domenica 31 marzo 2019

Una battuta d'arresto che preoccupa.


Il test contro la Sampdoria, doveva indicare e fare capire al Milan il grado di maturità raggiunta, se gli allievi di una classe a fine dell’anno scolastico non raggiungono la maturità, potrebbe anche essere che il professore non è “portato per l’insegnamento”? quindi se una squadra non cresce, manca puntualmente tutti gli appuntamenti con il salto di qualità e vince le partite giocando decisamente male, potrebbe essere che l’allenatore non è adatto per insegnare e fare crescere i giovani?

Si perché di giovani si sta parlando, bisogna insegnarli e non solo gestirli, il Milan è tra le squadre più giovani d’Europa e la seconda in Italia dopo la Fiorentina, senza trascurare il fatto che la politica della nuova proprietà è quella dei giovani, quindi, abbandoniamo questa politica e lasciamo gestire i campioni maturi a Gattuso o scegliamo un allenatore che riesca a far fare il salto di qualità e la definitiva maturazione ai giovani?

A quelli bravi la risposta, perché è vero che Donnarumma ha fatto il pasticcio grave, però giustificabile per i troppi palloni che è costretto a toccare, per questa ossessiva tattica del possesso palla, dobbiamo considerarlo come un gol dell’avversario e basta, che facciamo: se il gol se lo fa il portiere, cosa si fa, non si recupera? Dopo il gol il Milan ha avuto 96 minuti per ribaltare la partita, non si può ridurre tutto all’errore del portiere.

Fra l’altro, Donnarumma si è riscattato ampiamente, salvando più volte la porta ed effettuando dei veri miracoli nel corso della stagione, ora mi piacerebbe che non si cercassero scuse o giustificazioni, la Sampdoria è stata superiore nel gioco, nella determinazione e nelle occasioni e non solo la Sampdoria, al momento il Milan ha un solo punto in più rispetto alla passata stagione, significa diamoci da fare, se non vogliamo perdere pure l’Europa League.

È un Milan senza gioco e senza idee, ma non da oggi, è impacciato, poco incisivo, senza ritmo e incapace di produrre un pressing accettabile, è una squadra che raramente mette in difficoltà gli avversari, una squadra troppo lenta e prevedibile, che subisce gli avversari, il loro pressing e le loro ripartenze, per non parlare che attacca con poca veemenza e senza idee.

Non penso di dire cose che non sono sotto gli occhi di tutti, credo che siano delle costatazioni innegabili, l’unica cosa confutabile è il fatto che per me Gattuso non è un grande allenatore, non è uno da Milan per intenderci, sicuramente lo diventerà, ma al momento non è cresciuto così tanto, per me ha troppa paura e poi non parliamo dei tanti calciatori fuori dal gioco, che si fa sentire.

Due sconfitte consecutive che bruciano parecchio e spostano gli obiettivi, in questa due partite potevamo staccare le inseguitrici alla corsa Champions e invece abbiamo fatto una battuta d'arresto preoccupante, perché se la Roma si sta autoescludendo, la Lazio con due vittorie potrebbe raggiungerci al quarto posto, l’Atalanta ci ha già accorciato e si è riaperta la corsa alla Champions.

Il gioco e i moduli sempre gli stessi, ci rendono troppo prevedibile, ora a Suso e a Calhanoglu che non trovano più il guizzo vincente, si aggiungono anche Rodriguez e Biglia, tanto che le assenze di Paquetà e Kessie alla fine hanno pesato, ora rischiamo di buttare tutto e non attacchiamoci ai rigori non concessi, quello su Piatek al novantesimo c’era, ma anche il pareggio per il Milan sarebbe stato un regalo immeritato.

Gattuso con il quarto posto dovrebbe restare, diversamente no, io sono convinto che Gattuso non resta nemmeno se arriva secondo, proprio perché non è adatto alla politica dei giovani voluta dalla proprietà, per vincere e consacrare i giovani, serve qualcosa di più, anche se onestamente non vedo chi lo potrebbe sostituire se non Gasperini,

La Samp era solo l’inizio di una settimana di fuoco, sicuramente era lo snodo decisivo della stagione e adesso lo è ancora di più, ora c’è l’Udinese e poi la Juventus, esattamente fra una settimana, sapremo se la concorrenza avrà approfittato della situazione oppure no, è inutile dirvi che passerei alle due punte con Cutrone e Paquetà trequartista, fuori Biglia, Suso e Calhanoglu, centrocampo a quattro con Conti, Kessie, Bakajoko e Calabria, tre in difesa: Musacchio, Caldara e Romagnoli.



Palermo.



Restano solo otto partite da disputare nel campionato cadetto e il Palermo, causa una partita molto mediocre, ha pareggiato con il Cosenza, senza riuscire a staccare gli inseguitori da un posto per la promozione diretta e alla prossima partita alla favorita ci sarà il Pescara, che in caso di vittoria, aggancerebbe i rosa, che potrebbero essere pure superati dal Lecce.

Il Palermo non può perdere più punti se vuole conquistare la promozione diretta in serie A, fallimento permettendo, con le inseguitrici che non stanno a guardare, per il Palermo saranno otto finali e dovrà ottenere otto vittorie, specie con le dirette concorrenti e contro il Pescara mancheranno tre pedine importanti: i due centrali Rajkovic e Bellusci ed il capitano Nestorvski. 

sabato 30 marzo 2019

Sullo stadio non facciamo politica.


Abbandonare San Siro, ristrutturarlo, farne uno nuovo, al di là dei romanticismi o dei conti, non si può continuare a dire che per crescere una società deve avere lo stadio di proprietà (San Siro o uno nuovo) e poi quando lo vuoi fare, ce ne sono di ogni tipo.

Tutti si riempiono la bocca di esempi virtuosi, si prende sempre a modello la Juventus e poi si può fare tutto, tranne che Inter e Milan abbiano lo stadio di proprietà, una cosa è certa, San Siro deve essere ristrutturato o “demolito”, non si demolisce il Colosseo o la torre di Pisa, ma si ristrutturano e così San Siro.

