domenica 28 ottobre 2018

Tre le chiavi di lettura.


Fin qui il campionato del Milan possiamo dire che è stato deludente, più che per la classifica, per la mancanza di continuità e i continui alti e bassi, al momento i punti in classifica in nove partite sono 15, se dovessero diventare 18 mercoledì dopo il recupero con il Genoa, cambierebbe la prospettiva, ma i 13 gol subiti non sono il massimo, per una squadra che punta a un posto nella prossima Champions League.
La prima chiave di lettura sta nel cambiato di modulo, le due linee da quattro hanno dato solidità alla squadra, il 4-4-2 ha dato le sue risposte, sia nel complesso della squadra sia sui singoli, con Cutrone (ma poteva essere anche un’altra seconda punta), Higuain ha avuto la possibilità di dialogare con uno vicino, cosa che Suso e Calhanoglu (ci metto pure Bonaventura) non fanno, è potuto uscire dalla morsa dei due centrali avversari a gestire la palla con qualità, per poi rientrare in area ed essere pericoloso.
Questo per dire che si potrebbe anche adottare un altro modulo qualsiasi, ma l’importante che la davanti siano in due, chiaramente se non si è trattato di uno specchietto per le allodole e Gattuso ha intenzione di continuare così, adesso le punte che bisogna cercare a gennaio sono due e poi nel rifare l’organico bisognerà tenere conto di alcuni uomini e le loro posizioni in funzione alle loro caratteristiche, con un nuovo modulo.
Suso e la sua fase di copertura per esempio, anche in vista di un imminente rientro di Conti, chi tra Calhanoglu, Bonaventura e Laxalt dovrà giocare sulla di sinistra, bisognerà rivedere le uscite in pressione da parte dei due play e la difesa alta della squadra, ma intanto partiamo dalla coppia Cutrone-Higuain, si sono cercati, si sono alternati come prima e seconda punta e, soprattutto, hanno fatto quello che sanno fare, che gli viene naturale, fare gol, vuol dire che al momento le punte di scorta, le faranno Borini e Castilliejo.
La seconda chiave di lettura è stata anche se per indisponibilità degli altri, Laxalt, durante la telecronaca ne ho sentito di ogni e possibilmente hanno ragione loro, ma intanto l’uruguagio è stato preso come riserva e in extremis dopo che si è saputo di Strinic (e non Striniar cone avevo scritto nel post precedente) e poi ha fatto quello che per mancanza di forma, non fanno Bonaventura e Calhanoglu.
Ha dato copertura sulla fascia sinistra e aiutato Rodriguez, si è allineato con Biglia e Kessie, cosa che non riesce a Suso e quindi bene così, ha fatto un paio di cross di sinistro dal fondo che non arrivano mai e senza dimenticare: che dietro a Cutrone nel gol c’era lui, ha dato la palla di testa ad Higuain che poi la scambia con Cutrone per il gol e ha preso il palo, più nel vivo del gioco di così cosa volevamo, per non parlare della dinamicità messa in campo.
La terza chiave di lettura è quella più importante, il segnale forte che i giocatori hanno dimostrato nei confronti di Gattuso e la mentalità che hanno cambiato, un approccio diverso che gli ha permesso di reagire, serviva questo per superare le difficoltà, bisognerà continuare a combattere e non sbagliare più mentalità, quella mentalità di cui hanno parlato tutti i giocatori e richiesta fortemente da Gattuso.
Si è vista nella voglia con cui hanno voluto pareggiare e poi vincere la gara, segno di una presa di coscienza evidente, in tutto questo peccato per Caldara, che dopo aver smaltito il problema al pube, ora ha un problema al polpaccio, che gli darà almeno due mesi di stop e a proposito di malati, voglio ricordare che il Milan non è guarito, dobbiamo aspettare un nuovo assestamento ed essenzialmente per guarire deve difendere più alto e prendere meno gol.

venerdì 26 ottobre 2018

Sognando e risognando.


