giovedì 14 maggio 2020

La proprietà si è fatta viva.


Ci ha messo un po' di tempo, magari prima si è confrontato con Elliott e finalmente Gazidis ha condiviso la dichiarazione di Maldini, sottolineando a Rangnick di non avere gradito l’ultima sua esternazione, facendogli sapere che non è disposto più a tollerare altre dichiarazioni ingiustificate, il tecnico e il suo agente hanno provato a scusarsi e a mettere fine alla vicenda.
Una “reazione” attesa ma inaspettata conoscendo Gazidis, anche questa per me questa sua uscita ha due modi di lettura, quello di placare le discussioni fino alla fine, oppure quella di difendere Maldini in quanto DT anche per la prossima stagione, se no non avrebbe senso il tentativo di incontrare Ibra, se Maldini non fa parte del progetto stimolante che chiede Raiola e che lo svedese indica nei suoi messaggi criptati.
Da Londra, continuano a ripetere che “Rangnick è una delle ipotesi per il futuro e che ogni decisione verrà presa a fine campionato, anche se le indiscrezioni che girano, sono quelle che Rangnick vada in giro per l’Europa a fare proposte a società, ad agenti e forse anche ai calciatori a nome del Milan, confermate dal presidente Scaroni che parlando del prossimo Milan ha detto, che praticherà un calcio veloce e spettacolare.
Questa frase anche se inopportuna, si riferisce senza dubbio allo scontato cambio dell’allenatore e dei metodi di preparazione atletica e tattica, confermando l’arrivo di un nuovo tecnico con un identikit simile a Rangnick, che sarà al centro del progetto futuro, ma non conferma che farà anche il Direttore tecnico-sportivo.
Chi lo conosce bene, dice che il suo staff deve essere un punto centrale e che vuole collaboratori fedeli alla sua filosofia, ma non dice che farà il mercato, io in questo caso sono un’inguaribile ottimista, per me Rangnick è stato invitato a tenere un profilo basso, non solo per il momento non adatto, ma anche per le sue future competenze.
Pare che le perplessità di Elliott siano aumentate, però sembra certo che stanno preparando un importante campagna acquisti-cessioni, magari pianificata da Rangnick, che sta provando con gli agenti e i giocatori a fargli scegliere il Milan, ma che non prenderà in mano la direzione sportiva.
Di contro, così come dice qualcuno, il Milan oggi non ha il grande allenatore e non ce ne sono in vista, rischia quindi di trascinarsi così per altri 5; 6; forse sette anni, in questa situazione serve un “sergente di ferro”, uno che abbia una grande personalità e si imponga come fa Conte, che non per questo prevarica Marotta, serve un allenatore che faccia saltare in aria i tavolini, che non giustifichi sempre Suso o che si prenda lui tutta la colpa.
Serve un allenatore che porti stimoli nuovi, che faccia venire a tutti (calciatori compresi) la “voglia di Milan”, che se proprio dobbiamo perdere, facciamolo almeno divertendoci, sono d’accordo con Ancelotti, non possiamo continuare a prendere allenatori mediocri, solo per non provare lo straniero (anche se in Italia hanno sempre fallito), dobbiamo uscire da queste sabbie mobili e aprire ad una nuova era, come è stato con Sacchi prima e con Capello poi, due illustri sconosciuti della panchina, diventati tra i più forti al modo.
In fondo come dice Borghi, Rangnick è una figura interessante, che nella sua carriera ha fatto cose significative, magari potrà essere un po’ rischioso e per questo deve essere un po' limitato nel potere, è tedesco, parla senza filtri, ma è molto convinto di quello che fa, se non lo rendiamo troppo invadente e aspettiamo a giudicarlo, è possibile che per una volta abbia ragione Gazidis.
E’ fuori di dubbio che stiamo ripartendo da zero e che non abbiamo al momento niente da perdere, anche Brambati parla di Rangnick e della sua organizzazione vincente, della sua competenza, ha valorizzato tanti giocatori e poi l’allenatore deve sempre poter scegliere il progetto tecnico, anche Terrazzino giocatore della Dinamo Dresda, che lo ha avuto come allenatore l'Hoffenheim, dice di Rangick che come allenatore non c’è nulla da dire, è bravissimo, è un professore, conosceva gli avversari a memoria, è un fissato della tattica e del gioco in contropiede (vedi Klop), ma sul piano umano…
Va bene è una persona fredda, un calcolatore (è un tedesco), però con lui una squadra può crescere, deve adattarsi alla mentalità italiana, magari tra pizza e mandolino lo rendiamo più umano, quello che deve capire Gazidis e che deve fare capire a Rangnick, che deve studiare pure i modi all’italiana, quelli da Milan e per questo ha bisogno di Maldini e di Ibra.

Nessun commento:

Posta un commento