Ma non lo devono fare Milan e Inter, solo una delle due lo acquisisce e lo ristruttura, l’altra ne farà uno nuovo, ma in entrambi i casi dovranno essere di proprietà delle rispettive società e non essere del comune, se no non facciamo più i discorsi sugli stadi di proprietà, perché è una presa in giro, perché se le altre italiane vogliono raggiungere la Juventus o anche alcune squadre europee, hanno bisogno degli stadi nuovi e di proprietà.

Lo stadio condiviso esiste soltanto in Italia, ogni società ha il diritto di utilizzo durante la settimana come meglio crede, succede per esempio a Liverpool ed Everton, al City e allo United, ad Atletico e Real, ad Espanyol e Barcellona, per non parlare di Chelsea, Arsenal, Tottenham, West Ham e Fulham, è indiscutibile che due stadi a Milano sono l’ideale, uno per il Milan e uno per l'Inter di esclusiva proprietà, poi chi prende San Siro, chi se lo rifà, quello è un'altra questione.

San Siro è ancora uno stadio molto bello, ma non è “moderno", San Siro è un pezzo di storia del calcio italiano, secondo me più che demolirlo, per poi rimpiangerlo come il Filadelfia, si potrebbe pensare di ricostruirlo con la stessa l’architettura, migliorandolo all’interno, con attività commerciali e tutto quello che serve per fruirlo sette giorni su sette.

A quanto pare però è una questione economica dell’amministrazione comunale, che perderebbe un “mucchione” di soldi, Tronchetti Provera dice che San Siro è uno stadio meraviglioso e che l'ideale sarebbe costruire un nuovo stadio e far sopravvivere San Siro, con l'Inter che ci resta e poi ancora: la Juventus dimostra quanto è importante uno stadio per una squadra, Tronchetti Provera preferirebbe due stadi a Milano.

Di contro Scaroni ha spiegato, perché al Milan serve un nuovo stadio più moderno: se si vuole vincere, servono buoni giocatori che costano tanto e hanno ingaggi importanti, le proprietà se pur ricche, devono sottostare al Fair Play Finanziario e lo stadio di proprietà aumenta i ricavi e i profitti, il Milan, come le altre squadre del resto, sono fermi agli stessi ricavi di 15 anni fa.

Real, Barcellona, e United stanno schizzando nei fatturati, anche in Italia bisogna avere lo stadio nuovo e moderno, fruibile anche quando non c'è la partita, una struttura dove si possa andare con tutta la famiglia, per avere ricavi più alti, comprare grandi giocatori e tornare protagonisti di nuovo in Europa, anche Bergomi pensa che le due società di Milano hanno bisogno di impianti nuovi, di avere due stadi di proprietà diversi.

Per Condò Milan e Inter devono avere il doppio stadio, in Europa nessun grande club condivide lo stadio, il Milan costruirebbe uno stadio nuovo (come dice Scaroni) e Inter rimodernerebbe San Siro (come dice Tronchetti Provera), si giocherebbe a San Siro in attesa dello stadio del Milan e poi nel nuovo stadio in attesa che si ristrutturi San Siro.

Anche per Moratti sostiene, che non farebbe male avere due stadi e che un impianto da 60mila posti risulta sempre nuovo e facile da modificare. Gianfranco Teotino dice: "Inter e Milan devono avere uno stadio a testa, ristrutturazione di San Siro e a Rho magari la costruzione dello stadio nuovo”, come si vede l’idea di massima è una e poi non ci dimentichiamo che c’è un movimento contrario alla demolizione di San Siro, lo scoglio principale da superare è quindi la politica del Comune.

giovedì 28 marzo 2019

Che rottura di “stadio”!


In tantissimi sono contro la demolizione di San Siro, addirittura un consigliere comunale di Forza Italia, è portavoce di un comitato nominato “No demolizione San Siro” e a quanto dice, questo comitato è in grado di fermare legislativamente l’eventuale demolizione di San Siro.

Per Inter e Milan, non sembra si tratti di una migliore gestione degli spazi che sono oggi del comune, facendo alberghi, ristoranti, negozi ecc., ma di fare come hanno fatto a Torino, cioè, ridurre la capienza dello stadio e alzare la redditività, in questo modo si alza il prezzo dei biglietti e io credo che non sia questa la concezione dello stadio moderno che aumenta il fatturato.

In realtà questo verrebbe confermato dal fatto, che Milan e Inter vanno via da San Siro e vanno insieme in un altro stadio, per gestirlo ancora insieme, in pratica, non vanno via per costruire la casa del diavolo o la casa del biscione e questo è sbagliato, sbagliatissimo.

A Torino ci sono due stadi, uno per il Torino e uno per la Juventus, a Londra ci sono sette stadi per le squadre di Premier, perché Milano non può averne due? a quanto pare le aree ci sono: Sesto, quella degli scali ferroviari, Porto di mare ecc., allora perché una non resta al Meazza, se lo ristruttura e ne acquisisce la proprietà e l’altra si costruisce il Meazza Stadium da un’altra parte?


Milan e Inter parlano del disagio di giocare in uno stadio in fase di ristrutturazione, ci sarebbero ricadute negative di immagine e sul piano degli incassi considerando una capienza ridotta, ma se si ha la volontà, così come hanno fatto a Torino o come stanno facendo a Cagliari, fanno in 30 mesi il Meazza Stadium e le due società continueranno a giocare insieme in questo stadio in attesa della ristrutturazione di San Siro.

Ma la cosa importante è che Inter e Milan decidano di fare un nuovo stadio e che ogni società ne abbia uno di proprietà, per questo ne servono due, solo che il Comune non vuole perdere la proprietà dello stadio e quindi, una volta che le due squadre hanno realizzato il nuovo impianto, lo dovrebbero cedere con una concessione a lungo termine al Comune, perché il comune non può perderci.

Qui c’entra la politica e io mi fermo.



Passiamo alla situazione del Palermo.