Chi mastica di calcio sa che quando si parla, si dice sempre il contrario di quello che si pensa e se il Milan dice che la panchina di Gattuso non scricchiola, vuol dire che è l’esatto contrario e l’atteggiamento sconsolato e con poche idee di Rino, se non altro invita ad una riflessione, quel suo: "Non so più cosa fare", è lo stato evidente della situazione a Milanello e i dirigenti ne hanno già preso atto, quindi scricchiola.
Gattuso si giocherà tutto nelle gare con le due genovesi, io credo che a distanza così ravvicinata (Sampdoria dopo 2 giorni e dopo altri due il Genoa), sarà molto difficile riuscire a lavorare sulla testa più tosto che sulle gambe dei giocatori, per ribaltare completamente una situazione allucinante e secondo me non sarà neanche un vantaggio, quello di avere entrambe le partite a San Siro.
Con il Betis Siviglia il Milan ha giocato una delle partite più brutte, è stata una delle più brutte prestazioni mai fatte, con questa mentalità il Milan non può fare il campionato importante che si è imposto e certamente fa riflettere un Gattuso amareggiato e sfiduciato, alla ricerca dei problemi che non riesce a capire (nessuno credo li conosca), ma l’importante è che non tiriamo fuori il problema delle idee tattiche, perché con queste idee ha giocato undici mesi e le cose non andavano male, con la stessa squadra dovevano addirittura migliorare.
Io intanto, comincerei a togliere Calhanoglu che al momento non sta rendendo come dovrebbe e metterei dentro Cutrone che è sempre in grande spolvero e comincerei a preparare la squadra per il rientro di Conti e Caldara, senza dimenticare Paquetà, invece di aspettare che questi si abituino al 4-3-3, li metterei subito a proprio agio con la difesa a 3; Musacchio, Caldara e Romagnoli e vediamo intanto se prendiamo meno gol.
Quattro i centrocampisti (a me quello a 5 non piace) con Calabria in attesa di Conti, Biglia e Kessie, ma con Kessie che aiuti Biglia nella fase difensiva e che non sene vada in giro a fare inserimenti, del resto nasce difensore centrale come Desely, Laxalt a sinistra, Suso o Bonaventura dietro le due punte o i due nel tridente classico, Suso dovrà abituarsi a questa nuova posizione, un campione deve sapere fare più ruoli.
Così fra l’altro avremo delle alternative importanti, Rodriguez in difesa, Bonaventura a centrocampo e Calhanoglu in attacco e vedremo se così Gattuso riesce a riprendere in mano la situazione, fermo restando come vi dicevo, che nel calcio di dice sempre il contrario di quello che si pensa e possibilmente tutti questi attestati di stima dei giocatori per Gattuso, potrebbero non essere veri.
Comunque, ora al Milan servono due vittorie contro Sampdoria e Genoa, accompagnate da due prestazioni convincenti e non da botte di culo, perché altrimenti servirebbero a poco, sembrerebbe che il 4-4-2 potrebbe essere la strada scelta da Gattuso per uscire dalla crisi, quindi già in Milan-Sampdoria può cambiare il modulo fin dal primo minuto, con Cutrone a fare da spalla a Higuain e con Suso e Bonaventura larghi a centrocampo.
Gattuso non è ancora un grande allenatore, anche se non stava facendo male, la situazione sembra comunque e inspiegabilmente essere precipitata, il problema adesso c’è e quindi che fare? E’ un momento di difficoltà? Oppure qualcosa si è rotta in maniera definitiva? nelle ultime partite le incertezze sono state tante e allora, cosa fare?
Leonardo e Maldini che vivono tutti i giorni la realtà di Milanello sanno benissimo cosa si può fare e sanno altrettanto bene che arrivare a Conte è difficilissimo e forse pure per Zidane, più possibili invece Blanc (già con Leonardo al PSG) o Wenger (nome nuovo accostato al Milan), tutti allenatori con una storia e un palmares, molto diverso da Donadoni.
Per le mire del club, questo potrebbe essere il momento di svolta per consegnare al Milan subito ad un allenatore bravo e carismatico, prendiamone però uno buono e smettiamola di cambiare tecnico ogni sei mesi, ma non parliamone neanche di un Donadoni anche a tempo.
Come già detto per Ibra è già tutto pronto, Zlatan ci sta pensando e deciderà entro novembre, nuovi incontri sono intercorsi fra Leonardo e Raiola, per limare il contratto di Ibra e parlare di Abate, Bonaventura e Donnarumma, penso che sicuramente alla fine lo svedese darà l’“ok” e possibilmente a novembre arriverà anche Conte, torneranno Conti, Caldara e Scriniar, arriverà anche Paquetà, ma essenzialmente deve tornare il Milan, presto, molto presto. 

Milan in ginocchio, perché?


