domenica 5 luglio 2020

La partita perfetta


Vi scrivo ancora dalla quiete della mia terrazza estiva e mentre lo faccio tutto intorno a me si diffonde un delicato profumo di forno, saranno i cornetti appena sfornati, pubblico questo post e corro giù al bar a fare colazione.
Chi si sarebbe mai aspettato che dopo la cocente delusione di Ferrara, una squadra così debole caratterialmente, potesse avere una reazione così lucida e razionale, tanto da mettere in atto la “partita perfetta”, forse perché c’erano in campo due veterani come Kjaer e Ibrahimovic, che con la loro esperienza hanno diretto un gruppo, che se dovesse continuare così, avrebbe molto da rammaricarsi.
Tornano titolari e fanno sentire tutto il loro peso, riprendendosi il Milan dopo l'infortunio e trascinandolo al successo, ora l'obiettivo è cambiato, è diventato quello di agganciare il quinto posto, adesso a due soli punti e in  mano a Roma e Napoli, con la Roma in piena crisi  e il Napoli ancora da incontrare.
Il ritorno degli scandinavi infondere fiducia ai loro reparti e a tutta la squadra, anche Rebic e gli altri sono in grande forma, è un Milan in palla e che sta bene fisicamente, in condizioni atletiche ottimali, che gli hanno permesso di ottenere una grande vittoria, una partita giocata bene, come quelle che piacciono a me e interpretata alla perfezione, è stato il miglior Milan della stagione, insieme al primo tempo del derby e alla semifinale di coppa Italia.
Tanto che viene difficile pensare ad uno Zlatan fuori dal progetto, a maggior ragione se è così partecipe anche dalla panchina, la squadra ha giocato in maniera perfetta e ha commesso pochissimi errori, da sottolineare oltre a quella di Ibra, anche la prestazione di Kjaer che non ha sbagliato nulla, come il resto dei suoi compagni, il Milan ha giocato una delle gare più lucide degli ultimi otto anni, vincendo nettamente in casa di una grande Lazio.
Il Milan ha giocato bene e meritato la vittoria, forse, anzi no, meriterebbe di sicuro una classifica migliore, almeno una sicura e tranquilla partecipazione alla prossima Europa League, ma il calendario non è per niente clemente, già alla prossima ci sarà la Juventus e poi la sfida con il Napoli, che potrebbe essere veramente  lo scontro diretto per l’Europa League senza “preliminari”.
E’ la quarta volta quest'anno che incontriamo la Juventus, siamo cresciuti moltissimo e speriamo di potercela fare a batterli prima o poi, sorpresa nella sorpresa Kessie, la parola giusta per lui è “monumentale”, uno schermo invalicabile davanti alla difesa, su cui si infrangevano gli attacchi della Lazio, una crescita tattica esponenziale, rigenerato in un ruolo che è molto più simile al suo ruolo originario di difensore centrale.
Un ruolo alla Bakayoko più adatto alle sue caratteristiche, una colonna portante del centrocampo che ora non avrebbe più senso cederlo o addirittura “svenderlo”, difficile fare a meno di un giocatore così, una partita sontuosa, che in coppia con Bennacer dalla regia illuminata, danno ritmo e personalità in mezzo al campo alla squadra rossonera.
Si conferma Saelemaekers alla prima (e non ultima) da titolare, corre e lo fa con intelligenza, non molla un pallone ed è una grande risorsa per l’allenatore, ma a questo punto cambia sicuramente il calciomercato e sarà sicuramente “annullata” qualche operazione in entrata, servirà sicuramente ancora un po’ di tempo per avere le idee più chiare, anche se chi “deve”, non aspetterà agosto per costruire la squadra della prossima stagione, le idee e gli obiettivi erano chiari, oggi non sembra più così.
Intanto si raffredda la pista Szboszlai, il centrocampista piace a tanti club europei e il Milan sta pensando ad altri nomi (Miranchuk), il Milan del futuro dovrebbe nascere in questi giorni, visto anche il poco tempo che intercorrerà tra la fine di questa stagione e l’inizio dell'altra, sembrerebbe però che Rangnick non vorrebbe fare l'allenatore e che a questo punto servirebbe un “tecnico” che sia in sintonia con lui e che parli italiano.
Forse sono state queste le rassicurazioni di Gazidis a Pioli e forse è questo il motivo per cui non si sente una vittima sacrificale e “fuori” dal Milan, sembrerebbe che Rangnick abbia delle perplessità sul suo doppio ruolo dirigente-allenatore, a quanto pare non vorrebbe più sedersi in panchina, ma è difficile individuare un tecnico che sia disposto a mettersi ai suoi ordini e che possa realizzare in campo le sue idee di gioco. 
Pioli sta bene al Milan e non mi sembra abbia nessuna intenzione di lasciarlo, per me ha capito che è l’ultima occasione per cominciare a vincere, del resto lo trovo molto umile, duttile, malleabile e aperto ad ogni soluzione, i giocatori sono con lui e accetterebbero meglio certi sacrifici, non credo che Pioli sia così integralista e così arrogante da non lavorare su un progetto “nuovo” anche se non è il suo.
Rangnick in panchina potrebbe rappresentare un rischio, così come un nuovo allenatore al suo posto, Pioli darebbe continuità e garanzia di superare tutti i problemi iniziali, basta avere un progetto chiaro e ben definito e con un'unica idea, alla fine non credo che Pioli e Maldini non possano sposare il progetto del tedesco con tante “aperture”, come: rinunciare al suo staff personale e accettare in squadra anche qualche vecchietto.
Con l’arrivo di Rangnick, Maldini dovrà decidere se rimanere con un ruolo non operativo ma più istituzionale, in pratica che non faccia mercato ma che resti come collante tra squadra e società, una figura diversa rispetto a quella attuale, le indiscrezioni da Milanello hanno aperto a questa possibilità e comunque, non sarà Elliott a licenziarlo ma Maldini ad andare via.
Alla fine Maldini potrebbe prendere il posto di Boban (sta già lavorando in quel senso con Kalulu), Rangnik sarà il dirigente tecnico che non chiude a Ibra e Pioli sarà l’allenatore del progetto Milan, in tutto questo va evidenziato che il 4-2-3-1 sta dando buoni frutti (Spal e Genoa a parte) e che può essere anche il modulo per il futuro (sarebbe un’altra apertura di Rangnick).
Del resto per lui come per tanti altri allenatori, la difesa a quattro è un dogma, mentre la davanti ci si può sbizzarrire un po’, magari con un centrocampo a rombo, dove Calhanoglu (dietro le punte) e Bennacer (mezzala a sinistra) hanno già adesso la loro collocazione, poi l'ideale sarebbe affiancare a centrocampo uno alla Bakayoko (Kessie) e completarlo con uno come Szoboszlai (Miranchuk).

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