Il Procuratore Federale Pecoraro ha parlato di un Palermo, il cui proprietario è ancora Zamparini (questo era scontato), Foschi e De Angeli muovono le fila perché in questo momento Zamparini si trova agli arresti domiciliari, oltre ai tifosi però, anche il Presidente Gravina è molto preoccupato, perché ad oggi, non sembrano esserci acquirenti credibili.

La York Capital Management nonostante alcune smentite, starebbe per concludere l'acquisizione della Sampdoria e nei prossimi giorni si dovrebbe raggiungere la fumata bianca, Vialli diventerebbe il nuovo Presidente e a questo punto Ferrero punterebbe sull’acquisizione del Palermo.

Il personaggio è un po' grottesco, ma una cosa è certa, la Sampdoria lotta ogni anno per un posto in Europa League, è una squadra di tutto rispetto e non caccia via gli allenatori ogni uno, due e tre, anzi vuole pagate le clausole per liberarli e chi sa che a Palermo Ferrero non giri un altro film: “Palermo per sempre”.

mercoledì 27 marzo 2019

Mancava il centravanti.


Si chiude con due vittorie il primo approccio delle qualificazioni all’europeo 2020, gli avversari non sono stati dei più tenaci, ma il lavoro fatto fin qui da Mancini mi piace, c’è qualche nota stonata e mi riferisco a Bonucci e Chiellini, abbiamo ringiovanito tutto e non capisco perché in quella zona non è possibile.

Oggi Romagnoli è considerato tra i migliori centrali d’Europa e poi credo che Acerbi strameriti la nazionale, dico: se non giocassero Bonucci e Chiellini, potremmo ringiovanire anche questo reparto senza problemi, l’altra nota stonata è Balotelli, pensare che questa nazionale ha bisogno di Balotelli è un errore, verrebbe solamente a minare un gruppo e a far disamorare i tifosi.

Forse mancava il centravanti, ma ora non più, Kean ha tutte le caratteristiche per potere fare il centravanti di questa nazionale e poi io a Balotelli preferisco Belotti per almeno un centinaio di motivi, senza dimenticarci di Cutrone, Pellegri, Pavoletti, Inglese e Lasagna.

Certo, con il modulo di Mancini, qualcuno di questi potrebbe fare molta fatica, ma la scelta è ampia, sia in attacco che negli altri reparti, due partite che hanno portato sei punti per la qualificazione e che sono servite a rodarci meglio, ma che non hanno detto nulla di più, ora vedremo con avversari più accreditati.



Che fine faremo?



La FIGC ha aperto su segnalazione della Covisoc, un fascicolo per possibile falso in bilancio a carico del Palermo e chiaramente di Zamparini, che dovrebbe essere interrogato a breve, ha poi denunciato al Tribunale di Palermo il sospetto di gravi irregolarità per i bilanci degli anni passati.

La Federazione ha denunciato il sospetto di gravi irregolarità gestionali (procedura ex articolo 2409 del Codice civile), in pratica la stessa procedura che lo scorso anno è stata seguita per il Cesena, che lo ha portato poi al fallimento e a cui hanno revocato l’affiliazione.

Quindi, nonostante il pagamento entro la scadenza degli stipendi di gennaio e febbraio, che hanno scongiurato la penalizzazione di due punti in classifica, la Federazione (e anche noi se è possibile) vuole capire in che modo il Palermo abbia accumulato un debito di quasi cinquanta milioni, tale da potere portare a una nuova richiesta al Tribunale fallimentare.

Non ci resta che sperare nelle evoluzioni della trattativa per la vendita del Palermo, dopo che è scaduta l’opzione detenuta della famiglia Mirri, resterebbe in piedi una trattativa di secondo piano con il fondo americano York Capital Management, perché in primo piano loro hanno in mente l’acquisto della Samp, acquisterebbero il Palermo solo se non riuscisse a rilevare la Sampdoria.

Pare comunque che Ferrero una volta incassati i soldi, potrebbe reinvestirne una parte nell’acquisto nel Palermo, ma al momento non c’è niente di niente, Foschi e la De Angeli continuano a lavorare ad una necessaria ed ipotetica cessione, ma i tempi stringono e non sembrano esserci soluzioni immediate all'orizzonte, prepariamoci a vedere Delfini-Palermo in terza categoria. 



Forse stavolta si cambia.



A quanto pare anche Gattuso si è accorto che il problema del gol non era Higuain, ma la mancanza di rifornimenti continui in area, ora che ha perso il derby e la sua politica conservativa non è servita, avendo forse anche percepito, che se continua con gli stessi uomini e con lo stesso approccio, difficilmente verrà riconfermato, pare, stia preparando un più spregiudicato 3-4-1-2.

Questo è quello che trapela da Milanello, addio al posto fisso e tutti sulla corda, perché in questo rush finale, c’è bisogno delle più alte motivazioni da parte dell’intero organico, da qui al termine della stagione giocherà chi sta meglio, sfruttando tutti i giocatori a disposizione.

Piatek, come Cutrone, hanno bisogno di rifornimenti in area, cosa che al Milan è sempre scarseggiata e ultimamente ancora di più, sono mancati all’appello i cross di Rodriguez, Calhanoglu e Suso, un calciatore, che con Calabria può farlo più di ogni altro è Conti e sarebbe pure il suo turno.

Senza dubbio è uno dei terzini più accreditati del panorama italiano ed è un vero scempio vederlo in panchina, d’accordo il lungo infortunio, ma non si può tenere un potenziale così in panchina, ora sembra che con il cambio di modulo, sia arrivato il suo momento, adesso che l’esigenza di servire Piatek, con maggiore continuità ed efficacia è diventata indispensabile.

Io non credo che Gattuso voglia rinunciare a Calabria, piuttosto credo che lo voglia spostare a sinistra come nell’ultimo spezzone del derby, perché anche Calabria come Conti va sfruttato e valorizzato, la stessa cosa vale per Cutrone e perché no anche per Paquetà, costretto a giocare in un ruolo che lo limita.