Perché tutto ad un tratto questa involuzione? Perché Higuain è così nervoso? Cosa è successo? La squadra è veramente con Gattuso? Higuain è veramente il fratello più maggiore? È arrivata l’ora dell’esonero al di là di quanto possa fare bene Gattuso? (Conte è pronto?)
Io credo che tutto giri attorno a questi interrogati, fra l’altro intrecciati tra loro, questa repentina e disastrosa involuzione io non riesco a spiegarmela che solamente, con una perdita dello spogliatoio da parte di Gattuso, per motivi oggettivi o creata ad arte dai dirigenti, che non vedendo decollare il Milan (anzi) e avendo pronta adesso la soluzione (Conte), si stanno affrettando al cambio.
Donadoni è uno specchietto per i giornalisti, la situazione tecnica del Real Madrid è il nodo cruciale, con il possibile esonero di Lopetegui, il Real potrebbe virare su Conte e questo per me, ha fatto rompere gli indugi ai dirigenti del Milan e sta forzando la mano attraverso i giocatori, che non giocano contro Gattuso, ma che risentono di questo clima di sfiducia attorno ad un allenatore con le ore contate e l’atteggiamento nervoso e indisponete di Higuain (fratello maggiore), mi sembra quello di chi non sopporta più questa situazione e vuole risposte presto.
Serviva una scossa, o meglio, una grandissima prestazione dopo il derby e invece il Milan esce dalla sfida contro il Betis Siviglia ancora peggio di quando ci entrato, confermando se non esasperando, quel senso di inferiorità e impotenza accusato già nel derby.
Il Betis si è mostrato ben organizzato, ma non è niente di trascendentale, se ci facciamo dominare da squadre di questa caratura, possiamo prendere baracca e burattini e andare a giocare sui campi polverosi della periferia, per il Betis un dominio più netto di quanto dica il risultato e che può essere giustificabile solo davanti a Barcellona, City o Chelsea, sicuramente è un pericoloso campanello d'allarme in vista delle prossime partite ravvicinate di campionato.
Si continua a giocare male (non è quindi un episodio) e a prendere gol assurdi, il problema diventa sempre più serio e non si riesce a trovare le soluzioni, sia o no colpa di Gattuso qualcosa deve cambiare e credo che si tratti oramai di giorni, quelli che servono a Conte per sapere se deve andare al Real oppure no, Donadoni sarebbe una soluzione ponte in caso di accordo Conte-Real, fino a giugno quando si potrà scegliere un nuovo tecnico.
La situazione mi sembra compromessa e le partite così ravvicinate, non mi fanno sperare in una serie di risultati positivi (l’unica soluzione) e che si possano ottenere prestazioni migliori rispetto alle ultime deludenti partite, purtroppo ogni anno ci tocca sempre inseguire disperatamente un traguardo minimo e a non finire con lo stesso allenatore con il quale abbiamo cominciato.
Il Milan è in uno sprofondo, da cui credo e vorrei sbagliarmi non ne uscirà a breve, c’erano stati sporadici momenti di crisi, ma mai però così netta, salterà prima o poi anche Gattuso, come Inzaghi, Mihajlovic e Montella, anche il gladiatore Gattuso è sembrato sopraffatto e scoraggiato, da quella che non è una squadra di calcio, ma una grande confusione, bisogna ricostruire una squadra che per me pur non essendo eccezionale, resta una squadra decente, ma le prospettive di crescita sono lontane. 
Non è una squadra da buttare, bisognerà ripartire per l’ennesima volta, Gattuso (ci credo poco che resti) o chi per lui, dovranno intervenire su questo stucchevole possesso palla e sulla manovra lenta e prevedibile, bisognerà alzare i ritmi di gioco e giocare senza paura, cambiare se è il caso pure modulo, magari dove possano coesistere Higuain e Cutrone.


lunedì 22 ottobre 2018

Meritatissima.


