lunedì 12 maggio 2014

Addio all'europa.

Anche se l'aritmetica non condanna ancora definitivamente i rossoneri, difficilmente, anzi diciamo che è impossibile, che si possano realizzare le tre condizioni necessarie, vittoria del Milan (possibile), pareggio del Parma (impossibile in casa con il Livorno) e vittoria della Fiorentina, meglio pensare ad un Milan che riparta da zero, ma veramente da zero, come è successo 28 anni fa, quando Berlusconi prese il Milan da Farina in quel lontano 1986.
Oramai questa stagione è da considerarsi fallimentare, l'anno zero della ricostruzione e non servirà nemmeno il nuovo assetto tattico, gradito a Berlusconi, a rimettere il tecnico olandese sulla panchina del Milan, ma al di là di chi potrà essere, l'allenatore deputato a ricostruire il Milan, la cosa importante è capire che non si può più andare avanti con gli interventi tampone, resta solo da radere al suolo quel poco che è rimasto e ricostruire, ma con un progetto serio, senza megalomanie, vincente insomma.
A Bergamo si è visto un Milan già in vacanza o svuotato, senza nerbo, mentre gli orobici che in realtà non avevano nulla da chiedere, sembravano loro in corsa ancora per l'europa, la fortuna aiuta gli audaci (meraviglioso gol di Brienza) e punisce gli scellerati (fallo da rigore di Constant) e non serve a niente appellarsi alla sfortuna per i due legni di Balotelli, perchè forse anche il pareggio sarebbe servito a poco.
Resta inspiegabile la scelta di Honda titolare al posto di Taarabt (operazione commerciale mentre ti giochi un pezzo di europa ?), il Milan gestisce senza enfasi, aspettando il momento giusto per colpire, ma con il passare del tempo, è l'Atalanta a comandare il gioco e l'autorete di Bellini non l'abbatte, il vantaggio dura poco, Denis trasforma il rigore, riportando la parità e a tempo già scaduto da otto secondi, Brienza manda il diavolo all'Inferno.
Balotelli continua a non fare il centravanti, suggerendo in un paio di assist a Montolivo e Kakà e invece di mettere dentro Pazzini, si registra il ritorno in campo dopo cinque mesi di El Shaarawy, al posto di Honda, il faraone ci mette la solita vivacità e la solita voglia, ma non serve a  cambiare volto al Milan, così come l'ingresso in campo di Taarabt al posto di Muntari e Pazzini al posto di Kakà.  
Fuori dall'Europa, che il Milan frequentava ininterrottamente dal 1999, speriamo che serva a capire che ormai si è toccato il fondo e che ora bisogna ricostruire una squadra competitiva e con un progetto che possa conciliarsi, con la scarsa disponibilità economica, così bisogna ancora puntare sui parametri zero, visto che sono considerati troppi 7 milioni per il riscatto di Ramì, si sta parlando con l'agente di Taarabt, per provare a riscattare l'ex QPR a 4 milioni e contemporaneamente si sta intavolando una'altra trattativa per portare in rossonero il 32enne Alex, del PSG in scadenza, che Silvio veda e provveda.

Foto tratte dal web.

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