Con il 3-4-1-2, troverebbe spazio anche un grande investimento difensivo come Caldara, il nuovo modulo darebbe al Milan una spinta verso il posto Champions e a Leonardo un’idea precisa su cui lavorare, perché se Paquetà si dovesse consacrare trequartista dietro le due punte, non avrebbe senso continuare a trattare esterni d’attacco, tranne se, il modulo non è di stampo Spallettiano, ovvero il 4-2-3-1, ma anche qui bisognerebbe fare altre riflessioni.

Il Milan vuole e deve arrivare al mercato estivo con le idee chiare, su quello che servirà per rinforzarsi, sul taccuino di Leonardo, il primo obiettivo è prendere un’ala veloce e che sappia rifornire Piatek in area di rigore, ci sono tantissimi nomi, il primo è Saint-Maximin, ma si trattano anche: Quincy Promes del Siviglia, olandese classe 1992 e Carrasco.  

A proposito di Promes, il Milan con il Siviglia ha ancora in ballo il riscatto di André Silva, anche se a quanto pare ultimamente, il Siviglia non sia più interessato a riscattarlo, se non, con un notevolissimo sconto, ma se il Milan passasse ad un attacco a due punte, forse riporterebbe Silva a casa e abbandonerebbe tutte le piste per l’attaccante esterno, escluso Carrasco che ha esperienza internazionale e può fare la seconda punta.

Centrocampo a tre o a quattro, sembra oramai chiaro l’intendimento, vendere Kessie e prendere i soldi per pagare Bakayoko, come sappiamo il Milan dovrà fare acquisti con le plusvalenze, Leonardo e Maldini dovranno essere bravi a investire su giovani di prospettive, Silva e Bakayoko lo sono, come lo è Veretout, centrocampista francese della Fiorentina.

Il calciatore è conteso tra Napoli e Milan, la cifra è compresa tra i 25 e i 30 milioni e non è proibitiva per nessuna delle due squadre, se Veretout dovesse finire al Napoli, Diavarà diventerebbe un esubero, che a cifre possibili (15 milioni) si potrebbe acquistare, difesa a tre o a quattro, un nome di un giovane promettente su chi puntare per la difesa, è Upamecano, classe 1998 del Lipsia, molto, ma molto promettente.



Parlo anch’io di stadio.

Il Milan sullo stadio, ha necessità diverse a quelle dell’Inter, il piano di valorizzazione e vendita del club da parte di Elliott, con uno stadio nuovo ed interamente di proprietà del Milan, cambierebbe l’ordine di grandezza del prezzo di rivendita, o anche l’eventuale cessione di quote a un socio di minoranza.

È chiaro che nessuno di noi vorrebbe vedere demolito San Siro, ma se la cifra per renderlo “moderno” è superiore a quella per farne uno nuovo, pazienza, non sarebbe né il primo e né l’ultimo grande stadio ad essere abbattuto in nome della modernità.

Io vorrei, che il Milan avesse uno stadio tutto suo, poi se si tratta di San Siro o di un nuovo Meazza non importa, ma è giusto che Inter e Milan si mettano al passo con le altre big d’Europa ed abbiamo ognuno un loro stadio, così come ognuno di loro ha il proprio centro sportivo.

sabato 23 marzo 2019

Quando non si gioca si pensa al mercato.


Intanto ci sarebbe anche da pensare a reagire dalla sconfitta nel derby, i giocatori sono in giro per le nazionali e questo non aiuta a fare quadrato, la speranza è almeno che possano rigenerarsi giocando per il proprio paese, pronti via però c’è la Samp e pure in trasferta, la partita in ottica Champions è delicatissima e poi anche prima del 3 a 2 con l’Inter, il Milan aveva perso un po' di brillantezza.

Le difficoltà incontrate con Lazio, Sassuolo e Chievo, hanno indicato una squadra in affanno fisicamente e mentalmente, a questo punto servono alternative tattiche e magari di uomini, uscire in sostanza dal solito schema, rimettere dentro Biglia, con Bakayoko e Kessie o a limite Calhanoglu ai lati, con l’avanzamento di Paquetà più vicino a Piatek e Cutrone, lasciando Calhanoglu e Suso in panchina per rimettersi in forma, vista la fase complicata del campionato.

Si dice squadra che vince non si tocca e il Milan fino al derby ne aveva vinte cinque di fila, io dico: squadra che vince non si tocca ma si ritocca, possibilmente cambiando qualche “uomo” che non è al meglio ed essenzialmente, cambiando qualcosa tatticamente, per mettere i calciatori nei loro ruoli più adatti, altrimenti si rischia di continuare a giocare sempre in inferiorità numerica, come abbiamo fatto negli ultimi due mesi.

Il Milan in questa decina di partite che verranno, dovrà avere più motivazioni e più qualità di quelle dimostrate fino ad adesso, la classifica dice che il Milan è quarto ed è ancora in zona Champions, in pratica l’obiettivo sognato otto mesi fa, ma bisogna riprendere subito il cammino interrotto con l’Inter, nulla è ancora perduto, la corsa continua, ma è giusto criticare l’allenatore per spronarlo a fare meglio, specie sulla fase offensiva.

Schierare sempre la stessa formazione, appaga i titolari e deprime chi non gioca mai, Suso è in un momento di involuzione e con Calhanoglu sarebbero potuti andare in panchina qualche volta, Piatek è bravissimo a trasformare in rete, quella mezza palla che gli capita, ma (come Higuain) ha bisogno di più palloni là davanti, non è possibile che una squadra terza in classifica, abbia un solo modo di interpretare tutte le partite.

Il problema oltre che di assenza di un’idea di gioco è anche legato alla mancanza di duttilità della squadra o dell’allenatore se vogliamo e all’equivoco nel modulo, che è un fattore importante e che va risolto, Suso è indubbiamente un giocatore talentuoso, ma quando non gira, gli altri nove forzatamente lo subiscono, se lui e spesso anche Calhanoglu non fa gioco, non si tratta più di un 4-3-3 o di 4-4-2, ma di un altro modulo perché c’è sempre un uomo senza compiti.

