Purtroppo è andata male e resta intenso l’amaro
in bocca per un pareggio strameritato che non è arrivato, senza ombra di dubbio
ho visto per un’ora un Milan giocare alla pari della Juventus e a tratti anche in
maniera superiore, un bel Milan, sicuro dei propri mezzi, tosto e lucido, sicuramente
ancora un po’ immaturo e non perfettamente pronto per i grandi palcoscenici, ma
la strada è quella giusta.
Il Milan adesso è una
grande squadra, ancora non grandissima ma in buona forma, lo ha dimostrato
giocando alla pari e a momenti anche meglio, avendo addirittura la possibilità
di passare meritatamente in vantaggio, la differenza in classifica non si è
vista sul campo e a Torino giocarsela così alla grande non è da tutti, facendo
aumentare ancora di più il rimpianto per aver buttato via un girone di andata.
Credo che il 3 a 1 sia un risultato
pesante e bugiardo, per lunghissimi tratti la partita l’ha fatta il Milan, attaccando
anche quando una volta raggiunto il pareggio poteva mettersi a fare le
barricate, il secondo tempo lo gioca tutto il Milan, ma sono stati i cambi e le
situazioni che hanno fatto la differenza e cambiato la partita, Buffon e la
traversa hanno stoppato i tiri del Milan, mentre quelli della Juventus sono
andati tutti nel sacco.
Dopo il gol a freddo di Dybala, sul quale
il Milan ha dimostrato tutta la sua immaturità, si è compattato bene ed è
ripartito senza nessuna scoria, da grande squadra, chiudendo gli spazi e
costringendo la Juve ad insistere sulla manovra orizzontale e sui retropassaggi,
solo che la rete di Bonucci e la traversa di Calhanoglu non sono bastati.
Fino all’ottantesimo si è
visto un gran Milan, ben organizzato, con una grande condizione atletica e messo
meglio in campo sul piano del gioco, poi quando arriva la stanchezza la partita
la vince chi sulla panchina ha solo l’imbarazzo della scelta e non chi non ha
un centravanti vero, peccato perché la prima sconfitta del 2018 ha rallentato la corsa verso la
Champions League ed ora il quarto posto è a otto punti.
Il Milan per battere la Juventus aveva
bisogno di fare tre gol e questa squadra oggi non è attrezzata per fare tanto,
ci manca un punto nella tabella di marcia del sogno Champions che è e resta ancora
vivo, era difficile prima ed è ugualmente difficile adesso, però bisogna
vincere e a cominciare dal derby, costi quel che costi.
Fino al 75simo ho ammirato e mi sono
lasciato trascinare da una squadra brillante, capace di mettere in soggezione la
Juventus nel suo stadio, grazie ad una prestazione intraprendente, audace e
convinta, poi nell’ultimo quarto d’ora le cose sono cambiati drasticamente, non
siamo riusciti ad arginare Duglas Costa, Quadrato e Betancur, forse per la
stanchezza o per l’inferiorità dei ricambi rossoneri, di certo alla fine ci ritroviamo
con una delusione immensa.
Ancora una volta: la finale di Coppa
Italia persa con un gol di Morata subito nei supplementari, il ritorno dello
scorso campionato per il fallo di mano di De Sciglio punito dall’arbitro con un
calcio di rigore a tempo scaduto e poi anche questa volta, speriamo che le cose
possano cambiare come a Doha, almeno nella finale di coppa Italia.
Il Milan oramai è una squadra vera, fatta
di coraggio, intensità, personalità, tecnica e spirito guerriero, ma anche di stanchezza,
mancanza di energia e lucidità, un problema che ha investito la maggior parte
dei giocatori arrivati a fine partita stremati e quello è stato il momento decisivo,
coinciso con la ricchezza e la qualità della panchina bianconera.
In questo momento al quarto posto c’è
proprio l’Inter, che affronteremo mercoledì in una partita che sa di ultima
chance per continuare a sognare, solo una vittoria ci permetterebbe di
riavvicinarci al quarto posto, in caso contrario dovremmo dire addio al sogno
Champions e concentrarci su un piazzamento in Europa League.
Il derby arriva in un momento diverso
rispetto ad un mese fa e non sarà facile, ma è l’unico modo per restare in
corsa Champions e poi comunque sia, il Milan ha l’obbligo di crederci fino alla fine e di vincere il derby, dobbiamo
recuperare in fretta le energie fisiche e mentali, perché quella è una partita
da vincere a qualsiasi costo.
A Milanello i rossoneri continuano a
lavorare con ritmo e intensità, consapevoli che la partita con l’Inter sarà
decisiva per la classifica e per la qualificazione in Champions League, restano
nove partite e 27 punti per provare a tornarci, l’Atalanta l’anno scorso arrivò
quarta a quota 73, ma forse quest’anno ne servirà qualcuno in più.
Accompagnati come sempre dalle solite voci
di fallimento della società, della procura che indaga e dell’insolvenza di Yonghong
Li, in Casa Milan si lavorare anche per ridurre l'abissale differenza tecnica
con la Juventus, contando anche sulla crescita di una squadra giovane, dove a
parte Bonucci, Biglia e Bonaventura, l’undici titolare è composto da giovani di
grandi prospettive, che con Gattuso non potranno far altro che continuare a crescere.
Tuccio 2010
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