Se la vogliamo mettere sulla scaramanzia, tutte le volte che il Milan torna dalla sosta se non perde pareggia, è l’unica squadra che con la sosta perde la concentrazione e sono d’accordo con Salvini, che quando non giochi per vincere hai già perso e il Milan non ha giocato per vincere, lo testimoniano i pochissimi tiri e calci d’angolo, ottenuti solo nella parte finale della partita.
L’Inter ha meritato di vincere senza alcun dubbio, l’Inter ha dimostrato proprio di essere “forte”, forte come squadra, forte fisicamente e forte psicologicamente, anche loro hanno avuto la sosta con tanta gente in nazionale, eppure si sono presentati come se tutto questo non fosse accaduto, è arrivata vogliosa, concentrata e determinata, come sempre fino al 92° di tutte le partite, approfittando sempre in modo implacabile, di una lettura sbagliata dell’avversario.
Adesso per una squadra che ha dichiarato come traguardo un posto in Champions, questa sconfitta (unita a tutta quella serie di pareggi) la rimanda ad un ruolo di comprimaria, fotografato perfettamente dalla classifica che occupa a prescindere dalla partita che deve recuperare e che non ha ancora vinto.
Contro il Betis oltre a capire quanti e quali strascichi avrà lasciato questa sconfitta, servirà una prova riabilitativa e oltre al risultato finale che non può non essere altro che la vittoria, deve essere accompagnata da una prestazione da grande squadra e non stentata come le due precedenti, certo perdere al 92° con un errore di leggerezza e di poca concentrazione fatto da i due nazionali, Romagnoli e Donnarumma, non lascia contento nemmeno Mancini.
Il Milan è stato surclassato dall’Inter anche a livello di ritmo, il Milan aveva come sempre quel suo ritmo trotterellante, non ha mai avuto uno strappo deciso, mai una verticalizzazione, tutto il contrario invece della ferocia che ci hanno messo su ogni pallone, su ogni contrasto i giocatori di Spalletti, che avevano una presenza costante nella metà campo del Milan e occupava l’area rossonera con almeno quattro giocatori.
Higuain invece non ha ricevuto un pallone addomesticabile in tutta la partita, giochiamo con le tre punte ma Calhanoglu e Suso in area non c’entrano mai e nonostante facciano densità a centrocampo e Biglia sia migliore rispetto allo scorso anno, è proprio a centrocampo che il Milan ha perso la partita, dove sia Bonaventura, che Kessie non erano al meglio e non sono riusciti ad incidere.
Proprio per questo non capisco le sostituzioni fatte così tardi (come sempre del resto), a mio modestissimo parere (che poi modestissimo non è), Calhanoglu doveva essere sostituito dopo una decina di minuti dall’inizio del secondo tempo con Laxalt, è un mancino e avrebbe aiutato Rodriquez a mettere più palloni dentro per Higuain, ha corsa e temperamento e sa dare una mano nella fase difensiva.
E poi, non sono concorde con Gattuso quando dice che la prestazione della squadra gli è piaciuta, perché non è vero e ogni tanto ai calciatori la verità bisogna sbattergliela in faccia anche pubblicamente, perché una squadra che rincorre l’altra per tutta la partita, che poteva palleggiare meglio e non è mai uscita con una palla pulita, non può essergli piaciuta.
L’Inter è arrivata sempre prima sulle seconde palle e ha comandato la partita, il Milan non lo ha mai fatto e quando gli sono state concesse alcune situazioni favorevoli, non è riuscita a sfruttarle come al solito, ha avuto un atteggiamento troppo rinunciatario ed è poco preciso nei passaggi, il Milan ora tornerà in campo in Europa League e poi ancora a San Siro con la Sampdoria, solo due vittorie convincenti potranno cancellare la brutta partita del derby.
Ma non cancelleranno il ritardo in classifica, per quello occorrerà oltre a battere il Betis due volte, che ci permetterà di tenere sempre aperta la porta alla Champions tramite l’Europa League, battere in sequenza: Sampdoria, Genoa e Udinese, per arrivare alla partita con la Juventus in una condizione mentale diversa e per provare a giocarsela diversamente dal derby.
A questo Milan è mancato il coraggio e non mi è piaciuto l’atteggiamento, negli ultimi anni quando si tratta di svoltare il Milan manca l’esame di maturità, maturità che magari arriverà con il ritorno sempre più possibile di Ibrahimovic, che anche se a fine carriera potrebbe dare molto non soltanto in termini tecnici e di esperienza, ma anche mentale, di atteggiamento e di personalità.
Prima della partita contro l’Inter, si ipotizzava un arrivo a mezzo servizio come riserva di Higuain, ma dopo avere visto il Milan contro i cugini, credo che se arriva a Milanello la sua efficacia sia proprio nell’affiancare il “Pipita” e se dovesse succedere, è chiaro che toglierà spazio a qualcuno e occorrerà cambiare anche il modulo.
Il carisma dell’uomo e del giocatore se pur a fine carriera, tornerebbero utili a questo Milan, ma arriverà davvero a gennaio? Sembrerebbe proprio di si, il Milan, Leonardo e Raiola sono praticamente d’accordo, il giocatore è possibilista ma vuole essere sicuro della scelta, mancano solo due giornate di campionato nel MLS e poi deciderà.
Ma il Milan non ha bisogno solo di un Ibrahimovic, ha bisogno dell’innesto di Andrea Conti e di Caldara, più di settanta milioni spesi e ancora mai utilizzati e poi qualcosa di importante a centrocampo, perché è vero che Biglia è migliorato rispetto allo scorso anno, che di Kessie e Bonaventura non se ne può fare a meno, ma il Milan il derby lo ha perso lì.



venerdì 12 ottobre 2018

Italia con il falso nove.