Nei moduli ognuno ha dei compiti ben precisi da rispettare, diagonali, copertura degli spazi, raddoppi, attacco al pressing, ora se passi al 4-3-1-2 o al 3-4-3, con Suso defilato a dare compagnia al guardalinee, non ottieni quello che speri, puoi giocare con lui che entra in corsa per sparigliare gli avversari a squadre lunghe e poi (questo non lo capisco) non si adatta a fare il trequartista o la seconda punta, solo l’ala destra con una sua personale interpretazione, limitata nelle mansioni. 

Suso sta in campo per novanta minuti senza incidere, è colpa della pubalgia? Il finale di campionato però richiede un impegno continuativo e Suso nelle ultime quindici partite, è stato decisivo una volta sola, per me sarebbe il momento di passare al 4-3-1-2, con a centrocampo Kessie, Biglia e Bakayoko, trequartista Paquetà, e in attacco Piatek e Cutrone, chiedendo ai terzini di osare di più e mettere tanti cross per gli attaccanti.

Il Milan ha le potenzialità per fare bene, gli manca qualcosa dal punto di vista fisico (Suso, Calhanoglu e Rodriguez), deve rinforzarsi fisicamente con Cutrone e Conti, tecnicamente con Biglia al centro e Paquetà alle spalle di Piatek e Cutrone, per servirli nel migliore dei modi e concludere a rete, l'idea resta quella di liberare la fantasia di Paquetà, arretrando se è il caso anche Calhanoglu a metà campo, l’importante è avvicinare il brasiliano a Piatek.

Acquistare e vendere, Leonardo deve risolvere alcune questioni importanti, come Suso per esempio, il riscatto di Bakajoko, il poco impiego di Cutrone e poi Biglia, Bonaventura e Kessie, l’interesse per Everton del Gremio, presagisce l’addio di Suso, confermato dal fatto che Everton non è l’unico esterno nel mirino, ci sono anche Saint-Maximin e Deulofeu, oltre a Dani Olmo della Dinamo Zagabria.

Il Milan pensa anche ad una fascia sinistra più propositiva e Biraghi è un nome che ritorna e poi c’è la caccia ai centrocampisti, dove il solo riscatto di Bakayoko non può bastare, servirà l’arrivo di altri giocatori per alzare il livello tecnico della squadra e rimpolpare anche numericamente il reparto, che perderà oltre a Mauri, Montolivo e Bertolacci, anche Kessie per pagare Bakajoko e Bonaventura non ancora ripresosi dall’infortunio, senza contare Calhanoglu.

Sempre con la Fiorentina si potrebbe parlare di Veretout e magari riprendere con la Lazio il discorso Savic, ma serviranno anche un po' di plusvalenze, il primo candidato è Suso che ha avuto un rendimento tutt’altro che soddisfacente e ha una clausola rescissoria di 38 milioni di euro valida solo per l’estero, un altro uomo mercato è Calhanoglu e anche Laxalt.

Cutrone potrebbe andare in prestito per trovare maggiore spazio e accetterebbe il trasferimento al Torino, il classe '98 interessa anche al Borussia Dortmund, ma il Milan lo vuole dare in prestito, perché non vuole perdere il controllo sul giocatore a cui la soluzione granata sarebbe gradita, magari in uno scambio con Baselli o Meïté, in uscita anche Zapata.

lunedì 18 marzo 2019

Non avevo dubbi.


Io non ho visto un’Inter morta, malata sì, ma un’Inter che è stata per un’ora padrona del gioco, perché se sostanzialmente la partita è stata equilibrata, l’Inter ha giocato meglio, ha giocato da squadra, una squadra dove la mano dell’allenatore si è vista, una squadra che non ha cambiato l’oro (Paquetà) per il piombo (Suso).

Il Milan? è stato il solito Milan, quello che ha paura, che non crede nei propri mezzi, quello che non osa mai e che aspetta il miracolo, se tutto questo però è stato possibile con le altre squadre, non si poteva pensare di farlo, con una squadra che era partita per contendere lo scudetto alla Juventus e che si giocava tutto in questa partita.

Il Milan ha avuto la possibilità di sfruttare il periodo no dei cugini, ma non lo ha saputo fare, come Rodriguez (Belem intendo) ha fatto risuscitare i morti, attenzione, l’Inter ha fatto la partita che doveva fare, il Milan invece ha continuato a fare un gioco che non deve fare.

Il Milan ha aspettato di stare sotto 2 a 0 per attaccare e appena l’ha fatto, anche se in maniera sconsiderata, si è visto che difronte aveva un’Inter malata, a cui si poteva dare il colpo di grazia, dal 2 a 0 in poi il Milan si è fatto preferire, nonostante la mancanza di idee e di gioco lineare.

Devo dire comunque, meno male che Gattuso ha sbagliato, perché alla fine è stato Calhanoglu che nel ruolo di Biglia ha dato i tempi e le geometrie che mancavano da ottobre, io non chiedo scusa a Gattuso come qualcuno vorrebbe e nemmeno ad Allegri, se allenassero il Palermo o il Cagliari verrebbero esonerati, non posso chiedere scusa a chi non sa che la migliore difesa è l’attacco, a chi non sa leggere la partita e mi lascia sempre in campo “gli intoccabili”.

Paquetà era stato l’unico a tirare in porta nonostante l’equivoco tattico, Piatek era stretto tra Skriniar e De Vrij, se ne sarebbe accorto pure un bambino che bisognava mettere un altro attaccante e a maggior ragione visto lo svantaggio di uno a zero, serviva anche un calciatore tra linee per limitare Gagliardini e Cutrone doveva entrare al posto di un assente Suso.

Biglia se non ce l’hai pazienza, ma se c’è l’hai devi metterlo in campo per darti le geometrie necessarie, non a scapito di Bakajoko, ma di Calhanoglu, non puoi “rappezzare” la squadra per paura, le squadre si costruiscono su un portiere forte, un centrale insuperabile, un regista e un attaccante potente, Biglia e Conti devono giocare, allora forse gli chiederò scusa.

