Prima di parlare dell’ennesima rivoluzione in
casa Milan, vorrei spendere qualche parola sull’ennesima paradossale scelta
della federazione di rinviare, all’ultimo istante e senza un senso logico le
partite inizialmente indicate a porte chiuse, ancora una volta la federazione avrebbe
potuto dare dimostrazione che i momenti oscuri nel calcio erano finiti e invece
a mio avviso, con la decisione presa così a limite, improvvisando e “discriminando”
(bisognava fare slittare tutta la giornata in programma), lascia chiari dubbi
sulla tutela degli interessi delle solite quattro-cinque squadre.
Saranno sicuramente le migliori decisioni prese
in questo momento, però, tuteliamo la salute, tuteliamo lo spettacolo e gli introiti,
ma non tuteliamo la sportività del campionato, “il virus è uguale per tutti” e
dovevano essere rinviate sportivamente tutte le gare, solo per una questione di
regolarità sportiva, si doveva rinviare l'intera giornata di campionato per garantire
la regolarità.
Juventus-Inter doveva giocarsi a porte chiuse, la
Juventus prima non ha voluto rimborsare i biglietti e poi per non perdere
l’incasso (al contrario delle altre società) ha chiesto un rinvio a lunedì
(chiesto anche dal Milan), giorno in cui era previsto il rientro delle misure
restrittive, per non concederlo al Milan e di conseguenza anche alle altre e
pur di aggraziarsi le simpatie juventine, la federazione le ha rinviate tutte
al 13 maggio, come diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato, ma spesso ci
si azzecca.
Alla luce di questi rinvii e in coincidenza
dell’allungamento delle misure preventive, non capisco perché si debba giocare
Juventus-Milan, in fondo non è una partita diversa dalle altre, si gioca a Torino
dove ci sono casi di contagio e la rivale che viene a giocare e della stessa
città dell’Inter, qual è la differenza? Sempre a pensar male, la partita con il
Milan è già vinta, quella con l’Inter invece fa paura e allora meglio
approfittarne e farsela rinviare (io penso sempre male).
Ma quello che stupisce è Juventus-Milan, che non
solo si gioca, ma pure a porte aperte, con l’aggravante che è riservata ai soli
piemontesi, come se a Torino non ci fossero casi d’infezione e che i milanesi sono
gli “untori”, la mancanza di uniformità di provvedimenti e di regole chiare,
non può che alimentare il dubbio, che tutto giri attorno agli umori e a gli
interessi della Juventus, questa scelta non ha spiegazioni, è paradossale,
discriminante e antisportiva.
Poi non capisco come ci può essere un virus di
serie A e virus di serie B, perché mentre si rinviano alcune partite di Serie
A, in Serie B si gioca e anche in quelle regioni a rischio, da dove non sono
ammessi i tifosi a Torino, si gioca nelle regioni a rischio perché in serie B
non c’è il rischio? Comunque la impossibilità di trovare una data per il
recupero, dovrebbe farci riflettere sulla necessità di rivedere la serie A a 20
squadre, da tempo si discute di ridurla a 18, per avere degli spazi liberi
infrasettimanali per i recuperi e la nazionale, ma gli interessi personali,
continuano ad avere ragione sullo sport.
Intanto per la seconda volta in questa stagione Milan-Genoa
è stata rinviata, lo scorso anno per il crollo del ponte Morandi, condivido in
parte quello che ha detto Spatafora e cioè che bisognerebbe essere in grado di
andare oltre il proprio diretto interesse e che devono prevalere le ragioni
della prudenza e della tutela della salute pubblica, ma io aggiungo che proprio
i “dirigenti" sportivi e politici devono dare l’esempio e in queste ultime
scelte non mi sembra.
