venerdì 15 maggio 2020

Adesso è tutto più chiaro.


Malagò è sicuro, la Serie A riparte il 13 giugno al 99 per cento, anche il Milan riparte, riparte proprio da dove si era fermato, allora con la questione Boban alla vigilia dell’orrenda partita con il Genoa, stavolta la questione Rangnick e ci possiamo immaginare come possa andare, anche se in mezzo ci sono circa 30 giorni, che potrebbero rimettere a posto le cose, solo se la proprietà volesse, solo se Gazidis parlasse.
Maldini, Pioli, Ibrahimovic e Donnarumma, tanta gente che aspetta un colloquio, un confronto, una risposta, tutti pronti a rinnovare in presenza di un progetto ben definito, invece il solo che si fa sentire è Rangnick, ma non si capisce bene se sarà lui l’allenatore o il direttore tecnico o entrambe le cose, per l’ennesima ripartenza da zero, un Rangnick che con le sue condizioni, non si capisce se ci fa o se ci è.
Ha posto condizioni imprescindibili, che forse nessun club consentirebbe nemmeno a Guardiola, sembra quasi che abbia rilanciato alto per fare scappare il Milan, perché è vero che Gazidis non capisce di calcio, ma è altrettanto vero che capisce di risparmio e 5 anni di contratto, per un tecnico che potrebbe non mangiare il panettone mi sembrano tanti economicamente, a 62 anni in pratica, Rangnick vuole assicurarsi la pensione.
Magari andrà a risparmiare sul direttore tecnico, ma se dovesse fallire Rangnick, dovrebbe chiamare e pagare un allenatore e un direttore, con ancora sulle spalle Maldini e Giampaolo, per non parlare dello staff tecnico composto da circa una ventina di collaboratori, tra uomini di campo ed extra campo, tutta gente eventualmente da pagare a vuoto in caso di fallimento e poi nel settore giovanile, le squadre dovranno giocare con lo stesso modulo della prima squadra.
I moduli si fanno in funzione dei calciatori che hai a disposizione e nel settore giovanile il modulo conta poco, anche se il Barcellona per un certo periodo ci ha dimostrato il contrario, l’unica cosa possibile sono gli 80 milioni di euro per il mercato, un mercato senza grandi nomi se pur in fase di declino, ma solo calciatori giovani tra i 22 e i 23 anni, che possibilmente hanno già una certa esperienza internazionale. 
Ma non finisce qui, perché l'arrivo di Rangnick potrebbe aprire alla possibilità che il tedesco faccia il direttore tecnico e che si affidi per la panchina a Nagelsmann, il 32enne allenatore del Lipsia (ottimo) suo uomo di fiducia, in questo caso addio a Maldini e Pioli contemporaneamente, certo così le cose hanno un senso completamente diverso, perché tra i due c'è già un'ottima intesa ed hanno la stessa visione del calcio, in questo modo non ci sarebbero dubbi sulla rivoluzione anche del settore giovanile.
Ufficiosamente quindi è tutto pronto, mancano solo i 22enni per rinforzare e ringiovanire il Milan del futuro, tra le priorità c’è la difesa e questi sono i nomi degli obiettivi di mercato per quel ruolo: Kalulu, difensore centrale classe 2000 del Lione, che anche se non ha ancora esordito in Ligue 1, è in scadenza e non sembra intenzionato a rinnovare, oltre che il centrale può fare il terzino destro e anche quello sinistro, un ottimo rincalzo quindi da fare crescere.
Sempre in Francia, sempre 2000 e sempre centrale, Kouassi del PSG anche lui in scadenza e forse è l’unico che può già fare il titolare, mentre dalla Germania c'è interesse per Kilian, difensore classe ‘99 del Paderborn, è sotto contratto ma ha una clausola di appena due milioni, grazie alla quale potrebbe liberarsi ed è l’unico che è comunque un titolare.
Mancherebbe però sempre il centrale che faccia coppia con Romagnoli (se resta) e il terzino destro clone di Theo, non si piò pensare che Kalulu faccia il titolare subito, infine Kurzawa, sempre non per un ruolo da titolare, ma come riserva di Theo, è un parametro zero dal PSG però molto oneroso per l'ingaggio

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