Tridente tutto di movimento, senza la punta centrale di peso, questa è l’ultima “novità” di Mancini, non credo si tratti di un’emergenza, perché in squadra c’è Immobile e poi al di là della forma, si poteva convocare sempre Belotti, il risultato è ottimo nei primi dieci minuti, quando riesce a sorprendere l’Ucraina (giustamente nazionale di seconda fascia), poi, per il resto non punge.
Non sono per niente convinto che questa possa essere una soluzione futura, anzi se si continua con queste convocazioni del cavolo, proprio non vedo futuro, la Nazionale è come il calcio italiano e la politica italiana, corruzione e clientelismo, perché non trovo logico se non per favorire o compiacersi qualche club, eliminare l’unico attaccante che c’è in squadra e che da due anni è quasi capocannoniere.
Risultato! Un pareggio (l’ennesimo) e un autogol, io non credo che non ci sia modo di studiare 24/25 calciatori nelle loro squadre di club e poi selezionarli e farli giocare dove sanno, credo che oggi: Bernardeschi, Insigne, Chiesa, Belotti e Immobile siano in questa nazionale imprescindibili, poi giocherà uno o giocherà l’altro a secondo della forma.
Questi cinque con Barella, con Pellegrini, con Spinazzola e Conti (quando ci saranno), con Caldara e Romagnoli, con Donnarumma e Meret e qualche altro giovane che al momento non mi viene, sono la nazionale del futuro, lascerei qualcuno un po' più esperto per dargli sostegno (Jorginho, Bonaventura, Verratti), ma non sono il futuro: Bonucci e Chiellini, Perin, Gagliardini, per non parlare di Criscito e Tonelli, stiamo come sempre perdendo solo tempo.
Vero è che Caldara e Romagnoli erano infortunati, come si è andati a prendere Lasagna (bravo ma non è da nazionale, meglio Inglese), si poteva giocare con Palomino e Castagna, non avrebbero fatto peggio di Bonucci e Chiellini e sono il futuro.
E attenzione! Questa (almeno nel primo tempo) è stata la migliore nazionale degli ultimi 4/5 o 6 anni e non tiriamo in ballo la girandola dei cambi, perché se metti Immobile al centro del tridente, quale difficoltà può trovare? O Berardi punta esterna? la cosa migliore è non vedere le partite, così non si assiste a certe baggianate.
Il discorso vero è che in Italia non c’è meritocrazia, vedere giocare ancora gente come Barzagli, Dainelli, Sorrentino e mi fermo qui perché la lista è lunga, significa precludere la possibilità di maturare ad almeno tre giovani, affidare la maturazione dei giovani in serie B come si faceva una volta, a Tedino o a Castori è da pazzi, o la primavera del Milan a Lupi. Allora! Cosa vogliamo.
La dobbiamo smettere di prendere ad allenare amici e parenti, volontari e raccomandati, stranieri ed ex calciatori famosi, dobbiamo preferire i calciatori Italiani ai bluff stranieri, tutti questi “opinionisti” mandiamoli in giro a cercare ragazzi e poi li mettiamo nei centri sportivi specializzati, con allenatori con tanto di curriculum, come si faceva una volta.
Comunque ha ragione chi dice che la nostra nazionale è una nazionale di seconda fascia, immobile gioca e segna in un campionato di seconda fascia, segna solo in Italia e non lo ha fatto in Germania e in Spagna, Darmian in Inghilterra non gioca e chi gioca lo fa nelle squadre di bassa classifica degli altri maggiori campionati europei.
Ma pensate che di tutto questo non se ne accorto nessuno? Certo che se ne sono accorti, ma devono pensare a gonfiare i bilanci e a fare finta di niente, a riciclare soldi per ingannare il fisco, a ricorrere a tutti i TAR del mondo per arrivare ai diritti televisivi per poi fallire miseramente e chiaramente non hanno nessuna intenzione di perdere tempo a far crescere il calcio italiano.
Ora l’ultima provocazione, ma a cosa servirebbe non retrocedere in questa Nations League, se poi continueremo a fare brutte figure e non vincere una partita? Ricominciamo, abbiamo il coraggio di ricominciare, siamo in coma profondo, usciamone e anche se non saremo più belli e bravi come prima, torniamo a nuova vita.
Mi auguro che con le elezioni di un nuovo presidente federale si possano mettere in atto, tutti gli studi di settore, tutte le riforme e tutto quello che serve per rilanciare il nostro calcio, come hanno fatto paesi più piccoli e calcisticamente più arretrati (forse non solo calcisticamente).
In Italia non è vero che non abbiamo un serbatoio di giovani interessanti, caso mai abbiamo allenatori che pensano alla loro carriera a scapito della crescita dei giovani, l’Under 19 di Nicolato (che magari guadagna molto meno di quanto prendeva al Chievo), ha una squadra di giovani di prospettiva quali: Scamacca, Pinamonti, Kean, Gabbia e altri ancora, poi non si capisce come si perdono per strada e non arrivano in nazionale.
Non si può continuare a non credere nelle seconde squadre o nella possibilità di partire dalla Serie C, Gabbia (centrale della Lucchese cresciuto nel Milan) è andato in Serie C per crescere e dimostrare tutto il proprio talento, certo se poi lo allena un asino che magari è amico del presidente e chiede poco, Gabbia resterà un giocatore di serie C.