Passiamo alle cose di casa nostra, le parole di Boban hanno creato
in casa Milan un’inevitabilmente effetto “virus”, a cui Elliott & company non
hanno rilasciato commenti e non sempre chi tace acconsente, spesso chi tace e
in questo Elliott ha già deciso e aspetta il momento opportuno per
ufficializzare la decisione, che nel caso specifico si tratta delle fine dell’esperienza
di Boban nella dirigenza rossonera.
Boban è personaggio scomodo, lo ha già fatto imponendosi
sull’esonero di Giampaolo, sull’acquisto di Ibrahimovic e adesso chiedendo
chiarezza su Rangnick, le dichiarazioni di Gazidis e
il fatto di avere tenuto all’oscuro lui e Maldini, delle scelte pressoché già
pianificate, che sanno di divorzio a fine stagione e giustamente l’area tecnica
vuole sapere anzitempo quale sarà il loro futuro, visto che non c’è più alcuna fiducia
fra le parti.
Andrà via chiaramente anche Maldini che si occupa con Boban della
parte sportiva, difficile che ad andare via sia Gazidis e parimente difficile
credo che sia un chiarimento con relativa distribuzione delle cariche da parte
di Elliott, purtroppo il Milan non riesce a trovare pace, altro che maledizione
del numero 9, questa è la maledizione del gol di Muntari, da allora siamo
andati sempre più indietro, senza riuscire a lasciare queste sabbie mobili.
Alla fine a luglio quindi si ricomincerà ancora da zero per la
quarta stagione consecutiva e che porterà sicuramente a una nuova rivoluzione,
ma adesso Elliott dovrà scoprire le carte, perché il mercato si fa a
marzo/aprile e Boban con Maldini devono sapere se continuare alcune trattive o
passare la palla a Rangnick, mettere sul tavolo quali sono le reali intenzioni,
il progetto, la crescita, le ambizioni, il budget e gli obiettivi.
Credo che l’intervento di Boban sia stato tempestivo ed opportuno,
proprio perché a marzo si comincia a programmare la prossima stagione, adesso
tutti: Elliott, dirigenti e giocatori, dovranno scoprire le proprie intenzioni, è già tempo di bilanci e Rangnick non è solo
una voce.
Non sono nelle possibilità di stabile il valore del tecnico
tedesco, uno perché non lo conosco e poi perché il campionato italiano specialmente
negli ultimi anni, non è adatto ai tecnici che vengono dall’estero, di Rangnick
dicono: è un allenatore estremamente
moderno, che affonda le sue radici in Lobanovski e Sacchi. La sua filosofia di
gioco è molto offensiva, ma non è certo un tecnico che trascura la fase
difensiva. Rangnick non avrebbe difficoltà ad ambientarsi. Conosce il nostro
calcio, è cresciuto quando le nostre squadre dominavano in Europa. Conosce
molto bene i giocatori e può essere prezioso nel dare consigli in società ed è
uno che valorizza i giocatori.
Non so quanto possa essere questo un programma da Milan, una cosa è certa, il Milan deve rinascere e serve un progetto, che sia quello di
puntare su giovani talentuosi o a un misto di gioventù ed esperienza, il
Milan non potrà più proseguire con questo assetto dirigenziale, resta comunque il
rammarico che a distanza di un anno la storia si ripete, Boban (e di
conseguenza Maldini) lascia come ha fatto Leonardo lo scorso anno, Gazidis è sostenuto
dalla proprietà e per riaprire un ciclo, Elliott finirà per affidare
il Milan a Gazidis e Rangnick.
Adesso è chiaro che bisognerà vedere come
andrà a finire con il rinnovo di contratto di Zlatan e poi Rebic, il Milan è
intenzionato ad acquistarlo, ma il problema è la valutazione alta che danno i
tedeschi, che lo valutano una cifra superiore ai 30 milioni, quindi qui bisogna
capire il da farsi, perché se Rebic continuerà così diventerà una pedina importante
per il Milan del futuro, che sta valutando anche il riscatto di Kjaer, fissato con
il Siviglia a 2,5 milioni.
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