Alla fine un altro esame fallito, bocciato senza appello, l’ennesimo scontro diretto che non abbiamo portano a casa, quando c’è da affondare il colpo non ci siamo mai, vero che il derby è un’altra partita, ma noi lo perdiamo sempre, da favoriti o no e adesso siamo di nuovo al quarto posto, con la Lazio che incalza.

E non sottovaluterei la questione Biglia-Kessie, questo non è un atteggiamento di un gruppo coeso che sta con l’allenatore e che vuole tornare in Champions League anche a scapito della propria persona, così come c’è lo dipingono, questa sconfitta potrebbe “scoperchiare” una mancanza di sconosciuta serenità, per tornare in Champions il Milan deve essere offensivo e siccome Gattuso non lo cambiano, bisognerà cambiare lui.

Suso non è in condizione, rallenta il gioco e lo rende prevedibile, per me deve restare fuori e lasciare posto a Cutrone, Piatek ha bisogno di una rifinitura più veloce e più pulita per fare gol e Paquetà dietro le due punte potrebbe esserlo, Biglia in cabina di regia con Bakajoko e perché no, anche con questo nuovo Calhanoglu, Conti a destra e Calabria a sinistra a spingere come i pazzi.

Diamoci una regolata e alla svelta, c’è ancora una semifinale di coppa Italia da giocare e una finale da conquistare e vincere, per non parlare di un posto in Champions League da centrare.

giovedì 14 marzo 2019

Cose di cui si parla.


Zidane è il nuovo allenatore del Real Madrid, Perez forse non risolverà tutti i problemi del Real, ma se non altro ha tolto l’allenatore dalle mani di alcune pericolose concorrenti, una fra queste la Juventus, che per me in un modo o nell’altro (vittoria della Champions o no) si sarebbe ugualmente liberato con Allegri e avrebbe scelto il francese.

Come sapete, delle “cose” degli altri non mi interesso mai, è solo un modo per introdurre il prossimo “valzer” degli allenatori, Allegri a questo punto credo che possa restare, se dovesse vincere la Champions no, perché andrebbe a chiudere un ciclo e Conte che non andrà evidentemente più al Real, potrebbe tornare alla Juve, a meno di una sua ritrosia a tornare dove si è stati, in quel caso potrebbe sposare il progetto di rilancio dell’Inter e alla Juve, perché no, potrebbe pure arrivare Sarri, oramai di ritorno dall’Inghilterra.

Credo pure che il Chelsea abbia chiuso con gli allenatori Italiani, ma se non sarà Mourinho che potrebbe accettare la corte del PSG, il prossimo tecnico potrebbe essere proprio Allegri, Sarri comunque lo danno alla Roma e Di Francesco dovrebbe andare alla Fiorentina, restano liberi di piazzarsi: Spalletti e Tuchel, ma qui il discorso si fa più complicato, come più complicato è capire chi siederà sulla panchina della Roma.

Fatte queste dovute cervellotiche considerazioni, Gattuso, anche lui in un modo o nell’altro resterà al Milan, come dice qualcuno è il Simeone italiano e lo condivido, dà molta grinta e convinzione, ma poco gioco alle sue squadre, diciamo che le sue qualità umane sopperiscono alle qualità tecnico-tattiche, per quello che sta facendo piaccia o no, deve essere confermato.

Non si può negare che sta facendo un buon campionato, ma come la Juventus, lo sta facendo in un campionato italiano che non è la Champions, lì, bisogna migliorare la fase offensiva, per il momento ci ha pensato Piatek, ma se si va in Europa, Gattuso deve lavorare molto sulla fase offensiva, perché non possiamo metterci davanti l’area ad aspettare che succeda qualcosa, mi va bene una squadra a sua immagine e solida come lui, ma non ti garantisce grandi traguardi.

Leonardo e Maldini pensano già al mercato, finalmente c’è programmazione e strategia, non sono il solo a pensare ad un futuro di Suso lontano da Milanello e alla possibile cessione, ha richieste sul mercato e servirebbe a finanziare parte della campagna acquisti, sulle sue tracce c’è l’Arsenal, anche se quest’anno Suso ha un po’ deluso.

Leonardo e Maldini stanno sondando diversi profili e tra tutti quello di Saint-Maximin, anche lui seguito al Velodrome di Marsiglia, il classe ’97 ha stoffa da vendere, ma anche un caratterino niente male, questo potrebbe essere l’aspetto che faccia saltare la trattativa, anche in funzione dalla valutazione del cartellino, che si aggira tra i 30 e 35 milioni di euro.

Saint-Maximin non è l’unico esterno nel mirino, un altro esterno accostato al Milan è Brahimi, 29enne attaccante del Porto e rappresenterebbe una buona opportunità visto che è in scadenza di contratto, quindi potrebbe arrivare a parametro zero, ma il Milan sta guardando con un certo interesse anche Deulofeu.

Per quanto riguarda il VAR, anche l'ex arbitro Pieri è d’accordo con quanto avevo detto in passato, una “sala VAR indipendente”, progetto ora annunciato dall'Aia e che potrebbe partire già dalla prossima stagione, l'addetto al Var ed il suo assistente, saranno così liberi dall'influenza dell'arbitro e sembra che il passo successivo sia la creazione di una categoria a sé stante di esperti della video-assistenza, magari da reperire tra gli arbitri dismessi, quindi un “centro (o sala) VAR unico” per tutte le partite, presso il centro tecnico di Coverciano e dovrebbe servire anche da 'addestramento' agli arbitri durante i raduni, consentendogli una sempre maggiore familiarità con il VAR.

Daniele e Dario Mirri hanno comunicano, di non esercitare il diritto di opzione per l’acquisto del pacchetto azionario del Palermo, la società rosanero che non ha trovato ancora soluzioni credibili e affidabili, rassicura per voce del suo presidente, che gli stipendi saranno pagati e che si sta lavorando intensamente ad una soluzione, che potrebbe essere nella York Capital Management, il fondo interessato al club rosanero.

domenica 10 marzo 2019

Mi spiace per il Chievo.


