Oggi il Milan è una squadra che ha delle
potenzialità da migliorare e comunque è da completare, con 2 o 3 rinforzi
giusti nell’undici titolare, l'anno prossimo può ambire ad un posto nella zona
Champions e portarla prima possibile tra le squadre da podio, oltre ai 2 o 3
titolari, serve anche sostituire i partenti e completare la panchina.
Contro
l’Atalanta il Milan si presenta rimareggiato da
squalifiche ed infortuni, quella più colpita è la difesa con le contemporanee
assenze di Conti, Romagnoli e Theo Hernandez, Kjaer non sta benissimo
e stringe i denti, ma l’altra assenza pesantissima è quella di Bennacer a
centrocampo, sostituito nel ruolo da Biglia che ha fatto male, suo l’intervento
fuori da ogni logica che porta al rigore e poi è molle nel contrasto anche in occasione
del gol che porta al pareggio di Zapata.
Sicuramente Biglia non ha fatto una bella
prova, tanto da costringere Pioli ad arretrare Ibrahimovic, a dare una grande
mano in una partita di sacrificio, il Milan comunque gioca
bene e forse meriterebbe anche la vittoria, chissà come sarebbe finita se in
campo ci fossero stati anche Conti, Romagnoli, Theo Hernandez e Bennacer.
Peccato, perché il Milan non
riesce ad andare al di là del pareggio, resta comunque un’altra buona
prestazione, stavolta più da squadra navigata, che è riuscito a tenere testa
all’Atalanta, che resta la squadra più brillante del campionato, un 1 a 1 che
però serve pochissimo ai rossoneri
Tutto sommato, il pareggio è un risultato
positivo, perché ottenuto con l’Atalanta, perché ottenuto giocando
nonostante le assenze e che ci consente di continuare a restare imbattuti e di
infilare il decimo risultato utile consecutivo in campionato, ma potrebbe
complicare (credo che l’abbia già fatto) la corsa al quinto posto, dovremmo
adesso sperare che la Fiorentina batta la Roma, in modo da mantenere il punto di
distanza e giocarsi tutto nelle ultime due partite che restano.
Resta comunque la soddisfazione di
essersela giocata alla pari e di non avere ripetuto il vergognoso tonfo
pesantissimo e bruciante dell’andata, certo, quel maledetto risultato ha
sicuramente influito positivamente su quanto sta accadendo oggi, il Milan a
gennaio si è convinto a lasciare partire alcuni calciatori che erano d’impaccio
e frenavano la “ristrutturazione” del Milan, rinato a nuova vita, in un
crescendo di risultati e prestazioni sempre più soddisfacenti.
Un girone dopo Pioli può
ritenersi soddisfatto, al ritorno nonostante le defezioni ha giocato alla pari
dei nerazzurri, costruendo le occasioni migliori e avendo anche qualche
rimpianto (il palo di Bonaventura) che gli avrebbero possibilmente evitato i
tre turni preliminari di Europa League, il Milan ha sofferto il grande pressing
dell'Atalanta, Biglia è stato disastroso, Ibra ha disputato forse una delle
migliori partite per continuità e utilità per la squadra, l’ha aiutata proteggendo
palla e facendola salire e anche con le sponde.
Ibra ha perso qualcosa in fase di
conclusione a rete, ma le palle di testa sono state tutte sue, anche quelle in
difesa, Laxalt, Gabbia e Calabria hanno fatto
molto bene, il Milan ha costruito di più, tirato di più e cercato di vincere di
più, commovente è stato vedere Ibrahimovic sacrificarsi per amore del Milan, si
vede che lui vuole restare.
Adesso a
Maldini e Pioli va data all’interno del budget, la possibilità di muoversi sul
mercato senza veti e senza paletti particolari, specialmente quelli relativi
all’anagrafe, giusto avere uno stadio nuovo e i conti a posto, ma bisogna
tornare a vincere come stiamo facendo adesso e risalire le posizioni in Italia
e in Europa.
Pioli non ha perso tempo (in effetti ce ne poco) e appena riconfermato ha iniziato a
parlare con la società di mercato e per sua stessa ammissione, la prima richiesta
è stata la conferma di Ibrahimovic,
Pioli sa che non dipenderà solo dal Milan, ma dalle pretese molto importanti di
Ibra, sia dal punto di vista sportivo (una squadra che si qualifichi per la
Champions) che economico.
Ci sono tutti i
presupposti per restare, ma la sua permanenza non è scontata, Maldini e Massara
così stanno valutando anche delle alternative, oltre ad un altro attaccante
(possibilmente una punta centrale), stanno vagliando anche le possibilità di
arrivare ad un attaccante di esperienza, che possa fare da punto di riferimento
in l'attacco e per i giovani attaccanti milanisti e tra i nomi ci sono:
Mandzukic, Giroud e Dzeko.
Arrivare a questi attaccanti 34enni, comunque non sarà
semplice, io se dovessi sostituire Ibra, opterei per il centravanti
relativamente giovane (Belotti) e per un grande esterno destro a parametro
zero, in attacco oltre i 30 anni prenderei solo Ibra, la sua eventuale permanenza o il suo addio cambieranno le
strategia di mercato: se dovesse restare, il Milan cercherà una sola punta
(giovane da fare crescere), mentre se andrà via sarà costretto a prendere due
attaccanti, uno di esperienza (non vecchissimo) e uno più giovane.
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