Tuccio 2010

martedì 9 ottobre 2018

…. E adesso sotto con il derby.


Il Milan con la vittoria contro il Chievo anche se non scaccia definitivamente i fantasmi, si gode almeno una sosta più tranquilla, centrato l’obiettivo della continuità di risultati, lo stesso non si può dire della solidità difensiva, visto che anche stavolta ha preso gol, la squadra ha fatto una buonissima partita e forse finalmente Suso sta cominciando a muoversi in funzione di Higuain, ma manca all’appello ancora Calhanoglu, un altro che ha le qualità per mandare in gol Higuain.
La squadra ha sempre espresso un buon calcio, ora sembra abbia trovato più continuità, ma bisogna considerare che si trattava pur sempre del Chievo, dove non riesce a migliorare è la parte difensiva, considerando fra l’altro che Biglia ha fatto la sua migliore partita, specialmente in interdizione.
Certo che finire il secondo blocco di stagione con un filotto di vittorie, facendo dimenticare i tre pareggi precedenti è una nota positiva, pareggi che comunque pesano ancora sulla classifica, perché almeno i quattro punti lasciati tra Atalanta e Empoli, avrebbero regalato al Milan già ad ottobre una classifica diversa, in una posizione più adatta ai programmi e alle ambizioni del Milan.
Adesso due settimane di pausa prima del derby, che serviranno più a recuperare alcuni acciaccati (Romagnoli e Cutrone), che per lavorare con il gruppo, visto che come sempre sono più i giocatori che partono per le nazionali che quelli che restano a Milanello e avere il derby alla ripresa non è mai buono, visto che il Milan perde quasi sempre al ritorno dalla sosta.
La speranza è e resta quella che la svolta sia veramente arrivata, il terzo blocco che ha inizio con il derby il 21 ottobre, ci dirà sicuramente molto dell’evoluzione della mentalità e la maturazione caratteriale, speriamo che ora siano diventati veramente più concreti e pragmatici, due elementi fondamentali per fare punti oltre al bel gioco e potere quindi guardare al futuro con maggiore ottimismo e fiducia, anche grazie alla crescente intesa di Higuain e Suso, senza trascurare Biglia, che forse finalmente ha iniziato a carburare, se così fosse potrebbe far svoltare definitivamente la squadra.
Tutti “se” e tutti “ma” da verificare e confermare, come i possibili arrivi di Ibrahimovic e Paquetà, in base a quelle che sono le avvisaglie degli ultimi giorni, almeno lo svedese dovrebbe tornare al Milan e non solo per sei mesi, questa è la mia impressione poi se si tratta di una scelta giusta o sbagliata lo potranno dire solo: il campo, con quale spirito torna Zlatan e la capacità di Gattuso nel gestirlo al meglio.
Non sono d’accordo con chi dice che Ibra non ha una maglia, perché lui gradirebbe concludere la carriera nella squadra dove è stato meglio e se fosse stato per lui non sarebbe andato via dal Milan, a gennaio ci saranno i presupposti e allora vedremo se ci sarà anche il clamoroso ritorno, mentre anche se Paquetà gradisce la destinazione Milan, la valutazione del Flamengo di 50 milioni di euro rimane altissima, il Milan cerca rinforzi sia a centrocampo che in attacco per rendere il Milan ancora più competitivo. 

