Torniamo ai problemi del calcio italiano, che sono tanti ed evidenti, si va dai settori giovanili alla mancata riforma dei campionati, dal tetto salariale alle commissioni per i procuratori, dall’ammodernamento degli stadi alle palestre scolastiche, dai centri sportivi agli spazi all'aperto dedicati allo sport.
Per far ripartire il calcio italiano, il
primo problema da superare e quello di affrontare il problema, perché non basta
parlarne dopo ogni disfatta e poi come la polvere metterla sotto il tappeto, ogni
volta si dice che bisogna ripartire da zero e poi niente, non possiamo andare
avanti così, bisogna ristrutturare tutto il calcio, dalla Serie A ai Dilettanti,
non si può mettere un limite agli stranieri, però si può migliorare il modo come
vengono tirati su i nostri giovani.
Per i calciatori italiani ci sono molti vincoli,
tanto che è più conveniente prendere un calciatore all'estero, bisogna
cominciare da queste cose, dalle cose che non funzionano per avviare una
riforma strutturale, anche con la serie C per sviluppare il progetto
delle seconde squadre, ma a condizione che queste seconde squadre non siano
zeppe di stranieri e che abbiamo pochissimi fuori quota e poi in serie C 60
squadre sono troppe, bisogna strutturare tutto ripartendo dalla base, dai
dilettanti.
Valentina Vezzali,
sottosegretaria alla presidenza del Consiglio con delega allo sport, in
occasione dell'inaugurazione degli impianti sportivi di Montelupone, oltre ad
avere commentato il risultato della Nazionale, che impone a tutti una
riflessione e il coraggio di prendere delle misure importanti per rilanciare il
sistema calcio, ha ricordato che sono stati stanziati 700 milioni di fondi del
Pnrr per gli impianti sportivi.
Perché in Italia c’è questa
grossa difficoltà a permettere alle società, avendone fra l’altro le
possibilità economiche di costruirsi degli stadi di proprietà e centri sportivi
per i settori giovanili? In questo senso non si capiscono tutte le difficoltà
che stanno incontrando Milan e Inter per costruire il nuovo stadio, comunque
stando a quanto trapela, almeno è stato varato il nuovo "Financial Fair Play", che l’UEFA
dovrebbe adottare dalle prossime stagioni.
Ci saranno diverse novità, ma tra queste non
ci sarà il “salary cap”, perché non si è riusciti ad arrivare ad una soluzione
che mettesse tutti d'accordo, il nuovo parametro “discriminante” si baserà sui
ricavi e sul costo della rosa, cartellini, stipendi ecc, questo costo per i
club impegnati nelle competizioni UEFA non potrà superare il 70% del totale dei
ricavi, per favorire la transizione verso queste nuove regole per le
prossime tre stagioni il costo del personale potrà arrivare fino al 90% dei
ricavi.
Oltre alle multe e alle minacce di
espulsione, adesso c’è la possibilità di essere retrocessi di una competizione
UEFA, ad esempio: dalla Champions League all'Europe League e ci sarà anche
maggiore attenzione per quanto riguarda le sponsorizzazioni gonfiate
provenienti da società collegate alla proprietà del club, come è successo con
PSG, Manchester City ed Inter.
In Italia dalla prossima stagione invece,
non si potrà essere iscritti ai campionati, se non si è in possesso dell’indice
di liquidità, che a mio avviso è e deve essere strettamente legato alla riforma
dei campionati, non intesi chiaramente come introduzione dei play off scudetto
in serie A, ma piuttosto e lo dico con sommo dispiacere, perché si perderà
tutto il gusto del calcio di provincia, ma credo che si vada verso una super
lega di serie A.
Per quanto riguarda la proprietà del Milan, Elliott è uno dei fondi più importanti a livello mondiale, il loro obiettivo è quello di massimizzare il ritorno di un investimento, come nel Milan, sono subentrati a Yong Hong Lee, hanno eseguito un’operazione di pulizia e i rossoneri oggi non hanno debiti, tramite la politica di valorizzare i giovani e di non andare oltre con certi ingaggi.
È chiaro che trattandosi
di un fondo d’investimento, quanto prima vorranno vendere la società e
realizzare una plusvalenza, per questo chiederanno almeno un miliardo, Suning
ha comprato l’Inter più di 800 milioni e anche loro chiederanno un miliardo,
solo che loro oggi sono pieni di debiti e mentre Elliott incasserà praticamente
quasi tutti i profitti della vendita del Milan (meno il prestito non restituito
da Yong Hong Lee).
Suning no, perché il compratore dovrà sobbarcarsi tutti i debiti della società, accumulati per vincere uno scudetto e una supercoppa italiana, entrambe per vendere aspettano l’ufficialità dello stadio, perché con lo stadio nuovo si vende meglio.
Nessun commento:
Posta un commento