Storie di ordinaria delinquenza, quelle che hanno affossato due squadre, che se pur considerate provinciali, avevano un loro blasonate, nel nostro panorama calcistico e parliamo di Catania e Parma.
Il Parma nel suo palmarès, figurano 3 Coppe Italia, 1 Supercoppa italiana, 1 Coppa delle Coppe, 2 Coppe UEFA e 1 Supercoppa europea, dopo Milan, Juventus e Inter, il Parma è il quarto club italiano (e il quindicesimo in Europa) nella Classifica Generale delle coppe calcistiche UEFA vinte, ha disputato 24 campionati di Serie A e 15 stagioni nelle coppe europee, passando dalle stelle alle stalle, da una qualificazione all'europa league negata per debiti, alla retrocessione, al fallimento e alla serie D.
L'ex presidente Ghirardi, ha lasciato un buco di bilancio, con un'entità di passivo e la lista dei creditori, che ha fatto propendere per il fallimento, Ghirardi aveva lasciato il Parma a dicembre, dando il via al balletto di passaggi di proprietà, da Rezart Taci, fino a Manenti, una società rinata nel 2007 dalle ceneri del precedente fallimento causato da Tanzi, a sua volta travolto dal crac Parmalat.
A distanza di sette anni, il calcio parmigiano finisce di nuovo in tribunale, il Parma fallito dovrà ripartire dai Dilettanti, non c'è stata alcuna offerta per l'acquisto e così saluta il calcio professionistico, se ci saranno le condizioni partirà dai dilettanti, spetterà ora ad una nuova cordata di imprenditori, far nascere una nuova società, con la speranza come dice Tavecchio, di allontanare i mercanti dal tempio.
Altra storia e altra latitudine geografica, ma stessi personaggi che con il calcio non hanno a che vedere, qui è il Catania e come a Parma, è una città, una tifoseria a pagare, per la scellerata avidità di fare quattrini, di chi è presidente dei sogni dei tifosi, di chi intende il calcio come il mezzo per arricchirsi illecitamente.
Pulvirenti ammette di averlo fatto, i suoi complici no, almeno nell'ex presidente del Catania, si può scorgere un pentimento, un briciolo di dignità, cosa che manca a tutti gli altri, il malaffare va estirpato con pene severissime, il Catania purtroppo sarà retrocesso, nel giro di un anno, passa dal miglior piazzamento in serie A, alla serie D (se sarà rifondata la società), mettendosi alle spalle i 17 campionati disputati nella massima serie.
Ora ci si augura che la Giustizia Sportiva sia celere, in modo da far ripartire al più presto i campionati, questa sarebbe la grande opportunità per riformare subito il campionato di serie B, riducendo la B a 20 squadre e poi di conseguenza la serie A a 18 e la lega pro a due gironi da 20, non è la quantità di squadre professionistiche che istigano a delinquere, ma il calcio italiano non può più reggere tutto questo professionismo.
Tavecchio, Abodi e noi tutti, vogliamo fuori dal calcio, i delinquenti che lo usano.
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