Fermo il calcio giocato, non si ferma invece
quello discusso e chiacchierato, giusto che al contrario del governo politico,
almeno quello calcistico che fin qui non è stato all'altezza, non appena si
potrà ripartire abbia un’idea di massima su cui lavorare e farsi trovare pronto,
per non improvvisare come è successo prima, Uefa compreso, che non doveva
sottovalutare la situazione e doveva imporsi come fa per il FPF, a
testimonianza che alla fine tutto gira attorno al Dio denaro.
L’Uefa ha definito un piano per finire i
campionati, ha stilato una tabella di marcia di sei settimane e mezzo per
concluderli, un tour de force che avrebbe inizio i primi di giugno per sforare
a metà luglio, giocando chiaramente la domenica e il mercoledì, da metà luglio
in poi spazio alle coppe europee, presupponendo quindi in agosto e settembre la
finestra di mercato estivo, perché non oso immaginare un mercato tra giugno e
luglio mentre si gioca.
Giusto dare priorità alla chiusura dei campionati,
ma non credo che possano partire i primi di giugno e di conseguenza finire
entro il 15 luglio, perché non credo che saremo usciti da questa situazione
prima del 15 luglio, così come con tutto quello che sta succedendo e che deve
ancora succedere, non credo che ha decidere sarà il calcio che ha già fatto
tanti danni, ma sarà il Governo, perché superato il picco del contagio e con la
curva degli infettati in discesa, il pericolo “contagio di ritorno” è reale.
Noi non dobbiamo dimenticare che la Cina sta
uscendo adesso dall'epidemia e non ha ancora ricominciato, come potremmo farlo
noi che non abbiamo tratto nessun insegnamento dalla loro situazione “primate”,
discutere, programmare, prepararsi è giusto, ma che nessuno si illuda, è ancora
troppo presto, si possono fare solo delle ipotesi su cui lavorare e man mano modificarle
in funzione dell’andamento del virus.
Io resto dall'idea di decidere su cosa fare di
questo campionato nel caso in cui non si riesca a finirlo, e su questo in Lega
Serie A non c'è un fronte comune, ci sono società forse più lungimiranti, che
spingono a mio avviso giustamente per lo stop definitivo del torneo, inseguire
chimere, mettere a repentaglio anche la prossima stagione, con gli europei da
giocare lo trovo sbagliato, bisogna prendere coscienza dei fatti e decidere la
formula.
Tagli degli stipendi? È la voce in uscita che più di tutte influisce sulla gestione
ordinaria delle società ed è giusto discuterne, il presupposto da cui si parte
è che se i calciatori non si allenano e non giocano non devono essere pagati,
su questo non sono d’accordo perché hanno un contratto e se nel contratto questo
non è previsto non c’è nulla da dire, sono d’accordo invece sul fatto che per mantenere
in vita il calcio e certi privilegi, buon senso voglia che facciano come in
Germania, riducendosi volontariamente una percentuale dello stipendio.
Diversa, ma enormemente diversa è la situazione in C e D, i “lavoratori”
guadagno il giusto e non li puoi penalizzare, ma è pure vero che la maggior
parte dei presidenti sono imprenditori che sono già in ginocchio con le loro
imprese, in queste categorie ci potrebbe, anzi ci sarà una notevole riduzione
di squadre e quindi di posti di lavoro, il governo dovrà con uno strumento
legislativo sul tipo del sistema francese, la possibilità la disoccupazione
parziale per tutti i dipendenti, calciatori compresi.
Dal punto di vista economico-finanziario, è fuori
da ogni dubbio che ci saranno delle ripercussioni per moltissime società, in
tante non avranno le risorse sufficienti per affrontare il mercato, le squadre
che parteciperanno alle coppe, in base alle regole sul FPF, potranno chiedere
alla Uefa di potere superare i limiti del pareggio di bilancio, per i gravi e imprevedibili
fatti verificatisi e indipendenti dalla volontà delle società stesse.
Non voglio sembrare catastrofista, ma alla fine di questa immensa
tragedia, bisognerà fare dei sacrifici enormi,
fare ripartire l’economia sarà una cosa difficile e non sarà una cosa per poco
tempo, non sarà una situazione esclusivamente italiana ma mondiale, dovremo ridimensionare tutto e tutti, per esempio Pallotta svenderà la Roma o non
riuscirà più nemmeno a venderla? figuriamoci poi se Elliott riuscirà a vendere
il Milan.
Adesso lo stadio a Milano si farà? Quanta gente contava e conta a
maggior ragione su questa opportunità di lavoro, sarà una tragedia umana dalle ricadute economico-finanziarie incalcolabili, se non si
riapriranno i cantieri, se le risorse non saranno indirizzate per far ripartire
il PIL e non saranno controllate, torneremo a galla tra vent'anni, la
costruzione dello stadio nuovo a San Siro subirà qualche ritardo (speriamo solo
ritardo) e le condizioni economiche generali richiederanno particolari
interventi per evitare il crac del sistema.
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