sabato 6 ottobre 2018

Il tandem che funziona


La settimana di continuità dovrebbe concludersi con la vittoria contro il Chievo, se si esclude il primo tempo con l’Olympiacos e qualche fase con il Sassuolo, il Milan tutto sommato ha giocato il suo calcio, ha segnato 7 gol, sistemato la classifica in Europa League e dato finalmente un poco di continuità a prestazioni e risultati, ha azzeccato anche stavolta i cambi nelle due partite e soprattutto incuriosisce il riassetto tattico del secondo tempo della partita con i greci.
Anche stavolta come nel finale con il Sassuolo si è passati al 4-4-2, solo che stavolta c’è stata la contemporanea presenza di Higuain e Cutrone il tandem che funziona, una soluzione che non è ancora diventata definitiva solo perché sono solo loro due le punte in organico e se uno dei due (o entrambi come nelle ultime partite) non può essere indisponibile, son dolori.
A gennaio si dovrà rivedere qualcosa per rendere più forte ed europeo questo Milan, cambiando molto probabilmente modulo, i bene informati parlavano prima di un modulo con una difesa a tre, oggi credo visto i risultati del “tandem” e quello che sta facendo anche Ancelotti a Napoli, il passaggio al 4-4-2 è la nuova frontiera.
Il Milan non riesce a dominare una partita per intero anche con gli avversari “inferiori”, perché come saggiamente mi ha scritto uno dei miei ex allievi tra i più attenti, il Milan li aspetta troppo basso e non riesco a dare neanche torto, a chi sostiene che non difende compatto pressando male, infatti lascia troppo spazio tra I reparti, molte possibilità di passaggio agli avversari e altra cosa sacrosanta, quando perde palla in attacco raramente riesce a recuperarla prima che gli avversari siano già arrivati in prossimità dell’area.
Questo è il Milan, è il Milan di Gattuso, ma lo è stato anche di chi lo ha preceduto, è il Milan bello, poco pratico e che subisce il palleggio degli avversari, fino a subire il gol, di contro è un Milan che non molla mai, anche nei momenti più complicati, è un Milan “provinciale” e per il salto di mentalità, per farlo diventare Europeo serve ancora un po’ di tempo e qualche nuovo altro Higuain.
Nonostante la vittoria in rimonta e per ammissione dello stesso Gattuso, non si è vista la squadra padrona del campo, dove proprio quella fase di non possesso di cui si parlava prima, non è stata fatta in modo perfetto, bisogna migliorarla rivedendo magari la linea di difesa e quella di centrocampo, con la ricostituzione della coppia d'attacco Cutrone-Higuain, i due sono troppo affiatati e decisivi, anche se attualmente nella conformazione dell’organico è palese l'assenza di un altro centravanti di ruolo oltre a loro due.
E’ indiscutibile che questa proposta tattica del modulo a due punte, oltre per quanto proposto dall'attacco (la differenza di mole offensiva tra una o due punte è abissale), anche per i movimenti in mediana, vista la difficoltà che patisce il reparto di centrocampo, probabilmente, almeno fino a gennaio, fin tanto che non arriva la terza punta, vedremo questa soluzione solamente a gara in corso.
Parlando di mercato e di punte, puntualmente riappare la suggestione Ibrahimovic, allora, io credo che con un prestito di sei mesi alla Beckham per sfruttare la sosta del campionato americano, sia una cosa possibilissima, poi bisognerebbe entrare nella testa di Ibra per capire le sue pretese tecnico-tattiche, le pretese economiche-contrattuali di Raiola, che pur avendo fatto “pace “ con il Milan è sempre un serpente a sonagli e la volontà che ha Elliott di “proiettare” il più velocemente possibile il Milan nel grande calcio europeo.
Leonardo ha confessato che in questo momento è improponibile, ma forse perché preferisce concentrarsi su Rabiot, visto che in TV alla domanda di Ambrosini: “siete coperti in tutti i ruoli”, ha detto che a centrocampo manca qualcosa, vero, verissimo, Montolivo, Bertolacci e Jose Mauri non rientrano in quella dimensione europea, Bakayoko è almeno in difetto di condizione e di conoscenza del calcio italiano e le ambizioni di Elliott stanno crescendo, tanto che intende sostenere ancora un paio di interventi sostanziali sul mercato.
Quindi il Milan pensa già al mercato di gennaio (come tutte del resto) e punterà a rinforzarsi, occhi puntati sui “prediletti” di Leonardo; Paquetà, 21enne del Flamengo, giocatore offensivo individuato tra i talenti più promettenti dal campionato brasiliano e l’ormai notissimo Rabiot, stando però a quanto dicono i bene informati, il Milan in attacco prenderà qualcuno e per il ritorna al Milan di Ibra arrivano le prime conferme.
È un’idea per porre rimedio all’assenza della terza punta e per cercare di aumentare la mentalità europea nel club, un altro Reina in sostanza, importante in campo e fuori e si starebbe discutendo di un contratto di sei mesi (da gennaio a giugno), Ibra verrebbe molto volentieri a Milano, dopo il grave infortunio il ginocchio regge, ha recuperato in pieno e può fare almeno un altro anno ad alto livello, nonostante il grande ego, sarebbe disposto a un ruolo part-time con grande umiltà e sembra proprio che Ibra ha detto sì al Milan.
La base del discorso è sei mesi per tornare poi al Malmoe e chiudere lì la carruera, ma anche sulla possibilità di altri sei o più nel caso il ritorno in Italia dovesse essere felice come tutti sperano, un ritorno di cuore e non una questione economica, dal 3 al 19 di gennaio vedremo, nel frattempo si potranno alternare i due moduli, il 4-3-3 o il 4-4-2, da non considerare più solo l’arma della disperazione, ma una soluzione in più.

