venerdì 21 settembre 2018

Omaggio al 'maestro'


Higuain ha una rabbia e una determinazione, che non pensavo potesse avere dopo la “retrocessione” dalla grande Juventus al piccolo Milan, pensavo che potesse avere lo stesso rigetto che ha avuto Bonucci e che poi è culminato con il ritorno in bianconero, Higuain non ha l’arroganza e la presunzione di uno Juventino “doc”, è un signore, modesto e un grande campione.
Grazie sinceramente alla Juventus per averci donato un “gioiello” di queste dimensioni ed essersi ripresa un capitano senza coraggio, Higuain è milanista dentro, ha tutte le qualità per far parte di questo gruppo e della storia del Milan, così come è successo ad Inzaghi.
Vittoria a parte con il Dudelange, è arrivato a Milanello e ha comincianto a prendere per mano la squadra, anche se alla prima in Europa League, i rossoneri hanno fatto una gran fatica e senza il gol dell’argentino sarebbe stata una figuraccia epocale, una mazzata tremenda per una squadra giovane e in crescita.
Alla fine ci ha pensato Higuain a levare il Milan dai guai, come faceva Pippo ai tempi belli, tre punti soffertissimi che preannuncia un’Europa League complicata, se giocata con così tante seconde linee, visto che questa trasferta era la più agevole del girone, a Siviglia col Betis e ad Atene con l’Olympiacos, sarà una cosa ben diversa.
Intanto non si è trattato di un esperimento, Gattuso ha fatto quello che avrebbe fatto qualsiasi allenatore, che trovandosi difronte un avversario abbordabile e avendo una decina di calciatori utilizzati pochissimo, ha privilegiato la possibilità di dare minutaggio alle seconde linee, confidando sul fatto che anche se riserve, (Reina, Caldara, Romagnoli, Laxalt Bakayoko e Higuain non li chiamerei riserve), si potesse avere ragione degli avversari.
Gattuso con il suo rivoluzionato undici di partenza, voleva testare le seconde linee e cercare di sfruttare la loro voglia di mettersi in mostra, ma a parte i tre punti e qualche nota di merito per Caldara, Castillejo e Bakayoko, l’esperimento non è perfettamente riuscito.
Il Milan comunque inaugura positivamente il girone di Europa League con una vittoria, piuttosto speriamo che non debba pesare il fatto di avere superato il Dudelange solamente con un gol di scarto, la squadra nonostante la prestazione non sia stata esaltante e il Milan avrebbe dovuto chiuderla prima, Higuain oltre al gol, ha avuto almeno altre due occasioni e poi c’è anche un palo colpito da Borini.
Il turnover è una ghiotta opportunità per scalare le gerarchie, ma non tutti sono riusciti a sfruttarla, per tanti la prova non è stata del tutto positiva e molti giocatori non hanno convinto, come ad esempio Bertolacci, che non è riuscito a creare superiorità numerica né a dialogare con i compagni, anche se le motivazioni e la voglia di mettersi in mostra avrebbero dovuto spingere chi gioca poco a dare qualcosa in più.
Così non è stato e tra i peggiori oltre a Bertolacci, ci sono Abate, José Mauri e anche Borini se vogliamo, tra i nuovi bene Bakayoko sull’arco dei 90 minuti, ha recuperato diversi palloni e si è fatto sentire e Castillejo, un po' fumoso ma molto incisivo nel secondo tempo, regalando gli assist ad Higuain per il gol e a Borini per il palo.
Ora permettetemi di dedicare due righe di omaggio al 'maestro' Tabarez, ha conquistato l'ammirazione del mondo intero conducendo l'Uruguay a Russia 2018 nonostante la malattia che lo costringe in sedia a rotelle o con il supporto di una stampella, i milanisti e gli addetti ai lavori, abbiamo avuto da sempre ammirazione e rispetto per un uomo, una persona che abbiamo considerato sempre “il” maestro, di calcio ed ora anche di vita.
l'Uruguay gli rende l’onore che merita, rinnovando a lui e a tutto il suo staff tecnico il contratto per altri quattro anni, fino ai Mondiali di Qatar 2022, quando il tecnico avrà 75 anni e ci piace ricordare che questo è il quinto contratto di Tabarez come ct della Celeste, il quarto consecutivo, infatti l'ex tecnico di Milan siede sulla panchina della sua nazionale dal 2006.
Negli ultimi dodici anni, l'Uruguay si è qualificato in tutte e tre le Coppe del Mondo e in Russia ha ottenuto il miglior risultato, nel 2011 ha vinto la Coppa America, è il più longevo ct di tutti i tempi con 185 partite in panchina e quattro mondiali giocati con la stessa nazionale, il calcio non è mai riconoscente, ma per “il maestro” si.

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