Piatek ha portato a sei le reti messe a segno in campionato, in sette partite disputate con maglia rossonera, con la rete al Chievo l'attaccante polacco ha raggiunto lo stesso numero di gol segnati in campionato nel Milan da Higuain in quindici presenze. 
Basta che arrivi in area una palla “calciabile” in porta e la butta dentro, ottavo gol in stagione e tutti gol che pesano tantissimo, vincere è vero che è la cosa che conta di più, ma bisogna almeno ogni tanto dimostrare di meritare di essere terzi in classifica, nel derby servirà un altro spirito, bisognerà fare di più.
Il Chievo non si meritava minimamente di perdere, in campo devo dire che la terza in classifica sembravano proprio i clivensi, che con Di Carlo fanno sempre ottime prestazioni e hanno tenuto bene il campo, per il Milan invece il solito atteggiamento, nonostante Biglia abbia fatto una grandissima partita e abbia dato alla squadra un’impostazione più tecnica rispetto a Bakajoko.
A proposito di Biglia e sul calcio di punizione, Gattuso dovrebbe imparare (pochissime cose) da Allegri, visto che Ronaldo non ne azzeccava una, ora le punizioni le tira Pjanic, al Milan visto che Calhanoglu non ne azzecca nessuna, facciamole tirare a Biglia, come ai tempi dell’Anderlecht e della Lazio, al di là del mezzo metro in più di distanza dalla barriera, l’ha telecomanda all’incrocio dei pali, con un giro meraviglioso. 
Per Lucas una partita di grande qualità e quantità, di una certa importanza per il suo rientro, bene anche Castillejo, frizzante, vivace, con qualche colpo ad effetto e tanta imprevedibilità nella manovra, un calciatore non facilmente da gestire per il Chievo, ottima la sua prova, ricca di giocate importanti, ma è un Milan che gioca per sé, che vive di singoli.
Il Milan può e deve essere più in controllo della partita, può e deve essere più qualitativo, deve dare di più nella qualità e nella continuità del gioco, è vero che più di tutto conta portare a casa punti, ma non sempre in questo modo, bisogna gestire meglio la partita, perdere meno palloni e chiudere prima le gare.
Il gioco deve essere più fluido, le vittorie sono troppo episodiche, sul VAR? credo che l’unica cosa sui cui ci si poteva attaccare era il gioco pericolo, in un primo momento mi era sembrato netto, ma rivedendolo in un altro replay, Piatek prova a fare la rovesciata, il piede arriva sotto il braccio del difendente (quindi non è altissimo), poi è Depaoli ad entrare nello spazio di Piatek che è in caduta dalla rovesciata e mi sembra che con “scalci”, diciamo che non c’è “l’urto”, non c’è il calcione insomma.

Non capisco perché ci si ostini a non andare a guardare il monitor e più che altro a non fare vedere a noi il VAR, ripeto: gli arbitri del VAR seduti comodamente, vedono e rivedono l’azione e devono prendere la decisione, mentre vanno in onda le immagini VAR per noi che dobbiamo capire e invece niente, così il VAR non serve e non mi piace, resta uno strumento in mano agli arbitri che possono continuare a “delinquere” sotto l’immunità della tecnologia.

Tornando al Milan, finalmente abbiamo il “punteros”, Piatek è in testa alla classifica cannonieri con Quagliarella e Ronaldo, abbiamo un attaccante che ha motivazioni, voglia, determinazione, il coraggio della giocata, ma dobbiamo cercare di migliorare la fase offensiva, dobbiamo mettergli più palloni a disposizione, per essere decisivo.
Numericamente sono d’accordo con Luca Antonini se continuiamo con il 4-3-3, serve un centrocampista a completare i sei con il rientro di Bonaventura e lo sfoltimento Montolivo, Bertolacci, Mauri ed un esterno d'attacco per Calhanoglu o Suso, perché il loro apporto in questa stagione non è stato straordinario, Suso è stato deludente anche a Verona e io continuo a pensare che dopo avere rinnovato il prossimo anno sarà ceduto.
Su chi possa essere l’esterno al momento non ho idea, io a parte Chiesa che è difficilissimo da acquistare ho un pallino: Dybala, lo vedrei bene in coppia con Piatek e Paquetà rifinitore alle loro spalle e per il centrocampista credo proprio che sarà Milinković-Savić, ma non trascurerei a sinistra Castagne, so che si tratta di una spesa di 200 milioni, ma se andiamo in Champions è per andare avanti e non uscire ai gironi ci vuole.

Per il Palermo tante voci e tanti pretendenti, che però non hanno ancora presentato un’offerta concreta per salvare i rosa e dargli un futuro diverso dal fallimento, a quanto pare i Mirri stanno lavorando con un gruppo milanese, che fa capo a Preziosi, ma potrebbero esserci delle altre ipotesi, sembra che ci sia un gruppo cinese, la York Capital Management, Frank Cascio e del ritorno di Follieri, che ci riprova per la terza volta.
Un altro tentativo di riaprire la trattativa quasi chiusa un mese fa, il tempo purtroppo stringe e mancano solo quattro giorni per dipanare la matassa e poi nel malaugurato caso non si dovesse trovare un acquirente, De Angeli e Foschi avrebbero sole quarantotto ore per trovare almeno i soldi per il pagamento degli altri stipendi, intanto il nuovo difensore del Palermo Gunnarsson, potrebbe esordire con il Venezia.

sabato 2 marzo 2019

Io sto con Rubiales


Dalle parole di Rubiales: "Non ci sarà più calcio il lunedì”, a quanto pare dal prossimo anno nel campionato di serie A spagnolo, si tornerà a giocare esclusivamente il sabato e la domenica, mi trovo perfettamente in sintonia con lui, è vero che gli affari sono importanti, però i tifosi, l’essenza stessa del calcio, ritengo anch’io che sono più importanti.

