buttato fuori dalla finestra, anche perché spero che non
si voglia reimpostare una nuova partenza con un Pioli qualsiasi, perché i
progetti nascono dall’ingegnere, qui l’ingegnere chi è?
Purtroppo
non ci sono vie di mezzo, o questo progetto ha avuto una crescita e quindi un
futuro, oppure è drammaticamente
fallito, sia in senso sportivo, tecnico ed economico, dopo due anni ci troviamo
fuori dalla Champions all’ultimo chilometro, come era successo con Gattuso, con
la differenza che Gattuso non è stato campione d’inverno, non ha fatto 76
punti, giocava in maniera ridicola e ha avuto almeno l’intelligenza di dare le
dimissioni.
Adesso la speranza per chi ci crede, è che visto il rendimento esterno e che l’Atalanta è una squadra che non si arrocca a difendere, giocatori e allenatore tirino fuori l’orgoglio, la cattiveria, quella qualità di gioco per cui hanno chiesto aumenti stratosferici e facciano l’impresa, che capiscano tutti che nel calcio e forse non solo, non si vive di rendita, che un posto in Champions è la vita per: Gazidis, Pioli, Gigio e per Calhanoglu.
Andare in Champions è fondamentale per tutti e per tutto, non andarci significa dare un bel colpo di spugna a questo progetto e vararne un altro, io sono molto deluso e con me credo il 99% dei milanisti, è inspiegabile come mai Lipsia, Lille e qualche altra, siano partite in testa, sono arrivate in Champions e noi no, noi abbiamo perso una grande occasione e non si può evitare di fare profonde riflessioni.
Mi dispiace per Pioli e per chi sostiene che non c’è una sindrome della seconda stagione, è sotto gli occhi di tutti che ha ripetuto il finale di stagione che ha fatto con Lazio, Inter e Fiorentina, nel girone di ritorno abbiamo un rendimento da settimo posto, vi immaginate cosa sarebbe stato il nostro campionato, senza tutti quei punti fatti nel 2020?
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