Dal 5 a 0, con il conseguente arrivo di Ibrahimovic, alla sedicesima vittoria esterna in un campionato, al secondo posto e al ritorno in Champions dopo 7 anni, tutto in una serata e nel giorno dell'anniversario dell’ultima Champions conquistata nel 2007, Bergamo è un segno, perché è il posto da dove tutto è iniziato, in quel dicembre del 2020, dopo che aveva perso per 5-0 contro l'Atalanta.
Per Pioli già traghettatore, erano giorni contati, al limite
mesi e poi sarebbe arrivato Rangnick e si sarebbe messo mani alla rivoluzione “tedesca”,
Zlatan si è convinto ed ha deciso di venire in aiuto alla sua squadra del cuore
e così da lì è partito questo Milan, una squadra poi ringiovanita ancora in
estate e che è cresciuta rapidamente, facendo un grande salto in avanti e dando
una grande prova di maturità.
Questa squadra non si
meritava di non andare in Champions, forse per la mancanza di continuità si è
meritato di non vincere lo scudetto, ma la mancata qualificazione avrebbe compromesso
un anno e mezzo di lavoro e la continuità di un progetto, che diventa sempre
più importante e che deve crescere ancora, il percorso è ancora lungo, ma la
strada è quella giusta, questo secondo posto, questo ritorno
a casa Champions, deve essere un punto d'inizio, non un punto d'arrivo, per tornare
a stare stabilmente in Champions.
E se l’altra sera contro
il Cagliari ero nervoso e deluso, dopo il secondo rigore di Kessie, ho espresso
tutta la mia gioia, per questa qualificazione alla Champions, che il Milan si
meritava più di altre squadre e approfitto di questo post per complimentarmi
con la squadra, con l'allenatore e con la dirigenza tutta, complimenti sinceri e
meritati, ma che non mi fanno cambiare idea, su quanto espresso sempre da
questo post per tutta la stagione.
Adesso è il momento di
festeggiare e poi ci sarà il giorno per tirare le somme, la squadra dovrà essere migliorata
ancora, dovrà essere più forte e per squadra intendo giocatori, allenatori e soprattutto preparatori atletici e staff
medico, perché sono stati troppi e inspiegabili, gli infortuni che hanno
tartassato il Milan quest’anno, ma per questo ci sarà tempo, presto sarà il
tempo per Donnarumma e Chalanoglu, per uscire allo scoperto, ma ora è
giusto godersi questo successo.
Il ritorno in Champion è e deve essere un ritorno alla normalità, il sostegno alla squadra da parte dei tifosi non è mai mancato e hanno fatto bene a credere in questi ragazzi e nel gruppo che li ha guidati, per raggiungere questo traguardo meritato, traguardo che poteva essere addirittura migliore, ma quello che conta adesso è tenere il Milan stabilmente in Champions, per competere economicamente con gli altri club di serie A e d’Europa, con una squadra che deve diventare più forte e più stabile.
Su questo c’è ancora tanto da
lavorare, a cominciare dai rinnovi e dal mercato, se la mia equazione è esatta,
Donnarumma (Raiola) a parità di partecipazione alla Champions preferirà andare
alla Juventus, che gli offre di più e offre di più anche a Raiola, per l’attaccamento di Gigio al Milan, la trattativa potrebbe
essere quella per il rinnovo che non sia oltre ad un biennale, con l’inserimento
di una clausola rescissoria bassa, per garantire al Milan un minimo di
indennizzo.
Il Milan a
quel punto stringerà i tempi con Maignan e con il Lille, visto che il portiere
è seguito pure dalla Roma, anche se ha già un accordo di massima con i
rossoneri e i rapporti tra i due club sono ottimi, dunque sarà il portiere
francese, a sostituire Gigio in porta nella prossima stagione, andrà via anche
Calhanoglu, ma non arriverà De Paul perché è troppo costoso e i soldi servono
per il grande attaccante e per i riscatti di Tonali e Tomori, credo che a
questo punto il Milan si concentrerà più su Mkhitaryan,
che su Ilicic.
Mkhitaryan ha
fatto una grande stagione con la Roma, dimostrando di essere in ottime
condizioni fisiche e mentali, di essersi adattato bene al nostro calcio, ha
segnato tanto e fatti tanti assist, può liberarsi il 31 maggio a zero e tra i
motivi per cui potrebbe non restare a Roma, c'è l'arrivo di Mourinho nella
capitale.
A fare da riserva a Mkhitaryan dovrebbe essere Brahim Diaz, il Milan punta a
rinnovare il prestito, inserendo questa volta un diritto di riscatto, mentre è
difficilissimo che vengano riscattati Dalot e Meitè, così come la permanenza di
Mandzukic, se Romagnoli non
dovesse accettare il rinnovo, allora potrebbe tornare di moda Pezzella, che pur
essendo in scadenza nel 2022, ha deciso di andar via questa estate e il Milan già
in altre occasioni ha manifestato il suo interesse, magari in uno scambio con
Caldara, ammesso che non si decida di tenerlo.
Ma la
questione cruciale è l'acquisto del centravanti, è
e deve essere l’acquisto più importante e di conseguenza il più costoso, il
sogno è e resta Vlahovic, che potrebbe arrivare tramite i soldi e il fascino
della Champions, ma resta un affare molto complicato, così restano aperte le
piste che portano ad Abraham del Chelsea (con la stessa formula di Tomori), a
Belotti e a quella suggestiva di Icardi, che a fine stagione ha già deciso di
lasciare il PSG.
Non sarebbe chiaramente
un'operazione a titolo definitivo (un anno fa il PSG lo ha pagato 57 milioni e
il giocatore prende 9 milioni netti a stagione), non sarebbe nemmeno un
prestito con diritto di riscatto, si tratterebbe di un semplice prestito,
sempre che il PSG sia disposto a questa formula, a concorrere allo stipendio e
sempre che non ci siano altri pretendenti.
Il calciomercato del Milan, comunque
non sarà fatto da colpi sensazionali, ma da prestiti e rientri dai prestiti, a
Milanello rientreranno: Conti, Caldara e Laxalt, che potrebbero colmare alcune
lacune di organico, Conti e Laxalt potrebbero prendere il posto di Dalot,
ammesso che non sia Kalulu a fare il vice Calabria, mentre Caldara potrebbe
restare come centrale aggiuntivo, rinunciando a prendere Pezzella o realizzando
una plus valenza con la cessione di Gabbia.
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