sabato 14 marzo 2020

Rangnick? Mi avvalgo della facoltà di non conoscerlo.

A quanto pare anche se si sono già parlati con Gazidis, al momento il vaglio delle posizioni di Maldini e Massara, dovrebbe essere trattato in estate, quando l’onda emotiva del virus e della bomba Boban si sarà calmata, da quello che si capisce al momento, la proprietà non vorrebbe rinunciare a Maldini, anche se eventualmente si rimetterà alle sue decisioni.
Quindi per ora non ci saranno colloqui o incontri, anche perché la situazione di Rangnick non è poi così fluida come si pensava, si sa che lascerà comunque la Red Bull, che Elliott gli ha già fatto un contratto che prevede pure delle penali, ma visto l’ambientino che si è venuto a creare al Milan, il manager tedesco comincia ad avere qualche perplessità, così si fortifica la posizione di Pioli in vista della prossima stagione, possibilmente ancora con Maldini e Massara.
Dalla Germania arriva notizia che per il momento Rangnick non sembra essere interessato alla proposta del Milan, fatta a quanto pare dopo la vergognosa sconfitta di Bergamo, facendo accelerare il ritorno di Ibrahimovic e l’incontro segreto con Rangnick, con cui hanno raggiunto l’accordo, quindi una scelta dettata dal momento e di cui a quanto pare nessuno è più convinto, quindi Rangnick potrebbe non accettare più il ruolo di allenatore e direttore sportivo del Milan.
Intanto da qui è nato tutto il casotto che ha dato il colpo di grazia al Milan, che faticosamente stava per rialzarsi, francamente Rangnick io non lo conosco, conosco i suoi risultati e questi danno l’impressione di un allenatore di grande personalità, con le idee chiare e particolari, chi lo conosce lo ritiene deciso e determinato, in grado di avviare una ricostruzione.
Sempre chi lo conosce sostiene che possa essere un allenatore adatto per una rifondazione, ma questa “ricostruzione” quanto deve durare? È chiaro che abbiamo perso già tre anni, adesso deve essere una ricostruzione lampo, deve avvenire subito, quindi va bene l’allenatore adatto a ricostruire, ma non con gli under 23 perché non ce n’è più il tempo, qualsiasi scelta si faccia deve poi essere sostenuta con i giocatori funzionali al progetto.
Nuova rivoluzione in casa Milan, Rangnick (un giorno è vicino e uno è lontano) o Pioli guideranno un gruppo composto principalmente da giovani, Maldini e Massara devono affrontare in questi tre mesi cinque scadenze contrattuali, i contatti telefonici con i procuratori avverranno anche in questi giorni infausti, i giocatori in scadenza sono: Bonaventura, Ibrahimovic, Begovic, Kjaer e Saelemaekers, per tutti sarà difficile la loro permanenza al Milan e dovranno essere rimpiazzati nel prossimo mercato estivo.
Anche il futuro di Donnarumma, Romagnoli, Rebic, Biglia, Kessie, Theo Hernandez e Calhanoglu è in bilico, visto che adesso hanno un buon mercato, tante richieste e con loro si può monetizzare, in pratica dovrebbero lasciare il Milan una decina di calciatori tra gli attuali e tra i possibili arrivi c’è Zaracho del Racing de Avellaneda e alcune altre trattative che al momento sono congelate.
Potrebbero restare i difensori: Calabria, Conti, Duarte, Gabbia, Laxalt e Musacchio, i centrocampisti: Bennacer, Krunic e Paquetà, gli attaccanti: Castillejo e Leao, a questi si aggiungeranno dal rientro dei prestiti Reina e Rodriguez ma non è detto che restino, considerando tutte queste probabili partenze, il Milan potrebbe ritrovarsi con solo 11 giocatori da cui ripartire e aver sicuramente una maggiore libertà di scelta, per quella decina di giocatori nuovi da acquistare e per la promozione di alcuni giovani del vivaio.
Parliamo di calcio per stare insieme, per provare a non pensare a quello che sta succedendo in Italia e nel mondo, solo per distrarci vista l’impotenza del momento, senza dubbio non lo facciamo per scelleratezza, come si vede ancora in alcuni campi di calcio anche europei, con l’UEFA che sembra avere preso finalmente coscienza anche lei della grave situazione, presente e futura, l’interrogativo non deve essere come salvare il calcio, ma su come salvare l’umanità.
Comunque tornando al calcio, che non è quello che ci interessa di più, come per il futuro fisico e economico di tutti noi non c'è nessuna certezza, possiamo solo fare le ipotesi più positive possibili, ma non sappiamo come finirà e come finirà la Serie A, nei prossimi giorni l’UEFA dovrebbe decidere cosa fare con gli Europei, la decisione è una, quella di posticiparlo al 2021, per quel periodo dovremmo essere ripartiti nella vita normale e ogni campionato dovrebbe avere la sua naturale conclusione.
Speriamo vivamente che nei primi mesi dell’estate saremo fuori da questa sciagura e in estate ci sarà modo e maniera per risollevarci, leccarci le ferite e far ripartire con il calcio la nostra vita e la nostra economia, qualcuno azzarda l’ipotesi di far ricominciare il campionato ad inizio maggio e cercare di farlo terminare entro il 30 giugno, giocando in pratica ogni tre giorni, io me lo auguro, ma prevedo tempi più lunghi. 
Comunque, ipotizzando che l'Europeo si disputerà nel 2021 e che i campionati possano concludersi entro la fine di giugno, succederebbe che in poche settimane le squadre dovrebbero prepararsi per la nuova stagione, praticamente di seguito a quella precedente, io credo che anche così, bisognerebbe far slittare l’inizio di qualche mese (settembre invece di agosto), effettuare più turni infrasettimanali e quindi ridurre se non eliminare il campionato spezzatino e rimettersi in “quota”, riportando a fine stagione 2020/2021 la serie A a 18 squadre.
Senza considerare che oltre al campionato, c’è da portare a termine Champions ed Europa League, capisco che La Lega Serie A e tutte le altre Leghe europee, vogliono portare a terminare i loro campionati nazionali, ma per riprenderli servirà che ci siano le condizioni sanitarie che lo permettano, per cui credo che sia opportuno che si faccia un “super tavolo tecnico”, che una volta raggiunto l’obiettivo primario della tutela della salute decida ad unanimità cosa fare, evitando di assumere decisioni singolari come quelle viste in questi giorni.
Capisco cosa significherebbe per le società terminare la stagione anzitempo, ma non abbiamo capito cosa significherà per tutti noi il dopo corona virus, sarà come uscire da una guerra, non so quanti di noi conserveranno il posto di lavoro e in quanti potranno permettersi di andare allo stadio, in questi giorni abbiamo provato a salvare un giocattolo con cui in un prossimo futuro giocheranno solo in pochi e solo per questioni finanziarie legate ai proventi dai diritti tv.
Si teme che molte società piccole e medie possano trovare problemi di liquidità, anche la stragrande maggioranza dei cittadini del mondo temono di trovare problemi di liquidità e di lavoro, vuol dire che torneremo ad un professionismo più umano, ad un calcio più genuino, ad uno “sport” popolare e non più veicolo di arricchimento e intanto speriamo che questa emergenza finisca rapidamente per tutto e per tutti. 

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