Adesso non ricordo se si tratta di uno degli articoli che compongono lo statuto della federazione, però recita più o meno così: lo spirito bello del calcio è che in qualsiasi parte del mondo si giochi, le partite del campionato cominciano e finiscono tutte nello stesso medesimo momento per tutti, si giocano tutte con le stesse regole e tutte con lo stesso numero di calciatori.

Orientativamente recita così, da quando c’è tutto questo “spezzatino”, sinceramente ho perso il gusto del campionato, oggi non riesci più a distinguere tra l’ultima partita del turno precedente e la prima del turno successivo, la classifica è in continua trasformazione, squadre che hanno due partite in più e squadre che ne hanno una in meno, squadre che giocano dopo 3 o 4 giorni e altre che giocano dopo dieci, è casino pazzesco.

Il numero uno della Federcalcio spagnola Luis Rubiales, ha annunciato questa novità per la prossima stagione, nella Liga spagnola quindi, saranno aboliti sia gli anticipi del venerdì che i posticipi del lunedì, una decisione comunque ancora in attesa di ufficializzazione, ma richiesta dai tifosi a cui come me, lo "spezzatino" non è gradito, mi auguro che possa portare a dei cambiamenti anche nel campionato italiano.

Campionato italiano dove un brutto Milan (quello contro la Lazio era bruttissimo) ha battuto il Sassuolo per 1 a 0 e grazie ad una autorete ha agguantato il terzo posto, lasciato libero maldestramente dall’Inter, il Milan ha fatto male, anzi malissimo, perché sono stati spesso in balia degli avversari, anche in superiorità numerica, ancora un sentitissimo grazie a Donnarumma (quest’anno soldi ben spesi) per il solito miracolo.

Il Sassuolo non crea dopo tutto grandissime occasioni (sempre meglio e di più del Milan), ma gioca con disinvoltura e con personalità, mettendo in difficoltà un Milan, che sembra essere tornato a qualche mese, a quello che commetteva troppi errori di palleggio e in disimpegno, ancora una partita di grande sofferenza, anche se il terzo posto addolcisce un po' la pillola.


Intanto ci pigliamo e godiamo questo terzo posto che mancava da sei anni, ma dobbiamo restare coi piedi ben piantati per terra, il campionato non è finito e possiamo sempre fare la fine dell’Inter, se non ci sentiamo appaghiamo e non capiamo che bisogna migliorarsi ancora tantissimo, sotto l’aspetto della pressione, oltre che a livello tecnico.

Mancano ancora dodici partite, oltre a migliorare la tecnica, bisogna migliorare nella gestione di giocare davanti ad un pubblico importante, numeroso e non sempre amico, imparare a gestire partite e obiettivi importanti, bisogna fare il salto mentale, avere oltre alla posizione in classifica, anche la mentalità di una squadra da terzo posto.

Il Milan per adesso attacca male e si distende peggio, non ha fluidità di gioco ed è meno brillante, più sotto l’aspetto mentale che fisico, Bakayoko ha bisogno di riposare, mi sembra appannato, in “riserva” e Biglia deve riprendere velocemente il ritmo partita, Suso è andato un po' meglio, ma non ancora sufficiente, così come Calhanoglu, grande impegno in copertura e poi nulla.

Suso è in evidente calo di condizione ed emergono tutti i suoi limiti, cioè quelli di fare sempre la stessa giocata, la stessa finta, gli avversari oramai lo sanno e senza lo spunto vincente non è Suso, due sono le cose, o Suso si accomoda in panchina o Gattuso deve cambiare qualcosa nel sistema di gioco, perché così giochiamo in nove e mezzo.

Anche perché, quasi sicuramente il prossimo anno Suso al Milan non ci sarà, la ricerca continua di un’altra punta (Falcao) o il possibile rientro di Andrè Silva, mi fanno pensare che sarà ceduto e sostituito con una punta (attacco a due punte) o visto l’interesse continuo per Saint-Maximin, con uno o addirittura due attaccanti esterni (ci sarebbe Everton anche il più quotato Dani Olmo).

Biglia e Calhanoglu devono crescere velocemente, anche Kessie non sta bene e il centrocampo ha bisogno di nuove e migliori energie, meno male che da Donnarumma a Piatek, da Calabria a Paquetà, passando da Musacchio e Romagnoli, ad arrivare fino Rodriguez, riescono a tenere botta e sanno soffrire, ma vanno recuperati in brillantezza diversi giocatori, per avere una fase offensiva più pericolosa e produttiva.

La prestazione incolore contro il Sassuolo va oltre al fatto che finalmente non abbiamo fallito la partita del salto di qualità, c’è più di qualche dubbio sull’effettivo valore di questo terzo posto, ci sono delle pericolose avvisaglie, il primo tempo con l’Empoli, la Lazio e ora il Sassuolo, forse è il caso di passare ad un turn over ragionato, per averli in ottima forma nell’importante rush finale.

Il Palermo è tornato a vincere in campionato 2 a 1 sul Lecce, in una sfida valida per prime posizioni in classifica, i rosanero nonostante la disastrosa situazione societaria, hanno dimostrato di volere la promozione diretta in serie A, a tutti i costi, vincendo una gara giocata bene e contro la squadra rilevazione di questo campionato di serie B, portandosi a – 2 dal Brescia e con una partita in meno.

Contro il Lecce hanno giocato tutti bene e in particolare Trajkovski e Bringoli, il Palermo nonostante tutto ha dimostrato di essere la squadra più competitiva di questo campionato, mentre la società è sempre in alto mare, Foschi sta lavorando senza tregua, per portare il Palermo in un porto sicuro ed è fiducioso che entro il 15 marzo la situazione societaria legato al gruppo Mirri, potrebbe passare di proprietà.

Avere sbloccato la situazione degli stipendi, ha dato al gruppo Mirri un diritto di prelazione sull’acquisto dell’intero pacchetto azionario, è chiaro che ci sono ancora debiti per 47 milioni, più la gestione corrente e sono cifre notevoli, che senza la serie A, diventano cavoli amari, speriamo in questo passaggio societario e incrociamo le dita.