lunedì 1 ottobre 2018

Finalmente!


Finalmente il Milan ha segnato più dell’avversario e proprio nel giorno in cui mancava Higuain, no che il nostro attaccante fosse il problema dell’attacco, ma solo per il fatto che non avendo la davanti a chi fare portare la croce abbiamo rischiato un tantino di più, cosa che invece dovrebbe essere la normalità.
Il Milan non può pensare a: prima non prenderle e poi vediamo se ci pensa Higuain, il Milan non può arretrare tutte le volte che va in vantaggio, si è vero si prendono troppi gol, vuol dire che Biglia, Kessie e magari qualche altro non fanno bene la fase difensiva, ma non per questo dobbiamo giocare davanti la nostra area.
Speriamo che con questa partita si sia aperta la mentalità difensivistica e che il Milan non smetta di giocare dopo il vantaggio, che cerchi di chiudere e magari di stravincere la partita, un cambio di atteggiamento c’è stato, speriamo che dopo essere tornati a respirare, non si ripiombi di nuovo in attendistiche fasi difensive. 
Le prestazioni delle partite precedenti non erano state negative, mancavano di continuità nel tenere saldamente in pugno la partita, non serviva ritirarsi a copertura del misero gol, ma serviva di più, un Milan che non mollasse mai l’avversario fino a che non fosse finita, un Milan che ha ripreso ad attaccare dopo il gol fin che non ha chiuso la partita.
Certo la classifica non è ancora quella programmata e servirà continuare su questa strada, quella in cui Kessie non è stato superficiale come al solito e quella in cui a furia di ripeterglielo, Suso ha alternato il suo oramai famoso movimento a rientrare (traversa docet), per poi tornare a segnare proprio alla sua maniera.
Io continuo a sostenere la mia tesi che se non proprio definitivamente, Calhanoglu (neanche questa volta particolarmente ispirato) debba cambiarsi spesso con Suso per variare le giocate e la prevedibilità, la riprova arriva quando Gattuso richiama in panchina Calhanoglu per sostituirlo con Laxalt, il mancino uruguagio con il suo piede (non è comunque un terzino) riesce a mettere dentro tantissimi palloni, che in altre situazioni sarebbero state sfruttate meglio.
Che il Milan non è guarito lo dimostra lo splendido destro di Djuricic, subentrato con Boga a partita quasi compromessa per il Sassuolo, la sua rete ha dato fiducia ai neroverdi e da quel momento il Milan viene nuovamente dominano e schiacciano dall’avversario, il Milan tiene botta, soffre e resiste, ma in virtù del doppio vantaggio, se no anche stavolta sarebbero andati via altri due punti.
Con la partita da recuperare il Milan potrebbe lasciare il decimo posto, chiaramente non sono ammessi altri passi falsi, a cominciare che è necessario vincere a San Siro contro il Chievo, per evitare ancora il fantasma di Conte, diciamo già promesso sposo del Milan (a me non piace), con cui bisogna solo fissare la data delle nozze, Conte è tecnicamente libero e può accasarsi dove vuole, ma il suo futuro non sarà definito in tempi brevi.